ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 8 giugno 2013

Non vogliono che regni...!

Sacro Cuore

CRISI FATALE PER UN’EUROPA ALIENA AL SACRO CUORE


L’Evento profetico suscitato per impedire l’esito della «trama» storica diretta alla rovina della Cristianità, dopo essere stato disprezzato, è oggi interamente obliato. Riguarda specialmente la Francia cattolica, orfana della Dinastia Borbonica. Vediamo allora un po’ della sua storia, per situare e ricordare quest’Evento straordinario.

In seguito alla trama ribelle del Protestantesimo, avvenne una «crisi della coscienza europea» – situa­ta dallo storico Paul Hazard, alla fine del regno di Luigi XIV, tra il 1680 e il 1715. C´era allora la scalata dell’Enciclopedismo massone contro il Cristianesimo, tramata da «maître à penser», detti «maître d’hotel de la nouvelle philosophie», come poi Giovanni 23, degno del titolo di «concierge» del modernista Vaticano 2 delle logge.
Proliferarono allora i pensatori dello scientismo, della «Bibbia del materialismo ateo»,  che suscitava risate perfino di Voltai­re. Tutto seguiva il piano dei «maestri congiurati» per oscurare la Cristianità: «écraser l’infâme!» con la neo «cultura» del buio illuminista.
A questo scopo si erano impegnati a sovvertire intellettualmente ministri, principi e anche le teste regali. Quale terribile ironia affiora da certi docu­menti, come dalla lettera di Maria An­tonietta a sua sorella, la regina Maria Cri­stina (26.2.1781): “Penso che vi preoccu­pate troppo della Massoneria. Tutti qui ci appartengono. Di recente, è stata nominata gran-maestra di una Loggia la principessa Lambal­le, che mi ha raccontato di tante belle co­se che vi sono state dette”! La Rivoluzione partiva dall’allegria di belle co­se dette in corte. Difatti, a co­minciare dal cugino del re, il futuro regici­da Filippo “Egalité” – a suo turno ghigliottinato! – dall’alto delle loro posizioni aderirono alla trama illuminista per «massonizzare» quel piccolo mondo antico, dai nobili all’esercito.
Seguì la rivoluzione: gran complotto demo-liberticida per liquidarli tutti.
Non sarebbe un «complotto» solo se l’«ordine illuminista» fosse bene inestimabile da trasmettere, come lascia credere Benedetto 16, perfino ai mussulmani (vedi discorso del 22.12. 2006 e altri). Era un nuovo bene? Solo se l’Ordine cristiano fosse privo di quel bene unico per le anime e le società, che consolida diritti, giustizia e pace.
E infatti la Rivoluzione ha portato tanto disordine e conflitti che c’è stato bisogno di una mano di ferro imperialista per ristabilire il nuovo duro «ordine rivoluzionario». E Napoleone I, diffuse, a ferro e fuoco, nel mon­do, gli “ideali rivoluzionari”, ripetendo, di es­sere il difensore delle idee del 1789, il «Messia» che «consacra» la Rivoluzione iniettandola nel­le leggi. Certo, per annientare il Regno sociale di Gesù Cristo poiché la Rivolu­zione è la società scristianizzata; il complotto contro Cristo, «ripudiato fino al fondo della coscienza in­dividuale, cacciato da tutto quanto sia pub­blico, da tutto quanto sia sociale; cacciato dallo Stato, che non cerca più nella Sua autorità la consacrazione della propria; cacciato dalle leggi, di cui la Sua legge non è più sovrana; cacciato dalla famiglia, co­stituitasi all’infuori della Sua benedizione; cacciato dalla scuola, dove il Suo insegna­mento non è più l’anima dell’educazione; cacciato dalla scienza, dove non ottiene omaggio migliore che quello di una sorta di neutralità non meno ingiuriosa che la ne­gazione; cacciato da ogni parte, tranne che da un recesso dell’anima, dove si consen­te di lasciargli un rimasuglio di dimora».
L’intervento del Sacro Cuore per evitare la gran ribellione
Torniamo ora all’Evento che avrebbe potuto impedire l’esito di tale gran congiura.
Un evento portatore dell’antidoto per tale scempio della ribellione razionalista e atea, sarebbe naturalmente portatore di quell’amore ineffabile per il bene degli uomini nelle loro miserie, che solo il Cuore divino può esprimere.
Nel 1689 Luigi XIV della famiglia Borbone, raggiunti i 50 anni d’età e un enorme potere, ricevette, probabilmen­te attraverso il suo confessore Père La Chaise, la misteriosa richiesta di consacrare il suo re­gno al Sacro Cuore; richiesta fatta pervenire attraverso una visione nel convento di Paray-le-­Monial, il 17 giugno di quel 1689 alla suora visitandina S. Margherita Maria Alaco­que. Eccone i termini: “Fa sapere al figlio primogenito del Mio Sa­cro Cuore che, così come la sua nascita temporale é stata ottenuta per la devozio­ne ai meriti della Mia santa Infanzia, nello stesso modo, egli otterrà la sua nascita nel­la grazia e nella gloria eterna per la con­sacrazione che farà di se stesso al Mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, per mezzo suo, su quelli dei grandi della Terra. Egli vuol regnare nel suo pa­lazzo, essere dipinto nei suoi stendardi e stampato sulle sue armi per farlo vittorio­so sui suoi nemici, piegando ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe e per farlo trionfare su tutti i nemici della Santa Chiesa”.Maanche nel fare questa ri­chiesta, il Signore, in seguito, rivelò alla Veggente: “Non saranno le poten­ze umane a far progredire la Devozione al Sacro Cuore, ma questa e il Regno del Sacro Cuore saranno stabiliti per mezzo di persone povere e disprezzate e in mezzo alle contraddizioni, in tal modo che non possa attribuire alcun merito al potere umano”.
Luigi XIV, educato in una devozione cattolica centenaria, non considerò la domanda, evitando di far sapere che l’aveva ricevuta. Perché mai, se per il cattolico Re di Francia tale domanda non doveva sembrare tanto strana quanto lo è oggi per la mentalità moderna? È bene, dunque, rivedere questo pensiero cattolico della Francia antica, perché è a esso che si riferisce la misteriosa comunicazione del Signore alla Veggente di Fatima. Ci doveva essere, quindi, un punto basilare della fede cattolica che si andava perdendo allora e che oggi, senza il concorso di quanto è successo a Fatima, non sarebbe nemmeno ricordato. Qualcosa divenuto assai estraneo alla mentalità moderna, anche in ambienti religiosi, e che provoca l’attuale passione del Cristianesimo, abbandonato ovunque.
In quei tempi la fedeltà all’Idea cristiana era scontata. Ci aiuta a capirlo il Discorso del Vescovo Bossuet, riguardante proprio per la formazione del Delfino di Francia, che doveva assumere le responsabilità regali, secondo il voto tradizionale dei Borboni.
Si trattava dell’intervento divino nella storia degli uomini e dei regni.
Questo pensiero era alla radice della devozione storica del popolo francese, iniziata con la conversione del Re Clodoveo che si estese a tutto il popolo. Proseguì, poi, nella prima dinastia dei Merovingi e, con notevoli sviluppi del Cristianesimo, nella seconda dinastia. Re Pipino viaggiava per i suoi territori seguendo l’itinerario delle cappelle, erette nelle visite regali. Suo figlio, Carlo Magno, fu prodigo nell’erigere chiese e abbazie e a sostenere il potere del Pontefice Romano; e così continuarono i suoi figli.
Siamo così arrivati a Luigi XIII, figlio di Enrico IV e Maria de’ Medici.
Pur considerando che suo padre si era convertito per ragioni politi­che, questo re e la regina, Anna d’Austria, era­no devoti cattolici. Per 25 anni non ebbe­ro figli, ma perseverarono nell’invocare l’aiuto della madre di Dio, e nacque loro un figlio che sarebbe divenuto Luigi XIV. Il Re riconobbe pubblicamente che quella nascita era stata ottenuta per intervento della Provvidenza, perciò consacrò solen­nemente la Francia alla Regina del Cielo e ordinò al suo esercito di recitare il Santo Rosario per la conversione dei protestan­ti. Nel Decreto della Consacrazione del Re e del suo Regno alla protettri­ce Vergine Santissima  c’erano ardenti impegni, affin­ché i discendenti continuassero in quella devozione. Come si vede, la consacrazione richie­sta dal Sacro Cuore a Luigi XIV non costituiva un fatto inusitato per quella famiglia, ma era in fedele continuità con la vita cattolica della Francia, figlia pri­mogenita della Chiesa. Tuttavia Luigi XIV, sia perché mal consi­gliato dal suo direttore spirituale, sia per­ché in crisi di fede, trascurò la Consacrazione al Sacro Cuore che, più che una richiesta, era un’offerta preziosa, finale in vista di eventi rivoluzio­nari la cui origine nel campo delle idee già si rivelava allora.
       1689 – 1789
Ecco il mistero svelato nella storia della Francia. Proprio allora cominciava il lavorio rivoluzionario per cambiare la storia di questa nazione cattolica. E esattamente cento anni dopo, jour pour jour, il 17 giugno 1789, festa del Sacro Cuore, il “Terzo Sta­to” spogliava la Monarchia borbonica dei suoi poteri. Il Re Luigi XVI, discendente di Luigi XIV e perciò custode della richiesta, cercò, ormai prigioniero, di compiere la consacrazione, ma era tardi! Nella prigione del Tempio furono trovate immagini del Sacro Cuore con la consacra­zione della Francia, firmata dalla regina Maria Antonietta e da M.me Elisabetta, so­rella di Luigi XVI, che compose allora un commovente atto di rassegnazione cristia­na. Ma per il Regno era troppo tardi! Nel 1793 il Re di Francia fu ghigliottinato, e una simile sorte toccò a quasi tutta la famiglia reale e a gran parte della sua corte.
La Ri­voluzione si scatenava contro la Cri­stianità, i suoi Re e l’Ordine in terra.
La Misericordia divina aveva tentato di preservare la Francia e il mondo da si­mile disgrazia, ma non fu ascoltata… la richiesta fu considerata intervento inverosimile.
Tornando a essa, risulta che anche a Pè­re La Chaise, il gesuita confessore di Luigi XIV, furono promesse benedizioni alla sua Compagnia di Gesù se, portando la doman­da al Re, si fosse impegnato affinché l’accogliesse. Ciò non avvenne. Da al­lora i Gesuiti hanno sofferto varie avversi­tà e persecuzioni, fino ad essere espulsi dalla Francia, dalla Spagna, dal Portogallo, dal Regno di Napoli e, più tardi, nel 1773, soppressi da Papa Clemente XIV. Invece, sarebbero stati umili gesuiti, come il Beato La Colombière, confessore della Santa Margherita Maria, P. Croiset e i loro continuatori, a lottare contro le contraddizioni del tempo per dif­fondere la devozione al Sacro Cuore di Ge­sù, come era stato predetto.
Resta da segnalare come il culto al Sa­cro Cuore, nobilissima parte del Corpo Di­vino e simbolo dell’Amore infinito, fosse ri­chiesto proprio per affrontare il disamore e indiferrenza generali, aizzato dall’odio della rivoluzione razionalista.
Secondo la visione cattolica, che è quella di Gesù attraverso la Madonna di Fatima, cosa può essere più letale per l’umanità che lasoppressione del Capo che rappresenta il Signore per evitare l’apostasia universale e l’Anticristo? È la questione essenziale del Segreto che, come già noto, riguardava una persecuzione politica inaudita in seguito al “grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre.
Il mondo scristianizzato andrebbe, dunque, verso un disastro politico e sociale peggiore delle grandi guerre, demolendo quanto rappresenta Dio in terra. Si faccia bene attenzione perché siamo di fronte a un trapasso EPOCALE; D’ORDINE STORICO!
Ciò si può capire solo considerando che quando il mondo colpisce, in nome della libertà, l’autorità della Parola divina, taglia da sé l’ossigeno della vita spirituale e fa svanire l’amore al bene e alla verità che regge ogni società umana. In altre parole, senza la voce di Cristo per richiamare i popoli alla retta via, il mondo è irretito da errori e da delitti; perde la capacità morale per tutelare il bene e bandire il male; tolta di mezzo l’Autorità di Cristo, il male infesta senza ostacoli ogni civiltà. Ecco la visione del Terzo Segreto, ossia lo sterminio del Papa e dei suoi testimoni cattolici, che palesa la rimozione del katéchon, l’ultimo ostacolo all’occupazione della “Sede di Dio” nel testo di San Paolo (II Ts).
La “decapitazione” papale fu predetta nella comunicazione del Signore a Suor Lucia nell’ agosto 1931: “Fa sapere ai miei ministri che siccome essi hanno seguito l’esempio del Re di Francia nel ritardare l’esecuzio­ne della mia domanda, lo seguiranno nel­la disgrazia (Documenti su Fatima di P. Alonso); l’acefalia che significa lasciare l’umanità in preda alla politica deteriore di un occulto signore, il cui infido impero, edonista ma assassino, ecumenista ma ateo, va riconosciuto come il flagello più rovinoso di tutte le guerre e rivoluzioni mondiali messe insieme: l’impero del nuovo ordine mondiale, ordito per sostituire l’Ordine di Cristo, perfino a Roma.
Eppure, la visione dell’abbattimento del vero ostacolo, istituito per impedire la scalata di tale subdolo e devastante potere dell’Anticristo, non desta reazione proporzionata alla calamità terminale che rappresenta. Perché? Non sarà che il mistero del Terzo Segreto si rende chiaro solo alla luce della grande apostasia dall’autorità di Dio nella persona del Suo Vicario? Apostasia così vasta che coinvolge tutta l’intellighezia clericale della cosiddetta “cultura cristiana”, resa cieca alla “profezia politica di Fatima”?
È nell’ordine religioso che spunta e perciò va affrontato tale congiura civile.
Lo capisce solo chi sa che il «complotto metafisico» è inerente alla Fede rivelata, riguardante la «fine del tempo delle nazioni (cristiane) secondo Gesù in Luca 21, 24.
Ecco la chiesa conciliare che dichiara l’inutilità della conversione a Gesù Cristo.
A questa luce si vede che, oltre alla «teoria del complotto» inerente alla Religione rivelata e al Cristianesimo, la grande realtà dell’ora presente è il complotto clericale!
Infatti, il Vaticano di Benedetto 16, Bergoglio e la CEI, con la rivoluzione del Vaticano 2, è già allineato al nuovo disordine universale delle eresie irreversibili di cui Bagnasco si fa portavoce: “Non c’è, nel modo più assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa (conciliare) ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Vaticano II. A tale riguardo la CEI ribadisce che non è intenzione della Chiesa (conciliare) di operare attivamente per la conversione degli ebrei (22.09.09)”.
È la Roma dei vescovi spenti, ormai scristianizzata e decaduta dalla missione di centro della Cristianità, ossia di Sede romana, da dove si sentiva la Voce dell’autorità di Dio.
Da tale antro, oggi si dichiara il diritto alla libertà religiosa dell’umana scelleratezza proprio quando gli uomini abusano della libertà, perfino contro la Legge naturale e divina. È la Roma degli anticristi; della libera dignità di cogliere dall’albero del bene e del male, non solo ammessa, ma lodata con immensa simpatia  da Paolo 6º chiudendo il Vaticano 2, il cui scopo confessato era d’incorporare la dignità dei “valori di 200 anni d’Illuminismo” (vedi intervista di Ratzinger a Vittorio Messori). Scopo compiuto e Benedetto 16 si può vantare nei suoi discorsi, che tale incorporazione è realizzata! Loro sono, infatti, parte del complotto per mutare la Chiesa con «cappa e tiara». Jean Guitton, che non fu solo amico personale di Paolo VI, ma pure uno dei primi laici a partecipare al Vaticano 2, fornì notizie sul suo progetto, prima e dopo la sua realizzazione. Nel 1962 pubblicò un «Dialogo con i precursori – Giornale ecumenista 1922-1962, (Ed. Montaigne-Paris). Rievoca «i precursori del periodo 1922-1962», svelando così come già all’apertura del Vaticano 2 tutto era a posto per la trama del gran mutamento… che continua!
Ora, poiché si deve cercare «piuttosto il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutto il resto sarà dato in aggiunta» (Mt 6, 33; Lc 12, 31), si capisce che la giustizia richieda di affrontare prima di tutto questo grande inganno di una falsa chiesa che avversa i segni cattolici del Regno nella sua Sede terrena; nella Terra fecondata dal sangue di tanti Santi e Testimoni, da onorare fino alla fine dei tempi. Per superare la crisi universale si deve tornare al concetto di unico «Bene» rivelato; perciò alla Chiesa che lo insegnava, ma che è oggi occupata da anticristi sedotti dalla pluralità dei «beni» illuministici.
La presenza del vero Papa è cagione del vero «Bene» che oggi manca in un mondo alienato e festivo, nel cui vuoto fermenta ogni crisi mentale e morale per le anime.
Dobbiamo, quindi, supplicare e impegnarci per il ritorno del Papa cattolico che elimini le rese e aperture alla rivoluzione gay, una delle tante che, festosamente seguì a ruota l’inversione conciliare. Dal disprezzo per le «profezie di disgrazie» (G23) si è giunti al complotto universale che affonda le sue radici nella Genesi, nel “sarete come dèi”, con seguito fatale per non aver ascoltato la dolce Voce, venuta dal Cuore divino, trafitto da tutte le nostre miserie umane. Eppure, Gesù lo ribadì a Fatima: siete sempre in tempo di ricorrere al Mio Sacro Cuore, per mezzo dell’Immacolato Cuore di Maria!
Alla Chiesa trionfante, insieme alla Sofferente, ricorriamo come Chiesa militante, aspirando alla vittoria data per giunta al «Piccolo resto», secondo la promessa di Gesù Signore. Solo Lui, Vittima divina dello smisurato «complotto» del mondo nemico, ci può far partecipe della Sua vittoria sul disordine degli anticristi a Roma e ovunque.
Dalla Lettera Enciclica Miserentissimus Redemptor di Papa Pio XI (8 maggio 1928):
«Nel manifestarsi a Margherita Maria, Cristo, mentre insisteva sull’immensità del proprio amore, al tempo stesso, in atteggiamento addolorato, si lamentò dei tanti e tanto gravi oltraggi a sé fatti dall’ingratitudine degli uomini, con queste parole, che dovrebbero sempre essere colpite nel cuore delle anime buone né mai cancellarsi dalla memoria: « Ecco – disse – quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e li ha ricolmati di tutti i benefìci, ma in cambio del suo amore infinito, anziché trovare gratitudine, incontrò invece dimenticanza, indifferenza, oltraggi, e questi arrecatigli talora anche da anime a lui obbligate con il più stretto debito di speciale amore ».
ATTO DI RIPARAZIONE AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ
Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblìo, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.
Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.
E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Oh! potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo — accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito. Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele

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