Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"
JULLIAN CARRON - FOTO PIZZI
Un incontro «molto riservato» tra il presidente di Comunione e Liberazione, don Juliàn Carròn, e il braccio destro di Formigoni e più alto burocrate in Regione Lombardia, Nicola Sanese, segretario generale della Presidenza: il 2 giugno 2012 l'inchiesta ne coglie i preparativi sui telefoni del direttore generale della Sanità, Carlo Lucchina (che all'ultimo non ci va «adducendo che una vecchia zia si è fatta male»), secondo quanto si ricava dalla richiesta di proroga l'11 giugno 2012 delle intercettazioni a carico di Lucchina, «invitato su indicazione di Sanese da Marco Carabelli».
FORMIGONI ROBERTO CORRE
Chi è? Il vicario di Sanese, cioè del segretario generale della Presidenza della Lombardia al quale i pm ora contestano l'ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione insieme a Formigoni-Daccò-Simone-Lucchina.
Ex parlamentare dc e sottosegretario all'industria, Sanese con la prima elezione nel 1995 di Formigoni alla guida della Regione ne diventa il capo di gabinetto e coordinatore della Presidenza, anche per spinte che ricorderà nella deposizione ai pm del 21 novembre scorso: «Formigoni insistette molto perché io assumessi l'incarico, aveva soprattutto l'esigenza di avere al suo fianco qualcuno esperto nella materia amministrativo-istituzionale. Naturalmente ci furono anche insistenze di altri amici o persone legate al Movimento Popolare ed a Comunione e Liberazione, anche don Luigi Giussani mi chiese in un incontro di accettare l'incarico in Regione».
NICOLA SANESE, FORMIGONI
Sempre nell'interrogatorio del 21 novembre 2012, quando cioè Formigoni avrà già ricevuto l'invito a comparire, Sanese, oltre a definire «non consone al suo ruolo pubblico» le vacanze di Formigoni pagate da Daccò, incrinerà uno dei baluardi difensivi del governatore, e cioè la tesi per cui Formigoni avrebbe ignorato che il munifico amico di vacanze rappresentasse nella Regione da lui presieduta gli interessi economici di ospedali privati dai quali riceveva fior di compensi: «Daccò è l'unico che io abbia mai conosciuto come lobbista in Regione, prima del Fatebenefratelli e dal 2002/2003 del San Raffaele e della Maugeri». Lobbista accreditato da chi? «Sicuramente Formigoni lo accreditava come interlocutore presso Lucchina, al quale ha chiesto più volte di riceverlo».
DACCO' - FORMIGONI
Altri alti dirigenti della Regione, come l'ex direttore generale vicario della sanità Maurizio Amigoni, indicano però un ruolo di Sanese più compromesso nel concorrere a predisporre delibere su misura degli interessi degli ospedali privati: «So in ragione del mio ruolo - ha detto Amigoni ai pm - che le esigenze economiche e finanziarie della Maugeri, del San Raffaele, del Fatebenefratelli e anche di altri venivano portate all'attenzione del segretario generale Sanese e che, quando vi era un riscontro positivo da parte di Sanese e quindi c'era la volontà di accogliere le istanze, il direttore generale della Sanità dava all'ufficio le indicazioni affinché venisse trovata una veste tecnica per soddisfare tali richieste: veniva cioè domandato di predisporre le delibere in modo tale da assecondare le esigenze, per questo parlo di soluzioni tecniche su misura».
FORMIGONI_E ANTONIO SIMONE
Che periodo era quello dell'incontro Sanese-Carròn? Un mese prima, dopo aspre polemiche sul rapporto di molti degli indagati con Cl, proprio Carròn aveva scritto una lettera a «Repubblica» nella quale, rifiutando l'accostamento del movimento ecclesiale alle malversazioni, si diceva però «invaso da un dolore indicibile nel vedere cosa abbiamo fatto della grazia che abbiamo ricevuto», e constatava che, «se il movimento di Cl è continuamente identificato con l'attrattiva del potere e dei soldi, qualche pretesto dobbiamo averlo dato». Richiamo che Formigoni aveva accolto definendo «le parole di Carron un aiuto per purificarci e ripartire».
CARLO LUCCHINA E FORMI B
Ma l'incontro programmato c'è poi stato? Nelle carte non c'è risposta. Così ieri il «Corriere» ha interpellato Carròn, chiedendogli se vi sia stato l'incontro e, se sì, su richiesta di chi, con quali partecipanti e argomenti. Il presidente di Cl, tramite il portavoce, ha risposto di «non intendere fare alcuna dichiarazione in proposito».
LOGO FONDAZIONE MAUGERI
Negli atti c'è un altro riferimento a Carron, ma indiretto e risalente all'agosto 2011. Mario Cal, il vice di don Verzè, si è ucciso da un mese, l'inchiesta sul San Raffaele è agli inizi, i giornali cominciano a mettere a fuoco figure di rilievo nella macchina regionale. Così a Ferragosto le intercettazioni segnalano che il segretario particolare di Formigoni, Mauro Villa, spiega agli interlocutori che, «mentre il governatore è in vacanza in Sardegna», lui «sta facendo una vita ritirata come consigliato da Carron»: e «per le ferie è rimasto a casa sua» in provincia di Milano «in quanto Carron, a seguito degli articoli sul Corriere, gli ha consigliato di non farsi vedere in giro insieme al presidente Formigoni».
MARIO CAL E DON VERZETRATTATI DA (BU)SCEMI - A INCASTRARE FORMINCHIONI NON SONO LE INTERCETTAZIONI DELLA MAGISTRATURA, MA QUELLE DI UN “SUO” UOMO - L’EX ASSESSORE ALLA CULTURA MASSIMO BUSCEMI, MARITO DI UNA FIGLIA DI DACCÒ, SI È VENDICATO DEL CELESTE PER AVER TRADITO IL SUOCERO: SI PRESENTÒ NEL SUO UFFICIO E REGISTRÒ IL COLLOQUIO - I DUE PARLARONO DELLA VILLA IN SARDEGNA VENDUTA A PEREGO A 3 MLN € INVECE DI 9...
Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per "Corriere.it"
ROBERTO FORMIGONI CON MASSIMO BUSCEMIMASSIMO BUSCEMI
«Siamo tutti adulti», taglia corto con i pm il consigliere regionale lombardo pdl ed ex assessore alla Cultura, Massimo Buscemi, a proposito di un suo colloquio con Roberto Formigoni il 10 febbraio 2012: nella vendita tra luglio e ottobre 2011 di una lussuosa villa in Sardegna da una società di Pierangelo Daccò ad Alberto Perego, convivente di Formigoni nella comunità religiosa dei Memores Domini, il prezzo di 3 milioni di euro era «decisamente inferiore rispetto a quello commerciale che nel colloquio con il presidente indico in 9-10 milioni, è evidente dalle carte che fosse un favore.
MASSIMO BUSCEMI
E non c'è dubbio che il favore fosse nei confronti di Formigoni, siamo tutti adulti. Perché ho registrato il colloquio con lui? Intendevo utilizzare la registrazione per metterlo di fronte alle sue responsabilità qualora non avesse mantenuto le promesse fattemi, ma poi non l'ho mai usata».
Governatore registrato
Formigoni non è stato dunque intercettato solo dai magistrati, né registrato solo dal bancario trasformato dai pm in «microspia umana» al Pirellone: anche l'ex assessore, che ha sposato una figlia di Daccò, Erika, una volta ha registrato a modo suo un delicato colloquio con il presidente, telefonando dal proprio cellulare a quello del fidanzato della sorella della moglie, e lasciando acceso il telefonino mentre entrava al cospetto del governatore.
DACCO' - FORMIGONIFormigoni non è stato dunque intercettato solo dai magistrati, né registrato solo dal bancario trasformato dai pm in «microspia umana» al Pirellone: anche l'ex assessore, che ha sposato una figlia di Daccò, Erika, una volta ha registrato a modo suo un delicato colloquio con il presidente, telefonando dal proprio cellulare a quello del fidanzato della sorella della moglie, e lasciando acceso il telefonino mentre entrava al cospetto del governatore.
Ma siccome in quel periodo il telefono di Buscemi (non indagato in questo fascicolo, lo sarà poi in altri) era intercettato dai magistrati, ecco che i pm vi hanno ascoltato il dialogo sull'acquisto della villa sarda ad Arzachena della società «Limes» di Daccò, che Perego nel 2011 comprò in parte smobilizzando alcune polizze e in parte con il milione di euro bonificatogli da Formigoni con la causale «mutuo concordato».
FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO
Incautamente «Giuda»
Nel febbraio 2012 Buscemi da un lato è furibondo con Formigoni per aver appena perso l'incarico di assessore regionale alla Cultura senza vedere soddisfatta la propria pretesa di un altro posto degno delle sue aspirazioni di immagine ed economiche («Non è possibile, Roberto, cioè io vengo a guadagnare 2.500 euro in meno in questo periodo qua!»), e dall'altro lato è pressato dai familiari del suocero che lamentano difficoltà economiche ora che Daccò è dal novembre 2011 in carcere (dove tra l'altro Buscemi entra usando le proprie prerogative di consigliere regionale).
ROBERTO FORMIGONI - LA VILLA ACQUISTATA IN SARDEGNANel febbraio 2012 Buscemi da un lato è furibondo con Formigoni per aver appena perso l'incarico di assessore regionale alla Cultura senza vedere soddisfatta la propria pretesa di un altro posto degno delle sue aspirazioni di immagine ed economiche («Non è possibile, Roberto, cioè io vengo a guadagnare 2.500 euro in meno in questo periodo qua!»), e dall'altro lato è pressato dai familiari del suocero che lamentano difficoltà economiche ora che Daccò è dal novembre 2011 in carcere (dove tra l'altro Buscemi entra usando le proprie prerogative di consigliere regionale).
La scintilla, un po' come per il "mariuolo" infelicemente affibbiato da Craxi a Mario Chiesa all'inizio di Mani pulite, è un'uscita tv di Formigoni: «In una intervista il presidente si era espresso in termini particolarmente offensivi nei confronti di Daccò, che come noto è il padre della mia compagna Erika, definendolo sostanzialmente come un Giuda, un traditore».
La registrazione
«Roberto, siamo nella cacca». Così Buscemi va in ufficio da Formigoni senza dirgli che in tasca ha un cellulare acceso: «Hanno chiamato in Tribunale Erika!... perché le chiederanno com'è quella storia della casa, vogliono sapere conto e ragione, come mai così poco...» (sottinteso: il prezzo di vendita). Formigoni, nell'audio disturbato, balbetta qualcosa («io...io...») che accende l'irritazione di Buscemi: «Ma cosa stai dicendo? Tre milioni contro 9 di valore commerciale! No guarda, Roberto, siamo nella merda fino a qua!! E tu forse non te ne stai accorgendo o fai finta di non accorgertene».
VERZE«Roberto, siamo nella cacca». Così Buscemi va in ufficio da Formigoni senza dirgli che in tasca ha un cellulare acceso: «Hanno chiamato in Tribunale Erika!... perché le chiederanno com'è quella storia della casa, vogliono sapere conto e ragione, come mai così poco...» (sottinteso: il prezzo di vendita). Formigoni, nell'audio disturbato, balbetta qualcosa («io...io...») che accende l'irritazione di Buscemi: «Ma cosa stai dicendo? Tre milioni contro 9 di valore commerciale! No guarda, Roberto, siamo nella merda fino a qua!! E tu forse non te ne stai accorgendo o fai finta di non accorgertene».
Formigoni sicuro: «Ho le fonti». Buscemi sarcastico: «Ce le ho anche io le fonti, perché a noi arrivano gli avvisi di garanzia...». Formigoni: «Il problema, siccome mi sono impegnato a risolverlo, lo risolviamo». Il colloquio interessa alla polizia e alla Gdf soprattutto per il fatto che Formigoni non cade dal pero, mostra invece di capire benissimo a cosa il genero di Daccò si riferisca nell'evocare il divario di prezzo tra quello pagato (3 milioni) e quello di mercato che per Buscemi era addirittura 6 milioni in più, mentre ora i pm lo contestano prudenzialmente a Formigoni in 1,5 milioni in più. E tuttavia Formigoni «non ha alcuna reazione a quanto gli sta dicendo Buscemi».
FORMIGONI E DON VERZE JPEG
Il corto circuito
Interrogato dai pm il 12 ottobre 2012, l'ex assessore aggiunge un altro carico: «Oltre alla non adeguatezza del prezzo, non mi sembrava il momento giusto per fare questo tipo di operazione». Interessante il motivo, che dà per scontata la consapevolezza di un corto circuito che invece Formigoni ha sempre affermato di sconoscere, e cioè l'intermediazione del suo amico Daccò per gli interessi del San Raffaele in Regione:
ANTONIO SIMONE BInterrogato dai pm il 12 ottobre 2012, l'ex assessore aggiunge un altro carico: «Oltre alla non adeguatezza del prezzo, non mi sembrava il momento giusto per fare questo tipo di operazione». Interessante il motivo, che dà per scontata la consapevolezza di un corto circuito che invece Formigoni ha sempre affermato di sconoscere, e cioè l'intermediazione del suo amico Daccò per gli interessi del San Raffaele in Regione:
«A luglio del 2011 si era suicidato Mario Cal (il vice di don Verzè, ndr), e quindi stava per scoppiare in tutta la sua gravità il caso San Raffaele, che è ente finanziato dalla Regione. Mio suocero lavorava per il San Raffaele, e la Regione si occupava di questioni di sanità. In questo senso ritenevo che non fosse opportuno in quel momento dare corso a un contratto di vendita di un immobile di grande pregio ad un prezzo di favore tra Daccò/Simone e Perego, perché quel contratto si risolveva nei fatti, per i rapporti che vi erano tra Perego e Formigoni, in un favore allo stesso Formigoni».
Certo Buscemi non era mosso da spirito missionario nel presentarsi dal governatore col registratore: «Parlandogli della casa, e mettendo in relazione i due fatti», cioè la villa e l'assessorato perso, «intendevo richiamare Formigoni alle sue responsabilità».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/trattati-da-buscemi-a-incastrare-forminchioni-non-sono-le-intercettazioni-della-magistratura-ma-quelle-51075.htm
FORMINCHIONI SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI E APPROFITTA DEL CASO MPS PER DEVIARE L’ATTENZIONE DAI SUOI AFFARI: “IL VERO SCANDALO È QUELLO DELLA BANCA ROSSA” - “IO SONO PIÙ CHE INNOCENTE! PAGO TUTTO, LA MAGISTRATURA HA VIVISEZIONATO I MIEI CONTI CORRENTI. LE CENE ERANO ORGANIZZATE DAL SIGNOR DACCÒ PER LE ESIGENZE DI PUBBLICHE RELAZIONI DEL SUO LAVORO” - “LA CREMA PER IL VISO NON ERA DI BELLEZZA, ERA UNA MEDICINA”...
Da un comunicato di "Radio 24"
ROBERTO FORMIGONI
"Il grande scandalo a 20 giorni dalle elezioni è quello del Monte Paschi, banca rossa. E qui Napolitano ha invitato a silenziare le indagini e le indagini sono state immediatamente silenziate." Questa l'accusa del presidente della Lombardia Roberto Formigoni, ospite di "24 Mattino" su Radio 24: "Quando sono esplose le inchieste che riguardano il cosiddetto centrodestra - ha aggiunto Formigoni a Radio 24 - nessun presidente della Repubblica ha invitato a silenziare e le magistrature stanno diffondendo cose false. Sulle inchieste che riguardano la più grande banca rossa non ne parla nessuno, nessun politico viene interrogato, mentre quando si tratta di mettere sotto inchiesta Orsi, Scaroni, di condannare il generale Pollari, di condannare Formigoni, i particolari abbondano a tonnellate. I dirigenti di Mps sono sempre stati nominati dal Pci, dai Ds, poi dal Pd, è noto. Ma la responsabilità oggettiva della sinistra non viene tirata in causa".
ROBERTO FORMIGONI IN CONFERENZA STAMPA
Sull'inchiesta della procura di Milano che lo accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, Formigoni si è detto sereno: "Sono più che innocente! Regione Lombardia è l'unica regione in pareggio di bilancio, cioè l'unica che non ha violato la Costituzione. C'è una legge più importante della Costituzione? In Italia, no. Tutte le regioni hanno violato la Costituzione e l'indagine è scattata nei confronti dell'unico governatore che ha sempre rispettato la Costituzione. Si vuol far saltare il sistema Lombardia, in questo vale la regola ferrea della stampa italiana di favorire il centro sinistra, è così da 40 anni".
ROBERTO FORMIGONI
Sulle accuse messe a verbale da un funzionario della banca di Sondrio che ha testimoniato di aver ricevuto pagamenti in contanti nell'ufficio del Governatore per poi disporre bonifici alla compagna del presidente, Formigoni ha chiarito: "Questo stesso funzionario dice di non avere ricordo preciso della cosa. Mi sembra poveretto che gli abbiano addirittura messo addosso una microspia. Il funzionario ricorda decisamente male e comunque non è in grado di provare nulla".
DACCO' - FORMIGONI
Respinta anche l'idea che Formigoni abbia beneficiato di vacanze, pranzi, regali gratis: "Io pago tutto - ha detto il presidente lombardo -. La magistratura ha vivisezionato i miei conti correnti negli ultimi 7-8 anni. Come ogni normale cittadino, io contribuisco a pagare l'affitto, le spese di riscaldamento, le spese personali, le spese di vacanza, eventuali pizzerie, ristoranti. Non pagavo quando le cene erano organizzate da Daccò e destinate a centinaia di persone. Le cene erano organizzate dal signor Daccò per le esigenze di pubbliche relazioni del suo lavoro. Talvolta al tavolo sedeva anche Formigoni. Mi scusi, lei quando è invitato al ristorante paga o paga l'amico che l'ha invitato? Io pago tutto, certamente sì, ci mancherebbe altro. Ma la notizia non è questa, la notizia è che qualcuno sostiene il contrario senza avere le prove, ma anzi avendo esaminato i miei conti correnti e avendole nascoste".
ROBERTO FORMIGONI OSPITE A BORDO DELLO YACHT DI PIERO DACCOMONTE DEI PASCHI DI SIENA
Formigoni ha anche risposto a una domanda sulla ormai celebre "crema da viso" da 300 euro fatta arrivare dalla clinica Chenot: "Era una medicina - ha detto -. Avevo un'irritazione alla pelle e ho dovuto per un mese utilizzare questa medicina e da qui è saltato fuori che mi facevo pagare le creme. Non è una crema di bellezza, ne avevo urgente bisogno perché stavo per partire per una trasferta e avendola esaurita ho detto al mio segretario di aiutarmi a trovarla in fretta perché non potevo interrompere la cura. Nessun autista è andata a prenderla: l'autista lo uso per le esigenze professionali, non per quelle personali".
CASINI E FINI http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/forminchioni-si-arrampica-sugli-specchi-e-approfitta-del-caso-mps-per-deviare-lattenzione-dai-51126.htm
MEMORES TALENTI - IL “CELESTE” HA REGALATO ALLA SUA EX EMANUELA TALENTI 135MILA EURO PER L’ACQUISTO DELLA CASA - EX? MA NON ERA CASTO? “SE DAVVERO HA FATTO QUEL VOTO DOVEVA ESSERE GIOVANISSIMO”, DISSE LEI MALIZIOSISSIMA - DAI “MEMORES DOMINI” AI DOLORES DE PANZA, FORMIGONI DI “TALENTI” (SONANTI) ALLA SUA EMANUELA NE HA VERSATI IN QUANTITA’ - QUELLA TRASMISSIONE SU RETE 4 INSIEME A TRECCA, L’EX MEDICO DI GELLI E DI COSTANZO…
Aldo Grasso per Corriere.it
FORMIGONI E LA TALENTI
Secondo le accuse della Procura di Milano, Roberto Formigoni aveva «disponibilità di significative somme di denaro contante» che trasformava anche in bonifici a favore di Emanuela Talenti. Emanuela, 49 anni, è stata modella e conduttrice televisiva. Sul suo sito si descrive così: «È a fasi alterne una sinfonia di Bach o un rock di Lenny Kravitz». È ricordata come la «fidanzata» del Celeste. La sola e unica. Agli inquirenti ha rivelato che all'epoca il governatore le aveva dato «un contributo per l'acquisto della casa di circa 135 mila euro» nel nome di «un grande amore vero, pulito e lontano dai riflettori mediatici».
FORMIGONI E TALENTI
Un grande e sbandierato amore. In effetti, nel 2000, Emanuela era sempre a fianco del Celeste, persino alla cerimonia di insediamento del prefetto Bruno Ferrante. Si parlava di matrimonio (sul Giornale apparve la data, 5 maggio) e al settimanale Chi la modella confessava: «C'è una strana magia tra noi due, Roberto ha il grande potere di ridarmi la carica. Una persona molto speciale. Se potessi essere uomo vorrei essere lui».
RSP09 FABRIZIO TRECCA SIGNORA
Il trasporto con cui Emanuela parlava del suo amore gettava però nello sconcerto i seguaci di Cielle. Formigoni è membro dei Memores Domini, il ristretto gruppo voluto dal Don Gius: per entrarci bisogna aver pronunciato i voti di castità, povertà, obbedienza. Commento malizioso di Emanuela: «Se davvero ha fatto quel voto doveva essere giovanissimo». Alla fine, niente matrimonio. In compenso Emanuela, dal 2002 al 2009, conduce su Rete4 una trasmissione che si occupa di medicina, benessere e varia umanità. Al suo fianco c'è il prof. Fabrizio Trecca, implicato nelle vicende della P2, già medico di Licio Gelli, Gustavo Selva, Maurizio Costanzo. Due conduttori che facevano a gara a chi presentasse peggio.
LICIO GELLI
Un Tgcom del 2007 chiosava: «Nome: Emanuela, cognome: Talenti. Forzando, giusto un poco, il detto latino, potremmo dire: cognomen omen, nel cognome è già scritto il destino. Perché di talenti, Emanuela, ne ha seminati parecchi lungo il suo percorso artistico». Che i talenti fossero quelli che, sonanti, ogni tanto le passava Formigoni?
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