Ior: arriva la rivoluzione di Papa Francesco. Entro l’estate l’azzeramento dei vertici?
Se le notizie diffuse da Massimo Franco sul Corriere della Sera, relativamente alla volontà di Papa Francesco di azzerare entro l’estate i vertici dello Ior (Istituto per le Opere Religiose), troveranno conferma, saremo di fronte al primo, vero, grande atto di rottura con il pontificato di Benedetto XVI.
Inutile girarci intorno: Bergoglio nel conclave del 2005 fu il principale sfidante di Ratzinger, sostenuto dai settori progressisti e moderati della Chiesa, non allineati al conservatorismo del teologo tedesco. Fu il cardinale Achille Silvestrini, l’anima più liberale della Curia romana, a lanciare in pista l’arcivescovo argentino, convinto della debolezza di una candidatura Martini in funzione anti-Ratzinger. Bergoglio alla fine cedette il passo, ma negli otto anni successivi non ha mancato di dire la sua sulla Chiesa: e non sempre le sue posizioni sono state in sintonia con quelle di Benedetto XVI. La sua elezione nel marzo scorso è stata letta nel segno della discontinuità con il precedente pontificato. Non è mai avvenuto che un Papa abbia sconfessato apertamente l’operato di un suo predecessore (ancora meno nel caso in cui il predecessore sia ancora in vita), la rottura si è sempre verificata con le opere e con i gesti. Lo Ior è stato l’argomento che ha creato maggiori tensioni e scontri fra i cardinali chiamati ad eleggere il nuovo pontefice. Ad accrescere il malcontento dei porporati, venuto alla luce soprattutto durante le congregazioni preparatorie del conclave, le nomine perfettamente legittime ratificate da Benedetto XVI negli ultimi giorni di pontificato: la nomina alla presidenza della banca di Ernest Von Freyberg e quella del cardinale Domenico Calcagno, in sostituzione di Attilio Nicora, nella Commissione di Vigilanza sullo Ior. Provvedimenti formalmente ratificati da Ratzinger quando già aveva annunciato la sua uscita di scena, ma che sono stati abilmente pilotati dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Secondo le indiscrezioni che fuoriescono dai sacri palazzi, il Papa sarebbe intenzionato a dimissionare i vertici della banca vaticana nominando un commissario, sacerdote o laico, di sua assoluta fiducia (il nome di Nicora, attuale presidente dell’Autorità d’Informazione Finanziaria della Santa Sede, sembra il più accreditato nel caso Francesco dovesse decidere di affidarsi ad un religioso). Resta da capire se Bergoglio sarà d’accordo o meno ad assecondare il progetto di riconduzione dello Ior sotto il controllo del Governatorato, caldeggiato in passato da Bertone, ma rilanciato anche nel corso delle congregazioni da quei cardinali contrari alla chiusura della banca, ma convinti sulla necessità di limitarne l’autonomia. Entro la fine dell’estate dovrebbe anche essere formalizzata la successione a Bertone. In pole per la Segreteria di Stato restano il presidente del Governatorato Giuseppe Bertello, il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli Fernando Filoni, il Segretario della Congregazione dei Vescovi e del Collegio Cardinalizio Lorenzo Baldisseri. In posizione più defilata l’arcivescovo Dominique Mamberti Segretario per i Rapporti con gli Stati la cui nomina è considerata poco probabile per il fatto di non essere italiano. Ma Bergoglio si sta evidenziando soprattutto per l’imprevedibilità delle sue mosse.
http://www.intelligonews.it/ior-arriva-la-rivoluzione-di-papa-francesco-entro-lestate-lazzeramento-dei-vertici/
Poi, con un’intervista al Giornale, è stato il turno di Paolo Cipriani, che dello Ior è il direttore generale dal 2007. Parola d’ordine: serrare le fila. Proprio nel momento in cui più voci (anche e soprattutto dentro i palazzi vaticani) chiedono al Papa di mettere mano alla banca che la sede nel torrione di Niccolò V, i vertici dell’istituto decidono di far sentire la propria voce sui mezzi di comunicazione.
“Doveroso che la Chiesa abbia una banca”
I cardinali Onaiyekan, Schönborn e Maradiaga hanno auspicato nelle settimane successive alla rinuncia di Benedetto XVI una radicale revisione degli statuti dello Ior, se non addirittura la sua chiusura? Proposte senza senso, per Cipriani: “La Chiesa necessita di indipendenza finanziaria, e avere un’istituzione predisposta a ciò non solo è essenziale, ma doveroso”. Il motivo è presto spiegato: “Il nostro fine è sostenere la Chiesa nella gestione dei propri bisogni finanziari per il raggiungimento degli alti fini istituzionali carismatici dei vari istituti ed enti ecclesiastici”, ha spiegato al Giornale. Ma non è tutto, perché il direttore generale aggiunge che ciò che differenza lo Ior da altri istituti finanziari è “la logica di missione” che gli altri non hanno. La banca vaticana, in sostanza, non guarda “al profitto”.
Un problema di comunicazione
Sia Cipriani che von Freyberg ricordano tutto ciò che l’istituto sta facendo per rendersi trasparente e migliorare la propria immagine (dal 1° ottobre sarà attivo il sito Internet e il bilancio sarà pubblicato online), essendo questa – a detta del presidente nominato lo scorso febbraio, ben dopo l’annuncio delle dimissioni di Joseph Ratzinger – a rappresentare il problema principale dello Ior. Non gli scandali, non i presunti conti cifrati, ma i rapporti con i media. E non a caso, tra i primi provvedimenti adottati dopo l’insediamento, è stato deciso di affidarsi a una società esterna, la Cnc Comunication di Monaco, per curare la comunicazione.
Così, Ernst Von Freyberg assicura che con l’Autorità di informazione finanziaria (Aif) della Santa Sede c’è un’intesa chiara e totale, e che con il severo monitoraggio dei conti messo in atto anche la reputazione dell’istituto migliorerà: “Nessuna transazione sospetta, nessun cliente improprio e volontà di essere chiunque sia coinvolto in attività improprie”, diceva qualche settimana fa al Financial Times.
Ma i vertici dello Ior difendono anche ciò che è stato fatto negli ultimi anni, ed è proprio Paolo Cipriani a ricordare che “stiamo già effettuando da diverso tempo grandi cambiamenti rispetto al passato, per adeguarci ai tempi in relazione alle necessità e alle nuove normative, prima inesistenti”.
Il tentativo di allinearsi al pensiero del Papa
Dichiarazioni e battage mediatico che sembrano un vero arroccamento a difesa del torrione. E’ vero che il Papa non ha ancora deciso il destino dello Ior, ma nei suoi interventi pubblici (scritti o a braccio) ha fatto sapere chiaramente come la pensa: la Chiesa deve essere povera, San Pietro non aveva un conto in banca, tutti gli uffici burocratici sono necessari ma fino a un certo punto. Dichiarazioni sufficienti a delineare cambiamenti nell’istituto vaticano al centro di numerose controversie poco chiare da più di tre decenni, come richiesto con forza da un numero cospicuo di cardinali nelle congregazioni generali pre-Conclave. Un ulteriore indizio dei desiderata di Francesco – che Cipriani dice di non poter conoscere, mentre von Frayberg assicura di aver visto il Pontefice solo a Santa Marta ma senza avergli parlato – è stata la nomina del cardinale Oscar Maradiaga a coordinatore del gruppo che lo consiglierà nel governo della chiesa. Salesiano, honduregno e in prima linea nel sociale, il porporato latinoamericano si era lamentato pubblicamente perché il collegio cardinalizio (specie i membri non curiali) non era stato messo al corrente riguardo le attività dello Ior: “C’è una commissione cardinalizia, ma non ne sapevamo niente”, ha detto.
Il direttore di S.Marta nuovo Prelato dello Ior
Oggi, intanto, proprio la commissione di vigilanza dell’Istituto ha nominato, “con l’approvazione del Santo Padre”, monsignor Battista Mario Ricca nuovo Prelato dello Ior. Diplomatico in forza alla Segreteria di stato è persona che gode dell’assoluta fiducia e stima del Papa. Non a caso, è anche direttore della Casa di Santa Marta, dove Bergoglio ha scelto di abitare.
Papa Francesco e le sfide della Chiesa (fonte video: Euronews)
Primo intervento di Papa Francesco sullo Ior: con la sua approvazione - solitamente non richiesta per questa nomina - la commissione cardinalizia che sovrintende all'Istituto per le Opere di Religione ha nominato «prelato» della «banca vaticana» ad interim monsignor Battista Mario Salvatore Ricca. Bresciano, classe 1956, del servizio diplomatico, in servizio presso la prima sezione della Segreteria di Stato, Ricca è il direttore della Casa Santa Marta, la residenza dove il Papa alloggia. E in questi primi mesi di pontificato è stato molto vicino a Bergoglio, che appare come il vero artefice di questa decisione.
L'incarico di «prelato» dello Ior, previsto dallo Statuto, era vacante dal 2010, quando monsignor Piero Pioppo, già segretario particolare del cardinale Angelo Sodano e da lui nominato alla «banca vaticana» quando ormai stava per lasciare la Segreteria di Stato, venne promosso nunzio in Camerun. Nel 2012 gli ispettori di Moneyval avevano scritto nel loro rapporto di aver appreso nei loro colloqui in Vaticano che un nuovo prelato era già stato nominato. Ma in realtà di quella nomina nulla si era più saputo, nonostante le indiscrezioni che davano come favorito per quel posto il prelato lombardo Luigi Mistò, attuale segretario dell'Apsa.
Secondo lo statuto dello Ior, il prelato, nominato dalla Commissione cardinalizia, «segue l'attività dell'Istituto, con la possibilità di accedere agli atti e ai documenti dell'Istituto stesso», e dunque può entrare a visionare tutto. Inoltre, «partecipa, in qualità di segretario, alle adunanze della Commissione cardinalizia, provvedendo alla verbalizzazione», ma assiste anche alle riunioni del Consiglio di sovrintendenza, cioè a quelle del board dei laici. Può sottoporre le sue osservazioni ai cardinali della commissione, e dispone di un ufficio all'interno dello Ior.
Nel comunicato del direttore della Sala Stampa padre Federico Lombardi si specifica che la nomina è avvenuta «con l'approvazione» del Papa. Un particolare non secondario che sta a indicare chi sia stato a decidere effettivamente. Il fatto che si tratti di una designazione ad interim potrebbe significare che in futuro sono previste riforme e ristrutturazioni della «banca vaticana», o più semplicemente che con questa formula si è potuto fare più in fretta. La nomina d'urgenza di un prelato che gode della personale stima e fiducia di Francesco rende dunque evidente che non tutto era così pacifico nelle stanze del Torrione dello Ior, nonostante la cascata di rassicuranti interviste che l'attuale presidente Ernst von Freyberg e il direttore generale Paolo Cipriani hanno concesso, affermando che la «banca vaticana» è essenziale per la vita e la libertà della Chiesa, che i clienti sono soddisfatti, che non esistono conti segreti e che tutto è trasparente.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/ior-iorior-25682/
Ecco come Papa Francesco e i vertici dello Ior bisticciano amorevolmente
15 - 06 - 2013Matteo Matzuzzi
Il direttore (anche) della Casa di Santa Marta, monsignor Ricca, è
stato nominato prelato dello Ior. L'ultimo episodio che mostra come il
nuovo Papa si stia iniziando a interessare seriamente al futuro
dell'Istituto per le opere di religione, mentre gli attuali vertici
cercano di serrare le fila a colpi di interviste rassicuranti...
Prima era stato il neopresidente, il cavaliere di Malta Ernst von Freyberg,
a inaugurare una strategia mediatica che allo Ior non avevano mai
visto: interviste alla stampa estera, interventi in cui si illustravano
dati, programmi e progetti per l’Istituto fondato da Pio XII.Poi, con un’intervista al Giornale, è stato il turno di Paolo Cipriani, che dello Ior è il direttore generale dal 2007. Parola d’ordine: serrare le fila. Proprio nel momento in cui più voci (anche e soprattutto dentro i palazzi vaticani) chiedono al Papa di mettere mano alla banca che la sede nel torrione di Niccolò V, i vertici dell’istituto decidono di far sentire la propria voce sui mezzi di comunicazione.
“Doveroso che la Chiesa abbia una banca”
I cardinali Onaiyekan, Schönborn e Maradiaga hanno auspicato nelle settimane successive alla rinuncia di Benedetto XVI una radicale revisione degli statuti dello Ior, se non addirittura la sua chiusura? Proposte senza senso, per Cipriani: “La Chiesa necessita di indipendenza finanziaria, e avere un’istituzione predisposta a ciò non solo è essenziale, ma doveroso”. Il motivo è presto spiegato: “Il nostro fine è sostenere la Chiesa nella gestione dei propri bisogni finanziari per il raggiungimento degli alti fini istituzionali carismatici dei vari istituti ed enti ecclesiastici”, ha spiegato al Giornale. Ma non è tutto, perché il direttore generale aggiunge che ciò che differenza lo Ior da altri istituti finanziari è “la logica di missione” che gli altri non hanno. La banca vaticana, in sostanza, non guarda “al profitto”.
Un problema di comunicazione
Sia Cipriani che von Freyberg ricordano tutto ciò che l’istituto sta facendo per rendersi trasparente e migliorare la propria immagine (dal 1° ottobre sarà attivo il sito Internet e il bilancio sarà pubblicato online), essendo questa – a detta del presidente nominato lo scorso febbraio, ben dopo l’annuncio delle dimissioni di Joseph Ratzinger – a rappresentare il problema principale dello Ior. Non gli scandali, non i presunti conti cifrati, ma i rapporti con i media. E non a caso, tra i primi provvedimenti adottati dopo l’insediamento, è stato deciso di affidarsi a una società esterna, la Cnc Comunication di Monaco, per curare la comunicazione.
Così, Ernst Von Freyberg assicura che con l’Autorità di informazione finanziaria (Aif) della Santa Sede c’è un’intesa chiara e totale, e che con il severo monitoraggio dei conti messo in atto anche la reputazione dell’istituto migliorerà: “Nessuna transazione sospetta, nessun cliente improprio e volontà di essere chiunque sia coinvolto in attività improprie”, diceva qualche settimana fa al Financial Times.
Ma i vertici dello Ior difendono anche ciò che è stato fatto negli ultimi anni, ed è proprio Paolo Cipriani a ricordare che “stiamo già effettuando da diverso tempo grandi cambiamenti rispetto al passato, per adeguarci ai tempi in relazione alle necessità e alle nuove normative, prima inesistenti”.
Il tentativo di allinearsi al pensiero del Papa
Dichiarazioni e battage mediatico che sembrano un vero arroccamento a difesa del torrione. E’ vero che il Papa non ha ancora deciso il destino dello Ior, ma nei suoi interventi pubblici (scritti o a braccio) ha fatto sapere chiaramente come la pensa: la Chiesa deve essere povera, San Pietro non aveva un conto in banca, tutti gli uffici burocratici sono necessari ma fino a un certo punto. Dichiarazioni sufficienti a delineare cambiamenti nell’istituto vaticano al centro di numerose controversie poco chiare da più di tre decenni, come richiesto con forza da un numero cospicuo di cardinali nelle congregazioni generali pre-Conclave. Un ulteriore indizio dei desiderata di Francesco – che Cipriani dice di non poter conoscere, mentre von Frayberg assicura di aver visto il Pontefice solo a Santa Marta ma senza avergli parlato – è stata la nomina del cardinale Oscar Maradiaga a coordinatore del gruppo che lo consiglierà nel governo della chiesa. Salesiano, honduregno e in prima linea nel sociale, il porporato latinoamericano si era lamentato pubblicamente perché il collegio cardinalizio (specie i membri non curiali) non era stato messo al corrente riguardo le attività dello Ior: “C’è una commissione cardinalizia, ma non ne sapevamo niente”, ha detto.
Il direttore di S.Marta nuovo Prelato dello Ior
Oggi, intanto, proprio la commissione di vigilanza dell’Istituto ha nominato, “con l’approvazione del Santo Padre”, monsignor Battista Mario Ricca nuovo Prelato dello Ior. Diplomatico in forza alla Segreteria di stato è persona che gode dell’assoluta fiducia e stima del Papa. Non a caso, è anche direttore della Casa di Santa Marta, dove Bergoglio ha scelto di abitare.
Papa Francesco e le sfide della Chiesa (fonte video: Euronews)
http://www.formiche.net/2013/06/15/ecco-come-papa-francesco-e-i-cardinali-bisticciano-sullo-ior/
Il Papa nomina un suo prelato allo Ior
La prima mossa: il direttore della Casa Santa Marta, monsignor Battista Ricca, entra nella «banca vaticana» per volere di Francesco
ANDREA TORNIELLI Città del VaticanoPrimo intervento di Papa Francesco sullo Ior: con la sua approvazione - solitamente non richiesta per questa nomina - la commissione cardinalizia che sovrintende all'Istituto per le Opere di Religione ha nominato «prelato» della «banca vaticana» ad interim monsignor Battista Mario Salvatore Ricca. Bresciano, classe 1956, del servizio diplomatico, in servizio presso la prima sezione della Segreteria di Stato, Ricca è il direttore della Casa Santa Marta, la residenza dove il Papa alloggia. E in questi primi mesi di pontificato è stato molto vicino a Bergoglio, che appare come il vero artefice di questa decisione.
L'incarico di «prelato» dello Ior, previsto dallo Statuto, era vacante dal 2010, quando monsignor Piero Pioppo, già segretario particolare del cardinale Angelo Sodano e da lui nominato alla «banca vaticana» quando ormai stava per lasciare la Segreteria di Stato, venne promosso nunzio in Camerun. Nel 2012 gli ispettori di Moneyval avevano scritto nel loro rapporto di aver appreso nei loro colloqui in Vaticano che un nuovo prelato era già stato nominato. Ma in realtà di quella nomina nulla si era più saputo, nonostante le indiscrezioni che davano come favorito per quel posto il prelato lombardo Luigi Mistò, attuale segretario dell'Apsa.
Secondo lo statuto dello Ior, il prelato, nominato dalla Commissione cardinalizia, «segue l'attività dell'Istituto, con la possibilità di accedere agli atti e ai documenti dell'Istituto stesso», e dunque può entrare a visionare tutto. Inoltre, «partecipa, in qualità di segretario, alle adunanze della Commissione cardinalizia, provvedendo alla verbalizzazione», ma assiste anche alle riunioni del Consiglio di sovrintendenza, cioè a quelle del board dei laici. Può sottoporre le sue osservazioni ai cardinali della commissione, e dispone di un ufficio all'interno dello Ior.
Nel comunicato del direttore della Sala Stampa padre Federico Lombardi si specifica che la nomina è avvenuta «con l'approvazione» del Papa. Un particolare non secondario che sta a indicare chi sia stato a decidere effettivamente. Il fatto che si tratti di una designazione ad interim potrebbe significare che in futuro sono previste riforme e ristrutturazioni della «banca vaticana», o più semplicemente che con questa formula si è potuto fare più in fretta. La nomina d'urgenza di un prelato che gode della personale stima e fiducia di Francesco rende dunque evidente che non tutto era così pacifico nelle stanze del Torrione dello Ior, nonostante la cascata di rassicuranti interviste che l'attuale presidente Ernst von Freyberg e il direttore generale Paolo Cipriani hanno concesso, affermando che la «banca vaticana» è essenziale per la vita e la libertà della Chiesa, che i clienti sono soddisfatti, che non esistono conti segreti e che tutto è trasparente.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/ior-iorior-25682/
Ior, Monsignor Battista Ricca nuovo prelato dopo Piero Pioppo
CITTA’ DEL VATICANO – Monsignor Battista Ricca èil nuovo prelato dello Ior, che prende il posto lasciato nel 2011 da monsignor Piero Pioppo diventato nunzio in Camerun e Guinea Equatoriale.
Mons. Ricca, attualmente direttore della case di ospitalità vaticane, è stato nominato ‘ad interim’ dalla Commissione cardinalizia, con approvazione del Papa.
Nella funzione di ”prelato”, che era rimasta vacante per due anni, mons. Ricca, ha spiegato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, svolgera’ il ruolo di segretario degli incontri della Commissione cardinalizia di vigilanza e assistera’ agli incontri del Consiglio di Sovrintendenza, secondo gli Statuti dell’Istituto.
Il suo, quindi, e’ un ruolo ”di collegamento” e ”intermedio” tra la Commissione dei cardinali presieduta dal card. Tarcisio Bertone e il Consiglio di sovrintendenza, presieduto da Ernst von Freyberg.
Mons. Battista Ricca, 57 anni, nato a Offlaga (Brescia) e’ attualmente direttore delle varie case di ospitalita’ vaticane: la Domus Sanctae Marthae – dove ora alloggia papa Francesco -, della Domus Internationalis Paulus VI, della Domus Romana Sacerdotalis e della Casa San Benedetto.
Ha esperienza nel servizio diplomatico della Santa Sede e da tempo era in servizio nella Segreteria di Stato. La sua nomina a prelato dello Ior e’ ”ad interim”, ha spiegato padre Lombardi, ”nel contesto di riflessione generale sulla Curia, e in attesa delle decisioni che saranno definitive”.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/ior-monsignor-battista-ricca-prelato-piero-pioppo-1593403/
ADESSO DECIDO IOR! BERGOGLIO NOMINA UN SUO FEDELISSIMO PRELATO DELLO IOR AD INTERIM E COMMISSARIA CIPRIANI E VON FREYBERG
La scelta del Papa è caduta su Monsignor Ricca, direttore della casa di Santa Marta, diventata la sua tana in Vaticano - E' un “commissariamento di fatto” della Banca di Dio: il prelato avrà accesso a tutta la documentazione e riferirà alla Commissione cardinalizia di sorveglianza
M.Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"
MONSIGNOR BATTISTA MARIO SALVATORE RICCA
A tre mesi dalla sua elezione, papa Francesco ha fatto un primo, importante, passo nella riforma della «sua» banca. «Con l'approvazione del Santo Padre», è scritto nel Bollettino ufficiale della Santa Sede di ieri, la Commissione cardinalizia di vigilanza dell'Istituto per le Opere di Religione, presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, ha nominato ad interim il nuovo prelato dello Ior. Si tratta di Monsignor Battista Mario Salvatore Ricca.
Quell'indicazione («con l'approvazione del Santo Padre», solitamente non richiesta per questa nomina), è il chiaro segnale della forte attenzione di papa Bergoglio verso lo Ior e un segno che egli vuole sapere di più circa le sue attività. Bresciano, 57 anni, diplomatico in servizio presso la prima sezione della Segreteria di Stato, Ricca (descritto come «persona semplice e concreta») è anche il direttore della Casa Santa Marta, la residenza dove il Papa alloggia. E in questi primi mesi di pontificato è stato molto vicino a Bergoglio, che appare come il vero artefice di questa decisione.
PAOLO CIPRIANI
Se non è il preannunciato «commissariamento dello Ior», poco ci manca. Anche perché la decisione di nominare un prelato si è concretizzata nelle ultime settimane, ha avuto quindi quasi un carattere d'urgenza, e ha validità immediata, quindi è già operativa.
La figura del prelato svolge un ruolo chiave - previsto dal Chirografo del 1990, cioè la legge di riforma, voluta da Giovanni Paolo II dopo lo scandalo del crack Ambrosiano - ma la sua casella nella governance dell'Istituto era vacante dal 2011.
Il prelato segue infatti le attività della banca, assiste ai consigli d'amministrazione (cioè alle riunioni del Consiglio di sovrintendenza) e ha accesso a tutta la sua documentazione. Il prelato inoltre riferisce alla Commissione cardinalizia di sorveglianza, funzionando da ponte tra i manager laici (direttore generale e vicedirettore), il Consiglio d'amministrazione, presieduto dal presidente von Freyberg, e i cardinali.
ERNEST VON FREYBERG
E partecipa alle adunanze della Commissione cardinalizia di sorveglianza in qualità di segretario. Egli è, insomma, il punto di incontro di due piramidi rovesciate: quella superiore della Commissione dei cardinali e quella inferiore del board e del presidente. Il fatto che l'incarico sia ad interim - ha spiegato padre Federico Lombardi, portavoce della Sala stampa vaticana - deve essere interpretato alla stregua di quel donec aliter provideatur che è la formula della conferma provvisoria con la quale sono stati prorogati tutti gli incarichi di Curia.
PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Come l'hanno presa nel Torrione di Niccolo V, la sede della banca? Non come un fulmine a ciel sereno, ma sicuramente come un fulmine. Arrivato il giorno dopo che il direttore generale Paolo Cipriani aveva difeso lo Ior in un'intervista al Giornale (14 giugno) reagendo alle indiscrezioni sul «commissariamento».
PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO
Questo è avvenuto nonostante il presidente von Freyberg avesse già saputo della nomina di Ricca, la settimana precedente (7 giugno). In un'intervista al Corriere il 31 maggio lo stesso von Freyberg aveva ammesso che le regole della banca per la «Customer due diligence» (i controlli sui possessori dei 19 mila conti) è in forte ritardo rispetto ai tempi fissati dal Comitato Moneyval e ha dato a tutti i dipendenti una nuova dead line per il 31 luglio prossimo. Il Vaticano deve preparare un Report in progress sull'adeguamento agli standard antiriciclaggio internazionali entro novembre.
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