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 “E’ più importante il nemico che l’amico, sceglilo con cura perché tale scelta influenzerà le tue decisioni”, ha detto Carl Schmitt, mentore di Alexander Dugin.
Il nemico numero uno di Dugin è il liberalismo, che egli definisce una forma di darwinismo sociale in cui i più ricchi sopravvivono e si sviluppano, mentre il resto dell’umanità soffre e muore fisicamente e spiritualmente. Dugin lo esprime in un dibattito con il noto pensatore di destra brasiliano Olavo de Carvalho*.

“Il liberalismo è il male più grosso dei nostri tempi, perché inevitabile; a partire dagli anni ’90 esso è un’imposizione che non abbiamo scelto” secondo Alexander Dugin, giovane professore dell’Università di Mosca, “divenuto idolo nella sua patria; le sue conferenze sono affollate; i suoi numerosi libri parlano dei più svariati argomenti che vanno dalla cultura pop alla metafisica, dalla filosofia alla teologia, dagli affari esteri alla politica interna”. Lo afferma Israel Shamir nel suo articolo (vedi http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=11862#more-11862) .
Dugin… “Parla molte lingue, è un lettore vorace e ha reso popolari in Russia molti filosofi occidentali meno noti. È pronto a sondare le acque ancor più profonde del pensiero mistico ed eterodosso con coraggio sconcertante. È personaggio controverso; adorato e odiato allo stesso tempo, mai noioso. È uno studente praticante del misticismo, che ricorda Mircea Eliade e Guenon, praticante ortodosso tradizionalista, studente ardito delle teorie della cospirazione a partire dai Templari e dal Santo Graal, passando per l’Arctogaia di Herman Wirth; è un maestro teorico nell’utilizzo delle teorie di Jean Baudrillard e Guy Debord; ma soprattutto è un instancabile lottatore per la libertà dell’uomo dalla tirannia liberale americana e persino da Maya, realtà virtuale postmoderna, con mezzi politici. Come Alain Soral e Alain de Benoist, considera obsoleta la dicotomia tra Sinistra e Destra. Ciò che conta è la scelta tra Conformità o Resistenza al Nuovo Ordine Mondiale. Dugin è per la Resistenza. A questo scopo, egli si muove come un cane feroce tra le diverse teorie politiche. Fede, tradizionalismo, rivoluzione, nazionalismo e comunismo sono gli ingredienti di cui si serve. Se Chavez fosse stato un predicatore della liberazione con armi nucleari alla Heidegger, la cosa avrebbe poca importanza… Il liberalismo, e la libertà che esso sostiene di promuovere, portano ad una distruzione sociale; liberano l’uomo dalla famiglia, dallo stato, dalla sua identità sessuale e persino dalla sua umanità. Il liberalismo finirà per portare alla sostituzione dell’uomo da parte di cyborg geneticamente modificati.”
Dugin si propone di risolvere il problema ontologico profondo dell’alienazione e diniego dell’Essere con le parole di Martin Heidegger, secondo cui gli antichi greci confondevano l’Essere-in-sé (Sein) con l’esperienza umana di Essere-nel-mondo (Dasein), e questa confusione, nel tempo, ci ha portato al progresso tecnologico e ha introdotto il Nulla. Questo è ciò che vorrebbe superare introducendo l’Essere-nel-mondo come il più fantastico attore della storia. Per i liberali l’individuo è la cosa più importante, per i comunisti è la classe sociale, per i nazisti la razza, per i fascisti lo stato, e per Dugin e il suo Quarto Paradigma è l’Essere-nel-mondo. Così il buio profondo dell’alienazione può diventare luce dell’Essere, dice Dugin.
“Per quanto riguarda la Russia, egli vede la sua terra come possibile base per la resistenza al Nuovo Ordine Mondiale (NWO), insieme ad altri stati che sfidano l’imposizione americana. Non crede che la Russia sia pronta per la grande sfida, è troppo evasiva e divisa, ma è ciò che abbiamo per ora. Il suo vantaggio nucleare potrebbe difendere i primi germogli d’idee nuove dalla giustizia sommaria dello sceriffo del mondo.
La Quarta Teoria Politica è un buon inizio per far conoscere le idee di Dugin ai lettori occidentali. Dopo tutto, anche il rifiuto del nichilismo occidentale fatto da Heidegger è un’idea dell’occidente. Dugin “Ha delineato un’ideologia per Putin, il quale ha usato le sue parole, liberandosi dei pensieri che stavano alla base… ha esaminato ogni concetto o idea dell’est e dell’ovest, anche quelli proibiti e dimenticati, a patto che potessero favorire la Resistenza. Ha usato il comunismo, ma anche le idee derivanti dalle frange più tradizionaliste e radicali, per cui nemmeno Hitler e Mussolini erano sufficientemente estremi. Ha unito teologia, politica e metafisica in un’unica meta-narrazione. Con uno stile lucido e piacevole.
“La quarta teoria politica, pubblicata da Arktosh, ha il medesimo titolo di uno dei più recenti ed importanti libri di Dugin, sebbene sia piuttosto diverso nella sostanza; il titolo più adatto sarebbe Dugin Reader, o Essential Dugin. È stato particolarmente pensato per un lettore occidentale di lingua inglese. Elemento importante: posso io stesso testimoniare, scrivendo sia in russo che in inglese, che, essendo le culture politiche così diverse non è affatto semplice rendere facilmente comprensibile in inglese un testo di filosofia politica russa. Così il libro fornisce un buon punto di partenza per la scoperta di Dugin come filosofo politico.
“Il titolo La Quarta Teoria Politica va contro tre dei più importanti paradigmi (teorie politiche) del secolo scorso, ovvero Liberalismo, Marxismo (inclusi Comunismo e Socialismo) e Fascismo (incluso il Nazionalsocialismo). In una lotta lunga un secolo, il liberalismo ha vinto e sconfitto le altre due teorie (“Fine della Storia”). La Quarta Teoria (o meglio, il paradigma) si propone di superarlo e sotterrarlo. L’obiettivo di Dugin non è presentare una teoria che rimpiazzi le altre tre, ma piuttosto di gettare le basi per la creazione e lo sviluppo di una nuova visione. Questa nuova teoria non si propone di spiegare come funziona il mondo, ma vuole cambiarlo. Vuole ispirare una crociata contro il liberalismo occidentale, quello che la seconda guerra mondiale fece nei confronti del nazismo. In altre parole, non è tanto una teoria ma piuttosto una dottrina di lotta, una chiamata alla ricostruzione del nostro mondo.”
Fonte: www.thetruthseeker.co.uk Link: http://www.thetruthseeker.co.uk/?p=73879 Traduzione per www.comedonchisciotte.org  a cura di Cristina Reymondet Fochira
Sebbene la Quarta Teoria sia etichettata come arma anti-liberalismo è possibile trovate in essa impulsi, affinché possa superare i miseri problemi presenti?
Dugin è per la libertà, ma rifiuta l’individualismo. Concettualmente, sottopone i diritti individuali a un’aspra critica: il liberalismo è a favore dei deboli diritti dell’uomo, che sono solo i diritti dei piccoli uomini sottoposti ai grandi del potere.

Dugin ha scritto: “[...] Oltre la “destra e la sinistra”, c´è una rivoluzione una e indivisibile, contenuta nella triade dialettica: ‘Terza Roma – Terzo Reich – Terza Internazionale’. Il regno del nazional-bolscevismo, “Regnum”, o Impero del Fine; ecco qui il perfetto compimento della più grande rivoluzione della storia, in quanto continentale e universale. Parliamo del ritorno degli angeli, del risorgimento degli eroi, dell’insorgenza dei cuori contro la dittatura della ragione. Quest’Ultima Rivoluzione é compito dell´Acéfalo, il portatore senza testa della Croce, Falce e Martello, coronato dal Sole della Scastica Eterna.[...]“ (Alexandre Douguine,  Le prophète de l’ eurasisme. Avatar Editions, 2006 , p.147)

Ora, si può riconoscere qui le «intuizioni» dell’anima russa, come quelle di Vladimir Soloviev, che sapeva di dover guardare, più che semplicemente a Occidente, in modo speciale a Roma.

Leggiamo perciò quel che Israel Shamir ha descritto di Dugin in questa luce, poiché non si capisce il «pensiero occidentale» senza il riferimento, nel bene e nel male, a Roma, capitale della Cristianità, che sembra l’Autore vorrebbe restaurare (con Putin). Seguiamo allora quanto pensa Dugin, ma riferito all’attuale Roma.

Per combattere una lotta di difesa e di resistenza, è vero essere “più importante il nemico che l’amico, sceglilo con cura perché tale scelta influenzerà le tue decisioni”ha detto Carl Schmitt, il controverso cattolico mentore di Dugin.

Ora, qui il «pensiero occidentale» da restaurare nel presente ha per riferimento – nel male – la degenere Roma conciliare, capitale della Cristianità sì, ma per consegnarla al liberalismo mondialista. Quest’autore forse potrebbe contribuire a questo restauro con qualche successo rivolgendo lo sguardo verso la vera Roma. È un invito. Noi intanto, non possiamo smettere di rivolgerlo verso la Russia di cui la Madre di Dio ha pronunciato il nome a Fatima.

Ora, poiché gli uomini e i popoli si governano con il pensiero, cosa di questa falsa romanità (acefala secondo la visione profetica del terzo «Segreto») oggi rovina di più le difese dell’uomo spirituale, come Dio l’ha creato, se non la falsa libertà del liberalismo religioso? Sono forse nel programma di Dugin? Vediamo.

“Dugin è per la libertà, ma rifiuta l’individualismo”. (La libertà dell’uomo – sì, dice proprio, la libertà dell’uomo – non ha invece la sua approvazione. I diritti individuali sono concettualmente sottoposti ad un’aspra critica: il liberalismo è a favore dei deboli diritti dell’uomo, che sono solo i diritti di un piccolo uomo. La libertà dell’uomo è libertà per un uomo solo, sostiene.) Ed ecco che Dugin si propone di risolvere il problema ontologico profondo dell’alienazione e diniego dell’Essere seguendo Martin Heidegger, per superare la confusione che ha portato alla tecnologia del Nulla.

Secondo lui si dovrebbe superare ciò introducendo l’Essere-nel-mondo come il più fantastico attore della storia! Così, “per i liberali l’individuo è la cosa più importante, per i comunisti è la classe sociale, per i nazisti la razza, per i fascisti lo stato”. Per il Quarto Paradigma di Dugin, il vero bene è sempre l’Essere-nel-mondo, ma «juxta modum». Così, dal buio dell’alienazione si potrebbe salire alla luce dell’Essere.

Come decifrare cattolicamente tale dilemma, lasciando da parte l’esistenzialismo di Heidegger e il resto? Naturalmente tornando sulla vera libertà dell’uomo, che è quella che ha per riferimento la Verità (che rende liberi in Gv 8, 32).

Ebbene, la prima verità è che il mondo esiste secondo un Ordine precedente il nostro pensare e volere «Essere-nel-mondo». Il mondo esiste come opera di Chi solo può dire: «Io sono Colui che È»; l’Essere supremo che l’ha creato per un fine nell’Essere. La Storia umana segue, bene o male, tale Fine. Bene o male perché l’uomo è un suo libero protagonista, giacché nella sua coscienza si svolge il grande dramma.

Il libro dell’Apocalisse, racchiudendo la storia umana, contiene visioni e segni cifrati su ogni tempo. Se furono rivelati, è perché servono a far capire quanto appare velato, ma è soggetto d’intendimento nel corso di eventi reali. La caduta dell’uomo dalla sfera soprannaturale al mondo tecnologico, attirato com’è dalle seduzioni di usufruire a bel piacere delle proprie libertà, è dramma insito nel fondo dell’anima umana; reale in tutti i tempi. E oggi, per discernere il significato delle presenti cadute epocali, trascinanti il destino umano – davvero d’ordine apocalittico – si deve tornare a sagge interpretazioni dei drammatici passi del Sacro Libro.
Una sua notevole esegesi per i tempi moderni, indica come causa dei devastanti orrori morali del mondo, l’abuso della libertà, un fatale uso del potere di aprire il pozzo degli abissi d’iniquità. Tal esegesi riguarda le false libertà del nostro tempo apocalittico; è un’interpretazione del passato recente e proprio di chi aveva il potere pontificale delle chiavi.
Sì perché il termine «chiave» ha un senso molto importante per chiarire gli enigmi della fede cattolica, che deve guidare le coscienze.
Si tratta di Papa Gregorio XVI nell’Enciclica «Mirari vos» (15.8.1832): «Tolto ogni freno che contenga nelle vie della verità gli uomini già volgentisi al precipizio per la natura inclinata al male, potremmo dire in verità essersi aperto il pozzo dell’abisso dal quale vide San Giovanni salire tal fumo che oscurato ne rimase il sole, uscendone innumerabili locuste a disertare la terra» (Apocalisse 9, 3).
È indicato qui lo scatenarsi di ogni libertà in terra, il cui esito culminante è la libertà di sentenziare sulla verità riguardante il culto di Dio a favore di quelle dell’uomo. Nessuna verità dovrebbe più guidare la vita personale e sociale, ma le libere scelte umane a determinare ogni verità! È la politica ecumenista ispirata da un illuminismo naturalista e agnostico, per indurre nel mondo il relativismo sulla verità rivelata!
L’esegesi papale indicava l’abissale rovina a cui porta l’abuso della libertà, più volte denunciato dal Magistero della Chiesa. Eppure oggi, quanto era condannato dai Papi, è giustificato dalla “libertà religiosa” conciliare, proprio nel senso contrario al Magistero, e in nome del potere pontificale delle chiavi; del Katéchon delle Scritture – ovvero del Pontefice. Il potere istituito per contenere “nelle vie della verità gli uomini” – è abusato oggi per togliere i freni alle false libertà; per aprire al più truce liberalismo modernista!
Il testo sacro indica chi apre tale abisso; chi toglie ogni freno che tiene gli uomini «nelle vie della verità». È uno al vertice che, caduto dalla sfera spirituale in quella materiale, usa la chiave dell’abisso: un falso Cristo? Dice Gregorio XVI: «Da questa sorgente corrottissima dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che debbasi ammettere e garantire per ciascuno la libertà di coscienza (in foro esterno)… a danno della Chiesa e dello Stato, ma qual può darsi morte peggiore dell’anima che la libertà dell’errore? Tolto ogni freno… potremmo dire essersi aperto il pozzo dell’abisso dal quale vide San Giovanni salire tal fumo che oscurato ne rimase il sole, uscendone locuste innumerabili a disertare la terra» (ib. Apocalisse).
Il Papa trattava una questione dottrinale di massima gravità e attualità, anche se rappresentata simbolicamente. E emblematicamente la questione della libertà da allora è divenuta paurosamente cruciale per la Chiesa e per il mondo. Infatti, da una certa data, a causa del Vaticano 2º, invece di essere tenuta sotto le chiavi del Soglio di Pietro, questo fu di colpo «tolto di mezzo» in seguito all’elevazione a questa Sede di un astro caduto dal Cielo nella terra dei massoni e modernisti di ogni risma liberale. Ecco il massimo «guaio» per tutte le genti della terra, da Roma all’America, dalla Russia alla Cina e dintorni!
Conclusione: libertà di coscienza o coscienza della vera libertà?
L’ordine e il bene della società umana dipende da quanto forma la coscienza degli uomini e perciò della Verità che ci rivela il fine della vita stessa e ci dà i mezzi per raggiungerlo nell’Essere.
Allora le società devono assicurare la formazione di questa coscienza, poiché “l’ordine consiste nella superiorità gerarchica della Fede sulla ragione, della Grazia sul libero arbitrio, della Provvidenza divina sulla libertà umana, della Chiesa sullo Stato; e, per dirla tutta in una sola volta, nella supremazia di Dio sull’uomo. Solamente nella restaurazione di codesti eterni principi nell’ambito religioso e nell’ordine politico e sociale dipende la salvezza delle società umane. Questi principi non possono essere riattivati se non da chi li conosce, e nessuno li conosce se non la Chiesa cattolica”. (Juan Donoso Cortés)
Nessun programma socio-politico può aver un minimo di successo durevole se non mette in primo luogo il ristabilimento della vera Fede e della sua libertà indirizzata a formare le coscienze nella «libertà» voluta da Dio per tutte le anime, che è il contrario della «libertà di coscienza», di cui alcuni ideologi si avvalgono per imporre la loro «libertà»; quella di decretare quale sia il nuovo bene comune: quello da loro elucubrato! È il liberalismo ideologico, materialista e mondialista infestante a causa del dominio di «regimi» liberali, ma assassini, che liberamente programmano il «bene» dell’alienazione di popoli interi dalla Verità. È il futuro del governo dell’Anticristo, dominante a causa della grande apostasia umana.

La soluzione è solo nel ritorno delle coscienze alla sola verità dell’Essere creatore del mondo per il fine del Suo Bene. Perciò, così come nel passato l’Impero romano fu cristianizzato per il bene dei popoli (spero che Bergoglio non chieda perdono anche per questo), così oggi quel che resta dell’Impero russo dev’essere convertito alla Cattolicità, affinché, alla fine vi sia un periodo di pace nel mondo.
Per il trionfo dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria ci vorrà un gran miracolo? Certamente. Ma esso non sarà più decisivo di quello di suscitare il Papa Cattolico per consacrare la Russia all’Immacolato Cuore di Maria. Nella Chiesa, forte della Fede nel Signore del Cielo e della Terra, tutto è possibile.

*Strano a dirsi la posizione di Dugin si è dimostrata più preoccupata con la decadenza spirituale di quella del pensatore cattolico brasiliano, dimostratasi piuttosto pragmatica e americanista.
Segue una conclusione di Dugin in inglese.

Against Post-Modern World
Spiritually the globalization is the creation of the Grand Parody, the kingdom of the Antichrist. And the United States is in centre of its expansion. The American values pretend to be “universal” ones. That it is new form of ideological aggression against the multiplicity of the cultures and the traditions still existing in the other parts of the world. I am resolutely against the Western values that are essential Modernist and Post-Modernist ones and promulgated by the United States by force or by the obtrusion (Afghanistan, Iraq, now Libya, tomorrow Syria and Iran).
So, all traditionalists should be against this West and the globalization as well as against the imperialist politics of United States. It is the only logical and consequent position.
So the traditionalists and the partisans of the traditional principles and values should oppose the West and defend the Rest (if the Rest shows the signs of the conservation of the Tradition – partly or entirely).
There can be and there are really men in the West and in the United States of America who don’t agree with the present state of things and don’t approve the Modernity and Post-Modernity being the defenders of the spiritual tradition of the Pre-Modern West. They should be with us in our common struggle. They should take part in our revolt against Modern World and Post-Modern world. And we would fight together against a common enemy. Unfortunately that is not the case of Mr. Carvalho. He shows himself partly critical of the modern Western civilization, but partly agrees with it and attacks its enemies. It is a kind of “semi-conformism” so to say.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele