ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 2 febbraio 2014

A lui chi l'ha data?..(la patente ovvio..)

La patente

Il card. Maradiaga e le nuove famiglie che non piacciono a Müller

E’ un’ovvietà dire che il modello cristiano di famiglia non è più quello determinante,spiega in una nuova intervista (stavolta alla Frankfurter Allgemeine Zeitung) il cardinale honduregno Oscar Rodríguez Maradiaga, capo degli otto porporati chiamati dal Papa a rifondare la curia romana. E’ bene che tutti, nella chiesa, si rendano conto al più presto che è venuto il tempo di “attribuire patenti” anche ad altri modelli di famiglia, ha detto il porporato.
E i nuovi modelli altro non sarebbero che le unioni civili, quelle che comprendono figli nati da matrimoni diversi, genitori single, coppie gay. Insomma, “le famiglie patchwork” di cui parla anche il cardinale Schönborn. D’altronde, trentaquattro anni dopo l’esortazione apostolica Familiaris Consortio firmata dal prossimo santo Giovanni Paolo II, “la realtà è completamente cambiata”. Sì, è vero che “certe cose non possono essere modificate perché si basano sulle volontà del fondatore della chiesa”, chiarisce l’arcivescovo di Tegucigalpa, ma “altre sono opera dell’uomo e possono, anzi, devono cambiare”. Come? Basta ascoltare Francesco e i suoi richiami alla misericordia, ad esempio: “Questa è la nuova prospettiva da seguire per rispondere alle esigenze dell’umanità”. E poi, sarebbe utile essere meno rigidi nel rapportarsi e nel giudicare le nuove situazioni che hanno a che fare con matrimonio e famiglia; bisogna capire che non è tutto giusto o sbagliato, suggeriva Maradiaga al teologo e prefetto dell’ex Sant’Uffizio, Gerhard Ludwig Müller – “uomo con un punto di vista comunque molto rispettabile”, dice ora il cardinale honduregno alla Faz –, conversando con il quotidiano Kölner Stadt-Anzeiger. Certo, la flessibilità può anche andar bene, ma sia chiaro che “oggi la fede si difende meglio promuovendo la dottrina”, ha detto invece ieri  Müller davanti a Papa Francesco in occasione della plenaria della congregazione per la Dottrina della fede, aggiungendo che “la sana dottrina non è una teoria astratta di alcuni esperti, ma la parola di Dio posta sulla bocca della chiesa, che suscita la fede, senza la quale è impossibile piacere a Dio”.
Non è tempo, dunque, di concedere patenti, tantomeno se queste vanno a intaccare il valore sacramentale del matrimonio: “Alla crescente mancanza di comprensione circa la santità del matrimonio la chiesa non può rispondere con un adeguamento pragmatico a ciò che appare inevitabile, ma solo con la fiducia piena nello spirito di Dio”, ha aggiunto Müller.  Anche perché, una volta messo in discussione il concetto di famiglia e matrimonio, anche tutto il resto, dall’aborto alle unioni civili, fino al gender, diventa trattabile. Lo sanno bene i vescovi spagnoli, che a conclusione della riunione del consiglio permanente di gennaio hanno ribadito che sui princìpi non negoziabili non si tratta. Dal presidente uscente e arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, veterano di marce e manifestazioni in difesa della vita, è arrivato un appoggio totale e pubblico alla legge a protezione del concepito e della donna incinta scritta dal ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardón: “E’ un passo avanti positivo rispetto all’attuale legislazione, che considera l’aborto come un diritto”. Di aprirsi alle “nuove prospettive” teorizzate da Maradiaga non ne vuol sentir parlare neanche l’arcivescovo di Bruxelles, André-Joseph Léonard, che ha deciso di rompere gli indugi e scendere in strada per protestare contro la legge che introduce l’eutanasia sui bambini. Una giornata di digiuno e preghiera, veglie in tutte le cattedrali e piccole chiese del paese, raccoglimento e orazioni.  “Dobbiamo avere il coraggio di dire che non è troppo tardi, ma che il momento è ora! Dobbiamo scuotere la nostra coscienza, è giunto il momento di agire”, recita il grido di battaglia di Léonard. Una mobilitazione fatta di marce e presidi che nel secolarizzato Belgio, dove di cattolico sono rimasti ormai quasi solo gli edifici di culto ridotti a museo, non si vedeva da decenni. Almeno da quando iniziò a essere dispensata qualche patente di troppo.

1 commento:

  1. Maradiaga aveva fama di progressista , ma sembrava immune dagli stereotipi rivoluzionari e alla moda. Queste uscite sono una grande delusione

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