ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 8 dicembre 2013

Para...in action

Papa Francesco: «Sensibilità sociale e concretezza»

Gli hanno dato del marxista. E del rivoluzionario. Ma secondo il filosofo Belardinelli il pontefice è soltanto «un uomo della realtà». Necessario all'Europa in crisi, diventata «periferia del mondo».

Sarà la sua provenienza esotica che spiazza chi è abituato a misurare l'azione di un pontefice con i parametri europei. Sarà il carisma personale che gli permette di “bucare” l'immaginario pop con facilità estrema (l'ultima rivelazione è che in gioventù avrebbe fatto il buttafuori in una discoteca). Fatto sta che papa Francesco risulta, ancora e sempre più, un personaggio complesso da inquadrare e in grado di generare parecchie inquietudini.

BERGOGLIO MARXISTA? Negli ultimi giorni, in particolare Oltreoceano, si sono viste numerose professioni di scetticismo nel confronti delle posizioni di Jorge Bergoglio. Un articolo di Adam Shaw sul sito di Fox News (di proprietà di Rupert Murdoch) ha paragonato il papa a Barack Obama, in termini radicalmente negativi: «Come Obama scambia il fedele per un suo nemico, il nemico per un suo amico, la condiscendenza con il rispetto, il socialismo con la giustizia, e il capitalismo con la tirannia» ha scritto Shaw. L'attacco arriva all'indomani di una dichiarazione altrettanto pesante del giornalista conservatore Rush Limbaugh, che aveva definito Bergoglio senza mezzi termini «un marxista», riferendosi alle decise prese di posizione anti-capitaliste del papa argentino.
ENTUSIASTI CONTRO SCETTICI. «Capisco che si possa dire fare qualche affermazione del genere su Bergoglio», ha detto a Lettera43.it Sergio Belardinelli, filosofo cattolico-liberale, professore di Sociologia all'università di Bologna, da sempre interessato alle questioni religiose e autore di L’altro illuminismo. Politica, religione e funzione pubblica della verità (Rubbettino). «Sull'altro versante, quello che dimostra una maggiore sensibilità sociale, ci sono molti altri che sottolineano lo stesso aspetto, ma con entusiasmo».
  • Sergio Belardinelli
DOMANDA. E chi ha ragione?
Risposta. Credo che il metro di misura di questo papa sia la realtà. Che evidenzia squilibri e deformazioni evidenti: gridarle dai tetti non significa essere marxisti, ma rispondere a un'istanza di giustizia. Semmai dovremmo preoccuparci di altro...
D. Di cosa?
R.
 Del fatto che a denunciare certe storture, e certe ingiustizie sociali, sia rimasta solo la Chiesa.
D. E questo, storicamente, dovrebbe essere un compito della sinistra...
R.
 Arriverei ad affermare che siamo ormai talmente poveri di categorie interpretative da far sì che una cosa che la Chiesa dice da sempre viene associata alla sinistra, al comunismo, al terzomondismo.
D. Bergoglio è comunque antipatico ai liberali...
R.
 Chi ha una sensibilità liberale, come me, farebbe bene a usarla per comprendere la realtà. L'accusa di “eresia” al papa ci sta molto poco, sono cose smentite dalla lettera dei suoi testi.
D. In generale l'ala più tradizionalista del cattolicesimo dà segni di insofferenza. Padre Gaenswein a Die Spiegel ha detto, sconsolato: «Ogni giorno mi aspetto che succeda qualcosa di nuovo».
R.
 Bè, speriamo che succeda ogni giorno qualcosa di nuovo. Per fortuna. Certo, che questo sia un papa che sorprende è fuori discussione.
D. Ma?
R.
 Se ci pensiamo, ha detto cose che la Chiesa ripete da sempre, solo con un linguaggio che ha rigenerato intorno all'istituzione un entusiasmo non unicamente populista. È il linguaggio della pluralità. Anche i conservatori sentono questo slancio di energia, che non ha una preoccupazione teologica, ma pastorale. Poi, magari di certe cose non sono felice nemmeno io...
D. Di cosa?
R.
 L'intervista a Scalfari non la considero una scelta felice. Forse è stato mal consigliato.
D. Un po' di spaesamento c'è stato anche all'interno della Chiesa. Si veda il licenziamento di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro da Radio Maria per un articolo sul Foglio intitolato: «Questo papa non ci piace».
R.
 Certo un po' di spaesamento è fuori discussione. Ma non ci metterei di mezzo il papa. Forse su quel problema dovranno riflettere i protagonisti, il direttore di Radio Maria.
D. Non sarà che la comunicazione di Bergoglio è contraddittoria, che c'è qualcosa di non perfettamente centrato?
R.
 Lo spaesamento ci fu quando arrivò Benedetto XVI, e prima ancora quando arrivò Giovanni Paolo II. Il problema è che, specialmente la sinistra, ha voluto presentare Francesco come un illuminista, un'icona di una discontinuità.
D. Una proiezione dei laici desideri della sinistra?
R.
 Questo è un papa, ripeto, della realtà. Ci siamo lasciati prendere troppo dalle interpretazioni. Quel che conta è ciò che si dice e che si fa per davvero.
D. Dal punto di vista di bioetica, aborto, omosessualità le sue posizioni sono nuove?
R.
 Nella sostanza, identiche a quelle dei predecessori. Qualcuno dice, per esempio che di bioetica parla troppo poco. Ma non vuol dire che abbia cambiato idea rispetto ai predecessori. Comunque bisognerebbe sottolineare che, semmai, la rivoluzione di Bergoglio l'ha incominciata Ratzinger.
D. In che senso?
R.
 L'indizione dell'anno della fede è stata un'intuizione profetica, grandiosa. È stato proclamato per ridare ai cristiani la consapevolezza dell'essenziale, di asciugare la fede da tanti orpelli. E non è privo di significato che entro quell'anno Benedetto si sia dimesso.
D. Un pontefice tedesco che si dimette. Uno argentino che prende le redini della chiesa. Un sintomo di stanchezza della cultura europea?
R.
 L'Europa è un continente invecchiato non solo culturalmente, ma anche demograficamente. Cattolici e laici, siamo tutti un po' stracchi e tramortiti. In questi ultimi 30 anni il magistero sta esortando la cultura europea a svegliarsi. È la Chiesa che per prima ha messo il dito sulla piaga, denunciando lo svuotamento progressivo della cultura europea.
D. Quindi il paradosso è che la culla del cristianesimo sia diventato un posto da evangelizzare.
R.
 Oggi forse l'Europa, culturalmente e non solo, sta diventando una delle periferie del mondo.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.