CRISI FATALE PER UN’EUROPA ALIENA AL SACRO CUORE
L’Evento
profetico suscitato per impedire l’esito della «trama» storica
diretta alla rovina della Cristianità, dopo essere stato
disprezzato, è oggi interamente obliato. Riguarda specialmente la
Francia cattolica, orfana della Dinastia Borbonica. Vediamo allora un
po’ della sua storia, per situare e ricordare quest’Evento
straordinario.
In
seguito alla trama ribelle del Protestantesimo, avvenne una «crisi
della coscienza europea» – situata dallo storico Paul Hazard,
alla fine del regno di Luigi XIV, tra il 1680 e il 1715. C´era
allora la scalata dell’Enciclopedismo massone contro il
Cristianesimo, tramata da «maître à penser», detti «maître
d’hotel de la nouvelle philosophie», come poi Giovanni
23, degno del titolo di «concierge» del modernista
Vaticano 2 delle logge.
Proliferarono
allora i pensatori dello scientismo, della «Bibbia del materialismo
ateo», che suscitava risate perfino di Voltaire. Tutto
seguiva il piano dei «maestri congiurati» per oscurare la
Cristianità: «écraser l’infâme!» con la neo «cultura» del
buio illuminista.
A questo scopo si erano impegnati a sovvertire intellettualmente ministri, principi e anche le teste regali. Quale terribile ironia affiora da certi documenti, come dalla lettera di Maria Antonietta a sua sorella, la regina Maria Cristina (26.2.1781): “Penso che vi preoccupate troppo della Massoneria. Tutti qui ci appartengono. Di recente, è stata nominata gran-maestra di una Loggia la principessa Lamballe, che mi ha raccontato di tante belle cose che vi sono state dette”! La Rivoluzione partiva dall’allegria di belle cose dette in corte. Difatti, a cominciare dal cugino del re, il futuro regicida Filippo “Egalité” – a suo turno ghigliottinato! – dall’alto delle loro posizioni aderirono alla trama illuminista per «massonizzare» quel piccolo mondo antico, dai nobili all’esercito.
Seguì la rivoluzione: gran complotto demo-liberticida per liquidarli tutti.
A questo scopo si erano impegnati a sovvertire intellettualmente ministri, principi e anche le teste regali. Quale terribile ironia affiora da certi documenti, come dalla lettera di Maria Antonietta a sua sorella, la regina Maria Cristina (26.2.1781): “Penso che vi preoccupate troppo della Massoneria. Tutti qui ci appartengono. Di recente, è stata nominata gran-maestra di una Loggia la principessa Lamballe, che mi ha raccontato di tante belle cose che vi sono state dette”! La Rivoluzione partiva dall’allegria di belle cose dette in corte. Difatti, a cominciare dal cugino del re, il futuro regicida Filippo “Egalité” – a suo turno ghigliottinato! – dall’alto delle loro posizioni aderirono alla trama illuminista per «massonizzare» quel piccolo mondo antico, dai nobili all’esercito.
Seguì la rivoluzione: gran complotto demo-liberticida per liquidarli tutti.
Non
sarebbe un «complotto» solo se l’«ordine illuminista» fosse
bene inestimabile da trasmettere, come lascia credere Benedetto 16,
perfino ai mussulmani (vedi discorso del 22.12. 2006 e altri). Era un
nuovo bene? Solo se l’Ordine cristiano fosse privo di quel bene
unico per le anime e le società, che consolida diritti, giustizia e
pace.
E
infatti la Rivoluzione ha portato tanto disordine e conflitti che c’è
stato bisogno di una mano di ferro imperialista per ristabilire il
nuovo duro «ordine rivoluzionario». E Napoleone I, diffuse, a ferro
e fuoco, nel mondo, gli “ideali rivoluzionari”, ripetendo,
di essere il difensore delle idee del 1789, il «Messia» che
«consacra» la Rivoluzione iniettandola nelle leggi. Certo, per
annientare il Regno sociale di Gesù Cristo poiché la Rivoluzione
è la società scristianizzata; il complotto contro Cristo,
«ripudiato fino al fondo della coscienza individuale, cacciato
da tutto quanto sia pubblico, da tutto quanto sia sociale;
cacciato dallo Stato, che non cerca più nella Sua autorità la
consacrazione della propria; cacciato dalle leggi, di cui la Sua
legge non è più sovrana; cacciato dalla famiglia, costituitasi
all’infuori della Sua benedizione; cacciato dalla scuola, dove il
Suo insegnamento non è più l’anima dell’educazione;
cacciato dalla scienza, dove non ottiene omaggio migliore che quello
di una sorta di neutralità non meno ingiuriosa che la negazione;
cacciato da ogni parte, tranne che da un recesso dell’anima, dove
si consente di lasciargli un rimasuglio di dimora».
L’intervento
del Sacro Cuore per evitare la gran ribellione
Torniamo
ora all’Evento che avrebbe potuto impedire l’esito di tale gran
congiura.
Un
evento portatore dell’antidoto per tale scempio della ribellione
razionalista e atea, sarebbe naturalmente portatore di quell’amore
ineffabile per il bene degli uomini nelle loro miserie, che solo il
Cuore divino può esprimere.
Nel
1689 Luigi XIV della famiglia Borbone, raggiunti i 50 anni d’età e
un enorme potere, ricevette, probabilmente attraverso il suo
confessore Père La Chaise, la misteriosa richiesta di consacrare il
suo regno al Sacro Cuore; richiesta fatta pervenire attraverso
una visione nel convento di Paray-le-Monial, il 17 giugno di
quel 1689 alla suora visitandina S. Margherita Maria Alacoque.
Eccone i termini: “Fa sapere al figlio primogenito del Mio
Sacro Cuore che, così come la sua nascita temporale é stata
ottenuta per la devozione ai meriti della Mia santa Infanzia,
nello stesso modo, egli otterrà la sua nascita nella grazia e
nella gloria eterna per la consacrazione che farà di se stesso
al Mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, per mezzo suo,
su quelli dei grandi della Terra. Egli vuol regnare nel suo palazzo,
essere dipinto nei suoi stendardi e stampato sulle sue armi per farlo
vittorioso sui suoi nemici, piegando ai suoi piedi le teste
orgogliose e superbe e per farlo trionfare su tutti i nemici della
Santa Chiesa”.Maanche nel fare questa richiesta, il
Signore, in seguito, rivelò alla Veggente: “Non saranno le
potenze umane a far progredire la Devozione al Sacro Cuore, ma
questa e il Regno del Sacro Cuore saranno stabiliti per mezzo di
persone povere e disprezzate e in mezzo alle contraddizioni, in tal
modo che non possa attribuire alcun merito al potere umano”.
Luigi
XIV, educato in una devozione cattolica centenaria, non considerò la
domanda, evitando di far sapere che l’aveva ricevuta. Perché mai,
se per il cattolico Re di Francia tale domanda non doveva sembrare
tanto strana quanto lo è oggi per la mentalità moderna? È bene,
dunque, rivedere questo pensiero cattolico della Francia antica,
perché è a esso che si riferisce la misteriosa comunicazione del
Signore alla Veggente di Fatima. Ci doveva essere, quindi, un punto
basilare della fede cattolica che si andava perdendo allora e che
oggi, senza il concorso di quanto è successo a Fatima, non sarebbe
nemmeno ricordato. Qualcosa divenuto assai estraneo alla mentalità
moderna, anche in ambienti religiosi, e che provoca l’attuale
passione del Cristianesimo, abbandonato ovunque.
In
quei tempi la fedeltà all’Idea cristiana era scontata. Ci aiuta a
capirlo il Discorso del Vescovo Bossuet, riguardante proprio per la
formazione del Delfino di Francia, che doveva assumere le
responsabilità regali, secondo il voto tradizionale dei Borboni.
Si
trattava dell’intervento divino nella storia degli uomini e dei
regni.
Questo
pensiero era alla radice della devozione storica del
popolo francese, iniziata con la conversione del Re Clodoveo che si
estese a tutto il popolo. Proseguì, poi, nella prima dinastia dei
Merovingi e, con notevoli sviluppi del Cristianesimo, nella seconda
dinastia. Re Pipino viaggiava per i suoi territori seguendo
l’itinerario delle cappelle, erette nelle visite regali. Suo
figlio, Carlo Magno, fu prodigo nell’erigere chiese e abbazie e a
sostenere il potere del Pontefice Romano; e così continuarono i suoi
figli.
Siamo
così arrivati a Luigi XIII, figlio di Enrico IV e Maria de’
Medici.
Pur
considerando che suo padre si era convertito per ragioni politiche,
questo re e la regina, Anna d’Austria, erano devoti cattolici.
Per 25 anni non ebbero figli, ma perseverarono nell’invocare
l’aiuto della madre di Dio, e nacque loro un figlio che sarebbe
divenuto Luigi XIV. Il Re riconobbe pubblicamente che quella nascita
era stata ottenuta per intervento della Provvidenza, perciò consacrò
solennemente la Francia alla Regina del Cielo e ordinò al suo
esercito di recitare il Santo Rosario per la conversione dei
protestanti. Nel Decreto della Consacrazione del Re e del suo
Regno alla protettrice Vergine Santissima c’erano
ardenti impegni, affinché i discendenti continuassero in quella
devozione. Come si vede, la consacrazione richiesta dal Sacro
Cuore a Luigi XIV non costituiva un fatto inusitato per quella
famiglia, ma era in fedele continuità con la vita cattolica della
Francia, figlia primogenita della Chiesa. Tuttavia Luigi XIV,
sia perché mal consigliato dal suo direttore spirituale, sia
perché in crisi di fede, trascurò la Consacrazione al Sacro
Cuore che, più che una richiesta, era un’offerta preziosa, finale
in vista di eventi rivoluzionari la cui origine nel campo delle
idee già si rivelava allora.
1689
– 1789
Ecco
il mistero svelato nella storia della Francia. Proprio allora
cominciava il lavorio rivoluzionario per cambiare la storia di questa
nazione cattolica. E esattamente cento anni dopo, jour pour
jour, il 17 giugno 1789, festa del Sacro Cuore, il “Terzo
Stato” spogliava la Monarchia borbonica dei suoi poteri. Il Re
Luigi XVI, discendente di Luigi XIV e perciò custode della
richiesta, cercò, ormai prigioniero, di compiere la consacrazione,
ma era tardi! Nella prigione del Tempio furono trovate immagini del
Sacro Cuore con la consacrazione della Francia, firmata dalla
regina Maria Antonietta e da M.me Elisabetta, sorella di Luigi
XVI, che compose allora un commovente atto di rassegnazione
cristiana. Ma per il Regno era troppo tardi! Nel 1793 il Re di
Francia fu ghigliottinato, e una simile sorte toccò a quasi tutta la
famiglia reale e a gran parte della sua corte.
La
Rivoluzione si scatenava contro la Cristianità, i suoi Re
e l’Ordine in terra.
La
Misericordia divina aveva tentato di preservare la Francia e il mondo
da simile disgrazia, ma non fu ascoltata… la richiesta fu
considerata intervento inverosimile.
Tornando
a essa, risulta che anche a Père La Chaise, il gesuita
confessore di Luigi XIV, furono promesse benedizioni alla sua
Compagnia di Gesù se, portando la domanda al Re, si fosse
impegnato affinché l’accogliesse. Ciò non avvenne. Da allora
i Gesuiti hanno sofferto varie avversità e persecuzioni, fino
ad essere espulsi dalla Francia, dalla Spagna, dal Portogallo, dal
Regno di Napoli e, più tardi, nel 1773, soppressi da Papa Clemente
XIV. Invece, sarebbero stati umili gesuiti, come il Beato La
Colombière, confessore della Santa Margherita Maria, P. Croiset e i
loro continuatori, a lottare contro le contraddizioni del tempo per
diffondere la devozione al Sacro Cuore di Gesù, come era
stato predetto.
Resta
da segnalare come il culto al Sacro Cuore, nobilissima parte del
Corpo Divino e simbolo dell’Amore infinito, fosse richiesto
proprio per affrontare il disamore e indiferrenza generali, aizzato
dall’odio della rivoluzione razionalista.
Secondo
la visione cattolica, che è quella di Gesù attraverso la Madonna di
Fatima, cosa può essere più letale per l’umanità che
lasoppressione del Capo che rappresenta il Signore per
evitare l’apostasia universale e l’Anticristo? È la questione
essenziale del Segreto che, come già noto, riguardava una
persecuzione politica inaudita in seguito al “grande segno che
Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per
mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al
Santo Padre.
Il
mondo scristianizzato andrebbe, dunque, verso un disastro politico e
sociale peggiore delle grandi guerre, demolendo quanto rappresenta
Dio in terra. Si faccia bene attenzione perché siamo di fronte a un
trapasso EPOCALE; D’ORDINE STORICO!
Ciò
si può capire solo considerando che quando il mondo colpisce, in
nome della libertà, l’autorità della Parola divina, taglia da sé
l’ossigeno della vita spirituale e fa svanire l’amore al bene e
alla verità che regge ogni società umana. In altre parole, senza la
voce di Cristo per richiamare i popoli alla retta via, il mondo è
irretito da errori e da delitti; perde la capacità morale per
tutelare il bene e bandire il male; tolta di mezzo l’Autorità di
Cristo, il male infesta senza ostacoli ogni civiltà. Ecco la visione
del Terzo Segreto, ossia lo sterminio del Papa e dei suoi testimoni
cattolici, che palesa la rimozione del katéchon, l’ultimo
ostacolo all’occupazione della “Sede di Dio” nel testo di San
Paolo (II Ts).
La
“decapitazione” papale fu predetta nella comunicazione del
Signore a Suor Lucia nell’ agosto 1931: “Fa
sapere ai miei ministri che siccome essi hanno seguito l’esempio
del Re di Francia nel ritardare l’esecuzione della mia
domanda, lo seguiranno nella disgrazia (Documenti
su Fatima di P. Alonso); l’acefalia
che significa lasciare l’umanità in preda alla politica deteriore
di un occulto signore, il cui infido impero, edonista ma assassino,
ecumenista ma ateo, va riconosciuto come il flagello più rovinoso di
tutte le guerre e rivoluzioni mondiali messe insieme: l’impero
del nuovo ordine
mondiale, ordito per
sostituire l’Ordine di Cristo, perfino a Roma.
Eppure,
la visione dell’abbattimento del vero ostacolo, istituito per
impedire la scalata di tale subdolo e devastante potere
dell’Anticristo, non desta reazione proporzionata alla calamità
terminale che rappresenta. Perché? Non sarà che il mistero del
Terzo Segreto si rende chiaro solo alla luce della grande apostasia
dall’autorità di Dio nella persona del Suo Vicario? Apostasia così
vasta che coinvolge tutta l’intellighezia clericale della
cosiddetta “cultura cristiana”, resa cieca alla “profezia
politica di Fatima”?
È
nell’ordine religioso che spunta e perciò va affrontato tale
congiura civile.
Lo capisce solo chi sa che il «complotto metafisico» è inerente alla Fede rivelata, riguardante la «fine del tempo delle nazioni (cristiane) secondo Gesù in Luca 21, 24.
Ecco la chiesa conciliare che dichiara l’inutilità della conversione a Gesù Cristo.
A questa luce si vede che, oltre alla «teoria del complotto» inerente alla Religione rivelata e al Cristianesimo, la grande realtà dell’ora presente è il complotto clericale!
Infatti, il Vaticano di Benedetto 16, Bergoglio e la CEI, con la rivoluzione del Vaticano 2, è già allineato al nuovo disordine universale delle eresie irreversibili di cui Bagnasco si fa portavoce: “Non c’è, nel modo più assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa (conciliare) ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Vaticano II. A tale riguardo la CEI ribadisce che non è intenzione della Chiesa (conciliare) di operare attivamente per la conversione degli ebrei (22.09.09)”.
Lo capisce solo chi sa che il «complotto metafisico» è inerente alla Fede rivelata, riguardante la «fine del tempo delle nazioni (cristiane) secondo Gesù in Luca 21, 24.
Ecco la chiesa conciliare che dichiara l’inutilità della conversione a Gesù Cristo.
A questa luce si vede che, oltre alla «teoria del complotto» inerente alla Religione rivelata e al Cristianesimo, la grande realtà dell’ora presente è il complotto clericale!
Infatti, il Vaticano di Benedetto 16, Bergoglio e la CEI, con la rivoluzione del Vaticano 2, è già allineato al nuovo disordine universale delle eresie irreversibili di cui Bagnasco si fa portavoce: “Non c’è, nel modo più assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa (conciliare) ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Vaticano II. A tale riguardo la CEI ribadisce che non è intenzione della Chiesa (conciliare) di operare attivamente per la conversione degli ebrei (22.09.09)”.
È la
Roma dei vescovi spenti, ormai scristianizzata e decaduta dalla
missione di centro della Cristianità, ossia di Sede romana, da dove
si sentiva la Voce dell’autorità di Dio.
Da
tale antro, oggi si dichiara il diritto alla libertà religiosa
dell’umana scelleratezza proprio quando gli uomini abusano della
libertà, perfino contro la Legge naturale e divina. È la Roma degli
anticristi; della libera dignità di cogliere dall’albero del bene
e del male, non solo ammessa, ma lodata con immensa simpatia da
Paolo 6º chiudendo il Vaticano 2, il cui scopo confessato era
d’incorporare la dignità dei “valori di 200 anni d’Illuminismo”
(vedi intervista di Ratzinger a Vittorio Messori). Scopo compiuto e
Benedetto 16 si può vantare nei suoi discorsi, che tale
incorporazione è realizzata! Loro sono, infatti, parte del complotto
per mutare la Chiesa con «cappa e tiara». Jean Guitton, che non fu
solo amico personale di Paolo VI, ma pure uno dei primi laici a
partecipare al Vaticano 2, fornì notizie sul suo progetto, prima e
dopo la sua realizzazione. Nel 1962 pubblicò un «Dialogo con i
precursori – Giornale ecumenista 1922-1962, (Ed. Montaigne-Paris).
Rievoca «i precursori del periodo 1922-1962», svelando così come
già all’apertura del Vaticano 2 tutto era a posto per la trama del
gran mutamento… che continua!
Ora, poiché si deve cercare «piuttosto il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutto il resto sarà dato in aggiunta» (Mt 6, 33; Lc 12, 31), si capisce che la giustizia richieda di affrontare prima di tutto questo grande inganno di una falsa chiesa che avversa i segni cattolici del Regno nella sua Sede terrena; nella Terra fecondata dal sangue di tanti Santi e Testimoni, da onorare fino alla fine dei tempi. Per superare la crisi universale si deve tornare al concetto di unico «Bene» rivelato; perciò alla Chiesa che lo insegnava, ma che è oggi occupata da anticristi sedotti dalla pluralità dei «beni» illuministici.
La presenza del vero Papa è cagione del vero «Bene» che oggi manca in un mondo alienato e festivo, nel cui vuoto fermenta ogni crisi mentale e morale per le anime.
Dobbiamo, quindi, supplicare e impegnarci per il ritorno del Papa cattolico che elimini le rese e aperture alla rivoluzione gay, una delle tante che, festosamente seguì a ruota l’inversione conciliare. Dal disprezzo per le «profezie di disgrazie» (G23) si è giunti al complotto universale che affonda le sue radici nella Genesi, nel “sarete come dèi”, con seguito fatale per non aver ascoltato la dolce Voce, venuta dal Cuore divino, trafitto da tutte le nostre miserie umane. Eppure, Gesù lo ribadì a Fatima: siete sempre in tempo di ricorrere al Mio Sacro Cuore, per mezzo dell’Immacolato Cuore di Maria!
Ora, poiché si deve cercare «piuttosto il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutto il resto sarà dato in aggiunta» (Mt 6, 33; Lc 12, 31), si capisce che la giustizia richieda di affrontare prima di tutto questo grande inganno di una falsa chiesa che avversa i segni cattolici del Regno nella sua Sede terrena; nella Terra fecondata dal sangue di tanti Santi e Testimoni, da onorare fino alla fine dei tempi. Per superare la crisi universale si deve tornare al concetto di unico «Bene» rivelato; perciò alla Chiesa che lo insegnava, ma che è oggi occupata da anticristi sedotti dalla pluralità dei «beni» illuministici.
La presenza del vero Papa è cagione del vero «Bene» che oggi manca in un mondo alienato e festivo, nel cui vuoto fermenta ogni crisi mentale e morale per le anime.
Dobbiamo, quindi, supplicare e impegnarci per il ritorno del Papa cattolico che elimini le rese e aperture alla rivoluzione gay, una delle tante che, festosamente seguì a ruota l’inversione conciliare. Dal disprezzo per le «profezie di disgrazie» (G23) si è giunti al complotto universale che affonda le sue radici nella Genesi, nel “sarete come dèi”, con seguito fatale per non aver ascoltato la dolce Voce, venuta dal Cuore divino, trafitto da tutte le nostre miserie umane. Eppure, Gesù lo ribadì a Fatima: siete sempre in tempo di ricorrere al Mio Sacro Cuore, per mezzo dell’Immacolato Cuore di Maria!
Alla
Chiesa trionfante, insieme alla Sofferente, ricorriamo come Chiesa
militante, aspirando alla vittoria data per giunta al «Piccolo
resto», secondo la promessa di Gesù Signore. Solo Lui, Vittima
divina dello smisurato «complotto» del mondo nemico, ci può far
partecipe della Sua vittoria sul disordine degli anticristi a Roma e
ovunque.
Dalla
Lettera Enciclica Miserentissimus Redemptor di
Papa Pio XI (8 maggio 1928):
«Nel
manifestarsi a Margherita Maria, Cristo, mentre insisteva
sull’immensità del proprio amore, al tempo stesso, in
atteggiamento addolorato, si lamentò dei tanti e tanto gravi
oltraggi a sé fatti dall’ingratitudine degli uomini, con queste
parole, che dovrebbero sempre essere colpite nel cuore delle anime
buone né mai cancellarsi dalla memoria: « Ecco –
disse – quel
Cuore che ha tanto amato gli uomini e li ha ricolmati di tutti i
benefìci, ma in cambio del suo amore infinito, anziché trovare
gratitudine, incontrò invece dimenticanza, indifferenza, oltraggi, e
questi arrecatigli talora anche da anime a lui obbligate con il più
stretto debito di speciale amore ».
ATTO
DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ
Gesù
dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta
ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo,
ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con
particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le
ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini
l’amantissimo tuo Cuore.
Ricordando
però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e
provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua
misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i
peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando
lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore
e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse
del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E
mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti,
ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e
le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese
dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni
festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi,
gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale,
le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso
Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle
nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te
fondata.
Oh!
potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come
riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo —
accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i
Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un
giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli
altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto
sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da
noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la
fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza
perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e
d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di
Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito. Accogli, Te ne
preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata
Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione,
e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino
alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo
tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo
Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così
sia.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
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