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venerdì 12 luglio 2013

L'eroismo dei fratelli maggiori

ECCO COME ISRAELE “ALLEVA” I TERRORISTI: ARRESTATO UN BAMBINO PALESTINESE DI 5 ANNI

IL PICCOLO WAADI IL BAMBINO DI CINQUE ANNI
 FERMATO DAGLI ISRAELIANI
IL PICCOLO WAADI IL BAMBINO DI CINQUE ANNI
FERMATO DAGLI ISRAELIANI

Waadi Maswada ha appena cinque anni e nove mesi, e quasi non si riesce ad intravedere in mezzo alle esuberanti corporature dei militari israeliani, sei soldati e un ufficiale della Brigata Givati, che lo circondano. Ma sullo sfondo della scena, ripresa da un attivista dei diritti umani della Ong B-Tselem, un occhio spalancato sugli eccessi dell'interminabile occupazione dei Territori palestinesi, si sente, insistente come il lamento di un animale ferito, il pianto di Waadi che sta per essere arrestato.


Siamo ad Hebron, la Città dove riposano i Patriarchi, che qualche centinaio di coloni israeliani, a dispetto della storia e degli oltre centomila palestinesi che ci vivono, hanno scelto come simbolo del riscatto della biblica Eretz Israel. Ed è per garantire ai coloni di poter coltivare il loro disegno nazionalista religioso, che il centro di Hebron è dal 1967 occupato militarmente. In sostanza, Hebron è una scintilla del conflitto perennemente accesa.

IL PICCOLO WAADI IL BAMBINO DI CINQUE ANNI
FERMATO DAGLI ISRAELIANI
Ora, viene da sorridere a pensare come Waadi, che non arriva neanche alle ginocchia dei soldati che lo circondano, possa aver rappresentato una minaccia qualsivoglia alla sicurezza dello Stato ebraico. Ma il bimbo, spiega l'ufficiale ai pochi passanti che notano la scena e si avvicinano, ha tirato una pietra contro la macchina di un colono (colpendo una ruota) e va deferito (cioè consegnato) alla polizia palestinese per i dovuti provvedimenti.

Waadi intuisce, si dispera.
La telecamera di B-Tselem, un'organizzazione nata in Israele ma animata tanto da attivisti israeliani che palestinesi, registra l'indifferenza dei soldati al pianto di quel bimbo, la concitata trattativa con un ragazzo palestinese per sapere dove abita Waadi, e infine lo sportello della jeep militare che si chiude, inghiottendo lo sguardo disperato del bambino.
Giunti a casa, ci dice l'accurato resoconto di B-Tselem, i soldati informano la madre che intendono consegnare il bambino alla polizia palestinese (con cui l'esercito israeliano continua una sorta di coordinamento che risale agli accordi di Oslo, per il resto rimasti inapplicati). La donna, ovviamente, si rifiuta, di consegnare Waadi, che nel frattempo s'è nascosto dietro una pila di materassi, almeno finché non arriva il padre, Karam.
Dopo mezz'ora, arriva Karam.
IL PICCOLO WAADI IL BAMBINO DI CINQUE ANNI
FERMATO DAGLI ISRAELIANI
I soldati insistono nella loro decisione di trasferire il bimbo alla polizia palestinese. Il padre obbietta: «Ma ha soltanto cinque anni»! Niente da fare: se non ubbidisce agli ordini, Karam sarà arrestato. Ora la scena cambia. Padre e figlio sono stati portati alla base militare israeliana di a-Shuhada.
Karam ha gli occhi coperti da una benda chiara e le manette ai polsi, come fosse sospettato di chissà quale atto di violenza anti israeliana. Waadi gli siede accanto. Insieme, Karam essendo sempre bendato e ammanettato, vengono accompagnati al posto di blocco del Dco, l'Ufficio di coordinamento, dove ad un certo punto arriva un colonnello israeliano. Il quale, rivolto ai suoi uomini, si lancia in una reprimenda: «Voi state danneggiando la nostra immagine».
Non che lo sfiori il sospetto che il fermo sia pure temporaneo di un bimbo sia illegale, ma perché «in presenza della telecamere, i palestinesi arrestati debbono essere trattati bene». Karam e il piccolo Waadi vengono consegnati alla polizia palestinese che li rilascerà subito dopo. La logica deformata da un'occupazione infinita ha vinto ancora.
Le legge è stata applicata alla lettera, contro un bambino di 5 anni e 9 mesi anche se l'età minima della responsabilità penale nei Territori è di 12 anni. Ma i palestinesi, si sa, non hanno diritto neanche all'infanzia. In serata l'esercito ha rivendicato la correttezza dell'operato dei soldati, ma ha anche annunciato l'apertura di un'inchiesta.
  Alberto Stabile per "la Repubblica"

  •  http://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/articolo-59365.htm

    Lanciava sassi sui soldati. Arrestato bimbo di 5 anni

    Venerdì, 12 luglio 2013 - 12:18:00
    Fermato a 5 anni per aver lanciato pietre contro i soldati israeliani: e' successo a un bambino palestinese di Hebron, rimasto per due ore in custodia dei soldati israeliani. La vicenda e' stata denunciata da B'Tselem, il centro israeliano di informazione per i diritti umani nei Territori palestinesi, che ha filmato l'accaduto. Secondo quanto riferito dall'organizzazione, l'episodio risale a martedi' scorso quando sette soldati e un ufficiale hanno fermato il piccolo Wadi Maswadeh nei pressi del checkpoint Abed, vicino alla Tomba dei Patriarchi a Hebron, per il lancio di pietre.
    Il bambino di 5 anni e nove mesi, in lacrime, e' stato quindi portato a casa per avvertire i familiari che sarebbe stato trasferito sotto la responsabilita' della polizia palestinese per l'accaduto. Di fronte alle resistenze dei genitori, Wadi e' stato portato insieme al padre Karam alla base dell'esercito israeliano dove il genitore e'stato ammanettato e bendato per poi essere trasferito a piedi al checkpoint insieme al figlio.
    Una volta li', in seguito all'intervento di un tenente colonnello israeliano, i due sono stati presi in custodia dalla polizia palestinese che li ha brevemente interrogati e rilasciati. B'Tselem ha denunciato l'episodio al consigliere legale in Cisgiordania, puntando il dito contro l'operato dei soldati israeliani per il trattamento inflitto a un bambino sotto l'eta' minima per la responsabilita' penale che anche in Cisgiordania, come in Israele, e' di 12 anni.

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