ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 7 giugno 2013

L'impronunciabile segreto



Chi era,realmente,Don Luigi Villa?                      del dott. Franco Adessa     
Per un caso fortuito ed ironico della Provvidenza, mi recai,un giorno, all’Istituto di Padre Luigi Villa, con diverse riviste e libri da consegnargli.Dopo i primi incontri, però, fui costretto a notare che, intorno a me,
amici, conoscenti e sacerdoti, manifestavano un certo disagio nel sentirmi parlar bene di questa mia nuova conoscenza. Fu in occasione di un ennesimo “spassionato”consiglio di prendere le distanze da lui che reagii, rivolgendomi direttamente a Dio. Gli chiesi un “segno” per indicarmi la giusta via da seguire.
 Pochi giorni dopo, questo segno” arrivò.

Avevo accompagnato da Don Villa un amico mio che desiderava conoscerlo quando, per la prima volta, il
Sacerdote parlò dell’incarico, ricevuto da Padre Pio, di difendere la Chiesa di Cristo dall’opera della Massoneria ecclesiastica.
Il “messaggio” fu chiaro, e lo fu anche per i miei spassionati” consiglieri. La notizia di questo “incarico speciale”, però, mi aveva attratto, entusiasmato e, nel corso degli anni, cercai sempre di saperne di più.
Un giorno, ancora nei primi tempi in cui lo frequentavo, e forse perché non manifestavo la mia intenzione di collaborare,Don Villa, nel fare riferimento all’incarico ricevuto da Padre Pio, alla battaglia che questo implicava insieme alle sofferenze, ai pericoli ed alle possibili persecuzioni, alla fine, pronunciò una frase che io non potei più dimenticare: «Padre Pio mi disse: alla fine, tu vincerai!».
A quel tempo, non sapevo nulla dei tre incontri che Don Villa ebbe con Padre Pio e tantomeno a quale di
questi tre si riferisse questa frase.
Mi ricordo però che, anni dopo, nel ricordargli questa frase, il Padre rimase stupito, dicendomi: «Non mi
ricordo di averle detto queste parole », ma io, deciso, gli risposi subito:«Io invece me le ricordo benissimo!».
In quell’occasione, pensai che Don Villa, forse non intenzionalmente,mi avesse trasmesso un segreto
che, probabilmente, doveva riguardare solo la sua persona. Pensavo in modo corretto oppure lui sapeva
molto più profondamente ciò che aveva fatto, e forse anche intenzionalmente? Non lo saprò mai!
Vennero poi i tempi in cui, lentamente, ma sempre più distintamente,potei ricostruire i fatti essenziali che caratterizzavano questi tre incontri.
In una lettera del 6 novembre 2001, che mi fece approntare per l’americana Alice von Hildebrand, moglie del Vicedirettore di “Chiesa viva”, il filosofo Dietrich von Hildebrand, Don Villa dettagliò il suo primo incontro con il Frate di Pietrelcina, durante il quale egli si sentì affidare l’incredibile incarico di dedicare
tutta la sua vita per difendere la Chiesa di Cristo dall’opera della Massoneria ecclesiastica.
In quel primo incontro, ricevette l’ordine di recarsi da Mons.Giambattista Bosio, arcivescovo di Chieti, perché sarebbe stato lui a procurargli il mandato papale di Pio XII, necessario per impegnarsi
ufficialmente in questo incarico.
Nel 1999, in occasione della stesura del suo secondo libro su Paolo VI, “Paolo VI, processo a un Papa?”
nella postfazione, Don Villa gettò un po’ di luce sul suo “secondo incontro” con Padre Pio (nel libro – a pag. 295 – viene chiamato “terzo incontro”, ma fu un errore che il Padre mi fece successivamente notare). Le parole finali dell’incontro furono: «Coraggio,coraggio, coraggio!.. Dovrai soffrire molto da una Chiesa già invasa dalla Massoneria!», mentre le parole di Mons. Bosio su Montini furono: «Ti raccomando:non aver mai a che fare con Montini », seguite da queste: «Col tempo...capirai!..».
In un’altra occasione, Don Villa,su questo incontro, aggiunse un’altra frase, pronunciata da Padre Pio: «La
Massoneria è già arrivata alle pantofole del Papa», e il Papa regnante,allora, era Paolo VI.
Del “terzo incontro” con Padre Pio,però, non riuscii mai a sapere nulla. La seconda volta che cercai di scoprire qualcosa, ricevetti questa categorica risposta: «È un segreto che riguarda me personalmente, e che devo portarmi nella tomba!».
Da allora, non sollevai più questo argomentocol Padre, ma la mia mente continuava ad arrovellarsi per trovare una risposta.
Erano trascorsi ormai tanti anni, dal giorno in cui avevo deciso di collaborare col Padre, ponendo le mie condizioni,e mi era perfettamente chiaro il significato, le sofferenze ed i pericoli che una tale decisione implicava.Era una battaglia impari, quasi impossibile, condotta da una piccola trincea che sembrava abbandonata da tutti, calunniata, isolata, ignorata, perseguitata,tartassata, e in cui non mancarono neppure i tentativi di assassinio.
In tutti quegli anni, venni a conoscenza diretta o indiretta di collaboratori che morirono di morte inspiegabile,
di altri che si avvicinarono a noi per poi scomparire nel nulla, altri che ebbero il coraggio di tornare solo per raccontare al Padre le minacce ricevute o le punizioni o le disgrazie subite...
In questo periodo, il Padre mi mise al corrente di tanti fatti e realtà,cercando sempre di dosarle per non rendermele troppo pesanti.
Giunse poi anche il colpo che avrebbe dovuto essere per me fatale:dopo anni di minacce di morte,persi una figlia di vent’anni. Una morte fulminea, inspiegabile.
Com’era possibile vincere una simile battaglia? Eppure il Padre non si scoraggiava, non cedeva, non arretrava, ma proclamava sempre la sua Fede e la sua certezza nella vittoria finale.
Arrivarono, poi, gli ultimi mesi della sua vita. Lui lo sapeva e me lo diceva: «Ogni giorno perdo le
mie forze!..». Fu in questo periodo che venni a conoscenza di certi fatti che lo riguardavano.
Un pomeriggio, nel suo studio, mi disse: «Quando Pio XII comunicò al card. Tardini la sua posizione, da riferire a Mons. Bosio, sul mio incarico ricevuto da Padre Pio, aggiunse: “E dì a Mons. Bosio anche questo: è la prima volta nella storia della Chiesa che viene dato un simile incarico ad un Sacerdote... e digli che questa è anche l’ultima!”».
Rimasi sbalordito! Le parole di Papa Pio XII significavano proprio questo: Don Luigi Villa è l’unico Sacerdote della storia passata, presente e futura della Chiesa ad aver ricevuto un mandato papale di difendere la Chiesa di Cristo dal suo acerrimo nemico: la Massoneria ecclesiastica!
Poi, Don Villa aggiunse: «Mons. Bosio,amico intimo di Pio XII, in un colloquio privato col Papa, ricevette da
Lui questa confidenza: “Alla fine, anche il card. Tardini mi ha tradito!”».
Senza lasciarmi il tempo di fare obiezioni, il Padre continuò: «Quando frequentavo la casa di Mons. Bosio a
Chieti, il card. Tardini telefonava alla sorella dell’arcivescovo, che abitava nella casa, dicendole
di cacciarmi, tanto che fui costretto a parlarne a Mons. Bosio. Egli allora, chiamò la sorella e le disse: “Il
padrone di questa casa sono io, e sono io che decido chi può entrare in questa casa, e non tu!”».
«Ma allora – dissi io – se il card. Tardini tradì Pio XII, lei, Padre, è stato perseguitato sin dalla morte di quel Papa».«No, la mia persecuzione è iniziata solo col Pontificato di Paolo VI. E le racconto questo fatto: verso la sua fine,Giovanni XXIII si era pentito di quel che aveva fatto.
Un giorno, mi invitò a cena e mi incaricò di fare una lista di una ventina di buoni parroci da fare Vescovi. Era una cosa seria. Io stavo completando a lista, quando sopraggiunse la notizia della sua morte».
In quel periodo, io non volevo accettare l’idea che Don Villa potesse morire, perché,ricordandomi di quella frase «Alla fine, tu vincerai!», non vedevo come si potesse affermare che lui avesse già vinto.
Quindi, per me, non poteva ancora morire! Invece, il 18 novembre 2012, morì, facendoci, però, il regalo della notizia di un’agonia, annunciata come fosse un dono gioioso.
Accettai la sua morte, ma non il fatto che Padre Pio gli avesse detto: «Alla fine, tu vincerai!». Inoltre, il mistero di quel “terzo incontro”, sul quale tanto sperai di avere qualche notizia, soprattutto in quelle ultime settimane, mi sembrava precluso per sempre.
Mi misi a lavorare, con febbrile impegno,cercando di farlo il più serenamente possibile. Avevo da impaginare tutto il Numero Speciale di “Chiesa viva” su Benedetto XVI. Don Villa lo aveva terminato nel mese di settembre 2012,ma l’impegno della Lettera ai Cardinali,sulla beatificazione di Paolo VI, tradotta in sei lingue, aveva assorbito tutte le nostre energie.
Solo dopo la morte del Padre potei cominciare il lavoro. Gli avevo promesso di pubblicarla per il mese di febbraio 2013 e, a tutti i costi, volevo mantenere la mia promessa.
Fu un lavoro estenuante, interminabile,ma, alla fine, riuscii a rispettare la data.La pubblicazione fu spedita il 25 gennaio e l’11 di febbraio, verso mezzogiorno, ricevetti la notizia: «Benedetto XVI si è dimesso da Papa». Non riuscivo a credere alla notizia; com’era stato possibile?
D’un tratto, mi ricordai delle parole di Don Villa, quando, verso la fine di ottobre prima di entrare in ospedale, un po’irritato, mi chiese: «Quando ha intenzione di impaginare il mio Numero Speciale di “Chiesa viva” su Benedetto XVI?».
«Dicembre è in macchina – risposi – gennaio è finito. Lo pubblicheremo per il mese di febbraio 2013».
«Bene – disse lui – va bene per il mese di febbraio e così Benedetto XVI se ne andrà prima di Pasqua!».
Stavo abbozzando un sorriso, quando aggiunse: «Scelga pure la ragione che vuole per andarsene, ma... se ne vada!».
Sembrava che, d’improvviso, quelle parole mi spalancassero il cervello, facendomi comprendere le altre: «Alla fine,tu vincerai!». Ma cosa voleva dire “... tu vincerai”?
Umanamente parlando, un Sacerdote, solo, isolato, perseguitato e senza mezzi, non può vincere la battaglia contro una Massoneria ecclesiastica che assomma il potere massonico e quello gerarchico della Chiesa.
Ma la fonte suprema e la più profonda del potere di questa “Prostituta di Babilonia”non risiede nel potere finanziario, economico, politico o militare, ma si annida nelle tenebre e nel silenzio cupo
di uno spaventoso e inpronunciabile SEGRETO!
Caro Padre Villa, tu hai colpito questa Prostituta di Babilonia” in pieno petto,dritto al cuore! Tu hai reso pubblico questo spaventoso e impronunciabile SEGRETO:
il Nemico acerrimo della Chiesa di Cristo, il Capo supremo del satanico Ordine degli Illuminati di Baviera, SIEDE SUL TRONO DI PIETRO!

E il “terzo incontro” con Padre Pio? Che senso ha che rimanga per noi ancora un mistero? No, anche quello non è più un mistero, anche se non lo era mai stato neppure prima; l’ho avuto davanti agli occhi per più di vent’anni e non l’ho mai “veduto”!
Quante volte, Padre, l’ho veduta addolorato, umiliato, ignorato, isolato, offeso, calunniato, perseguitato e, una volta, anche quasi morto assassinato? 
E quante volte l’ho sentita dire: «Io ho perdonato a tutti e ho offerto il mio dolore e sofferenza al Signore!».
Ecco il mistero di quel “terzo incontro”con Padre Pio: Lei si è offerto come Vittima Sacrificale a Dio perché,solo con la passione di questa croce, grondante lacrime e dolore, Lei poteva vincere questa Battaglia!
PADRE LUIGI VILLA,
ALLA FINE, TU HAI VINTO!
GLORIA A TE
MARTIRE DELLA FEDE!
“Chiesa viva” *** Giugno 2013




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