Abbiamo una nuova rivelazione?
Nell’omelia a Santa Marta prima della pausa estiva, il 6 luglio 2013, Papa Francesco ha detto:
Questo considerare la decisione presa dagli Apostoli al Concilio di Gerusalemme, come un esempio di rinnovamento della Chiesa è davvero qualcosa degna di attenzione, soprattutto se detta da un papa. In pratica qui si afferma che la costituzione della Chiesa originaria non sarebbe altro che un rinnovamento della sinagoga; il che significa che il Papa considera la nascita della Chiesa di Cristo come un’evoluzione del giudaismo. Così il cristianesimo perde il senso di rivelazione e di nuova Alleanza e si riduce ad un mero “aggiornamento” della sinagoga, dove la nuova Rivelazione, la revoca dell’Antica Alleanza e la nascita della Nuova ed eterna Alleanza, realizzata da Cristo con l’Incarnazione, la crocifissione, il Sacrificio della Croce e il Suo Sangue, sembrano non avere più ragione d’essere.
Ora, questo nuovo concetto, che Papa Francesco assume come esempio del “rinnovamento della Chiesa”, se lo si volesse applicare tutte le volte ai “rinnovamenti” realizzati in duemila anni, dovrebbe comportare sempre nuove rivelazioni. Il che è assurdo, perché è di fede che la Rivelazione si è chiusa con la morte dell’ultimo Apostolo. E tuttavia sembra proprio che Papa Francesco ci racconti oggi di una nuova rivelazione: una nuovissima alleanza? Per la prima volta nella storia della Chiesa, sembra proprio che oggi abbiamo un papa che si pone al cospetto della Sposa di Cristo, come Cristo stesso e gli Apostoli si posero al cospetto della sinagoga.
Questa omelia di Papa Francesco mi induce a porre la domanda: Per essere cattolico è necessario avere la fede e seguire tutta la pratica cattolica, o no?
A guardare il Cammino Neocatecumenale, i Focolari, Comunione e Liberazione, gli Anglicani “tradizionali”, Taizé, col suo esempio emblematico del suo Superiore che riceve la comunione cattolica dall’allora Cardinale Ratzinger… si direbbe di no!
Se poi si considera lo stato di polizia che la Commissione Ecclesia Dei realizza nei confronti degli Istituti cattolici tradizionali, nonché la situazione della Fraternità Sacerdotale San Pio X e di tanti altri sacerdoti, si può pensare che la fede e l’intera pratica cattolica, non solo non sarebbero più necessarie, ma esse sono diventate qualcosa da custodire e preservare solo nei limiti di una parte del sacerdozio o addirittura “fuori” dalla Chiesa, come per la FSSPX e altri sacerdoti.
Considerazione, questa, che solleva un’altra domanda:
Se i gentili sono stati chiamati cristiani con la dispensa dalla pratica giudaica – volevano infatti essere cristiani e non giudei – come potranno essere chiamati quelli che stanno dentro la Chiesa senza la fede e la pratica cattoliche?
Una volta si chiamavano eretici o scismatici, oggi, con quella sorta di moderna semicomunione con la Chiesa, si potranno chiamare semicattolici e semicristiani?
Se poi si considera che in realtà costoro sarebbero in piena comunione con la Chiesa, mentre gli Istituti tradizionali si trovano in una posizione emarginata o addirittura fuori dalla Chiesa ufficiale, sembra proprio che l’analogia di Papa Francesco si applichi piuttosto al Vaticano II, agli ultimi papi e alle autorità post-conciliari. Se non fosse che un Concilio non è una nuova rivelazione e il Papa non può porsi di fronte alla Chiesa come Cristo di fronte alla sinagoga… eppure è proprio quello che abbiamo visto negli ultimi 50 anni.
Nella prima enciclica di Papa Francesco, che stranamente sarebbe tutt’uno con l’ultima enciclica di Benedetto XVI, si dice che si deve professare tutta la fede, ma, in realtà tale enciclica presenta delle stranezze circa questa stessa fede. Una piccola statistica rivela che:
- il termine “Chiesa” appare 44 volte;
- l’espressione “Chiesa Cattolica” appare solo due volte, per indicare il nuovo Catechismo e a pie’ di pagina;
- l’espressione “Padri della Chiesa” appare solo una volta;
- il termine “Alleanza” appare 7 volte, per indicare l’alleanza di Dio con Abramo e il popolo di Israele;
- l’espressione “Nuova ed eterna Alleanza” appare zero volte.
Assenze e presenze fanno capire che la fede cattolica sarebbe un ibrido ebraico-cristiano. La riluttanza a parlare di Chiesa cattolica, ricorda il credo della Chiesa protestante: “credo nella Chiesa cristiana”. La testimonianza storica presentata, non è relativa alla Chiesa cattolica, ma a Israele. L’idea di Alleanza è quella espressa dal Cardinale Ratzinger nel suo “Molte religioni, un’unica alleanza”, il cui filo conduttore è dato dall’espressione: “Una cosa è certa: la Bibbia è una sola”.
Un semplice laico come il sottoscritto può certo sbagliarsi, ma la certezza che si coglie da questa enciclica è che in essa non è la fede cattolica romana ad essere presentata.
In pratica si può dire che il vecchio insegnamento secondo cui il cattolico deve professare la fede cattolica e seguire tutta la pratica cattolica, sembra essere stato sostituito dalla teoria e dalla pratica dell’ecumenismo, com’è accaduto nella nuova Chiesa conciliare. E allora mi chiedo: Quale relazione c’è fra la dottrina cattolica della salvezza e l’ecumenismo? È possibile praticarle entrambe senza pregiudicare l’una o l’altra? Sono esse conciliabili?
“Nella vita cristiana, anche nella vita della Chiesa, ci sono strutture antiche, strutture caduche: è necessario rinnovarle! E la Chiesa sempre è stata attenta a quello, col dialogo con le culture… Sempre si lascia rinnovare secondo i luoghi, i tempi e le persone. Questo lavoro sempre lo ha fatto la Chiesa! Dal primo momento, ricordiamo la prima lotta teologica: per diventare cristiano è necessario fare tutta la pratica giudaica o no? No! Hanno detto di no! I gentili possono entrare come sono: gentili… Entrare in Chiesa e ricevere il Battesimo. Un primo rinnovamento della struttura… E così la Chiesa sempre è andata avanti, lasciando allo Spirito Santo che rinnovi queste strutture, strutture di chiese. Non avere paura di quello! Non avere paura della novità del Vangelo! Non avere paura della novità che lo Spirito Santo fa in noi! Non avere paura del rinnovamento delle strutture!” (news.va)
Questo considerare la decisione presa dagli Apostoli al Concilio di Gerusalemme, come un esempio di rinnovamento della Chiesa è davvero qualcosa degna di attenzione, soprattutto se detta da un papa. In pratica qui si afferma che la costituzione della Chiesa originaria non sarebbe altro che un rinnovamento della sinagoga; il che significa che il Papa considera la nascita della Chiesa di Cristo come un’evoluzione del giudaismo. Così il cristianesimo perde il senso di rivelazione e di nuova Alleanza e si riduce ad un mero “aggiornamento” della sinagoga, dove la nuova Rivelazione, la revoca dell’Antica Alleanza e la nascita della Nuova ed eterna Alleanza, realizzata da Cristo con l’Incarnazione, la crocifissione, il Sacrificio della Croce e il Suo Sangue, sembrano non avere più ragione d’essere.
Ora, questo nuovo concetto, che Papa Francesco assume come esempio del “rinnovamento della Chiesa”, se lo si volesse applicare tutte le volte ai “rinnovamenti” realizzati in duemila anni, dovrebbe comportare sempre nuove rivelazioni. Il che è assurdo, perché è di fede che la Rivelazione si è chiusa con la morte dell’ultimo Apostolo. E tuttavia sembra proprio che Papa Francesco ci racconti oggi di una nuova rivelazione: una nuovissima alleanza? Per la prima volta nella storia della Chiesa, sembra proprio che oggi abbiamo un papa che si pone al cospetto della Sposa di Cristo, come Cristo stesso e gli Apostoli si posero al cospetto della sinagoga.
Questa omelia di Papa Francesco mi induce a porre la domanda: Per essere cattolico è necessario avere la fede e seguire tutta la pratica cattolica, o no?
A guardare il Cammino Neocatecumenale, i Focolari, Comunione e Liberazione, gli Anglicani “tradizionali”, Taizé, col suo esempio emblematico del suo Superiore che riceve la comunione cattolica dall’allora Cardinale Ratzinger… si direbbe di no!
Se poi si considera lo stato di polizia che la Commissione Ecclesia Dei realizza nei confronti degli Istituti cattolici tradizionali, nonché la situazione della Fraternità Sacerdotale San Pio X e di tanti altri sacerdoti, si può pensare che la fede e l’intera pratica cattolica, non solo non sarebbero più necessarie, ma esse sono diventate qualcosa da custodire e preservare solo nei limiti di una parte del sacerdozio o addirittura “fuori” dalla Chiesa, come per la FSSPX e altri sacerdoti.
Considerazione, questa, che solleva un’altra domanda:
Se i gentili sono stati chiamati cristiani con la dispensa dalla pratica giudaica – volevano infatti essere cristiani e non giudei – come potranno essere chiamati quelli che stanno dentro la Chiesa senza la fede e la pratica cattoliche?
Una volta si chiamavano eretici o scismatici, oggi, con quella sorta di moderna semicomunione con la Chiesa, si potranno chiamare semicattolici e semicristiani?
Se poi si considera che in realtà costoro sarebbero in piena comunione con la Chiesa, mentre gli Istituti tradizionali si trovano in una posizione emarginata o addirittura fuori dalla Chiesa ufficiale, sembra proprio che l’analogia di Papa Francesco si applichi piuttosto al Vaticano II, agli ultimi papi e alle autorità post-conciliari. Se non fosse che un Concilio non è una nuova rivelazione e il Papa non può porsi di fronte alla Chiesa come Cristo di fronte alla sinagoga… eppure è proprio quello che abbiamo visto negli ultimi 50 anni.
Nella prima enciclica di Papa Francesco, che stranamente sarebbe tutt’uno con l’ultima enciclica di Benedetto XVI, si dice che si deve professare tutta la fede, ma, in realtà tale enciclica presenta delle stranezze circa questa stessa fede. Una piccola statistica rivela che:
- il termine “Chiesa” appare 44 volte;
- l’espressione “Chiesa Cattolica” appare solo due volte, per indicare il nuovo Catechismo e a pie’ di pagina;
- l’espressione “Padri della Chiesa” appare solo una volta;
- il termine “Alleanza” appare 7 volte, per indicare l’alleanza di Dio con Abramo e il popolo di Israele;
- l’espressione “Nuova ed eterna Alleanza” appare zero volte.
Assenze e presenze fanno capire che la fede cattolica sarebbe un ibrido ebraico-cristiano. La riluttanza a parlare di Chiesa cattolica, ricorda il credo della Chiesa protestante: “credo nella Chiesa cristiana”. La testimonianza storica presentata, non è relativa alla Chiesa cattolica, ma a Israele. L’idea di Alleanza è quella espressa dal Cardinale Ratzinger nel suo “Molte religioni, un’unica alleanza”, il cui filo conduttore è dato dall’espressione: “Una cosa è certa: la Bibbia è una sola”.
Un semplice laico come il sottoscritto può certo sbagliarsi, ma la certezza che si coglie da questa enciclica è che in essa non è la fede cattolica romana ad essere presentata.
In pratica si può dire che il vecchio insegnamento secondo cui il cattolico deve professare la fede cattolica e seguire tutta la pratica cattolica, sembra essere stato sostituito dalla teoria e dalla pratica dell’ecumenismo, com’è accaduto nella nuova Chiesa conciliare. E allora mi chiedo: Quale relazione c’è fra la dottrina cattolica della salvezza e l’ecumenismo? È possibile praticarle entrambe senza pregiudicare l’una o l’altra? Sono esse conciliabili?
di G. F.
Ma dai c'è la partita , non è il caso di porre tali questioni , prendiamo una trombetta , una sciarpa , portiamo un pallone all'altare e facciamo festa..
RispondiEliminaNon mi piace il calcio!
RispondiEliminacerto sarebbe un bello spettacolo se tornasse a commentarlo Bertone, in diretta, con le cuffie e commenti strampalati!
Quello si che era il suo mestiere! (magari con Bergoglio a fare da segnalinee..!)