ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 4 agosto 2014

Non debemus, non possumus, non volumus..

 Affermazioni spurie riprese - e diffuse - dai media 'cattolici'. E noi?

Segnalazione di un lettore:

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Ieri nel banco della buona stampa di una chiesa ho sfogliato la rivista "CREDERE la gioia della fede", edizioni S.Paolo.
Nel numero 21 del 25 maggio 2014 a pagina 49, nel contesto di un dossier sull'Eucarestia (da staccare e conservare), in fondo vi è un'affermazione che mi ha incuriosito.
Al numero 11, sotto il titolo "Che rapporto esiste fra la Messa e i poveri e i malati" si legge quanto segue:
" ...Una comunità che celebra l'incontro con Cristo vivo e risorto... non può celebrare un culto staccato e disancorato dalle urgenze e dal grido di coloro che sono affamati e assetati. In essi è presente lo stesso Cristo adorato e condiviso nell'Eucarestia".
Anzitutto la citazione della Scrittura virgolettata appare alquanto libera, anzi difforme in modo preoccupante dall'originale, non corrispondente al testo ufficiale vigente nei libri liturgici.
Vorrei però soffermarmi sul titolo e soprattutto sulla frase conclusiva a cui è collegato: 
"In essi è presente lo stesso Cristo adorato e condiviso nell'Eucarestia".
Mi fa rammentare un'affermazione di Francesco del 2013 pronunciata ad Assisi in un incontro con i bambini disabili. Non essendo teologo non saprei appurare se
  1. tale concetto era già stato espresso precedentemente da qualche teologo modernista a cui Bergoglio magari si riferiva, oppure
  2. se fu Bergoglio stesso a coniare, per quella particolare occasione, la singolare espressione secondo cui la presenza di Gesù nelle Sacre Specie Eucaristiche in pratica si equivale alla sua presenza nel povero e nel sofferente.
Nel primo caso la rivista paolina si farebbe portavoce di una teoria che non mi sembra sia conforme alla Dottrina del Catechismo Cattolico. Nel secondo caso assisteremmo invece ad un evento assolutamente inaudito: a partire da un'estemporanea affermazione del vdr sembrerebbe venga elaborata e divulgata una nuova dottrina ad hoc, lasciando credere all'ignaro fedele che sia quella autentica, quella contenuta nel Catechismo Cattolico.
Quale dei due casi?
Desidererei per favore ricevere da voi un ragguaglio a questo proposito.
Un grazie di cuore. Marius
Carissimo Marius,

lei ricorda bene e ci offre una dimostrazione concreta di come estemporanee affermazioni del vdr permettono l'elaborazione e la divulgazione di una nuova dottrina, lasciando credere all'ignaro fedele che sia quella autentica sempre insegnata dalla Chiesa.

Purtroppo la formulazione «Gesù è presente nell’Eucaristia, qui è la Carne di Gesù; Gesù è presente fra voi, è la Carne di Gesù» a suo tempo suscitò fra noi molte perplessità. Tant'è che ne avevamo già parlato [qui]. Ottiene l'effetto di sacralizzare in modo improprio la «carne» degli uomini sofferenti. Può andar bene come slogan (o neppure come tale), ma dalle parole del Papa ci si attende una valenza teologica, chiara ed inequivoca. La "carne dei poveri" è quella di Cristo "per analogia", mentre nell'Eucaristia abbiamo il Signore Vivo e Vero... E nei poveri non lo adoriamo, ma lo serviamo, dopo averlo adorato e accolto insieme alla sua salvezza nell'Eucaristia. Ma purtroppo il Papa non lo specifica. Avevamo fatto l'ipotesi che potesse darlo per scontato.
Ma poi lo ha ripetuto ad Assisi e abbiamo formulato successivamente un documento, tradotto anche in inglese [qui] che, insieme a questa formulazione, ne riprende un'altra, anch'essa problematica, sempre inerente all'Incarnazione: «Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di Dio». Cristo Signore non «si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza», ma per redimerli, da una Croce, dalla schiavitù del peccato originale, ri-generandoli nella Risurrezione, unica ragione che rende possibile ogni autentica fratellanza, che non è quella di conio umanitaristico che emerge da questi discorsi.

Ecco, credo che queste siano tra le cose che non debemus, non possumus, non volumus tacere. Vi rinvio ad una paziente attenta lettura dei testi di cui ai link, nei quali è stato sviluppato un discorso articolato e senza pressappochismi. 

1 commento:

  1. Credo che Bergoglio abbia studiato al seminario, con un corso di dispense postali, a distanza.

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