ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 7 luglio 2013

Anime bbelle..

SCANDALOSO. ALLA PRESENTAZIONE DEL MEETING DI RIMINI DI COMUNIONE E LIBERAZIONE PARTECIPA UNA “ILLUSTRE” OSPITE: EMMA BONINO 


Pietro (inteso Piero) Cavallero morì il 28 gennaio 1997. Un tumore mise fine alla vita di uno dei più spietati banditi italiani dello scorso secolo. La “Banda della morte”, come era stata soprannominata dai giornalisti, aveva agito impunemente per anni: la sua “specialità” erano le rapine alle banche. Il 25 settembre 1967 a Milano, in trenta minuti di follia, i quattro rapinatori (Il capo, Cavallero, Donato Lopez, Sante Notarnicola e Adriano Rovoletto) chiusero tragicamente la loro sciagurata “carriera”.
Per sfuggire alle Volanti della Polizia, che aveva individuato l’auto con cui si erano dati alla fuga dopo aver rapinato la filiale del Banco di Napoli di Largo Zandonai a Milano, i banditi non esitarono a sparare sui passanti, per creare confusione e costringere i poliziotti a fermarsi per dare soccorso ai malcapitati. Il bilancio finale fu tragico: quattro morti, decine di feriti. Precedentemente la Banda Cavallero aveva ucciso il medico condotto di Ciriè, il dott. Domenico Gaiottino, durante una rapina alla locale agenzia della Banca San Paolo.  Rovoletto fu catturato a Milano alla fine del folle inseguimento. Lopez il giorno successivo a Torino. Pochi giorni dopo anche Cavallero e Notarnicola finirono in manette. Condannato all’ergastolo per omicidio, tentato omicidio, rapina a mano armata, sequestro di persona, porto abusivo di armi da sparo e di armi da guerra, insieme ai suoi due complici maggiorenni (Lopez, all’epoca dei fatti diciassettenne, ebbe una condanna relativamente lieve), Cavallero in carcere iniziò un cammino di redenzione. Si convertì alla Fede cattolica, fu un detenuto modello e nel 1988 ottenne la semilibertà, lavorando presso il Centro Sermig di Torino. Nel 1992 fu definitivamente scarcerato. Non concesse interviste, non volle diventare un “personaggio”. Si limitò a ricordare che il pentimento non poteva comunque cancellare il male che aveva fatto e che riconosceva. Chiese perdono, a Dio e agli uomini. Non vogliamo certo fare l’apologia di un rapinatore omicida; ci limitiamo a notare che pagò il conto con la giustizia umana, e dichiarò pubblicamente il suo pentimento, riconoscendo il male che aveva fatto. Non cercò pubblicità o vantaggi dal suo sciagurato passato. Aveva sulla coscienza cinque morti, cinque vite spezzate.
Della signora Emma Bonino abbiamo parlato tante volte su Riscossa Cristiana. Negli anni della sua spensierata giovinezza fu tra i fondatori del CISA, un abortificio dove, per sua stessa ammissione (anzi, per suo stesso vanto) si praticarono circa 11.000 aborti. Non pagò mai il conto con la giustizia (ai tempi l’aborto era ancora punito dalla legge). Rifugiatasi dietro il comodo paravento dell’immunità parlamentare, poté dedicare la sua attività politica alla diffusione della morte, cantando vittoria quando la sciagurata legge 194 venne approvata. La legge che fino ad oggi ha consentito l’uccisione impunita di quasi sei milioni di bambini. Il partito radicale, di cui fu sempre animatrice e alter ego di quella tragicomica figura delirante-satanica di Pannella, ha diffuso in Italia tutto il male possibile, incentivando il divorzio, l’aborto, “lottando” per l’eutanasia (chi non ricorda l’assassinio di Eluana Englaro?), “lottando” per la libertà di uso degli stupefacenti, “lottando” per le nozze tra omosessuali. Pur non rappresentando che quattro gatti, i radicali ogni anno, da anni, succhiano milioni alle casse dello Stato con l’escamotage dei finanziamenti a Radio Radicale.
Si può affermare senza dubbio che Emma Bonino è una delle persone più pericolose in circolazione e che il male che ha fatto all’Italia è incalcolabile. Non rappresentando nessuno, se non il nichilismo tanatofilo, la Bonino è diventata Ministra degli Esteri del governo Letta. Un grazie al comunista Napolitano, che l’ha voluta in quell’incarico.
3 luglio 2013. A Roma viene presentato il Meeting 2013. Titolo:  “Emergenza uomo”. Presentatori: Emilia Guarnieri, presidentessa della Fondazione Meeting, Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà,  Mario Mauro, Ministro della Difesa, e Emma Bonino, Ministra degli Esteri.

Emma Bonino nel pieno delle sue attività giovanili.
 Aborto praticato con pompa da bicicletta.


Ho letto e riletto più volte la notizia. Francamente non riuscivo a crederci. È vero che già lo scorso anno il Meeting diede vita a uno dei più squalidi atti di servilismo al potere, con una santificazione del Loden fatta superando ampiamente i limiti del ridicolo. Ci chiedevamo lo scorso anno: “Dove va Comunione e Liberazione”? Ora, con la Bonino che addirittura interviene alla presentazione dell’edizione 2013 del Meeting si è davvero oltrepassato ogni limite. È consigliabile guardare il video di presentazione. Vittadini fa una delle sue consuete e confuse difese dell’Europa, Mauro non vale la pena neanche citarlo, è un piccolo uomo grigio che pur di stare a galla andrebbe a braccetto con chiunque. La star è lei, la tanatofila Bonino, che fa un discorso grondante umanità; parla degli orrori della guerra civile nella ex Jugoslavia, proclama l’orgoglio italiano di far parte dei Paesi fondatori della UE. Eccetera.
Ascolto, ascolto. Mi aspettavo, visto che il Meeting è espressione di Comunione e Liberazione, visto che Comunione e Liberazione è un movimento ecclesiale, che la Bonino, partecipando addirittura alla presentazione del Meeting, facesse un pubblico atto di pentimento per il suo sciagurato passato. Niente di tutto ciò, ovviamente.
Mi sono sentito sconcertato e tradito. Sissignori, tradito, perché la mia giovinezza l’ho passata in Gioventù Studentesca, da cui poi sarebbe nata Comunione e Liberazione. In Gioventù Studentesca ho incontrato la Fede, ho conosciuto persone eccezionali, prima tra tutte Don Giussani, un uomo che ha speso la sua vita per la Chiesa. Oggi vedo che il momento di maggior visibilità di Comunione e Liberazione, il Meeting di Rimini, apre le amorose braccia a Emma Bonino.
Siamo al capolinea. Di fesserie in politica Comunione e Liberazione ne ha fatte tante. Tuttavia in Comunione e Liberazione sono nate negli anni tante preziose opere, che danno testimonianze di un cattolicesimo vissuto integralmente e con vero impegno. Tanti bravissimi ciellini fanno quotidianamente opera di apostolato.
Ma la presenza di una Emma Bonino, con ciò che questa donna rappresenta in termini di assoluta, totale e indiscutibile negatività, in totale contrasto con la difesa dei valori non negoziabili, è davvero inaccettabile.
Perché sia stata fatta questa scelta, non ci riguarda. Lo strusciarsi con i potenti purtroppo è sempre stato un difetto da cui tanti dirigenti ciellini non sono riusciti a liberarsi. Ma sarebbe bene ogni tanto usare anche il cervello.
Già l’adesione fideistica all’Europa, l’Europa delle banche e della miseria generalizzata, l’Europa che bacchetta i Paesi che, come l’Italia, non garantiscono ancora i pieni “diritti” agli omosessuali o che pongono problemi all’esercizio del “diritto” di aborto, perché la gran maggioranza dei medici ha dichiarato l’obiezione di coscienza ( e infatti uno degli obiettivi dei sodali della Bonino è proprio l’abolizione del diritto all’obiezione), già l’adesione a questa Europa, dicevamo, è spiegabile solo con una tendenza al conformismo, tale da far apparire Don Abbondio come l’archetipo del coraggio leonino.
Ma ora, dulcis in fundo, abbiamo una Bonino che partecipa alla presentazione del Meeting. Ripeto: siamo al capolinea.
Credo che i responsabili del Meeting abbiano almeno un dovere di onestà nei confronti delle tantissime persone , in Italia e in tante parti del mondo, che guardano a CL come a un movimento ecclesiale. Hanno il dovere di chiarire che loro non c’entrano nulla con Comunione e Liberazione, ma che non c’entrano nulla nemmeno con la Chiesa cattolica. Il Meeting è una cosa a sé, un gran carrozzone in cui ci può essere di tutto e il contrario di tutto. Perché lo fanno? Non lo so. So per certo che lo scandalo e il turbamento per tanti cattolici resta. Ognuno quindi si assuma le proprie responsabilità, parli chiaro, non contrabbandi ideali che si spezzano di fronte alla scelta di certe sciagurate compagnie.
Piero Cavallero aveva sulla coscienza cinque vite umane. Pagò, giustamente, con venticinque anni di prigione. Si pentì. C’è chi non ha mai pagato e non si è mai pentito per le innumerevoli vite che ha sulla coscienza e viene accolto da chi non ha mai ragionato.
Poi, ognuno farà i conti sui vantaggi che avrà tratto dalle compagnie che si è scelto.  Ognuno, soprattutto chi forse deve ancora accorgersi della furiosa guerra anti-cattolica che è in atto e di cui la signora Bonino è una delle più significative esponenti.
di Paolo Deotto



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