Maradiaga a Müller: «Dovresti essere più flessibile»
Il coordinatore del C8 al quodiano «Koelner Stadt-Anzeiger» parla dei sacramenti ai divorziati, del vescovo di Limburg accusato di spendere troppo e del conclave
Il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Gehrard Müller «è un professore di teologia tedesco, nella sua mentalità c'è solo il vero e il falso... Però, fratello mio, il mondo non è così, tu dovresti essere un po' flessibile quando ascolti altre voci... Per ora però ascolta solo il suo gruppo di consiglieri». È un passaggio della lunga intervista che il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e coordinatore degli otto porporati che aiutano Francesco, ha rilasciato ieri al quotidiano tedesco «Koelner Stadt-Anzeiger».Nel colloquio, Maradiaga ha affrontato vari argomenti. «Sono profondamente convinto - ha detto - che nella Chiesa siamo all'inizio di una nuova era, come cinquant'anni fa quando Giovanni XXIII ha aperto la finestra per far entrare aria nuova». Francesco, ha spiegato, «è vicino alle persone, senza essere in trono sopra di esse ma vivendo tra loro». La Chiesa, ha aggiunto, «non è in mano dell'uomo ma è opera di Dio. Sono sicuro che nel marzo 2013 Dio ha messo in gioco la sua mano perché secondo i criteri umani sarebbe diventato Papa un altro».
Maradiaga, parlando dell'approccio di Papa Francesco, dell'invito a uscire per evangelizzare, ha detto: «Questo significa più pastorale che dottrina». E rispondendo a una domanda sui sacramenti ai divorziati risposati, chiarisce: «La Chiesa è tenuta ai comandamenti di Dio» e a ciò che Gesù «dice sul matrimonio: ciò che Dio ha unito, l'uomo non deve separarlo. Però ci sono diversi approcci per chiarire questo. Dopo il fallimento di un matrimonio ci possiamo per esempio chiedere: gli sposi erano veramente uniti in Dio? Lì c'è ancora molto spazio per un esame più approfondito. Però non si va nella direzione per cui domani è bianco ciò che oggi è nero».
Parlando del prossimo Sinodo, il cardinale afferma: «Ho chiesto al Papa perché un nuovo Sinodo sulla famiglia», dopo quello del 1980 e dopo l'esortazione di Giovanni Paolo II «Familiaris consortio». «Il Papa ha risposto: quello accadeva trent'anni fa, oggi la famiglia di allora per la maggior parte delle persone non c'è quasi più. Abbiamo separazioni, famiglie allargate, molte persone che crescono da sole i figli, maternità in affitto, matrimoni senza figli, senza dimenticare le unioni delle persone dello stesso sesso. Nel 1980 queste cose non erano nemmeno all'orizzonte».
«Tutto queste richiede risposte per il mondo di oggi - continua Maradiaga - e non basta dire: per questo abbiamo la dottrina tradizionale. Ovviamente la dottrina tradizionale verrà mantenuta», ma ci sono «sfide pastorali» adatte ai tempi alle quali non si può rispondere «con l'autoritarismo e il moralismo» perché questa «non è nuova evangelizzazione».
Rispondendo a una domanda specifica sul Prefetto Müller (il riferimento è all'articolo con il quale il neo-cardinale, in vista della discussione sulla famiglia, sbarrava la strada a qualsiasi apertura riguardante i sacramenti ai divorziati risposati), Maradiaga ha detto: «Penso di capirlo. È un tedesco, si deve dirlo, è anzitutto un professore di teologia tedesco, nella sua mentalità c'è solo il vero e il falso. Però io dico: fratello mio, il mondo non è così, tu dovresti essere un po' flessibile, quando ascolti altre voci. E quindi non solo ascoltare e dire no». Il porporato honduregno si dice certo che Müller «arriverà a comprendere anche altre posizioni», anche se ora «ascolta solo il suo gruppo di consiglieri».
Parlando delle riforme, Maradiaga ha citato quella del Sinodo dei vescovi, quella della Segreteria di Stato e quindi ha parlato della proposta di far nascere una Congregazione per i laici, che sono «maggioranza del popolo di Dio». A proposito delle resistenze interne alle riforme, il cardinale ha spiegato: «La Curia non è affatto un blocco monolitico». L'intervistatore ha chiesto quindi se un Papa di 77 anni abbia «abbastanza tempo» per portare avanti la riforma della Chiesa. «Credo innanzitutto - ha risposto il cardinale - che noi siamo a un punto di non ritorno. D'altra parte il Papa ha un'energia che mi stupisce sempre. Prima del conclave parlavamo tra di noi e lui mi diceva: ho già presentato le mie dimissioni» da arcivescovo di Buenos Aires. «Poi è stato eletto Papa e da allora è come trasformato...».
Una successiva domanda relativa ai problemi ai polmoni di Bergoglio, permette a Maradiaga di raccontare un episodio accaduto in conclave: «Questa era la propaganda negativa con la quale qualcuno dell'inner circle prima del conclave intendeva volutamente danneggiarlo». Per questo il cardinale riferisce di aver interrogato in proposito Bergoglio durante un pranzo: «Gli ho chiesto se era vero che aveva soltanto un polmone e che fosse cagionevole di salute. Lui ha cominciato a ridere e ha detto: ho avuto una ciste nella parte alta del polmone sinistro, è stata tolta ed è andata bene» (il riferimento è all'intervento chirurgico subito dal futuro Papa negli anni Cinquanta). «A questo punto - continua Maradiaga - mi sono alzato e sono andato di tavolo in tavolo a dire: quelli di voi che dicono che Bergoglio ha un polmone solo sono sulla strada sbagliata...».
Al cardinale è stato quindi chiesto che cosa ne pensa della «massiccia» opposizione contro di lui e contro il Papa. «Massiccia forse - ha risposto - ma non numerosa. La maggior parte dei cattolici seguono il Papa, i suoi avversari sono persone che non conoscono la realtà. Per esempio ci sono circoli economici statunitensi che dimostrano malumore per le critiche al capitalismo» contenute nell'«Evangelii Gaudium». «Ma chi l'ha detto che il capitalismo è perfetto? Chi ha provocato le recenti crisi del mercato finanziario? Certo non i poveri, ma la ricca America e la ricca Europa. E questa crisi non è stata un'invenzione della Teologia della Liberazione e una conseguenza dell'opzione per i poveri. Chi non critica il capitalismo, sbaglia. Non è il Papa a sbagliare. Ma per favore, lasciare che lo rimproverino e che si irritino... io cerco di seguire la mia coscienza».
Maradiaga, rispondendo sulla ricchezza della Chiesa tedesca, ha detto che «aiutare i poveri non significa essere povero». Il porporato honduregno ha elogiato la Chiesa tedesca per questo: «Non c'è una Chiesa locale in tutto il mondo che offra così tanto aiuto, nessuna!». Infine, il cardinale ha parlato del vescovo di Limburg, Franz-Peter Tebartz-van Elst, accusato di spese faraoniche (circa trenta milioni di euro) per la ristrutturazione del vescovado e della sua residenza. «Soffro per i cattolici tedeschi per il problema che c'è lì... Ma da questo caso può anche venire qualcosa di positivo». E ha detto di auspicare che nella «gestione ecclesiastica si affermi questa consapevolezza: dovremmo cambiare un paio di cose da noi, non solo a Limburg».
Maradiaga ha detto di ritenere che il vescovo Tebartz-van Elst non debba tornare in diocesi: «Chi ha fatto un errore dovrebbe riconoscerlo per chiedere scusa e cercarsi un altro posto. Tanti fedeli sono feriti...». E a proposito dello stile di vita di Papa Francesco, ha aggiunto: «È evidente che il suo appello per una Chiesa povera e il suo stile di vita sono stati sempre coerenti, sia quando era un gesuita, quando era un arcivescovo e ora come Papa». Infine, sempre riferendosi alla residenza del vescovo di Limburg, Maradiaga ha concluso: «A persone come il Papa e come me che vengono dall'America Latina, risulta difficile comprendere. Ovviamente i vostri standard di vita sono altri rispetto ai nostri. Ma nonostante questo, molto di ciò che ho sentito non era necessario: una doccia e una toilette, questo basta. Comunque basta alla maggior parte delle persone. E basta al Papa nel suo appartamento di tre stanze».
A proposito di Tebartz-van Elst, va ricordato che appena due giorni fa il Prefetto della Casa Pontificia nonché segretario particolare di Benedetto XVI, monsignor Georg Gänswein, in un'intervista con l'edizione online della «Mittelbayerischen Zeitung», si è detto sicuro che il vescovo di Limburg sarà scagionato: «Credo che l'indagine per chiarire le accuse di spreco di denaro, non-comunicazione e assenza di organi di controllo si concluderà a favore del vescovo».
http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/maradiaga-muller-31414/
SEDE DELLO IOR - ISTITUTO OPERE DI RELIGIONEHTTP://WWW.DAGOSPIA.COM/RUBRICA-3/POLITICA/-70340.HTM
La ramanzina del bergogliano Maradiaga a monsignor Muller
21 - 01 - 2014Matteo Matzuzzi
Farà discutere la lunga intervista che il cardinale Oscar Maradiaga, ascoltassimo consigliere di Papa Francesco, al quale è legato da un antico rapporto d’amicizia, ha concesso al quotidiano tedesco Kolner Stadt. Sono tanti i temi affrontati dal presule honduregno, dalle sfide del prossimo Sinodo al destino del vescovo di Limburg, Tebartz von Elst, accusato di aver speso trenta milioni di euro per il restauro dell’arcivescovado. Ma è sull’operato del prefetto della congregazione per la dottrina della fede, monsignor Gerhard Ludwig Muller, che Maradiaga muove qualche osservazione.
“NELLA TESTA DI MULLER C’E’ SOLO IL VERO E FALSO”
A non convincere più di tanto il coordinatore del C8, la consulta cardinalizia istituita dal Papa per studiare la riforma della curia e aiutarlo nel governo della chiesa universale, è la “poca flessibilità” del custode dell’ex Sant’Uffizio mostrata nei confronti della pastorale familiare: “Penso di capirlo, è un tedesco, è un professore di Teologia tedesco. Nella sua mentalità c’è solo il vero e falso”. Ma io dico, fratello mio, il mondo non è così, tu dovresti essere un po’ flessibile, quando ascolti altre voci. E quindi non solo ascoltare e dire no”. Pesante la successiva allusione: Muller “arriverà a comprendere anche altre posizioni”, ma “ora ascolta solo il suo gruppo di consiglieri”. Insomma, basterebbe, secondo Maradiaga, tenere a mente i punti che più qualificano l’agenda papale, a partire dall’evangelizzazione: “Questo significa più pastorale che dottrina”.
ALLE NUOVE SFIDE PASTORALI NON SI PUO’ RISPONDERE CON IL MORALISMO
Riguardo i sacramenti da concedere ai divorziati risposati, la posizione del porporato honduregno è altrettanto chiara: “La chiesa è tenuta ai comandamenti di Dio e a ciò che Cristo dice sul matrimonio. Ciò che Dio ha unito, l’uomo non deve separarlo. Però ci sono diversi approcci per chiarire questo. Dopo il fallimento di un matrimonio ci possiamo per esempio chiedere: gli sposi erano veramente uniti in Dio? Lì c’è ancora molto spazio per un esame più approfondito. Però non si va nella direzione per cui domani è bianco ciò che oggi è nero”, si legge nella tradizione fornita stamane da Vatican Insider. Il punto, aggiunge Maradiaga, è che “tutto questo richiede risposte per il mondo di oggi, e non basta dire che per questo abbiamo la dottrina tradizionale. Ovviamente – è l’assicurazione – la dottrina tradizionale verrà mantenuta, ma ci sono sfide pastorali adatte ai tempi alle quali non si può rispondere con l’autoritarismo e il moralismo“.
RETROSCENA SUL CONCLAVE
Curioso, poi, un particolare che ha a che fare con il Conclave che ha eletto il cardinale Jorge Mario Bergoglio lo scorso 13 marzo. Si raccontava che l’arcivescovo di Buenos Aires avesse un solo polmone.Tutte fandonie: “Questa era la propaganda negativa con la quale qualcuno dell’inner circe prima del conclave intendeva volutamente danneggiarlo”. E qui rivela un aneddoto su quanto avvenuto durante un pranzo prima della chiusura in Sistina. Maradiaga andò da Bergoglio e gli chiese se corrispondesse a realtà ciò che si diceva sul suo conto. Il cardinale gesuita “ha cominciato a ridere e ha detto: Ho avuto una ciste nella parte alta del polmone sinistro, è stata tolta ed è andata bene. A questo punto – prosegue il coordinatore del C8 – mi sono alzato e sono andato di tavolo in tavolo a dire: Quelli di voi che dicono che Bergoglio ha un polmone solo sono sulla strada sbagliata”.
L’INIZIO DI UNA NUOVA ERA
Nell’intervista al Kolner Stadt, il porporato ha anche anticipato che una delle possibilità al vaglio della consulta cardinalizia è di istituire una nuova congregazione curiale per i laici (oggi c’è solo un Pontificio consiglio, guidato dal cardinale polacco Stanislaw Rylko). A ogni modo, precisa Maradiaga, “sono profondamente convinto che nella chiesa siamo all’inizio di una nuova era, come cinquant’anni fa quando Giovanni XXIII ha aperto la finestra per far entrare aria nuova”.
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MEDAGLIA D’IOR PER MONSIGNOR SCARANO: ARRESTATO DI NUOVO PER FALSE DONAZIONI TRANSITATE SUI SUOI CONTI PRESSO LA “BANCA DI DIO”
La Guardia di Finanza ha notificato a Scarano, già imputato per corruzione e calunnia, un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che riguarda anche un altro sacerdote e un professionista - Perquisita la casa del Monsignore e sequestrati alcuni conti correnti nella sede dello Ior in Vaticano…
LA GUARDIA DI FINANZA ACCOMPANGA MONSIGNOR SCARANO DOPO LARRESTO JPEG
Da "la Stampa"
Nuovo arresto per monsignor Scarano, l'ex contabile dell'Apsa (Amministrazione patrimonio Sede Apostolica). La Guardia di Finanza gli ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che riguarda anche un altro sacerdote e un professionista. I finanzieri avrebbero accertato false donazioni per milioni di euro provenienti da società offshore transitate su conti Ior intestati a Scarano.
Dopo aver perquisito l'abitazione del Monsignor, le Fiamme Gialle hanno anche eseguito sequestri di disponibilità finanziarie e conti correnti nella sede dello Ior in Vaticano. Le accuse ipotizzate nei confronti di monsignor Nunzio Scarano, che era già stato arrestato lo scorso giugno e poi messo ai domiciliari, sono concorso in riciclaggio e falso.
Il precedente
Dallo scorso 25 ottobre monsignor Nunzio Scarano era agli arresti ospedalieri, per gravi motivi di salute, presso una casa di cura di Salerno su decisione del gip di Roma. Nella capitale è già imputato di corruzione e di calunnia nel processo con rito abbreviato in corso a Roma sulla vicenda del mancato rientro dalla Svizzera in Italia di 20 milioni di euro che erano stati esportati illecitamente.
MONSIGNOR SCARANOSCARANO BNuovo arresto per monsignor Scarano, l'ex contabile dell'Apsa (Amministrazione patrimonio Sede Apostolica). La Guardia di Finanza gli ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che riguarda anche un altro sacerdote e un professionista. I finanzieri avrebbero accertato false donazioni per milioni di euro provenienti da società offshore transitate su conti Ior intestati a Scarano.
Dopo aver perquisito l'abitazione del Monsignor, le Fiamme Gialle hanno anche eseguito sequestri di disponibilità finanziarie e conti correnti nella sede dello Ior in Vaticano. Le accuse ipotizzate nei confronti di monsignor Nunzio Scarano, che era già stato arrestato lo scorso giugno e poi messo ai domiciliari, sono concorso in riciclaggio e falso.
Il precedente
Dallo scorso 25 ottobre monsignor Nunzio Scarano era agli arresti ospedalieri, per gravi motivi di salute, presso una casa di cura di Salerno su decisione del gip di Roma. Nella capitale è già imputato di corruzione e di calunnia nel processo con rito abbreviato in corso a Roma sulla vicenda del mancato rientro dalla Svizzera in Italia di 20 milioni di euro che erano stati esportati illecitamente.
Al processo si sono costituiti parti civili anche la presidenza del Consiglio e l'Aisi su richiesta per il danno all'immagine subito per la presenza dell'ex 007 Giovanni Zito, che avrebbe dovuto pilotare l'aereo privato per riportare in Italia 20 milioni di euro. Il piano poi non ebbe successo perché il terzo imputato, il broker Giovanni Carenzio, nel momento in cui avrebbe dovuto consegnare il denaro per trasferirlo in Italia non si presentò all'imbarco con la somma.
IORGIOVANNI CARENZIOVaticano, monsignor Scarano di nuovo in manette
«Finte donazioni»: arrestato l'ex contabile della sede apostolica. Raffica di sequestri allo Ior.
Nuovo arresto per monsignor Nunzio Scarano, l'ex contabile dell'Apsa(Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica) che era già finito in manette lo scorso giugno.
COINVOLTO UN NOTAIO. La guardia di finanza di Salerno gli ha notificato il 21 gennaio un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Stesso provvedimento per un altro sacerdote, mentre per un notaio è stato adottata la misura del divieto dell'esercizio dell'attività professionale.
Sempre le Fiamme gialle hanno sequestrato disponibilità finanziarie e conti correnti nella sede dello Ior.
CONCORSO IN RICICLAGGIO E FALSO. Le accuse ipotizzate nei confronti dell'ex contabile dell'Apsa sono concorso in riciclaggio e falso.
Gli investigatori avrebbero accertato finte donazioni per milioni di euro provenienti da società offshore e transitate su conti Ior intestati a Scarano.
Secondo l'ipotesi formulata, le donazioni sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio di denaro.
DONAZIONI DA 10 MILA EURO. Il prelato avrebbe contattato una sessantina di persone chiedendo a ognuna di loro la compilazione di un assegno circolare con somme intorno ai 10 mila euro, spiegando di dover ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune abitazioni nel centro storico di Salerno.
L'EQUIVALENTE IN CONTANTE. Sempre secondo l'accusa, gli assegni sarebbero stati soltanto una partita di giro, in quanto al momento della consegna i donatori avrebbero ricevuto l'equivalente in denaro contante.
COINVOLTO UN NOTAIO. La guardia di finanza di Salerno gli ha notificato il 21 gennaio un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Stesso provvedimento per un altro sacerdote, mentre per un notaio è stato adottata la misura del divieto dell'esercizio dell'attività professionale.
Sempre le Fiamme gialle hanno sequestrato disponibilità finanziarie e conti correnti nella sede dello Ior.
CONCORSO IN RICICLAGGIO E FALSO. Le accuse ipotizzate nei confronti dell'ex contabile dell'Apsa sono concorso in riciclaggio e falso.
Gli investigatori avrebbero accertato finte donazioni per milioni di euro provenienti da società offshore e transitate su conti Ior intestati a Scarano.
Secondo l'ipotesi formulata, le donazioni sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio di denaro.
DONAZIONI DA 10 MILA EURO. Il prelato avrebbe contattato una sessantina di persone chiedendo a ognuna di loro la compilazione di un assegno circolare con somme intorno ai 10 mila euro, spiegando di dover ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune abitazioni nel centro storico di Salerno.
L'EQUIVALENTE IN CONTANTE. Sempre secondo l'accusa, gli assegni sarebbero stati soltanto una partita di giro, in quanto al momento della consegna i donatori avrebbero ricevuto l'equivalente in denaro contante.
IL PRETE ARRESTATO OGGI A SALERNO ERA DA 30 ANNI IL FIDANZATO DI MONSIGNOR SCARANO
- Articolo di Angela Camuso per info@reportime.it pubblicato da "Corriere.it"
LA GUARDIA DI FINANZA ACCOMPANGA MONSIGNOR SCARANO DOPO LARRESTO jpeg
Amanti. Tutti e due sacerdoti. Entrambi riciclatori di denaro attraverso lo Ior, la banca Vaticana. Don Luigi Noli, il prete di 55 anni arrestato oggi a Salerno insieme all'ex responsabile dell'Apsa, il 62enne monsignor Nunzio Scarano, di quest'ultimo era da trent'anni il compagno.
Questo dettaglio sulla vita privata di monsignor Scarano era emersa negli atti giudiziari già un anno fa, quando la Guardia di Finanza di Roma iniziò ad ascoltare le telefonate del monsignore poi finito in carcere su ordine del gip di piazzale Clodio, per corruzione. Era l'alba del 28 giugno scorso, quando Scarano fu ammanettato la prima volta dai finanzieri di Roma nella casa canonica di don Noli, presso la parrocchia di San Filippo e Giacomo, a Fiumicino.
I due sacerdoti avevano pernottato insieme così come hanno dormito insieme questo lunedì sera, nella lussuosa residenza salernitana di 700mq di Scarano, alla vigilia dell'arresto avvenuto anche stavolta all'alba. Don Noli, da quando il monsignore ha ottenuto i domiciliari per motivi di salute, risulta essersi trasferito in pianta stabile a casa del compagno, ufficialmente per poter accudire il recluso. Ed effettivamente emerge dagli atti un sentimento di affetto e un rapporto di mutua assistenza tra i due preti.
monsignor scarano
Dopo il primo arresto di Scarano in quelle circostanze imbarazzanti, don Noli è stato allontanato da Fiumicino su decisione della Curia. Provvedimento motivato, presumibilmente, proprio dal diffondersi in ambienti vaticani delle voci sulla relazione tra i due visto che su Noli, nell'inchiesta romana, non erano emersi in quel periodo elementi che potessero farlo ritenere coinvolto.
Ora invece si sa che Luigi Noli avrebbe partecipato a pieno titolo nelle spregiudicate manovre finanziare del monsignore mettendogli in pratica a disposizione il suo conto corrente presso la Banca Popolare di Rieti e coinvolgendo in queste operazioni anche alcuni suoi familiari.
In particolare don Noli, ogni mese, in corrispondenza degli accrediti mensili del suo stipendio, versava sistematicamente assegni di pari importo a favore di Scarano il quale poi li versava su conti Ior facendo così, sostanzialmente, perdere a quel denaro tracciabilità.
nunzio scarano vescovo
"Scarano dispone liberamente del mio conto corrente... Anche del libretto degli assegni...Abbiamo deciso di avere tutto in comune", si è giustificato don Noli il 29 maggio 2013 nel corso di un suo interrogatorio citato nell'ordinanza. D'altra parte, scorrendo le pagine del documento cautelare notificato ieri, si leggono alcuni passaggi che spiegano non solo la natura del rapporto tra i due, ma anche come di quella relazione fossero a conoscenza in tanti.
Ad esempio Massimiliano Marcianò, amico intimo e accompagnatore di Scarano durante le sue trasferte salernitane, ha dichiarato: "Tra Nunzio e don Luigi Noli c'è un rapporto particolare che a mio avviso va ben oltre un normale rapporto di amicizia, sono di fatto la stessa persona e condividono praticamente tutto".
Viene citata nell'ordinanza anche uno stralcio di un'intercettazione telefonica tra Noli e Scarano che ha per oggetto argomenti di natura erotica che fanno riferimento a relazioni di natura omosessuale in cui sarebbero coinvolti in situazioni promiscue altri uomini di cui l'identità è coperta dagli omissis.
Annotano i finanzieri a margine dell'informativa su una telefonata intercorsa alle dieci di sera tra Scarano e don Noli, il 9 febbraio del 2013: «Scarano e Noli ricordano di un'esperienza particolare vissuta laddove Scarano parla della relazione di ...omissis.. che gli diceva: "A bello allora vuol dire che quello che ti ho dato quella sera non ti basta, ti devo dare il resto?'" E Luigi risponde: ".... Mamma mia, quella sera indimenticabile, un animale è diventato!" E ad un certo punto Nunzio definisce ...omissis.. possessivo nei suoi confronti e Noli risponde: "Ti vuole tutto per sé. Immaginati se sapesse che con me...».
Proprio la natura del rapporto tra Scarano e don Noli ha secondo gli inquirenti rilevanza dal punto di vista investigativo: "Dunque - scrive la finanza - questo particolare rapporto tra Nunzio Scarano e Luigi Noli, che porta quest'ultimo a sentirsi un tutt'uno con il primo, superiore pertanto ad un mero rapporto di fraterna spiritualità e affettuosa amicizia, non può che implicare, a ragione, la piena consapevolezza, da parte di costui, degli affari illeciti in cui Scarano è versato".
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