La letizia francescana
Ma
ho interrogato, talvolta obtorto collo, con l’angoscia di chi chiede “e
tu cosa mi dici?”, molte persone sagge; soprattutto ho letto tutto
quello che potevo, a firma del padre cappuccino Fidenzio Volpi (il
commissario) e padre Alfonso Bruno (il frate F.I. nominato da
quest’ultimo segretario generale): ne ho ricavato un senso di disgusto
profondo.
Le
accuse, infatti, sono talora ingigantite e distorte, talora false del
tutto. Chi volesse approfondire trova molto materiale documentario sul
sito libertaepersona.org (comprese le calunnie di padre Bruno, a fedeli
laici, sulla presunta collaborazione di padre Manelli-“si è messo in un
gioco più grande di lui”-, insieme a personalità di questo giornale,
nella promozione di uno scisma!), mentre sul sito dei francescani può
trovare le risposte di padre Volpi o di padre Bruno, più significative
ancora (si veda per esempio la dichiarazione grottesca secondo cui padre
Manelli avrebbe come protettore -tramite il sottoscritto, immagino,
scrivendo io sul Foglio- nientemeno che il “potente” Silvio Berlusconi!
Come a dire: fa il poverello, ma in realtà…)
La tentazione?
Il disgusto, la rabbia, quasi la disperazione. Quando una congregazione
che ha ormai la sua venerabile età, che conta tanti sacerdoti per lo
più amati e fedeli, che si spende per tante opere di carità spirituale e
corporale, viene annientata in pochi giorni, sino al punto che si
esiliano dall’oggi al domani molti dei suoi personaggi più
rappresentativi; si chiude il seminario; si cercano di strozzare le
numerose riviste; si osteggiano le associazioni laicali di riferimenti
(Mim e Tofi); si calunniano persone che hanno dato, con tutti i loro
umani limiti, la vita… cosa accade agli uomini di poca fede come me? Che
viene voglia di non credere più in nulla…di fare come quelli che, ad
ogni scandalo in cui si trovano coinvolti ecclesiastici, ne traggono
conferma al loro scetticismo. Sì, quando dei cristiani si sbranano come
cani, quando chi dovrebbe dare esempio di umiltà e di mitezza,
quand’anche chiamato a punire (se necessario), vive l’arroganza del
potere, viene voglia di non credere più alla santità della Chiesa.
Ma è perché mi difetta, appunto, la fede.
Che non mancava, invece, ai tanti santi che sono finiti nel mirino dei
loro confratelli, talora di papi e cardinali. Ricordiamo tutti, penso,
le persecuzioni a padre Pio, anche da parte di altri cappuccini. Credo
che padre Manelli, che di padre Pio è stato figlio spirituale, abbia
talora pensato, dentro di sé, che l’allievo non è da più del maestro.
Padre Manelli che alcuni anni orsono scriveva: “Quando
sant’Alfonso de’ Liguori, vecchio ottantenne, venne calunniato da uno
dei suoi figli, e fu espulso dalla Congregazione dallo stesso papa,
egli, il grande, l’appassionato, l’innamorato difensore del papa,
superava lo strazio mortale gridando a se stesso con la fronte a terra,
ai piedi dell’altare: “Il papa ha ragione, il papa ha ragione…”. Questa è
l’obbedienza che crocifigge, come crocifisse Gesù alla croce”
(Casa Mariana, 1999, p.166). Padre Manelli lo scriveva nel 1999: che
non fossero chiacchiere, si capisce oggi, quando, accusato da persone
della sua stessa congregazione, calunniato ed estromesso da ciò per cui
ha vissuto, tace. Tace e obbedisce, immagino, in letizia. La stessa
letizia con cui alcuni frati e suore, da me interpellati, loro che
vivono la lacerazione della loro famiglia religiosa, mi hanno risposto
con pacatezza e serenità: “Perché ti scaldi? Tutto è nelle mani dell’Immacolata: tutto concorre al bene, se vissuto con fede”.
Sì, la storia della Chiesa è anche storia di errori umani (magari in buona fede), e persino di persecuzioni verso i confratelli.
Ma fino a che punto posso, io peccatore, scandalizzarmi del peccato
degli altri? I cristiani vedono il male, non sono grulli: ma il loro
scandalo non è quello dei rivoluzionari, di chi urla con odio
“giustizia” e intende “vendetta”. La differenza sta proprio, qui, nella
fede: questa Chiesa che genera santi, ma fatta anche di peccatori come
me, ci hai dato, o Signore. In questo frangente, di miseria, hai
permesso finissimo. Qui stiamo. Con quella stessa fortezza di cui
parlava San Francesco, quando insegnava ai suoi frati che la ‘perfetta
letizia’ sta, appunto, nel sopportare ‘pazientemente e con allegrezza’ le ingiurie che fanno più male, quelle degli amici, dei confratelli, dei vicini.
Il Foglio, 19 dicembre, 2013
Pace e bene. Vi invito cortesemente a non fare uso della fotografia riportata in questo post, che ritrae dei FRATI MINORI CONVENTUALI presso il sacro Convento di Assisi. La fotografia inoltre appartiene alla provincia italiana dei frati minori conventuali Nord Italia e non può essere utilizzata senza un esplicito permesso. Mi auguro sia rimossa quanto prima, anche perchè,nel cotesto dell'articolo sopracitato crea una spiacevole confusione e certo non aiuta a fare verità. Grazie. Frate Alberto Tortelli ( alberto.tortelli@ppfmc.it)
RispondiEliminaFatto.
EliminaSpero che questa non disturbi..
Pax Vobis
Vi ringrazio per la pronta sostituzione. Fra Alberto
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