ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 9 febbraio 2013

L'O.M.( osservatore massone) ed i bla bla banalitani


"Impegno comune tra credenti e non credenti"


Benedetto XVI e Giorgio Napolitano
BENEDETTO XVI E GIORGIO NAPOLITANO

L'intervento del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano sull'Osservatore Romano per il compleanno del cardinale Ravasi


Giorgio Napolitano sollecita la «rinascita della componente ideale e morale» della politica. Tale rinascita deve essere basata dal recupero degli ideali di libertà e di giustizia sociale. Si tratta di «secernere dalle ideologie contrapposte» del Novecento i loro "riferimenti positivi.

La riflessione è contenuta  in un  contributo alla raccolta di scritti in onore del settantesimo compleanno del cardinale Gianfranco Ravasi, pubblicato oggi dall'Osservatore Romano.


«Ciò di cui parlo - afferma Napolitano nel suo scritto - è un pieno e limpido, razionale recupero a una visione laica della politica degli ideali della libertà (politica e anche economica), della giustizia, promozione e protezione sociale, della solidarietà come dovere e sentimento individuale e come responsabilità e prassi collettiva, del più ricco sviluppo della persona e della costruzione di un ordinamento fondato su ineludibili diritti e doveri comuni».      

 «Non possono questi ideali - prosegue il Presidente - sottratti agli irrigidimenti e alle estremizzazioni di carattere ideologico, essere perseguiti attraverso programmi e indirizzi diversi, nel vivo di una competizione politica e culturale democratica, e costituire al tempo stesso il sostrato comune di un impegno costituzionale, al livello nazionale e al livello europeo?».

«Non si può forse - aggiunge - già cogliere un quadro di risposte tanto - per parlare dell'Italia - nell'impianto della Costituzione repubblicana, quanto nelle formulazioni di principio su cui si è fondata e si fonda la costruzione dell'Europa unita?».       

«Vedo in tutto ciò - afferma Napolitano - materia di dialogo anche tra credenti e non credenti. Perché i credenti, e segnatamente i cattolici italiani, hanno il loro punto di vista da far valere e il loro contributo da dare».
REDAZIONEROMA


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