Esegesi sbagliate di Kiko: il sicomoro
Quando qualcuno parla del "lavoro che il Cammino sta facendo..." intende in realtà l'insegnamento di eresie e sciocchezze. Il vero centro del Cammino non è Gesù Risorto bensì una reinterpretazione di Gesù in chiave neocatecumenale.
Esempio: vediamo questa "esegesi" di Kiko Argüello proclamata a Sydney nel 2008:
Ecco il risultato di queste catechesi: un neocatecumenale che ascolta Kiko poi corre qui a dirci: "Zaccheo non era sull’albero solo fisicamente, ma anche moralmente: nella sua disonestà si era isolato da Dio e anche dagli uomini...".Coraggio: a molti giovani oggi Cristo dirà: “Scendi, scendi subito, dalla tua vita, dal tuo sicomoro. Scendi! Scendi! Scendi, perché conviene che io entri in te”... vuole dire: per il piano che Dio ha di evangelizzazione e di salvezza del mondo, è necessario che Cristo entri in casa tua. Conviene, è conveniente per il mondo intero... Anche oggi dirà: “Scendi, dal tuo albero, dalle tue cose, dal tuo montare sopra gli altri, perché sei piccolo e non accetti la tua piccolezza: di statura, di carattere, di soldi, di quello che sia… D’intelligenza… Scendi perché vado ad abitare in casa tua. E la risposta di Zaccheo sapete qual è? Quando Cristo entra in casa sua, il Vangelo dice Zaccheo si alzò, si mise in piedi. Anche noi oggi diremo: “Che si mettano in piedi quelli che dicano con Zaccheo: Signore, la metà dei miei beni la do ai poveri; lascio la metà della mia vita e con l’altra metà me ne vado con te, me ne vado a un seminario”. Guardate che è importantissimo; Dio ha voluto che aprissimo 70 seminari, ma è impossibile portarli avanti se non ci fossero vocazioni; morirebbero...”
Baciando la santa "reliquia"
che ti porge il santo "profeta"...
Allora sbaglia l'Evangelista a scrivere che Zaccheo corse e, per poter vedere Gesù, salì sopra un sicomoro? Avrebbe dovuto scrivere che Zaccheo stava sul sicomoro perché si era "isolato" da Dio e dagli uomini? E se si era "isolato sull'albero" da Dio, perché voleva vedere Gesù, allora?
Per difendere queste baggianate kikiane, i neocatecumenali vanno cianciando che Zaccheo si sarebbe "isolato" sul sicomoro.
Ridicolo. Ma come si fa a utilizzare così i Vangeli? Kiko cercava un alter ego del giovane ricco disponibile a dare tutto, e l'ha trovato in Zaccheo, che aveva dato la metà? Ma che c'entra, Zaccheo con i seminari?
C'entra, c'entra: aveva i soldi, Zaccheo è come il miliardario figliol prodigo... :-)
Chiamatelo Dinero, questo spagnolo: dovunque vede un personaggio col malloppo fa una catechesi. Infatti, sentite cosa dice fin dal 1972 Kiko negli Orientamenti per il primo scrutinio:
"Quando una comunità non vi ascolta, quando la catechesi rimbalza, sapete già dove sta il pasticcio: la comunità è attaccata ai soldi e non si vuole convertire. Se ti ascoltano si convertono e se si convertono devono mollare il malloppo".
Ora la catechesi di Kiko nemmeno comincia e già la lettura è deprecabile: «Coraggio: a molti giovani oggi Cristo dirà: “Scendi, scendi subito, dalla tua vita, dal tuo sicomoro. Scendi! Scendi! Scendi, perché conviene che io entri in te”...»
Dove si può trovare nel cristianesimo, oltre che in Kiko, quest'invenzione simbolica secondo la quale il sicomoro rappresenta la vita fino a quel momento negativa di Zaccheo, e quindi è un simbolo negativo?
Sul piano della lettera, l'albero svolge un ruolo positivo perché è grazie a esso che Zaccheo, arrampicandosi, riesce a vedere Cristo nonostante la sua statura bassa (la statura fisica, non le altre invenzioni di Arguello).
Sul piano del simbolo, il sicomoro (deriva dal greco fico-mora) è una specie di fico. E il fico, eccetto quando sterile, è un simbolo positivo, è il simbolo biblico di Israele. Sotto i fichi, peraltro, essendo essi piante ombrose, si leggevano le Sacre Scritture (vedi episodio di Natanaele in Giovanni). In Zaccheo, allora, si può leggere uno sforzo di "vedere" Gesù oltre la cecità scritturale dei farisei.
Insegnamento del kikismo-carmenismo in un seminario kikiano R.M. |
Tu neocatecumenale hai tutto il diritto di ritenere che il "dare le catechesi del Cammino" è stato per te una cosa importante, lascia però agli altri il diritto di affermare - motivandolo - che quelle "catechesi" sono invenzioni che stravolgono il senso dei Vangeli, il simbolismo in primo luogo, perché Kiko lo muta a proprio uso e consumo.
(nota: il sicomoro è legato alla vita, sì, ma soltanto nell'esoterismo egiziano, dove è ritenuto l'albero della Vita. Come al solito, come nell'occhio di Guénon della discussa icona kikiana).
Sant'Agostino, sull'episodio di Zaccheo (Discorso 174), paragonò il sicomoro alla croce (giustamente, considerato che sono entrambi mezzi di "elevazione"):
"Dite pure quello che volete; noi possiamo salire sul sicomoro e vedere Gesù. Voi non potete vedere Gesù appunto perché vi vergognate di salire sul sicomoro. Si aggrappi Zaccheo al sicomoro, salga umile la croce.E cosa disse invece Kiko a Sydney? Esattamente l'opposto:
"Ah, se io potessi donarmi come Cristo, salire non sul sicomoro, ma sulla croce di Cristo!"Mi viene un sospetto, a volte: ma Kiko queste cose le pensa in autonomia o gli sono "ispirate" da qualche diavoletto? A proposito di Padri della Chiesa (quelli veri) il vostro fondatore spagnolo dice sempre tutto il contrario della Tradizione. A volte veramente m'impressiona, faccio sul serio, sin da quandocapovolse la croce.
Ma come si fa a riferire una cosa del genere, che conferma l'idiozia dell'incipit? "Io non so quanti di voi qua siete sul vostro sicomoro, innamorati dei soldi, attaccati al denaro e al mondo"
Il sicomoro (σῦκον μόρον, fico mora) consente a Zaccheo di ovviare alla sua "bassa statura", è simbolo di elevazione, non di attaccamento al denaro.
Questo pittore spagnolo ricerca le pericopi dove poter leggere, a suo uso e consumo, un sinonimo del vocabolo "malloppo". E ha un "carisma" unico: quello di riuscire a ribaltare la destra con la sinistra, il bianco con il nero, di rovesciare la Croce, di far diventare simbolo del peccato il fango/creta della Creazione, di ribaltare perfino l'olio delle vergini sagge secondo l'arcano di San Cirillo di Gerusalemme, la pietruzza di sale....
Tutto cià è dia-ballein, dal mio punto di vista di studioso del syn-ballein cristiano.
Una catechesi omiletica può anche allontanarsi di parecchio dai sensi scritturali (letterale, allegorico, mistico), non è questo il problema. Dante - che ne capiva di sensi scritturali - spiegò che il senso morale tocca al lettore "appostarlo". Quante prediche ascoltiamo che, addirittura, hanno poco o niente a spartire con il Vangelo del giorno? Il mio parroco, nel 50% dei casi, parte dal Vangelo del giorno per finire con gli anatemi alle discoteche.
Il problema è che Kiko, costantemente, si allontana dai testi operando un'inversione dei significati dei simboli cristiani (così come ci sono stati consegnati dalla tradizione esegetica), simboli che sono vere e proprie "ierofanie", nel senso che mostrano una realtà sacra, una "rivelazione" dietro forme apparentemente profane. Da questo punto di vista Argüello va considerato un "eretico" consapevole, perché da artista qual è non può ignorare che i simboli cristiani sono segni delle realtà trascendenti, segni che lui non dovrebbe stravolgere, invertire, come fa in ogni suo campo d'intervento.
La pratica, oramai, nelle icone e nelle catechesi è evidente: dalla benedizione con la mano sinistra al fango, dalle vergini al fico da tagliare fino a al sicomoro.
Ringraziando il Cielo, i simboli cristiani, nella perfezione dei Vangeli, essendo vere e proprie 'rivelazioni' (il sicomoro come figura dell'elevazione, per esempio) possiedono una straordinaria virtù: quando li si stravolge fanno diventare contraddittoria, incoerente o aporetica la lettura. Come la catechesi di Sydney, come il miracolo del cieco nato secondo Kiko.
La domanda è: ti rendi conto, Jp, che se il sicomoro diventa figura dell'attaccamento al denaro e al mondo, il racconto di Zaccheo si riempie di contraddizioni,che non esistono nelle letture di san Basilio Magno e di sant'Agostino?
(per questa pagina ringraziamo Lino)
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