Finita la tregua tra mondo e Francesco
L’Onu muove all’attacco della chiesa, deboluccia la risposta vaticana
Un’ideologia di morte, affine alle pratiche naziste e totalitarie degli anni Trenta europei del Novecento (eutanasia dei deboli, superomismo come segno della libertà femminile riproduttiva), opportunamente targata Nazioni Unite, si fa premura per l’incorruttibile identità dell’infanzia, in un gioco a mentire, deformare, ingigantire, giuridicizzare che è in sé pericoloso, violento, invasivo e distruttivo del pluralismo dello spazio pubblico sociale. Quello spazio in cui i cattolici in quanto cattolici, e i preti e i vescovi nella loro funzione sacramentale e apostolica, hanno il diritto di vivere senza che gli esperti indipendenti allevati nel salotto di Kofi Annan e dei suoi compari della pseudo “liberal society” metropolitana si sentano autorizzati a dettare le regole del diritto canonico e dell’umanità e paternità del sacerdozio agli eredi di Gesù Cristo, di san Paolo, sant’Agostino, san Tommaso, Ignazio di Loyola e molti altri santi laici, razionalisti o mistici. La chiesa ha forgiato l’individuo moderno come persona, ha emancipato il mondo dalla superstizione alimentando un legame sponsale tra fede e ragione, dando ragione della fede cristiana e allargando l’orizzonte della ragione umana, ciò che è il suo patrimonio più prezioso, oggi a rischio di impoverimento per una serie di equivoci spiritualisti.
Le pratiche degli esperti indipendenti hanno portato alla rinuncia di Ratzinger, altro che l’attendente di camera e i leaks di quattro fregnacce finanziarie, e ora dopo una tregua determinata da verità ed equivoci nutriti dal nuovo Papa Francesco si rimettono all’offensiva, scommettono sull’emarginazione della chiesa da sé stessa, sulla sua remissiva incapacità di risposta, e rilanciano il loro progettino in vista del Vaticano III sinodale su famiglia, gender, sessualità, matrimonio e vita nell’ambito comunionale cattolico e nel mondo laico esterno alla chiesa. La nostra speranza laica, razionale, di sostenitori gratuiti di una verità che riguarda il nostro modo liberale di vivere, che comprende la libertà della chiesa, è che il Vaticano di Francesco sappia dare risposte a tono. Vedremo per il futuro.
Il primo passo è decisamente timido, ed è stato fatto ieri in serata. Si affida a un comunicato interno alla logica istituzionale del comitato che ha sferrato l’attacco e a una dichiarazione di monsignor Silvano Maria Tomasi, con funzioni diplomatiche all’Onu di Ginevra. Si attribuisce correttamente all’organismo Onu la volontà di interferire con l’insegnamento cattolico in materia di vita umana, ma senza l’enfasi necessaria; si insinua che il testo, come da altre fonti è confermato al Foglio, era pronto già da moltissimo tempo e non è stato riscritto alla luce delle modificazioni che la chiesa stessa ha introdotto nelle procedure per la sanzione degli abusi da parte di chierici; e si suggerisce, infine, che l’attacco è frutto delle pressioni lobbistiche di ong proabortiste, che scambiano volentieri la libertà della chiesa cattolica con la battaglia per il diritto di aborto. Ma sono proteste nella migliore tradizione diplomatica della Santa Sede, laddove secondo noi è improcrastinabile una risposta di cultura e di libertà imperniata su ciò che la libertà morale e religiosa dei cattolici significa nel mondo moderno. Qui siamo all’intimazione onusiana di mollare sull’aborto e sul resto del non negoziabile, in perfetta continuità con lo sventramento delle tombe dei padri del Concilio effettuato dalla polizia belga mentre i vescovi di quel paese erano ristretti nelle loro sedi. Non è tempo di reazioni solo diplomatiche.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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