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domenica 9 dicembre 2012

Gli scherani al servizio del governo de massoni!


Il mondo cattolico in difesa del Professore

Mario Monti con Benedetto XVI e il cardinal Bertone
MARIO MONTI CON BENEDETTO XVI E IL CARDINAL BERTONE

Dopo le dimissioni di Monti arrivano le prime reazioni. Da “Avvenire” a Bonanni, da Casini a Cesa, passando per Ceccanti, Mauro e Bindi le preoccupazioni per la tenuta del sistema Italia


Si schierano le "truppe bianche" a difesa del Professore. Preoccupazione per i contraccolpi sul Paese e convinto sostegno a Mario Monti. Il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone e il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, pur con sfumature diverse, hanno sempre guardato con favore l'azione di risanamento dell'esecutivo tecnico e quindi l'uscita di scena del Professore suscita timori in Curia per la tenuta del sistema Italia. "Malgrado le divergenze sull'Imu alle scuole paritarie o altre questioni, è indubbio il ruolo positivo svolto da questo governo in una fase di crisi non ancora terminata", osservano Oltretevere. 

 Queste preoccupazioni si riflettono nelle reazioni allarmate dei media ecclesiali e degli esponenti politici e sindacali cattolici. «Ecco uno che ci rispetta davvero». Significativamente il quotidiano dei vescovi "Avvenire" titola così il commento del suo direttore, Marco Tarquinio, sull'annuncio delle dimissioni del premier. «Rispetto del Paese, delle regole e, nel suo senso più alto (e, di questi tempi, mortificato) della politica. Rispetto vero per i suoi concittadini, quelli - spiega il giornale della conferenza episcopale italiana - a cui si `deve sempre dire la verità: questo ha dimostrato ieri sera al Parlamento della Repubblica e all'opinione pubblica nazionale e internazionale il ´tecnico' professor Mario Monti annunciando le sue pronte dimissioni dopo il ritiro della fiducia da parte della più importante delle forze parlamentari che lo sostenevano, il Pdl di nuovo capitanato da Silvio Berlusconi».


Il quotidiano della Cei, sottolinea anche il senso di responsabilità testimoniato da Monti «impegnandosi a evitare l'esercizio provvisorio del bilancio dello Stato, per non dare alcuna facile esca a chi gioca politicamente e finanziariamente contro l'Italia». Per Avvenire, con l'annuncio di ieri, Monti ha anche chiarito «ai cultori di polemiche miopi e cialtrone, ammesso che siano in grado di intenderlo, che non è vero che "il potere logora chi non ce l'ha" e che non tutti pensano che "tirare a campare è meglio che tirare le cuoia"».«Un altro serio e disinteressato servizio all'Italia e agli italiani - conclude il commento - reso da un uomo capace di dirittura personale, motivato rigore e saggia e popolare moderazione. Non può essere l'ultimo, non dovrà esserlo».


Mentre il  premier stamattina varcava la soglia della chiesa di San Pietro in Sala a Milano dove abitualmente segue la messa quando è a Milano,accompagnato dalla moglie Elsa, il mondo politico e sindacale d'ispirazione cattolica si univa attorno al suo nome. «È una situazione davvero incresciosa e anche pericolosa», avverte il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni di fronte al precipitare della situazione politica con la crisi di governo alle porte e le elezioni anticipate all'orizzonte. «Dopo tanti sacrifici sostenuti dagli italiani, per tenere in piedi la credibilità del nostro Paese presso le cancellerie europee e mondiali e presso i mercati internazionali, c'è stato un atto di mancanza di responsabilità - denuncia Bonanni - che costerà all'Italia e al quale spero sia Monti sia il presidente Napolitano possano farvi fronte e sappiano porre rimedio».  Sottolinea Bonanni: «Non è una buona immagine quella che viene oggi data dell'Italia, esponendo il nostro Paese e rendendolo poco credibile. Spero in una iniziativa in senso contrario da parte del premier e del Capo dello Stato, rispetto a questa iniziativa politica che denota una mancanza di senso di responsabilità, avendo portato alla inattività del governo». Ma c'è ancora davvero spazio per "rimediare"? «Spero lo si possa fare, attraverso un'iniziativa opportuna ed efficace, presa in prima persona dello stesso Monti e del presidente Napolitano, che ridia credibilità all'Italia di fronte alle cancellerie europee e ai mercati internazionali: a questo punto, sperando in questa iniziativa, non possiamo che rimetterci al presidente del Consiglio e al Quirinale», spiega Bonanni. 

"Non sono autorizzato a interpretare Monti, sarà lui a esprimere un'opinione, afferma il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, parlando di un eventuale discesa in campo di Mario Monti alle elezioni politiche. "C'è una politica seria che per quattro anni ha fatto un'opposizione costruttiva ma ferma a Berlusconi e che ha voluto Monti e c'è una società civile, un ceto medio e benpensante che non vuole rassegnarsi al populismo", ha evidenziato Casini. Aggiunge il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa: «Un gesto di grande amore per il paese, un atto di grande responsabilità dinanzi a chi con cinismo ha voluto far saltare il governo magari per non approvare la legge elettorale in modo da continuare a nominare i parlamentari. O per reazione ad un provvedimento del governo sull'incandidabilità dei condannati». Quindi, evidenzia Cesa, "noi lo o faremo nostro nella scelta dei nostri candidati. Lanciamo un appello forte di responsabilità ai moderati e popolari italiani per unirsi attorno ad un progetto che elimini dallo scenario politico italiano il populismo e la demagogia che ha messo in ginocchio il nostro Paese. Il 20 dicembre a Roma - ha continuato - ci riuniremo con i movimenti e il mondo delle associazioni delle categorie che hanno cuore le sorti del nostro Paese, non dobbiamo vanificare il lavoro svolto dal presidente Monti e il nostro auspicio è che Monti possa proseguire a servire l'Italia».

Anche nel lato cattolico del centrosinistra la solidarietà per Monti è lo stessa. «Alla luce del nuovo scenario, credo che ci siano due ipotesi possibili per Monti. La prima che faccia un endorsement a favore di una lista , oppure che si candidi come premier sostenuto da una più liste. Io ritengo più probabile la prima ipotesi. Credo sia logico che Monti `benedica´ una lista che si collochi nella coalizione di centrosinistra guidata da Pierluigi Bersani, candidato premier», commenta il costituzionalista e senatore del Pd, Stefano Ceccanti. L'ex presidente degli universitari cattolici della Fuci invita a «sgombrare prima di tutto il campo dal dibattito tutto teorico se Monti come senatore a vita possa o meno candidarsi». Poiché, «credo che Berlusconi abbia seccamente bipolarizzato spingendo le persone responsabili in una stessa coalizione, ritengo - prosegue Ceccanti- che il suo impegno sarebbe comunque in continuità con il suo governo che, non dimentichiamolo, è stato "ripudiato" dal Pdl. Nel futuro di Monti vedo il Quirinale o l'incarico di Ministro dell'Economia del governo Bersani. Scendere in campo in prima persona come candidato premier mi sembrerebbe per lui debole e riduttivo rispetto al suo ruolo nazionale e internazionale».

Il ciellino Mario Mauro, capogruppo del Pdl al Parlamento europeo ribadisce che «con le leadership di Berlusconi e Bersani si ritorna a venti anni fa. Per altri 5 anni l'Italia sarà ostaggio della cultura dello scontro politico, la stessa che ha partorito la necessità del governo tecnico, la chiamata alle armi di una generazione più giovane sarebbe stata un modo per aiutare il Paese a guardare avanti, diffondendo un senso di pacificazione e riconciliazione di cui il tessuto sociale e produttivo sente bisogno». E la presidente del Pd Rosy Bindi, assicura che "non bruceremo l'agenda Monti".E puntualizza:«La mossa di Berlusconi ha costretto Monti ad annunciare le dimissioni: pessima notizia».
A Radio Vaticana interviene Franco Miano, presidente dell'Azione Cattolica: "C'è rammarico, perché ancora si poteva lavorare a stabilizzare la situazione per poi preparare le elezioni e fare una nuova legge elettorale".  «Bisogna lasciare il più possibile fuori gli elementi di interesse di parte, che ormai non sono più reggibili nel nostro Paese - esorta Miano - Serve veramente uno sforzo per pensare al bene dell'Italia e al bene delle persone». Quanto all'atteggiamento tenuto da Monti, «mi sembra conseguente rispetto all'interpretazione della crisi che si è aperta». Per il presidente dell'Azione cattolica, «bisogna mettere avanti gli interessi del Paese, interessi pressanti. Le condizioni di vita degli italiani sono l'obiettivo primario di una politica che conti veramente. Ma si potevano anche preparare una serie di provvedimenti legati alle caratteristiche dei futuri eletti. Mi riferisco - spiega Miano - alla incandidabilita', per far sì che il nuovo Parlamento sia veramente significativo e abbia a cuore il bene comune».       GIACOMO GALEAZZI
CITTA' DEL VATICANO

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