ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 14 febbraio 2013


La Chiesa dei due Papi, parla Andrea Tornielli

Il vaticanista de La Stampa azzarda un pronostico: l’arcivescovo di Manila è un ottimo candidato alla successione


Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa, come hai appreso la notizia della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI?
«Nel peggior modo possibile per un vaticanista: ero a casa, di ritorno da un viaggio, mi ha chiamato il direttore Mario Calabresi chiedendomi se era vera la notizia battuta dall’Ansa...»
Qual è stata la tua prima reazione?

«Il primissimo è stato un moto di affetto verso Benedetto XVI, in quel momento che immaginavo difficile. Poi di stupore per i tempi, meno per il fatto in sé. Ho detto tra me: Antonio Socci aveva visto giusto. In effetti lui scrisse di questo progetto nel settembre 2011.»
A mente fredda come ti spieghi le dimissioni di Papa Ratzinger?
«Me le spiego con il fatto che nell’ultimo anno ha visto veramente diminuire le sue forze fisiche. Ma sono anche convinto che il 2012, con ciò che è avvenuto, lo scandalo dei vatileaks, abbia pesato particolarmente.»
Precedente che sarà emulato nel futuro dai successori oppure caso più unico che raro?
«E’ presto per dirlo. Di certo ora sarà meno eccezionale il caso di una rinuncia al papato per motivi di anzianità o di salute. Il precedente è destinato a fare storia.»
Il pronostico di Andrea Tornielli sul nuovo Papa.
«Difficilissimo farlo e di solito i pronostici dei vaticanisti non si avverano. Comunque, se vogliamo giocare, io credo che il nuovo Papa debba saper parlare al mondo e presentare il messaggio positivo del cristianesimo. Considero l’arcivescovo di Manila, Tagle, un ottimo candidato...»
E sulla coabitazione in Vaticano tra Joseph Ratzinger e il suo successore?
«E’ la vera grande incognita, sulla quale ancora poco si è riflettuto. Ratzinger, quand’anche rimanesse rinchiuso nell’appartamento-convento, sarà una presenza altamente significativa dentro le mura vaticane. Impossibile non immaginare che non eserciti una sorta di paternità spirituale sul successore, che sicuramente cononoscerà e probabilmente lui stesso ha creato cardinale. Ma quella del "papa emeriro" dentro il Vaticano accanto al Papa in carica è un’assoluta novità, un fatto senza precedenti, alla quale ci i dovrà abituare. Ratzinger sarà discretissimo, come è sempre stato. Però la sua sola presenza credo peserà...» 

Francesco Grana





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