ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 19 novembre 2013

La pace secondo cl..

Benvenuti a bordo della portaerei Cavour. Incontri e affari, all’ombra del Meeting di Cl

portaerei_cavourFinmeccanica, Beretta, Roberto Snaidero, Riccardo Monti e Roberto Colaninno… folgorati sulla via di Rimini e di Mauro.
Non si placano le polemiche all’indirizzo del ministro della Difesa, e ciellino di stretta osservanzaMario Mauro, in merito alla contestatissima missione di cinque mesi del Gruppo Navale Cavour verso i mari dell’Africa. A detta di Mauro l’iniziativa ha come scopo quello “di promuovere le eccellenze italiane in ambito imprenditoriale e di offrire assistenza umanitaria.” Secondo i più maligni, invece, l’operazione nasconderebbe pericolose triangolazioni (armi comprese?), mascherate da campagna promozionale.
Diverse le interrogazioni parlamentari presentate sulla questione, alle quali il ministro della Difesa ha risposto senza dissipare i dubbi ed i legittimi sospetti avanzati da parlamentari di vari schieramenti politici (compresi esponenti di Scelta Civica e di Sel). A bordo della Cavour, in questo viaggio itinerante partito nei giorni scorsi, sono saliti a pagamento soggetti istituzionali ed aziende del comparto armamenti e non, che hanno ottenuto la possibilità di mettere in vetrina i propri prodotti esportando il “made in Italy” lungo gli itinerari della missione. Chi sono questi soggetti? Andiamolo a scoprire.
Mi manda Finmeccanica
A fare la parte del leone, tanto per cambiare, è Finmeccanica presente con diverse società di riferimento nel settore degli armamenti e delle tecnologie aero spaziali. Quali? Basta andare sul sito ufficiale di Finmeccanica per leggere quanto segue: “Finmeccanica, attraverso le aziende Agusta WestlandOTO MelaraSelex ESWASSTelespazioThales Alenia Space, e MBDA, partecipa alla Campagna del Gruppo Navale Cavour che partirà dall’Italia per raggiungere i paesi del Golfo Arabico e del Continente Africano. Nello stand Finmeccanica, allestito a bordo e sul ponte di volo, saranno in mostra i prodotti delle aziende del Gruppo”. A queste va anche aggiunta la Cio Iveco, società consortile nata dalla partecipazione paritetica di Iveco e della OTO Melara di Finmeccanica, come unica interfaccia dell’Esercito italiano nel settore dei veicoli blindati e corrazzati. Finmeccanica, si sa, sta molto a cuore al ministro Mauro ed al mondo di CL, e non potrebbe essere diversamente. Basta navigare un po’ su internet per accorgersi di come Finmeccanica sia da sempre uno dei principali sponsor del Meeting di Rimini. Una sponsorizzazione annunciata sempre con grande enfasi. Leggete ad esempio questo comunicato stampa di Finmeccanica del non molto lontano 2009: “Anche quest’anno (e sottolineiamo anche ndr.) Finmeccanica è stata main sponsor del Meeting per l’amicizia tra i popoli organizzato da Comunione e Liberazione, tenutosi presso la Fiera di Rimini. Finmeccanica si è presentata al pubblico con uno stand di 300mq, al cui interno ha ospitato i prodotti di ecc. ecc. ecc…..”.
Galeotto quell’incontro al Meeting
Da Rimini alla Cavour il passo è molto breve, lo è per Finmeccanica e lo è altrettanto per Federlegno Arredo, altra società che ha ottenuto di mettere in mostra i propri prodotti sulla portaerei. Secondo i bene informati sarebbe stato niente meno che il presidente di Federlegno Arredo Roberto Snaidero a prospettare a Mario Mauro l’idea di allestire una spazio dedicato alla casa, come simbolo del design italiano, in un hangar per aerei di guerra. E indovinate un po’ dove è stata partorita questa brillante idea? Ovviamente al Meeting di CL dove Federlegno Arredo è di casa con i propri stand e dove Snaidero è sempre ben accetto come relatore dei convegni che si svolgono durante la settimana riminese. Altro ospite sempre gradito ai ciellini come relatore del Meeting è Riccardo Monti presidente dell’ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internalizzazione delle imprese italiane) persona molto vicina pare all’ex ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera (sarebbe stato proprio quest’ultimo a caldeggiare la sua nomina a capo dell’Agenzia). Anche l’ICE è a bordo della Cavour fra la soddisfazione di Riccardo Monti che non ha mancato di elogiare Mauro per l’iniziativa. Tanto poi ci sarà sempre tempo di rivedersi a Rimini l’estate prossima magari per parlare degli straordinari successi conseguiti dalla missione Cavour in termini di ritorno economico e pubblicitario.
Colaninno, l’industriale rosso devoto a don Giussani
Roberto Colaninno è da sempre in ottimi rapporti con la Compagnia delle Opere, braccio economico ed imprenditoriale di Comunione e Liberazione, anche se i ciellini tengono a tenere ben separata l’attività della Compagnia dall’ambito religioso. Nel 2004, quando era presidente della Piaggio, Colaninno fu lo sponsor numero uno del Meeting. Non mancarono le polemiche per il fatto che Colaninno fosse un imprenditore notoriamente di sinistra, legato, si diceva, a Massimo d’Alema (il figlio Matteo è oggi un deputato di punta del Pd). “Pecunia non olet” fu la risposta dei ciellini che non hanno mai fatto mistero del loro essere di centrodestra strizzando l’occhio a sinistra. Colaninno non ha mai disdegnato, anche negli anni seguenti ed in tempi recenti, di prendere parte agli incontri di CL per parlare di economia, politiche industriali, sviluppo. Che c’entra con la Cavour? C’entra per il fatto che un’altra delle aziende partecipanti, la Intermarine, è una delle società che compone la Holding IMMSI spa il cui presidente sapete chi è?Roberto Colaninno ovviamente.
Made in Italy, o made in Cina?
Qualcuno potrebbe obiettare che promuovere il Made in Italy è sempre buona cosa. Ma siamo sicuri che sia proprio tutto oro quel che luccica? Sembrerebbe proprio di no. Accanto alle eccellenze italiane come la multinazionale Ferrero, famosa in tutto il mondo per i suoi prodotti dolciari, troviamo industrie che di italiano hanno soltanto l’apparenza. Il Gruppo Ferretti, altro marchio di qualità che sta viaggiando sul Mediterraneo, ad esempio è stato acquistato dai cinesi. L’intero pacchetto lo ha rilevato infatti il gruppoShig- Weichai che detiene il controllo dell’azienda italiana leader mondiale degli yacht di lusso. E la stessa cosa può dirsi per la Piaggio Aereo ormai quasi completamente in mano ad indiani e arabi; Tata Limited, società del gruppo industriale indiano Tata, ha acquistato infatti il 44,5% delle azioni; Mubadala Development Company, società di investimenti strategici di Abu Dhabi, un altro 41%. Agli italiani sono dunque rimaste soltanto le briciole. Se questo è made in Italy!!!!
La lobby della caccia in prima linea
Ernesto Balducci negli anni ’80 del secolo scorso aveva coniato il motto: “Se vuoi la pace, prepara la pace”. Il ministro Mauro ha un’idea diversa, del tutto alternativa: “Per amare la pace bisogna armare la pace”. Chissà cosa direbbe don Giussani se fosse ancora in vita? Probabilmente la penserebbe come papa Francesco: “Fino a quando ci sarà chi fabbrica e vende armi, la pace sarà soltanto un’utopia”. E allora perché inseguire le utopie? Sulla Cavour non poteva quindi non trovare accoglienza il Gruppo Beretta, considerato, così si legge sul sito del gruppo “uno dei più importanti partner dei paesi di tutto il mondo quale fornitore di soluzioni integrate destinate alle forze di difesa ed agli apparati governativi impegnati nell’attività di mantenimento dell’ordine pubblico. Attraverso i suoi prestigiosi marchi, BerettaBenelli,FranchiSakoTikkaSteiner e Burris il Gruppo è un punto di riferimento per gli appassionati di caccia attivi a tutte le latitudini che, per soddisfare la loro passione, ricercano prodotti di alta qualità ed affidabilità, solida tradizione e costante innovazione”. Eh già! In attesa di fare la guerra, quella vera, consoliamoci sparando sugli animali, tanto per restare in allenamento ed essere sempre pronti, come vuole Mauro, “ad armare la pace”.
Expo 2015, il sogno infranto di Formigoni e company….ma non troppo!!!!
Un discorso a parte merita Expo 2015. Ci sarà anche la società nata nel 2008 per organizzare l’esposizione universale di Milano del 2015 a bordo della portaerei Cavour. Un “giocattolo” particolarmente caro aRoberto Formigoni. L’ex Governatore della Lombardia era convinto di poter tagliare il nastro e di passare alla storia come l’artefice principale del grande evento. La campagna elettorale del 2010 l’aveva infatti vinta puntando tutto sull’organizzazione dell’Expo, il fiore all’occhiello dell’era formigoniana. In politica però due più due non necessariamente può fare sempre quattro e avendo perso con largo anticipo la poltrona di governatore, il sogno dell’Expo è andato ad infrangersi contro la dura realtà. Una sconfitta per Formigoni ma non per il mondo di CL- Compagnia delle Opere, che ha ancora la possibilità di giocare un ruolo di primissimo piano, pienamente legittimo, nella partita dell’Expo. Il Governo Letta ha nominato commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala, la cui nomina oltre a non essere sgradita allo stesso Formigoni, ha trovato pienamente favorevole il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, presente insieme al premier Letta, alla conferenza stampa di presentazione del nuovo commissario. E se è d’accordo Lupi, può non esserlo Mauro? Ancora di più oggi che la riunificazione politica fra i magnifici tre di provenienza ciellina separati alle ultime elezioni, è ad un passo dall’essere suggellata?
L’ambasciatore dagli “occhi a mandorla”
Infine una curiosità. Alla missione Cavour partecipa anche Fincantieri. Il suo presidente Vincenzo Petrone ha alle spalle una brillante carriera diplomatica. Ha ricoperto l’incarico di ambasciatore prima inBrasile, poi in Giappone. Almeno lui sembrerebbe non avere legami diretti con l’ambiente di CL. Oddio, non è che anche Petrone ne sia proprio completamente estraneo! Leggete un po’ questo lancio Ansadatato 28 ottobre 2011: “La persona di don Luigi Giussani per noi è indimenticabile; ricordiamo questi 25 anni di amicizia con grande ricchezza. Così il professore e reverendo Shodo Habukawa, monaco buddista della Scuola Shingon, abate del monastero del Monte Koya, ha salutato le persone presenti, oltre un centinaio, al primo appuntamento del convegno di cinque giorni ‘Tradizione e globalizzazione. Cristianesimo e Buddhismo di fronte alla sfida della modernità’, inserito nella rassegna ‘Italia in Giappone’, presso la residenza dell’ ambasciatore Vincenzo Petrone, che ha fatto gli onori di casa ospitando la serata inaugurale. Al centro del primo incontro l’amicizia tra il Meeting di Rimini e i monaci del Monte Koya della Scuola Shingon”. Anche Petrone insomma alla fine c’azzecca qualcosa!!!!
 di Americo Mascarucci



http://www.intelligonews.it/benvenuti-a-bordo-della-portaerei-cavour-incontri-e-affari-allombra-del-meeting-di-cl/


Non accettate ordini dal secolo

Identità e tradizione non sono parole vuote. Il progressismo adolescenziale svende il cuore della fede al secolo e allo spirito del mondo. No al pensiero unico. Mai così chiaro il Papa Francesco S. I.

C’è un’insidia che percorre il mondo. E’ quella della “globalizzazione dell’uniformità egemonica” caratterizzata dal “pensiero unico”, attraverso la quale, in nome di un progressismo che poi si rivela adolescenziale, non si esita a rinnegare le proprie tradizioni e la propria identità. Quello che ci deve consolare è che però davanti a noi c’è sempre il Signore fedele alla sua promessa, che ci aspetta, ci ama e ci protegge. Nelle sue mani andremo sicuri su ogni cammino. E’ questa la riflessione proposta da Papa Francesco lunedì mattina, 18 novembre, durante la messa a Santa Marta. Con lui ha concelebrato l’arcivescovo Pietro Parolin, segretario di stato, che oggi ha iniziato il suo servizio in Vaticano.
Il Pontefice ha avviato la sua riflessione commentando la lettura tratta dal primo libro dei Maccabei (1,10-15; 41-43; 54-57; 62-64) “una delle pagine più tristi nella bibbia” ha commentato, dove si parla di “una buona parte del popolo di Dio che preferisce allontanarsi dal Signore davanti a una proposta di mondanità”. Si tratta, ha notato il Papa, di un tipico atteggiamento di quella “mondanità spirituale che Gesù non voleva per noi. Tanto che aveva pregato il Padre affinché ci salvasse dallo spirito del mondo”.
Questa mondanità nasce da una radice perversa, “da uomini scellerati capaci di una persuasione intelligente: “Andiamo e facciamo alleanza con i popoli che ci stanno intorno. Non possiamo essere isolati” né fermi alle vecchie nostre tradizioni. “Facciamo alleanze perché da quando ci siamo allontanati da loro ci sono capitati molti mali”. Questo modo di ragionare, ha ricordato il Papa, fu considerato buono tanto che alcuni “presero l’iniziativa e andarono dal re, a trattare con il re, a negoziare”. Costoro, ha aggiunto, “erano entusiasti, credevano che con questo la nazione, il popolo d’Israele sarebbe diventato un grande popolo”. Certo, ha notato il Pontefice, non si posero il problema se fosse più o meno giusto assumere questo atteggiamento progressista, inteso come un andare avanti a ogni costo. Anzi essi dicevano: “Non ci chiudiamo. Siamo progressisti”. E’ un po’ come accade oggi, ha notato il vescovo di Roma, con l’affermarsi di quello che ha definito “lo spirito del progressismo adolescente” secondo il quale, davanti a qualsiasi scelta, si pensa che sia giusto andare comunque avanti piuttosto che restare fedeli alle proprie tradizioni. “Questa gente – ha proseguito il Papa tornando al racconto biblico – ha trattato con il re, ha negoziato. Ma non ha negoziato abitudini… ha negoziato la fedeltà al Dio sempre fedele. E questo si chiama apostasia. I profeti, in riferimento alla fedeltà, la chiamano adulterio, un popolo adultero. Gesù lo dice: “generazione adultera e malvagia” che negozia una cosa essenziale al proprio essere, la fedeltà al Signore. Forse non negoziano alcuni valori, ai quali non rinunciano; ma si tratta di valori, ha notato il Pontefice, che alla fine sono talmente svuotati di senso da restare soltanto “valori nominali, non reali”.
Ma di tutto questo poi si pagano le conseguenze. Riferendosi al racconto biblico il Pontefice ha ricordato che presero “le abitudine dei pagani” e accettarono l’ordine del re che “prescrisse che nel suo regno tutti formassero un solo popolo e che ciascuno abbandonasse le proprie usanze”. E certamente non si trattava, ha detto il Papa, della “bella globalizzazione” che si esprime “nell’unità di tutte nazioni” che però conservano le proprie usanze. Quella di cui si parla nel racconto è invece la “globalizzazionedell’u
niformità egemonica”. Il “pensiero unico frutto della mondanità”.
Dopo aver ricordato le conseguenze per quella parte del popolo d’Israele che aveva accettato questo “pensiero unico” e si era lasciato andare a gesti sacrileghi, Papa Francesco ha sottolineato che simili atteggiamenti si riscontrano ancora “perché lo spirito della mondanità anche oggi ci porta a questa voglia di essere progressisti, al pensiero unico”. Anzi: come capitava allora, quando chi era trovato in possesso del libro dell’alleanza veniva condannato a morte, succede così anche oggi in diverse parti del mondo “come abbiamo letto sui giornali in questi mesi”.
Negoziare la propria fedeltà a Dio è come negoziare la propria identità. E a questo proposito il Pontefice ha ricordato il libro “Il padrone del mondo” di Robert Hugh Benson, figlio dell’arcivescovo di Canterbury Edward White Benson, nel quale l’autore parla dello spirito del mondo e “quasi come fosse una profezia, immagina cosa accadrà. Quest’uomo, si chiamava Benson, si convertì poi al cattolicesimo e ha fatto tanto bene. Ha visto proprio quello spirito della mondanità che ci porta all’apostasia”. Farà bene anche a noi, ha suggerito il Pontefice, pensare a quanto raccontato dal libro dei Maccabei, a quanto è accaduto, passo dopo passo, se decidiamo di seguire quel “progressismo adolescenziale” e fare quello che fanno tutti. E ci farà bene anche pensare a quanto è accaduto dopo, alla storia successiva alle “condanne a morte, ai sacrifici umani” che ne sono seguiti. E chiedendo “voi pensate che oggi non si fanno sacrifici umani?”, il Papa ha risposto: “Se ne fanno tanti, tanti. E ci sono delle leggi che li proteggono”.
Quello che ci deve consolare, ha concluso il Pontefice, è che “davanti al cammino segnato dallo spirito del mondo, dal principe di questo mondo”, un cammino di infedeltà, “sempre rimane il Signore che non può rinnegare se stesso, il fedele. Lui sempre ci aspetta; lui ci ama tanto” ed è pronto a perdonarci, anche se facciamo qualche piccolo passo su questo cammino, e a prenderci per mano così come ha fatto con il suo popolo diletto per portarlo fuori dal deserto.

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