ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 18 settembre 2014

Carrozze vacanti cercansi..


Chi voleva mandare don Bosco in manicomio ?
Un episodio che mi veniva raccontato fin da piccolo (e che l'agiografia contemporanea ha molto edulcorato) è il seguente:
Le idee grandiose di don Bosco avevano suscitato l'invidia e la gelosia di alcuni ambienti ecclesiastici (Nihil sub sole novum, già Clemente Romano parlava di questo) per cui fu riferito ad Alessandro Riccardi di Netro, arcivescovo di Torino, che don Bosco era completamente matto ed aveva bisogno di un lungo periodo di ricovero in manicomio (chissà che cure gli avrebbero fatto all'epoca !) .

Fu chiamata la vettura del nosocomio, che non poteva essere aperta dall'interno, e fu dato ordine al cocchiere di non tener assolutamente conto di quello che avrebbe detto il paziente: quand'anche avesse detto di essere il Papa in persona non bisognava dargli retta. L'arcivescovo andò di persona a Valdocco per convincere don Bosco a salire sulla vettura adducendogli come scusa una gita fuori porta per vedere alcuni terreni sui quali si sarebbero potute erigere le opere che aveva in mente il santo. Al momento di salire sulla vettura don Bosco disse: "prima voi, eccellenza" e dopo alcuni convenevoli, e visto che il sacerdote era irremovibile, il vescovo salì per primo, a questo punto, don Bosco sbatté la porta, senza salire, e disse al cocchiere:
"Andate pure, buon uomo, è fatta"

Il vescovo incominciò ad urlare: "Io sono Monsignor Riccardi, dei conti di Netro, arcivescovo di Torino, fermatevi, aprite !" ma il cocchiere si attenne agli ordini, gli era stato detto che il paziente era pazzo furioso e si sarebbe potuto anche spacciare per il Papa e non si fermò fintanto che non giunse al manicomio.

Francesco Federico  16/09/2014 12:56:24

http://gloria.tv/media/qqahhc67svx

 Quando l'ipotesi di una probabile ma non impossibile SEDEVACANTE, ma con un Papa in carica, viene da Civiltà Cattolica!


Articolo non nuovo, che forse è passato un po' in sordina. Un'ipotesi di sedevacante che non viene da Verrua Savoia, o da qualche frangia di "esagitati" tradizionalisti, ma da Civiltà Cattolica stessa, rivista semi-ufficiale della Segreteria di Stato Vaticano. Lo scrivente è il prof. Gianfranco Ghirlanda, decano e ex rettore dell'Università Gregoriana di Roma.
Notoriamente avverso alle pretese assurde di Benedetto XVI, di autodefinirsi "Papa emerito", il noto canonista riporta candidamente anche un'ipotesi, seppur "di scuola", di SedeVacante per motivo di eresia o di scisma del Romano Pontefice, eresia o scisma non consumato in modo solenne: "tale eventualità, viene ritenuta totalmente improbabile per intervento della Divina Provvidenza a favore della Chiesa", ma come semplicemente come "dottore privato", con dichiarazioni, discorsi, autore di nuove preghiere liturgiche, Omelie, forse interviste, chissà, ecc.
Se il Romano Pontefice incappasse in questa eventualità, inizia ipso facto la Sedevacante, con il "Papa" ancora in carica, ma non più Papa, fino alla sua morte perchè non c'è al mondo nessuna Autorità che possa giudicare e rimuovere il Papa in carica, salvo i casi di pazzia certificata e conclamata!
Insomma Ghirlanda senza sapere, chi lo sa, ha riproposto la teoria del Sedevacantismo Miticato di don Curzio, ma non da blog ma dal pulpito più prestigioso del Vaticano!!
Cause della vacanza della Sede Romana


"La vacanza della Sede Romana si ha in caso di cessazione dall’ufficio da parte del Romano Pontefice, che si verifica per quattro ragioni: 1) morte; 2) certa e perpetua pazzia o totale infermità mentale; 3) notoria apostasia, eresia o scisma; 4) rinuncia.
Nel primo caso la Sede Apostolica è vacante dal momento della morte del Romano Pontefice; nel secondo e nel terzo dal momento della dichiarazione da parte dei Cardinali; nel quarto dal momento della rinuncia.

(...)
Il Pontefice rappresenta il Collegio dei Vescovi e la Chiesa nel senso che ha potestà su tutti i Vescovi e su tutta la Chiesa, ma proprio a garanzia e tutela dell’integrità della fede che Cristo ha depositato nella Chiesa per mezzo degli Apostoli, della verità e santità dei sacramenti istituiti da Cristo, della struttura fondamentale della Chiesa stabilita da Cristo e dei doveri e diritti fondamentali di tutti i fedeli, nonché di quelli propri di ogni loro categoria.

Allora, se il Romano Pontefice non esprimesse quello che già è contenuto nella Chiesa, non sarebbe più in comunione con tutta la Chiesa, e quindi con gli altri Vescovi, successori degli Apostoli. La comunione del Romano Pontefice con la Chiesa e con i Vescovi, secondo il Vaticano I, non può essere comprovata dal consenso della Chiesa e dei Vescovi, in quanto non sarebbe più una potestà piena e suprema liberamente esercitata (c. 331; "Nota Explicativa Praevia" 4). Il criterio allora è la tutela della stessa comunione ecclesiale. Lì dove questa non ci fosse più da parte del Papa, egli non avrebbe più alcuna potestà, perché ipso iure decadrebbe dal suo ufficio primaziale. È il caso, ammesso in dottrina, della notoria apostasia, eresia e scisma, nella quale il Romano Pontefice potrebbe cadere, ma come «dottore privato», che non impegna l’assenso dei fedeli, perché per fede nell’infallibilità personale che il Romano Pontefice ha nello svolgimento del suo ufficio, e quindi nell’assistenza dello Spirito Santo, dobbiamo dire che egli non può fare affermazioni eretiche volendo impegnare la sua autorità primaziale, perché, se così facesse, decadrebbe ipso iure dal suo ufficio. Comunque in tali casi, poiché «la prima sede non è giudicata da nessuno» (c. 1404), nessuno potrebbe deporre il Romano Pontefice, ma si avrebbe solo una dichiarazione del fatto, che dovrebbe essere da parte dei Cardinali, almeno di quelli presenti a Roma. Tale eventualità, tuttavia, sebbene prevista in dottrina, viene ritenuta totalmente improbabile per intervento della Divina Provvidenza a favore della Chiesa." (...)
http://lepaginedidoncamillo.blogspot.it/2014/09/quando-lipotesi-di-una-probabile-ma-non.html 

3 commenti:

  1. allora, se non sbaglio ci siamo già in sede vacante ? jane

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  2. Il punto 3 rimane piuttosto indefinito in quanto come afferma lo scrivente non c'è al mondo nessuna Autorità che possa giudicare e rimuovere il Papa in carica, salvo i casi di pazzia certificata e conclamata

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  3. Roma ha comunque perso la Fede, divenendo sede dell'anticristo. Ciò basta e avanza. E mica da ieri: dal '58.

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