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martedì 14 maggio 2013

"Prova del cuoco" in salsa ecumenica

Taiwan
TAIWAN

Alla competizione, riferisce Asianews, hanno preso parte trentadue squadre: quasi tutte composte di mogli straniere di mariti taiwanesi, con l’eccezione di un filippino


Dall'ultima cena in poi, spesso le svolte sono maturate a tavola e così, nel complesso dialogo tra le fedi, anche il cibo può diventare strumento di integrazione.“Cucinare insieme rafforza l’amicizia e ci aiuta a far conoscere il Vangelo”, spiegano i sacerdoti cattolici presenti alla gara di cucina organizzata per aprire la società di Taiwan agli stranieri.
La composizione religiosa di Taiwan si configura come un autentico patchwork. Su 23 milioni di abitanti, gli agnostici sono il 4%, i buddisti il 27%, i cristiani il 6% e quasi la metà delal popolazione professa religioni tradizionali. Alla competizione hanno preso parte trentadue squadre: quasi tutte composte di mogli straniere di mariti taiwanesi, con l’eccezione di un filippino.

All'apertura dell'evento, riferisce l'agenzia missionaria AsiaNews, ha partecipato il ministro dell'interno Lee Hong-yuan, il direttore generale dell'agenzia nazionale di immigrazione Hsieh Li-kung e diversi rappresentanti dell'Ufficio di commercio filippino e taiwanese che hanno espresso la loro soddisfazione nel vedere come l'integrazione tra immigrati e taiwanesi si stia sviluppando in maniera esemplare.

"Il cristianesimo è arrivato a Taiwan nella prima metà del 1600 con gli olandesi (1624), che diffusero il protestantesimo, soprattutto nei gruppi aborigeni; a distanza di due anni l’arrivo degli spagnoli introdusse il cattolicismo- afferma Roberto Marinaccio, missionario laico dell’arcidiocesi di Gaeta-.A differenza delle drammatiche vicende che hanno segnato la diffusione del cristianesimo in America Latina (si pensi ai conquistadores e al padronado), l’isola Formosa ha avuto una pacifica convivenza tra le religioni segnata da un formale rispetto e da una reciproca tolleranza".

In questo contesto diventa significativa anche una competizione culinaria per "aprire" la società taiwanese agli stranieri, per conoscere e farsi conoscere. È il tema alla base della gara che si è tenuta nella piazza della stazione di Banqiao, nella parte sud della città di Taipei. A contendersi il primo premio, gli immigrati di nazioni asiatiche presenti a Taiwan. All'evento hanno partecipato 32 squadre: quasi tutte le partecipanti erano mogli immigrate sposate con un marito taiwanese, e hanno dimostrato a tutti le loro capacità preparando buonissimi piatti coreani, vietnamiti, filippini e delle diverse province del continente cinese, riferisce l'agenzia del Pontificio istituto missioni estere.

L'unico partecipante maschio è stato Richard, immigrato filippino marito di una donna taiwanese, che appartiene anche ad una delle parrocchie cattoliche più vitali del centro di Taipei. "I casi di buona e sana integrazione tra indigeni e immigrati sono ora la norma contro i rari casi di sfruttamento che anche noi denunciamo alle autorità quando ne veniamo a conoscenza" dice Michael, direttore di un'associazione indonesiana per l'aiuto agli immigrati.

Tra i presenti anche padre Mark, sacerdote cattolico amico di Richard "il cuoco", che ha assistito alla gara con un nutrito gruppo di parrocchiani. Il sacerdote ha elogiato l'iniziativa e si è detto "molto contento" per il fatto che cucinare insieme possa rafforzare l'amicizia "e far scoprire i piatti gustosi dei diversi Paesi di origine: inoltre per noi c'è anche la possibilità di far conoscere il nostro lavoro di evangelizzazione in parrocchia perché è lì, oltre che in famiglia, che Richard ha sviluppato negli ultimi anni le sue capacità".Come cornice alla competizione culinaria anche canzoni e danze. In un breve intervento al microfono, il ministro Lee ha affermato che "è soprattutto in queste occasioni che si rafforzano gli scambi tra persone di provenienza diversa e si arricchisce l'identità culturale di Taiwan".

Poi si è lanciato in un cordiale incoraggiamento e ringraziamento a tutti i concorrenti per dimostrare le loro abilità tra i fornelli. "Taiwan rimane fedele custode e trasmettitore delle antiche tradizioni cinesi conservandone la scrittura con i caratteri tradizionale (a differenza del sistema semplificato adottato nella Cina continentale), la pratica e i riti cultuali della religione cinese antica espressa nelle sue tre storiche sistematizzazioni, il confucianesimo, il taoismo e il buddismo cinese- sottolinea Marinaccio-.A differenza di ciò che è accaduto nel continente, il governo di Taiwan ha permesso e tollerato la presenza di religioni straniere, quali il cristianesimo (nelle sue diverse confessioni), l'ebraismo e l’Islam".
GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO

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