ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 31 gennaio 2014

Più dentro che fuori

Démoni fuori e dentro la Santa Chiesa

Mi ha colpito un bell’articolo de Il Vaticanista del 29 gennaio 2014 : Insulti a Benedetto XVI su Rolling Stone - ma nessuno dice "bah" ( QUI tutto l’Articolo ) che inizia così : 
Sono veramente perplesso.

E stavolta, cari amici, sono stufo di pensare e ripensare, scrivere, rileggere, consigliarmi, meditare, cancellare e riscrivere, quindi vado al punto, e se sarò troppo diretto.... beh pazienza!

Comincio seriamente a pensare che ci sia qualcosa che non va nella comunicazione della Santa Sede ed in generale del mondo che ci gira intorno. ( Un fedele belga ha infatti notato che è : “stato triste di vedere la copertina di Rolling Stone sulla pagina Facebook di Radio Vatican in francese...) 

Da ieri pomeriggio sono tutti in brodo di giuggiole perchè Papa Francesco ha conquistato la copertina di Rolling Stone. ( Bene ha scritto al riguardo un fedele : “non condivido nemmeno l'apprezzamento che fa padre Lombardi sulla copertina, perché mi domando, come già ha fatto il papa emerito Benedetto : " quando vedo gli elogi e la condivisione del mondo mi domando se sto predicando bene il mio Vangelo... N.d.R.)

Su twitter è stato tutto un cinguettare: da Famiglia Cristiana a Padre Spadaro ai vari preti 2.0. 

Urrà! Finalmente siamo alla moda! 
Non siamo più la cittadella assediata! 
Non si respira più l’aria di palude di cui qualche monsignore parlò in un'intervista della scorsa primavera.
 Così parleremo ai giovani! …

Tutto un retweet, un retweet di retweet: Urrà! W il Papa! W Rolling Stone. ...”
In realtà il pezzo apparso su Rolling Stone oltre alle lodi rivolte a Papa Francesco ( sacrosante se fossero pervase da spiritualità e osservazioni " in sacris ")  conteneva una raffica di diabolici insulti nei confronti del Successore di Pietro Benedetto XVI .
Parliamoci chiaro : gli insulti a Benedetto XVI sulla rivista Rolling StoneVista la provenienza, sono riconoscimento della sua grandezza e santità !
Eppure soprendentemente ( che fretta c'era ? che bisogno c'era ? ) " ...padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa del Vaticano, abbia dichiarato apprezzamento per la copertina di Rolling Stone dedicata al Pontefice ... 


Ritorniamo ad alcune considerazioni del Il Vaticanista :

"Tutti a rilanciare acriticamente un articolo che insulta in maniera gratuita e ingiusta Benedetto XVI.
( Un Teologo ha commentato : “I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce... Buon fiuto affaristico, si sa che l'attuale Papa e' soggetto di marketing vincente. 
Una rivista più recondita non poteva giungere che cosi' al non plus ultra di notorietà. 
Il problema sono i nostri operatori dell'informazione cattolica, che a quanto pare si sono lasciati trasportare dal facile e insidioso successo della propaganda” N.d.R).


E se gli fai notare che l’articolo è ingiusto, e che magari prima di esaltarsi bisognerebbe leggerlo, neanche ti rispondono (vero Padre Spadaro?) oppure ti fanno i sermoncini sull’essere “come gli scribi e i farisei a giocare a chi vede più pagliuzze” (vero don Dino Pirri?) oppure ti dicono che si sono limitati a “riportare la notizia” (vero Famiglia Cristiana?). 
(Efficacemente realistico il commentato un fedele : “sarebbe anche il caso che si parlasse anche delle offese atroci, nelle parole e soprattutto nelle azioni che sono state fatte, e sono fatte, all'interno della Chiesa a Benedetto XVI. 
Lasciamo perdere le offese un tanto al chilo di laicisti d'accatto e guardiamoci dentro!”
UnTeologo ha infatti evidenziato : “Prova inconfondibile che questi signori, e quanti come loro, compresi quelli all'interno della Chiesa, pur avendo ammorbidito o indorato le loro attuali posizioni verso il Papa e la Santa Sede, non si sono mica cambiati o convertiti”. N.d.R.)


Come al solito, quando si tratta del povero Benedetto XVI è arrivata tardivamente dopo "
Tutto un retweet, un retweet di retweet: Urrà! W il Papa! W Rolling Stone " la precisazione della Sala Stampa Vaticana :
 
" L’articolo di Rolling Stone è un segno dell’attenzione che le novità del Papa Francesco attira negli ambienti più diversi. 
Purtroppo l’articolo stesso si squalifica cadendo nell’abituale errore di un giornalismo superficiale, che per mettere in luce aspetti positivi di Papa Francesco pensa di dover descrivere in modo negativo il pontificato di Papa Benedetto, e lo fa con una rozzezza sorprendente. 
Peccato. 
Non è questo il modo di fare un buon servizio neppure al Papa Francesco, che sa benissimo quanto la Chiesa deve al suo Predecessore".

Scialba dichiarazione del Portavoce Vaticano P.Federico Lombardi , che non ha mai brillato di santo zelo durante il precedente Pontificato per  difesa del super attaccato Papa ( eppure sarebbe stato un semplice dovere di gesuita, di curiale , di cristiano e soprattutto di confratello legato in sacris  dal medesimo Sacramento dell’Ordine Sacro.
Nel comunicato dunque del Portavoce Vaticano non si evince l’offesa blasfema e diabolica che la rivista Rolling Stone ha scagliato contro l’Unto del Signore, il Consacrato, il Vicario di Nostro Signore Gesù Cristo sulla terra e Successore dell’Apostolo Pietro.

E si ... siamo abituati ormai da decenni a “ giudicare” la persona umana del Papa ( Papa buono, Papa viaggiatore, Papa dei giovani ecc ecc ) staccandola dal suo vero contesto sacrale , religioso e docente che infondeva tanto sacro timore persino negli animi dei più feroci anticlericali del passato.

Attila non arretrò davanti all’uomo Leone ma davanti a Papa Leone rivestito dei sacri paramenti !
A chiusura di questa riflessione invito a leggere le parole che il Servo di Dio Paolo VI pronunciò a chiusura del famoso Angelus di Domenica, 4 aprile 1976 dopo che era stato fatto oggetto sulla stampa di irripetibili e quanto mai fantasiose accuse personali . 


Parole che giustamente mettono i risalto la sacralità della persona del Consacrato contro il quale si era scagliata la solita persecuzione del Principe di questo mondo e dei suoi alleati amplificata poi, con moderni metodi di persuasione occulta, durante i Pontificati del Beato Giovanni Paolo II e soprattutto di Benedetto XVI evidenziando come nella Chiesa ci siano delle perverse alleanze , nel nome di un diabolico pactum sceleris . 

"Sarebbe anche il caso che si parlasse anche delle offese atroci, nelle parole e soprattutto nelle azioni che sono state fatte, e sono fatte, all'interno della Chiesa a Benedetto XVI"aveva scritto un fedele. 

Ecco le luminose parole del Successore di Pietro, Papa Paolo VI pronunciate il 4 aprile 1976 : 


“ Fratelli e Figli carissimi!
Noi sappiamo che il nostro Cardinale Vicario e poi la Conferenza Episcopale Italiana vi hanno invitati a pregare per la nostra umile persona, fatta oggetto di scherno e di orribili e calunniose insinuazioni di certa stampa, irriguardosa dell’onestà e della verità. 
Noi ringraziamo voi tutti di codeste dimostrazioni di filiale pietà e di morale sensibilità. 

Così siamo riconoscenti a quanti hanno corrisposto a queste esortazioni di spirituale solidarietà. 
Grazie, grazie di cuore. 

Ci siamo ricordati, quasi a nostro malgrado, d’una bellissima parola degli Atti degli Apostoli: «una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui», Pietro (Act. 12, 5). 

Ancora, grazie! 

Noi ricambiamo codeste attestazioni di religiosa fedeltà invocando dal Signore per tutti lo Spirito di verità e la cristiana franchezza di dare sempre a cotesto senso cristiano, con la parola e con la vita, generosa testimonianza. 
Anzi, siccome questo e altri deplorevoli episodi hanno avuto pretestuosa origine da una recente dichiarazione della nostra Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcune questioni di etica sessuale, noi vi esortiamo a dare a questo documento e al complesso di insegnamenti, di cui esso fa parte, un’attenta considerazione ed una virtuosa osservanza, tali da tonificare in voi uno spirito di purezza e di amore, che faccia argine al licenzioso edonismo diffuso nel costume del mondo odierno, e che alimenti nei vostri animi la padronanza delle umane passioni accrescendo il senso forte e gioioso della dignità e della bellezza della vita cristiana.
Così che alle vostre preghiere noi daremo un più ampio scopo, che ne estenda il beneficio alla intera nostra società, affinché sia sana, sia forte, sia penetrata dai carismi sobri e inebrianti, come dice Sant’Ambrogio, dello Spirito. 
Maria, la purissima, ci incanta e ci assiste.  ”
A.C.

Immagine : "Inferno" di Andrè Goncalves

I " commenti ", evidenziati con il colore rosso, sono stati presi da alcuni post sullo stesso argomento suFacebook.
Grazie per questa splendida testimonianza di fede  !

Il Papa diventa un’icona pop su Rolling Stone e spiazza la Chiesa

Ora addirittura qualcuno in Vaticano e non solo, vuole correggere, o meglio, bacchettare Rolling Stone per come parla di Benedetto XVI in un articolo in cui si fa un elogio inaspettato di papa Francesco con tanto di copertina da super star.Per altro il titolo che accompagna la foto di un Bergoglio pensieroso  - the times they ‘re a changig – ricalca una celebre canzone di Bob Dylan degli anni ’60.

Dunque, proviamo a capire: la suddetta rivista non è ‘Communio’ o ‘Il Regno’ o ‘Concilium’ (non si tratta cioè di quaderni di teologia o storia della Chiesa), è invece una storica testata di musica e cultura pop e non solo, che coglie - come già altri prima di lei - un elemento di verità di questo papato: la popolarità del personaggio e il suo essere improvvisamente diventato un’icona contemporanea.

E' la modernità, a volte capita. Papa Francesco in questo senso è un po’ come Kennedy, Marylin Monroe, Che Guevara o Mandela. E’, insomma, un’immagine del nostro tempo, con tutto ciò che di effimero e duraturo, di suggestivo e reale, c’è in questo. Perché lo è diventato? Perché, in breve, ha dato una scossa elettrica alla Chiesa e a un mondo distratto in cerca di un leader, di un’ autorità politica o religiosa, che parlasse di amore, giustizia, accoglienza, uguaglianza, e che mettesse al bando i pregiudizi. 

L'immagine a volte diventa il messaggio, cioè il sentimento delle cose, un sentimento globale e coinvolgente; in tal modo la copertina, la foto, il manifesto, vanno anche oltre la complessità di quello che realmente il Papa dice, della natura della crisi che è costretto ad affrontare, dei dibattiti e dei problemi nei quali è coinvolta la Chiesa con i suoi movimenti, e oltre, pure, le aspettative e le critiche dei fedeli. E tuttavia, in questa ondata globale pro-papa - che forse non ha precedenti nella storia contemporanea della Chiesa - c'è un anche un’interpretazione forte di quello che sta succedendo Oltretevere. E’ una sorta di via libera globale, una specie di ‘ok’ planetario al nuovo corso di Bergoglio, a un suo modo di esprimersi, di comunicare, di dire le cose. Un consenso che nei sacri palazzi ha stupito e che vecchie burocrazie hanno vissuto con malcelato terrore, che piace a molti ma dispiace anche ai settori più tradizionalisti.

E però nell'articolo in questione,  Rolling Stone spara pure - per contrapposizione - un giudizio piuttosto sprezzante su BXVI, dipingendolo come un conservatore rinchiuso nel suo mondo, facendone un ritratto senza sfumature. Da qui una dichiarazione un po’ imbarazzata di padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, che da una parte non poteva non incassare l’ennesima copertina dedicata al papa argentino e gesuita (l’ennesimo successo in un territorio che fino a poco prima era avverso o indifferente)  dall’altra doveva riaffermare che negare il ruolo positivo del pontefice precedente era sbagliato dal punto di vista storico e del rapporto fra Ratzinger e Bergoglio, mentre i toni utilizzati dalla rivista erano rozzi.  

A questo si aggiungeva chi spiegava, padre Antonio Spadaro fra questi, che la diatriba ‘conservatori-progressisti’, ‘continuità-discontinuità’, (Bergoglio-Ratzinger) costituiva una semplificazione (per quanto fu proprio Benedetto XVI a coniare l’ermeneutica della continuità a proposito del Concilio Vaticano II da contrapporre a quella della discontinuità tipica dei progressisti), intanto la militanza cattolica più attenta si lamentava dell’eterna incapacità di comprendere la Chiesa da parte degli altri.

Sorge però una domanda inevitabile a questo punto: che cosa ci si  aspettava che pensasse Rolling Stone del predecessore di Bergoglio? Che raccontasse di come, per esempio, il papa tedesco avesse dato il suo contributo alla storia della Chiesa? Rendersi conto che Rolling Stone e Ratzinger stanno agli antipodi nel mondo contemporaneo è una presa di coscienza elementare di come stanno le cose, è un po’ come conoscere l'alfabeto di base della società di massa, si tratta di cose che dall'adolescenza in poi si conoscono istintivamente, non te le deve spiegare nessuno. Sembra allora che questo ‘piacere’ del papa indiscriminatamente a tutti alla fine spiazzi la stessa Chiesa, i suoi quadri laici e religiosi, le sue organizzazioni. Troppa grazia è vera grazia? 

La domanda è, se vogliamo provare a toccare da vicino il tema, la seguente: che immagine ha dato di sé la Chiesa al mondo durante gli otto anni del pontificato di Ratzinger? Una contro-argomentazione classica rispetto a questo modo di porre la questione, utilizzata in ambienti ecclesiali, è quella che évoca ‘il grande complotto laico della stampa e dei poteri forti’. Tradotti significa: la Chiesa di Ratzinger propone verità scomode e quindi è contestata dal pensiero dominante che ha come obiettivo quello di escludere Dio dalla vita delle persone. L’altro, insomma, è solo un nemico che vuole abbatterci. E in effetti è proprio questa impostazione che è venuta meno negli ultimi 12 mesi; la Chiesa ‘ospedale da campo’, aperta a tutti, cioè non passiva, ma capace di dialogare e confrontarsi con tutti – ammettendo quindi le ragioni dell’altro - ha prodotto un rovesciamento del quadro che provoca traumi positivi e negativi.

Resta però un fatto: una riflessione - che prescinde ovviamente dalle parole di Rolling Stone – su come la Chiesa negli anni passati si è misurata con il suo tempo, credo che potrebbe essere utile e necessaria anche all'interno di tanto fervore e continuità rivendicata fra i papati di ieri di oggi e di sempre, se lo stesso cattolicesimo ufficiale vorrà evitare che siano (solo) Time, Rolling Stone e The Advocate  - per citare i casi più celebri - a dire chi è il Papa piuttosto che l’Osservatore romano. 

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