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martedì 3 giugno 2014

Outing church

Francesco, il papa della “chiesa-movimento”

Nel suo discorso ai cinquantamila del Rinnovamento allo stadio olimpico, Francesco ha inserito il carisma particolare del movimento all’interno dell’ecclesiologia bergogliana: una chiesa “in uscita”; il primato dello spirituale sull’organizzazione; un ecumenismo spirituale avvertito come destino della chiesa
Questa è la storia di Cl, dei Neo-catecumenali, dello scoutismo cattolico, e anche del Rinnovamento nello Spirito che papa Francesco ha incontrato il primo giorno di giugno allo stadio olimpico di Roma.
Il Rinnovamento dello Spirito arriva in Italia dal Nordamerica nel 1972, ma la Cei conferma gli statuti del movimento solo nel 2002.
Sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI i nuovi movimenti vengono apprezzati dal Vaticano come arma di punta nella lotta contro la secolarizzazione, ad extra, e contro i “cattolici adulti”,ad intra.
Quello che caratterizza papa Francesco nei suoi rapporti coi movimenti ecclesiali (come si può leggere anche in Evangelii Gaudium) è la schiettezza nell’affrontare la questione per eccellenza dei movimenti cattolici, ovvero il rapporto tra particolarità del loro carisma e l’unità della chiesa che in molte situazioni locali è stata danneggiata da un certo settarismo.
Nel suo discorso ai cinquantamila del Rinnovamento allo stadio olimpico, Francesco ha inserito il carisma particolare del movimento all’interno dell’ecclesiologia bergogliana: una chiesa “in uscita”; una chiesa in cui l’unità è riflesso dell’unità del popolo; il primato dello spirituale sull’organizzazione; un ecumenismo spirituale avvertito come destino della chiesa.
Francesco ha inserito il cammino del Rinnovamento nel solco del concilio Vaticano II, menzionando il cardinale Suenens, uno dei massimi leader del Concilio e molto vicino al movimento, e Helder Camara, il vescovo brasiliano emblema della “chiesa dei poveri”.
Francesco sa che sono stati i movimenti a rinnovare la chiesa nella storia, e segnala al Rinnovamento una convergenza tra le priorità del movimento e quelle del suo pontificato: «Evangelizzazione, ecumenismo spirituale, cura dei poveri e dei bisognosi e accoglienza degli emarginati».
La vicinanza di papa Francesco a questo fenomeno non è solo programmatica, ma anche biografica. Dal punto di osservazione della chiesa latinoamericana, Bergoglio aveva avuto modo di valutare l’impatto di queste forme di spiritualità che hanno “invaso” l’America – il Nordamerica prima, e negli ultimi decenni anche la roccaforte cattolica dell’America Latina. Come gesuita, inoltre, Francesco sa bene quanto profondi siano i legami tra il Rinnovamento nello Spirito e la Compagnia di Gesù.
Il cattolicesimo “carismatico” tipico di questi movimenti ecclesiali è un fenomeno carsico: appare poco nei mass media, ma si è irrobustito nel tempo e ora fa parte integrante della tendenza del cattolicesimo globale alla “evangelicalizzazione”, ovvero ad assumere forme nuove e diverse dall’eredità clericale-parrocchiale-diocesana della tradizione europea.
Il movimentismo cattolico, visto alla luce di papa Francesco, assume una valenza in parte diversa dal periodo precedente: se Giovanni Paolo II fu “il papa dei movimenti”, il papa gesuita dal nome Francesco è il papa di una “chiesa-movimento”. Parte significativa delle percepibili, forti opposizioni al rinnovamento perseguito da papa Francesco vanno lette precisamente in questa chiave.
@MassimoFaggioli

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