Chi
era,realmente,Don
Luigi Villa? del
dott.
Franco Adessa
Per
un caso fortuito ed ironico della
Provvidenza, mi recai,un
giorno, all’Istituto di Padre
Luigi Villa, con
diverse riviste e
libri da consegnargli.Dopo
i primi incontri, però, fui costretto a
notare che, intorno a me,
amici,
conoscenti e sacerdoti, manifestavano un
certo disagio nel sentirmi
parlar bene di questa mia nuova
conoscenza. Fu in occasione di
un ennesimo
“spassionato”consiglio
di prendere le distanze da
lui che
reagii, rivolgendomi direttamente a
Dio. Gli chiesi un “segno” per
indicarmi la giusta via da seguire.
Pochi giorni dopo, questo “segno”
arrivò.
Avevo
accompagnato da Don Villa un
amico mio che desiderava conoscerlo quando,
per la prima volta, il
Sacerdote
parlò dell’incarico, ricevuto da
Padre Pio, di difendere la
Chiesa di Cristo dall’opera della Massoneria ecclesiastica.
Il
“messaggio”
fu
chiaro, e lo fu anche per i miei “spassionati”
consiglieri. La
notizia di questo “incarico
speciale”, però,
mi aveva attratto,
entusiasmato e, nel corso degli anni, cercai sempre di
saperne di più.
Un
giorno, ancora nei primi tempi in cui lo frequentavo, e forse
perché non manifestavo la mia intenzione di collaborare,Don
Villa, nel fare riferimento all’incarico ricevuto da
Padre Pio, alla battaglia che questo implicava insieme alle
sofferenze, ai pericoli ed alle possibili
persecuzioni, alla fine, pronunciò
una frase che io non potei più
dimenticare: «Padre
Pio mi disse:
alla fine, tu vincerai!».
A
quel tempo, non sapevo nulla dei tre
incontri che Don Villa ebbe con Padre
Pio e tantomeno a quale di
questi
tre si riferisse questa frase.
Mi
ricordo però che, anni dopo, nel ricordargli
questa frase, il Padre rimase stupito,
dicendomi: «Non
mi
ricordo
di averle detto queste parole »,
ma
io, deciso, gli risposi subito:«Io
invece me le ricordo benissimo!».
In
quell’occasione, pensai che Don Villa,
forse non intenzionalmente,mi
avesse trasmesso un segreto
che,
probabilmente, doveva riguardare solo
la sua persona. Pensavo in
modo corretto oppure lui sapeva
molto
più profondamente ciò che aveva
fatto, e forse anche intenzionalmente? Non lo saprò mai!
Vennero
poi i tempi in cui, lentamente, ma sempre più distintamente,potei
ricostruire i fatti essenziali che caratterizzavano questi
tre incontri.
In
una lettera del 6 novembre 2001, che mi fece approntare per
l’americana Alice
von Hildebrand, moglie
del Vicedirettore di
“Chiesa
viva”, il
filosofo Dietrich
von Hildebrand, Don
Villa dettagliò il suo primo incontro con il Frate
di Pietrelcina, durante il quale egli si sentì affidare l’incredibile
incarico di dedicare
tutta
la sua vita per difendere la Chiesa
di Cristo dall’opera della Massoneria
ecclesiastica.
In
quel primo incontro, ricevette l’ordine
di recarsi da Mons.Giambattista
Bosio, arcivescovo di
Chieti, perché sarebbe
stato lui a
procurargli il mandato papale di
Pio XII, necessario
per impegnarsi
ufficialmente
in questo incarico.
Nel
1999, in occasione della stesura del
suo secondo libro su Paolo VI,
“Paolo
VI, processo a un Papa?”
nella
postfazione, Don Villa gettò
un po’ di luce sul suo “secondo incontro”
con
Padre Pio (nel
libro – a pag. 295 – viene chiamato
“terzo incontro”, ma fu un
errore che il Padre mi fece successivamente notare).
Le parole finali dell’incontro
furono: «Coraggio,coraggio,
coraggio!.. Dovrai soffrire
molto da una Chiesa già invasa
dalla Massoneria!», mentre le
parole di Mons.
Bosio su Montini
furono: «Ti
raccomando:non
aver mai a che fare con Montini »,
seguite
da queste: «Col
tempo...capirai!..».
In
un’altra occasione, Don Villa,su
questo incontro, aggiunse un’altra frase,
pronunciata da Padre Pio: «La
Massoneria
è già arrivata alle pantofole del
Papa», e
il Papa regnante,allora,
era Paolo VI.
Del
“terzo
incontro” con
Padre Pio,però,
non riuscii mai a sapere nulla. La seconda
volta che cercai di scoprire qualcosa,
ricevetti questa categorica risposta: «È
un segreto che riguarda me
personalmente, e che devo portarmi nella
tomba!».
Da
allora, non sollevai più questo argomentocol
Padre, ma la mia mente continuava ad
arrovellarsi per trovare una risposta.
Erano
trascorsi ormai tanti anni, dal giorno
in cui avevo deciso di collaborare col
Padre, ponendo le mie condizioni,e
mi era perfettamente chiaro il significato,
le sofferenze ed i pericoli che
una tale decisione implicava.Era
una battaglia impari, quasi impossibile, condotta
da una piccola trincea che
sembrava abbandonata da tutti, calunniata, isolata,
ignorata, perseguitata,tartassata,
e in cui non mancarono neppure i
tentativi di assassinio.
In
tutti quegli anni, venni a conoscenza diretta
o indiretta di collaboratori che
morirono di morte inspiegabile,
di
altri che si avvicinarono a
noi per poi scomparire nel nulla,
altri che ebbero il coraggio di
tornare solo per raccontare al Padre
le minacce ricevute o le punizioni o
le disgrazie subite...
In
questo periodo, il Padre mi mise al
corrente di tanti fatti e realtà,cercando
sempre di dosarle per non
rendermele troppo pesanti.
Giunse
poi anche il colpo che avrebbe
dovuto essere per me fatale:dopo
anni di minacce di morte,persi
una figlia di vent’anni. Una morte
fulminea, inspiegabile.
Com’era
possibile vincere una simile battaglia?
Eppure il Padre non
si scoraggiava, non cedeva, non
arretrava, ma proclamava sempre
la sua Fede e la sua certezza nella
vittoria finale.
Arrivarono,
poi, gli ultimi mesi della
sua vita. Lui lo sapeva e me lo
diceva: «Ogni
giorno perdo le
mie
forze!..». Fu
in questo periodo che
venni a conoscenza di certi fatti che
lo riguardavano.
Un
pomeriggio, nel suo studio, mi disse:
«Quando Pio
XII comunicò
al card.
Tardini la
sua posizione, da riferire a
Mons. Bosio, sul mio incarico ricevuto da
Padre Pio, aggiunse: “E
dì a Mons.
Bosio anche questo: è la prima volta
nella storia della Chiesa che
viene dato un simile incarico ad un
Sacerdote... e digli che questa è anche
l’ultima!”».
Rimasi
sbalordito! Le
parole di Papa
Pio XII significavano proprio
questo: Don
Luigi Villa è l’unico
Sacerdote della storia passata, presente
e futura della Chiesa ad aver
ricevuto un mandato papale di difendere
la Chiesa di Cristo dal suo acerrimo
nemico: la Massoneria ecclesiastica!
Poi,
Don Villa aggiunse: «Mons. Bosio,amico
intimo di Pio XII, in un colloquio privato
col Papa, ricevette da
Lui
questa confidenza: “Alla
fine, anche il
card. Tardini mi ha tradito!”».
Senza
lasciarmi il tempo di fare obiezioni, il
Padre continuò: «Quando frequentavo la
casa di Mons.
Bosio a
Chieti,
il
card. Tardini telefonava alla
sorella dell’arcivescovo, che
abitava nella casa, dicendole
di
cacciarmi, tanto
che fui costretto a parlarne a Mons.
Bosio. Egli allora, chiamò la sorella e le disse: “Il
padrone
di questa casa sono io, e sono io che decido chi può
entrare in questa casa, e non tu!”».
«Ma
allora – dissi io – se il card. Tardini tradì Pio XII, lei, Padre,
è stato perseguitato sin dalla morte di quel Papa».«No,
la mia persecuzione è iniziata solo col Pontificato di
Paolo VI. E
le racconto questo fatto: verso
la sua fine,Giovanni
XXIII si era pentito di quel che aveva fatto.
Un
giorno, mi invitò a cena e mi incaricò di fare una lista di
una ventina di buoni parroci da fare Vescovi. Era una cosa
seria. Io stavo completando a lista, quando sopraggiunse la
notizia della sua morte».
In
quel periodo, io non volevo accettare l’idea
che Don Villa potesse morire, perché,ricordandomi
di quella frase «Alla fine,
tu vincerai!», non
vedevo come si potesse
affermare che lui avesse già vinto.
Quindi,
per me, non poteva ancora morire!
Invece, il 18 novembre 2012, morì,
facendoci, però, il regalo della notizia di
un’agonia, annunciata come fosse un
dono gioioso.
Accettai
la sua morte, ma non il fatto che
Padre Pio gli avesse detto: «Alla
fine, tu
vincerai!». Inoltre,
il mistero di quel
“terzo
incontro”, sul
quale tanto sperai
di avere qualche notizia, soprattutto in
quelle ultime settimane, mi sembrava precluso
per sempre.
Mi
misi a lavorare, con febbrile impegno,cercando
di farlo il più serenamente possibile.
Avevo da impaginare tutto il
Numero
Speciale di “Chiesa viva” su
Benedetto XVI. Don
Villa lo aveva terminato
nel mese di settembre 2012,ma
l’impegno della Lettera
ai Cardinali,sulla
beatificazione di Paolo
VI, tradotta
in sei lingue, aveva assorbito tutte
le nostre energie.
Solo
dopo la morte del Padre potei cominciare il
lavoro. Gli avevo promesso di
pubblicarla per il mese di febbraio 2013
e, a tutti i costi, volevo mantenere la
mia promessa.
Fu
un lavoro estenuante, interminabile,ma,
alla fine, riuscii a rispettare la data.La
pubblicazione fu spedita il 25 gennaio e
l’11 di febbraio, verso mezzogiorno, ricevetti
la notizia: «Benedetto XVI
si è dimesso da Papa». Non
riuscivo a
credere alla notizia; com’era stato possibile?
D’un
tratto, mi ricordai delle parole di Don
Villa, quando, verso la fine di ottobre prima
di entrare in ospedale, un po’irritato,
mi chiese: «Quando
ha intenzione di impaginare il
mio Numero Speciale di “Chiesa viva” su Benedetto XVI?».
«Dicembre
è in macchina – risposi – gennaio è finito. Lo pubblicheremo
per il mese di febbraio 2013».
«Bene
–
disse lui – va
bene per il mese di febbraio e così Benedetto
XVI se ne andrà prima di Pasqua!».
Stavo
abbozzando un sorriso, quando aggiunse: «Scelga
pure la
ragione che vuole per andarsene, ma... se ne vada!».
Sembrava
che, d’improvviso, quelle parole mi spalancassero il
cervello, facendomi comprendere le altre: «Alla
fine,tu
vincerai!». Ma
cosa voleva dire “...
tu vincerai”?
Umanamente
parlando, un Sacerdote, solo, isolato, perseguitato e
senza mezzi, non può vincere la
battaglia contro una Massoneria ecclesiastica che
assomma il potere massonico e
quello gerarchico della Chiesa.
Ma
la
fonte suprema e la più profonda del
potere di questa “Prostituta di Babilonia”non
risiede nel potere finanziario, economico,
politico o militare, ma si annida
nelle tenebre e nel silenzio cupo
di
uno spaventoso
e inpronunciabile SEGRETO!
Caro
Padre Villa, tu hai colpito questa “Prostituta
di Babilonia” in
pieno petto,dritto
al cuore! Tu hai reso pubblico questo
spaventoso
e impronunciabile SEGRETO:
il Nemico acerrimo della Chiesa
di Cristo, il Capo supremo del satanico
Ordine degli Illuminati di Baviera,
SIEDE SUL TRONO DI PIETRO!
E
il “terzo
incontro” con
Padre Pio? Che
senso ha che rimanga per noi ancora un
mistero? No, anche quello non è più
un mistero, anche se non lo era mai stato
neppure prima; l’ho avuto davanti agli
occhi per più di vent’anni e non l’ho
mai “veduto”!
Quante
volte, Padre, l’ho veduta addolorato, umiliato,
ignorato, isolato, offeso, calunniato,
perseguitato e, una volta, anche quasi
morto assassinato?
E
quante volte l’ho sentita dire: «Io
ho perdonato
a tutti e ho offerto il mio dolore
e sofferenza al Signore!».
Ecco
il mistero di quel “terzo
incontro”con
Padre Pio: Lei
si è offerto come Vittima
Sacrificale a Dio perché,solo
con la passione di questa croce, grondante
lacrime e dolore, Lei poteva vincere
questa Battaglia!
PADRE
LUIGI VILLA,
ALLA
FINE, TU HAI VINTO!
GLORIA
A TE
MARTIRE
DELLA FEDE!
8 “Chiesa viva” *** Giugno 2013
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