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lunedì 30 giugno 2014

Carenza di commissari in giro?


COLPO DI PAPA FRANCESCO A CL
"DON MERCEDES" PUNITO PER ABUSI SUI MINORI
 

Prima dei magistrati, il Vaticano riconosce colpevole Don Inzoli, fondatore del Banco Alimentare. Resta sacerdote, ma Bergoglio lo obbliga a ritirarsi a vita privata (DOCUMENTO) (di P.Salvatori) 

Don Mauro Inzoli, riferimento di Cl in Lombardia, obbligato da Papa Francesco a ritirarsi a vita privata: "Ha abusato di minori"


"In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale". Firmato: Papa Francesco.

Il pontefice è durissimo: don Mauro Inzoli "non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l ’ Eucaristia privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo".
Quella di Inzoli non è la "semplice" vicenda di un sacerdote considerato peccatore dalla Chiesa. Perché la sua non è la storia di uno dei preti di periferia caduti in tentazione. Inzoli è stato per vent'anni uno dei punti di riferimento di Comunione e liberazione in Lombardia, animatore della Onlus "Fraternità", associata della Compagnia delle opere e da anni presente al Meeting di Rimini, ma soprattutto fondatore del Banco alimentare, la raccolta di generi alimentari destinati ai più bisognosi che una volta l'anno si tiene nei supermercati italiani.
La storia dei presunti abusi di quello che sarebbe stato il confessore di Roberto Formigoni è rimasta avvolta dalla nebbia fino ad oggi. Diffusesi sin dalla metà del 2010, è solo nel dicembre del 2012 che arrivano otto righe formali con le quali la Congregazione per la dottrina della fede lo riduceva allo stato laicale. Una decisione contro la quale l'interessato, che un anno prima aveva abbandonato la guida dell'Onlus che gestiva la colletta alimentare, aveva fatto ricorso.
Meno di due anni dopo la secca risposta di quello che un tempo veniva chiamato il Santo Uffizio: don Inzoli potrà tenere gli abiti sacerdotali, ma dovrà condurre vita privata, evitare qualunque contatto con le opere sociali da lui fondate.
È proprio la Congregazione per la dottrina della fede a mettere nero su bianco quel che era stato sempre mormorato ma di cui non si aveva riscontro: "don Mercedes", come veniva chiamato per il suo gusto per "auto di lusso, sigari, ristoranti alla moda, frequentazioni politiche importanti", ha abusato di minori.
La verità del Vaticano è arrivata prima di quella della magistratura. Ed è proprio una lettera di accompagnamento della "sentenza" pontificale da parte del vescovo di Crema, Oscar Cantoni, a sollevare quello che potrebbe profilarsi come uno scontro tra la "verità di Dio" e quella dello stato italiano.
Cantoni scrive di sentirsi in dovere di intervenire "perché la voce del Pastore aiuti a interpretare nella giusta prospettiva il pronunciamento ecclesiale che viene ora diffuso in forma di comunicato". Invitando a coniugare le esigenze cristiane "della verità e della misericordia insieme", il vescovo sottolinea che "in questi anni, sono state eseguite rigorose ricerche, che hanno comportato pazienti e sofferti confronti con le persone che hanno riferito i fatti. La Chiesa ha preso atto della situazione, ha condiviso le sofferenze riportate, ha aiutato le vittime a ritrovare serenità e speranza".
Insomma: la diocesi ha parlato con le vittime degli abusi, trovando nelle loro parole motivi sufficienti per mettere nero su bianco che quelli di don Inzoli sono stati veri e propri "abusi su minori". Così Franco Bordo, onorevole di Sinistra Ecologia e Libertà, ha presentato un esposto alla procura della Repubblica affinché, dopo quella ecclesiale, anche la giustizia dello stato arrivi a fare luce su quanto successo e, nel caso, commini le pene adeguate.
Intanto il sindaco di Crema ha chiesto che venga disposta in brevissimo tempo un'indagine sull'associazione Fraternità. Che, sotto la guida del sacerdote di Cl, si occupava proprio di minori in difficoltà.
E suonano oggi amare le parole con cui don Julian Carron, leader del movimento fondato da don Luigi Giussani, salutava i venticinque anni della nascita di Fraternità: "La festa vi trovi più grati e più certi della ragione per cui ogni giorno portate il peso di un amore gratuito verso coloro che vi sono affidati: la sorpresa di essere stati abbracciati da Cristo, l’unico che ha avuto pietà del nostro niente fino a dare se stesso perché noi fossimo felici. Questo vuol dire amare incondizionatamente". Un auspicio carico di buone aspettative che è stato tradito.
La lettera della Congregazione per la dottrina della fede
La lettera del vescovo di Crema
La lettera del sindaco di Crema
Il comunicato di Franco Bordo di Sel
L'esposto di Bordo alla Procura

1 commento:

  1. Ottima documentazione, precisa ed essenziale. Complimenti.

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