Metodo Berogoglio: anche Boffo se ne va, rimosso da Tv2000
Dino Boffo “non ha più la fiducia dell’editore”. E’ freddo
il tono della comunicazione con la quale l’emittente dei vescovi, TV2000, è
stata avvertita della rimozione e della “risoluzione del contratto” del suo
direttore, personalità forte della Chiesa italiana degli ultimi 30 anni. Il
presidente del Cda del network televisivo della Cei, Giovanni Traverso, ha
parlato di decisione “maturata nell'ambito del nuovo riassetto in ambito Cei
voluto da Papa Francesco”.
Con la partenza di Boffo da tv2000 un altro pezzo chiave del
sistema legato alla stagione dei cardinali Ruini e Bagnasco, è saltato. Il
primo è stato il Segretario generale monsignor Mariano Crociata sostituito da
monsignor Nunzio Galantino, quest’ultimo è stato incaricato dal Papa di avviare
il ricambio di uomini e strutture alla Cei. L’arcivescovo di Genova è ancora in
carica naturalmente, ma la sua distanza dalla Santa Sede sembra aumentare di
giorno in giorno attraverso un lento stillicidio di decisioni papali che lo
stanno isolando progressivamente. Fra pochi
giorni, infatti, arriverà anche la nomina cardinalizia del’arcivescovo
di Perugia Gualtiero Bassetti, considerato fra i candidati in pole position per
la successione a Bagnasco.
Tuttavia l’allontanamento di Boffo ha un significato più
ampio. L’ex direttore di Avvenire aveva migliorato gli ascolti di Tv2000 ma non
abbastanza da farla decollare: il progetto accarezzato a lungo da Ruini, di una
televisione nazionale cattolica della Cei in grado di conquistare solidità
commerciale e pubblico, non è mai andato in porto fino in fondo. In parallelo
resta in piedi un sistema di emittenti locali d’ispirazione cattolica; sembra
anzi che fosse nato un progetto alternativo a tv2000 di reti locali sostenute
da Tele radio padre Pio, dal Ctv (il centro televisivo vaticano che diffonde le
immagine del Papa in tutto il mondo) e da Telepace, il tutto su piattaforma
satellitare in grado – sulla carta – di
garantire una riduzione dei costi. In ogni caso monsignor Galantino martedì
prossimo andrà all’emittente a spiegare le ragioni della scelta, anche perché
nei corridoi di Tv2000 si teme la smobilitazione generale.
L’uscita di scena di Boffo è comunque legata allo
smottamento di un altro pezzetto del potere ruiniano, l’ormai ex direttore di
Tv2000 era legato infatti al cardinale che a lungo a governato la Cei e dominato la scena
ecclesiale italiana mettendo in campo una strategia interventista dei vescovi
dalla bioetica alla politica instaurando un rapporto preferenziale con il
centrodestra. Boffo, nei lunghi anni della direzione di Avvenire, fu uno degli
interpreti privilegiati di questa impostazione contribuendo dal punto d vista
culturale a una sorta di ‘normalizzazione’ della Chiesa e del cattolicesimo
italiani il cui obiettivo era la
progressiva emarginazione dei settori liberal o progressisti.
Tuttavia nel 2009 Avvenire cominciò a ad aprire un discorso
critico sul berlusconismo che precipitava negli scandali a sfondo sessuale, fu
allora che il Giornale della famiglia Berlusconi diretto da Vittorio Feltri,
attaccò violentemente Boffo pubblicando false accuse relative a molestie e
comportamenti omosessuali del direttore di Avvenire. Il procedimento
giudiziario esisteva ma la ‘velina’ della polizia con i particolari pruriginosi
si rivelò una patacca. Boffo indicò nel direttore dell’Osservatore romano Gian
Maria Vian e nel Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, i mandanti
dell’operazione, il Vaticano naturalmente smentì con decisone.
All’origine della vicenda ci sarebbe stato lo scontro fra lo
stesso cardinale Bertone e la Cei
per il controllo del Toniolo, la struttura che coordina il polo universitario della Cattolica. Boffo fa parte
del comitato d’indirizzo dell’Istituto, organismo guidato oggi dall’arcivescovo
di Milano Angelo Scola – in passato dal cardinale Tettamanzi – e nel quale
ritroviamo anche Gianni Letta, banchieri come Roberto Mazzotta, giuristi quali
Cesare Mirabelli, o esponenti come Paola
Bignardi, ex presidente dell’Azione cattolica di scuola ruiniana.
La lunga traiettoria di Boffo, che oggi ha 61 anni, sembra
dunque arrivata alla sua fase discendente
dopo essere stato un enfant prodige apprezzato da Mario Agnes e Vittorio
Bachelet negli anni ’70, fino a legarsi al cardinale Ruini e aver stabilito un
rapporto preferenziale con Comunione e liberazione. La figura di Boffo si è poi
incontrata bene con il modello di Chiesa militante e interventista di Giovanni
Paolo II, tuttavia oggi i tempi sono mutati e anche Bergoglio ha deciso di
cambiare.
Francesco Peloso
Quest'articolo è apparso sul Secolo XIX
E pensare che si era proteso in lodi sperticate per l'uscita di scena di Ratzinger , spandendo zucchero a velo sulle dimissioni e sull'arrivo di papa Francesco, tutto inutile...
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