Incarnazione? Gesù l’ha fatta una volta per sempre e l’ha fatta bene; mettici un “Re” davanti e diventa reincarnazione! E’ di moda. New Age. Il demonio la inventò per far scappare dall’idea salutare dell’inferno, mantenere le anime nel peccato e farle morire impenitenti. Sfuggire alla responsabilità delle proprie azioni. “Niente Inferno, ti reincarnerai un numero imprecisato di volte, non preoccuparti!” Negare il giudizio particolare sul luogo e nell’istante della morte.
La Reincarnazione avrebbe come scopo di purificarsi in un’ altra vita dei peccati commessi nella prima vita. Puoi reincarnarti in 10.000 vite successive; non potrai cancellare neanche un peccato veniale visto che il peccato è offesa eterna a Dio e che solo Lui può cancellarlo col Suo sangue sulla Croce, come Dio fatto Uomo! Si chiama la Redenzione (attraverso la Santa Confessione).

Siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio. Una mucca , un fiore, uno scimpanzé, sono creature di Dio ma non immagine di Dio.                                                                                                                                                       
Il tuo corpo risorgerà il giorno del Giudizio generale. La resurrezione dei morti. Lo stesso corpo, tempio dello Spirito Santo, in prestito a te su questa Terra. Si congiungerà di nuovo con l’anima e condividerà  la sua sorte eterna in Paradiso o all’Inferno. E’ il dogma della Resurrezione della Carne all’ultimo giorno. “Con i miei occhi vedrò il mio redentore” -Giobbe. I cristiani attendono la risurrezione dei propri corpi, non la trasmigrazione dell’anima.                                                                                                                       
Chi accetta la reincarnazione per forza accetterà cremazione, suicidio, eutanasia, e aborto. Quattro cose condannate da Dio e dal buon senso. Si vive una sola volta, si muore una sola volta. “L’uomo muore una sola volta; dopodiché il giudizio”. “Siate pronti; non sapete né il giorno né l’ora”.
L’uomo è unità psicosomatica: non si può separare l’anima dal correlativo corpo. L’anima non può cambiare indifferentemente di corpo. L’identità personale richiede quella corporale. Il corpo è essenziale all’uomo, in quanto ne è parte costitutiva con l’anima. Non siamo angeli (anima spirituale, puro spirito) ne animali (corpo, pura materia). Animali e vegetali non hanno principio spiritua- le indivisibile, immortale .Non possono fare un atto meritevole del paradiso ne commettere un peccato. Non possono andare né in Cielo né in Inferno, incapaci che sono di bene o male morale, vo lontario, libero. Altrimenti si dovrebbe battezzare i cuccioli di gatto, e confessare il cane che ti ha morso per dargli l’assoluzione e magari l’Ostia consacrata per resistere alle tentazioni.
Una determinata anima può essere unita solo con un determinato corpo.Aristotele respinge come “insensato” i “miti pitagorici”: una qualsiasi anima entra in un qualsiasi corpo. L’anima non trasmigra in corpi animali essendo relazionata e specificata dal proprio corpo. Il corpo di un animale non ha un organismo adatto a ricevere un’anima umana, che non potrà mai esprimere in un corpo ferino la perfe- zione cui è chiamata. Per compiere atti umani l’anima si serve di un corpo adatto, cioè solo umano .(San Giustino filosofo martire, II°secolo)
Autoredenzione? A prima vista, sembra indulgente per le debolezze umane, ma in realtà è seve- rità inumana: lascia ricadere sull’uomo tutto il peso di una liberazione che può ricevere solo da Dio. Tale ciclo di rinascite è qualcosa di temibile, legato alla colpa e l’espiazione: castigo e maledizione .Fino a scomparire, non pensare più, il Nirvana, il suicidio con il fuoco. Da noi, Satana la presenta in modo attraente: farai tutto ciò che non hai potuto soddisfare in 1 sola esistenza. Tutti i VIP tv e cinema sono caduti in questa trappola mortale e ci attirano la gioventù e non solo!          
Oltre la filosofia, anche la scienza antica –soprattutto medica- conferma l’impossibilità di un cambiamento di corpo, pur sussistendo la stessa anima: così Galeno (II sec.d.C.): ”Il corpo, organo dell’anima, è diverso nei singoli esseri viventi: dunque anche il principio animatore non può che essere diverso…La distinzione tra l’intelligenza dell’uomo e l’istinto degli animali, dimostra che sa- rebbe incongruente adattare un’anima umana ad un corpo animale. L’uomo avrà sempre un corpo adattato alla sua anima. Tal corpo sarà sempre e soltanto umano. La natura apparecchia il corpo in conformità al carattere e alle facoltà dell’anima”. L’uomo non è definibile senza il corpo. La valorizzazione del corpo, plasmato da Dio dalla materia, è uno dei punti dell’antropologia cristiana: l’uomo, creato ad immagine di Dio, è animale razionale, con un corpo che riflette la stessa divinità, adatto a vedere Dio e ad accoglierne gli attributi, come l’immortalità. “L’uomo si definisce più per il corpo che per l’anima: Il corpo non è solo “prigione o tomba dell’anima” (Platone), ma l’elemento costitutivo per definire in modo completo l’uomo, il cui modello è il Cristo incarnato, capolavoro della provvidenza divina.” –San Giustino filosofo e martire nel 160.                                                                        
«La vita umana non si può ripetere. Poiché la vita terrena è la strada verso le realtà eterne, il modo nel quale procederemo in essa ha conseguenze irrevocabili. Perciò questa vita corporale conduce a un destino eterno». Anche il corpo, in quanto parte costitutiva dell’essere umano, riceverà il premio o il castigo, e alla risurrezione, condividerà la sorte definitiva dell’anima per l’eter nità. Rispettalo!
Inganno demoniaco e disperante
Siamo stati creati da Dio e messi in questa vita per un fine: amare Dio e prepararsi per l’altro mondo. Salvarsi l’anima. L’Eternità, Paradiso o inferno eterni, che dipendono dal nostro comportamento sulla Terra, nel tempo. Logica, Speranza. Ogni instante della mia vita è capitale, unico e prepara il mio giudizio alla morte, per tutta l’eternità. Morirò come sono vissuto. Sono responsabile dei miei atti e delle loro conseguenze per gli altri. Condiziono i secoli futuri con la più piccola delle mie azioni attuali. La vita di ciascuno ha un valore irripetibile. Ho il dono della Libertà che Dio mi ha dato e rispetta. Libertà filiale e regale. Grazie e Paradiso assicurati, se lo voglio, da Dio, incarnato, nato e morto per me in croce. Anche se sono caduto, speranza del perdono in questa stessa vita (sacramenti, Confessione), Purgatorio nell’altra. La Misericordia. Il Cuore Sacro di Gesù, il Cuore Immacolato di Maria, l’intercessione dei santi, degli angeli, delle anime del Purgatorio. Inter cambio dei meriti nel Tempo e nell’Eternità. Umiltà. Senza di Lui, posso ben poco. Ho bisogno della Grazia di Dio, spirito d’infanzia, abbandono fiducioso a Dio nella povertà e semplicità gioiosa di cuore. Aprirsi, dolore e sofferenza accettati, non persi; debolezza –mia e degli altri- offerta. Croce amata. Amare e sapermi amato. Lasciarsi conquistare. Femminilità e maternità delicata, fiore donato, tenerezza e bellezza nel piccolo: La Santa Vergine, Madre di Dio e Madre mia. Intercessione, Mediatrice, Avvocata, Mamma.
Spiegazione perfetta e chiara per la vita personale e sociale. La vita di ciascuno si prepara a sfociare nell’Eternità.
La reincarnazione?
Niente fine ultimo. Scompare il senso dell’eternità, presi nella spirale di un tempo ciclico, moto perpetuo fra una vita e l’altra. Vite una dopo l’altra che mi condizionano… visto che non ho scelto le precedenti. Dunque non sono responsabile dei miei atti ne verso di me ne verso gli altri. La vita che sto vivendo è il prodotto delle mie precedenti; a loro volta, le mie vite future dipenderanno dalle mie azioni attuali. Io sono implacabilmente condizionato. Cerchio infernale. Nessuna libertà, né mia né degli altri, marionetta teleguidata da atti fatti in altre vite, delle quali non ho nemmeno coscienza.
Svalutazione del tempo. Se proseguirò la mia evoluzione in altre vite, allora il Tempo è svaluta-to, senza valore. Tutta la mia esistenza si relativizza, una vita fra infinite altre. Perdo il senso della responsabilità, falsato il senso della vita e della morte. Tentativo di entrare in un “Nirvana”, un “Samsara”, che fallisce sempre e che dovrò ripetere chissà quante volte. Disperazione garantita.
Spinge al suicidio. Tanto, la prossima vita sarà migliore.                                                     
Giustifica Aborti, Assassinii: “Ho fatto loro un favore, la nuova reincarnazione sarà più bella per loro. Perché mi arrestate?”. Uccide il rimorso di coscienza, il pentimento dei propri atti cattivi. “Si sarà sicuramente meritato quel pugno in un’altra vita”. “Non sono stato io ma il condizionamento delle mie vite precedenti!”
Niente responsabilità dei miei atti: Decido io cosa è virtù e vizio, bene e male, mi faccio i miei 10 comandamenti, mi autocelebro o autocastigo. In breve: idolatria…di me stesso. Sono Dio e creatura insieme, giudice e parte.
Ingiustizia. Se quanti soffrono espiano colpe passate, e straricchi sono ricompensati –da Chi?- di una vita precedente virtuosa, com’è che questi “fortunati” non s’identificano affatto con gli uomini virtuosi e migliori? Dunque si preparano una vita successiva di miseria, a purificazione degli ecces si che commettono adesso coi beni che attualmente godono. Ciascuno è condannato a ripetere all’infinito questi alternarsi di vite. Ciclo di reincarnazione senza inizio né fine. Contraddizioni.
Nessuna speranza né misericordia. Come potrebbe arrivare un “perdono” di Dio? Niente sacra-menti, niente intercessori. Nessun bisogno di misericordia, o di sacrificio redentore, visto che mi espio le mie colpe senza interventi esterni a me stesso; niente grazia;                                           
Orgoglio. Mi conquisto il Nirvana con le mie sole forze, a forza di autocontrollo, auto-disciplina… IO, IO, IO. Orgoglio e Egoismo assoluto. Autosufficienza spirituale. Rifiuto del concetto di Grazia. Pelagianismo. Volersi conquistare. Autostima da me stesso, la palma a Me. Possessione di tecni-ca privilegiata. Dominio su me stesso porta a Dominio sugli altri. Elitismo culturale e spirituale. Esclusione dei più deboli, dei più poveri. Anti carità.                                                                                             
Anestetizzare la croce. Mi corazzo contro la sofferenza e la mia debolezza, ossia contro me stesso…e gli altri. Anestetizzare Dolore e sofferenza con tecniche.
Conclusione. Il cattolico, lui, sa che lo Spirito Santo privilegia i piccoli, i poveri, i puri di cuore, che siano ricchi o poveri secondo il mondo. Si stringe a un Cuore d’Uomo Dio, Dio fatto uomo, squarciato per Amore. Devozione riparatrice: cerca di consolare Gesù e Maria per tanti peccati.
Gesù Cristo ha le braccia aperti sulla Croce.
Il Buddha, lui, le ha chiusi sul basso ventre.

di Padre Maria


http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=9233