ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 5 settembre 2014

Incominciano a cadere le maschere


CITTA' DEL VATICANO, 04 Settembre 2014 (Zenit.org) - Una “Onu delle religioni”. È questa la proposta che Shimon Peres, premio Nobel per la Pace nel 1994 insieme con Ytzhak Rabin e Yasser Arafat, ha illustrato stamattina a papa Francesco nel corso del colloquio di 45 minuti avvenuto in Vaticano. Il contenuto della proposta lo aveva già anticipato questa mattina lo stesso Peres in un’intervista esclusiva a Famiglia Cristiana.
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Peres pensa inoltre a un “Carta delle Religioni Unite, esattamente come c’è la Carta dell’Onu”. La nuova Carta servirebbe a stabilire “a nome di tutte le fedi” che “sgozzare la gente, o compiere eccidi di massa, come vediamo fare in queste settimane, non ha nulla a che vedere con la religione. È questo che ho proposto al Papa”.
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La reazione del Santo Padre alla proposta di Peres è stato resa nota da padre Lombardi alla Radio vaticana: "Il Papa personalmente non ha assunto impegni particolari, personali. Però, naturalmente, ha detto tutta la sua attenzione, il suo rispetto per l’iniziativa dell’ex presidente Peres, ha garantito anche l’attenzione dei dicasteri della Curia Romana che sono particolarmente impegnati in questo campo e sono soprattutto – evidentemente – il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e il Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace, con i cardinali Tauran e Turkson".


E dove incominciano a cadere? Quale posto è  stato scelto per incominciare l’operazione di svelamento?
Il Vaticano!

Quello stesso Vaticano che in questi cinquant’anni, con i suoi ripetuti “incontri interreligiosi”, ha fornito numerosi segni della volontà di mettersi a disposizione per contribuire a realizzare il Nuovo Ordine Mondiale. Segni che i cattolici hanno continuato a sottovalutare nonostante l’evidenza, un po’ per pigrizia, un po’ perché via via sempre più convinti della funzione meramente mondana della Chiesa.

Ora, nulla accade per caso e ogni accadimento porta con sé segni distintivi che, a ben riflettere, aiutano a comprendere il suo vero significato; e questo della proposta avanzata in Vaticano di un “ONU delle religioni”, non a caso per bocca dall’ebreo sionista Peres, insignito del Nobel per la pace, è un accadimento così significativo che i cattolici dovrebbero incominciare a preoccuparsi di ciò che si sta preparando.

L’idea del “parlamento delle religioni”, non è certo una novità: è una cosa vecchia di più di un secolo;  ma mentre i Papi l’hanno sempre condannata insieme ad ogni tentativo di sincretismo, di per sé volto a distruggere la vera Religione di Dio,  oggi si arriva a proporla ufficialmente e pubblicamente nello stesso Vaticano, con tanto di benevolenza e di partecipazione di papa Bergoglio.
Si comprende allora che ci troviamo al cospetto di una svolta così importante da costituire un vero e proprio giro di boa, tale che la Barca di Pietro, invece di puntare al largo, avrebbe volto la prua verso gli scogli, a dimostrazione che i moderni uomini di Chiesa perseguono lo scopo di trasformare la Barca della Salvezza in scafo della morte.

Quando poi si apprende che la proposta dell’“ONU delle religioni” si accompagna all’auspicio che il capo di questo nuovo organismo diabolico dovrebbe essere proprio papa Bergoglio, si capisce come non si tratti solo di una “bella pensata”, ma della manifesta intenzione di proporre al “Vicario di Cristo” di mettersi a capo delle armate dell’Anticristo. Auspicio che in Vaticano non è stato respinto sdegnosamente, ma è stato inteso come un bel gesto di riconoscimento nei confronti di questo nuovo papa, questo moderno figlio del Vaticano II, che, si è detto, prenderà seriamente in considerazione la proposta di Peres.

Ed ecco che viene in mente papa Ratzinger, con la sua pretesa che non ci sarebbe  rottura tra la nuova Chiesa abortita dal Vaticano II e la Chiesa di sempre. Chissà cosa penserà questo ex papa che si è fatto da parte per far posto a papa Bergoglio, oggi candidato a capo dell’“ONU delle religioni”.
Altro che rottura… la Chiesa dei Papi che hanno preceduto il Vaticano II si dimostra essere milioni di anni luce distante da questa zattera sconquassata vomitata dal Vaticano II. La prima predicava e perseguiva il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, la seconda promuove il parlamento delle religioni e l’abbraccio mortale con gli Ebrei, detti “fratelli maggiori”… con i quali oggi giunge a farsi promotrice dell’“ONU delle religioni”.
Come siamo caduti in basso!


CITTA' DEL VATICANO, 04 Settembre 2014 (Zenit.org) - L’indiscrezione ha iniziato a circolare nella giornata di ieri, 3 settembre, e nel corso delle scorse ore ha trovato conferma da parte del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Prossimamente, forse domenica 21 settembre, avverrà un incontro tra il superiore generale della Fraternità San Pio X, mons. Bernard Fellay, e il cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della commissione Ecclesia Dei, creata nel 1988 da Giovanni Paolo II proprio con lo scopo di favorire il rientro nella Chiesa cattolica di tutti gli individui legati alla comunità “lefebvriana”.


E siccome al peggio non c’è mai fine, in concomitanza con questo annuncio del prossimo naufragio del Vaticano ecco giungere la notizia che il prossimo 21 settembre, forse, arriverà in Vaticano l'attuale capo della Fraternità San Pio X fondata da Mons. Marcel Lefebvre.
Non è chiaro se lo scopo sia di non perdere l’occasione del naufragio oppure di porsi al timone per evitare gli scogli, fatto sta che si ha sicuramente l’intenzione di salire sulla barca, forse mossi dall’attrazione fatale che comporta in genere l’imminenza del disastro, certo indifferenti alle ammucchiate vaticane promosse nel passato e prospettate per il futuro.

Cade così un’altra maschera, quasi a conferma che questo nostro è davvero il tempo degli svelamenti, il tempo in cui si chiede ai cattolici di fare tesoro dei segni premonitori e di predisporsi a resistere saldi nella fede, contro i tanti, troppi, falsi capi che si aggirano nel nostro mondo e cercano di condurci tutti per mari perigliosi e per rotte dirompenti.

Dio ci aiuta con i segni!
Sta a noi coglierli e farne tesoro, rifuggendo dalle chimere e dal canto ammaliatore delle sirene che non stazionano più solo a Scilla e Cariddi, ma sono ormai sparse per ogni angolo del mondo cattolico a scapito degli ingenui cattolici, tanto indeboliti da non avere la forza di legarsi con le orecchie turate all’albero immarcescibile della sana dottrina… costi quel che costi!

In Te, Domine, speravi: non confundar in aeternum.


di 
Belvecchio
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV920_Belvecchio_Cadono_le_maschere.html


Onu delle Religioni? C'aveva già pensato Zapatero (con Erdogan)

Shimon Peres, presidente emerito d'Israele, 91 anni, va dal Papa e gli propone di diventare presidente dell'Onu delle Religioni, una sorta di grande organizzazione dotata di "Carta delle Religioni unite" che dovrebbe servire per ribadire che "sgozzare la gente o compiere eccidi di massa non ha nulla a che vedere con la religione". Idea pregevole, benché sia arduo anche solo pensare che John l'inglese si redima e non macelli più uomini vestiti d'arancione solo perché una "Carta delle Religioni unite" dice che così non si fa. Il Papa, prudentemente ed elegantemente, ha fatto sapere all'interlocutore che questioni di tale natura competono agli organismi preposti, non impegnandosi personalmente. 

Ma la proposta di Peres non è una novità assoluta. Due mesi fa era stato l'ex premier socialista Zapatero a presentarla nel corso di un simposio all'Università Nebrija di Madrid, di cui il Foglio aveva dato conto. Zapatero chiedeva una "alleanza permanente tra le confessioni religiose", da raccordare all'Onu e a una "alleanza delle civiltà". Roba vecchia, l'allora primo ministro ne aveva già parlato nel lontanissimo 2005, davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di New York. Come braccio destro del nuovo organismo puntava su Recep Tayyip Erdogan, ora presidente della Repubblica di Turchia. Due i pilastri principali, spiegava Zapatero, attorno a cui costruire l'alleanza: "il rispetto per il pluralismo religioso, la pace e la libertà" e la "condanna di ogni forma di violenza". Una volta fatto questo e "risolta la questione mediorientale", l'agenda potrà aprirsi ad altre questioni impellenti. Quali? "Diritti delle donne, giovani, media, fenomeni migratori, educazione".

© FOGLIO QUOTIDIANO

Peres propone a Francesco un’Onu delle religioni

4a2fa13107(di Marco Tosatti su Vatican Insider) Il Medio Oriente e i suoi drammi sono stati al centro di due udienze distinte che papa Francesco ha riservato questa mattina. Il Pontefice ha ricevuto in Vaticano prima prima l’ex presidente della Repubblica di Israele, Shimon Peres, e poi il principe di Giordania  – Hassan bin Talal. Sia l’uno che l’altro erano stati direttamente coinvolti nella visita che papa Bergoglio ha compiuto di recente in Terrasanta; e sia con l’uno che con l’altro il  Pontefice ha sviluppato un rapporto di cordialità al di là delle funzioni protocollari.  Il principe Hassan bin Talal è noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso. E Peres è stato uno dei protagonisti cella storica preghiera per la pace in Medio Oriente compiuta nei giardini della Città del Vaticano.
L’ex presidente della Repubblica di Israele si è presentato a questo incontro con una proposta ben precisa. Ne ha parlato in un’intervista a Famiglia Cristiana alla vigilia dell’incontro: in buona sostanza si tratterebbe di creare un’ONU delle religioni.  “Preso atto che l’Onu ha fatto il suo tempo, quello che ci serve è un’Organizzazione delle Religioni Unite, un’Onu delle religioni – ha detto Peres nell’intervista a Famiglia Cristiana -. Sarebbe il modo migliore per contrastare questi terroristi che uccidono in nome della fede, perché la maggioranza delle persone non è come loro, pratica la propria religione senza uccidere nessuno, senza nemmeno pensarci”.
Peres ha poi continuato: “E penso che dovrebbe esserci anche una Carta delle Religioni Unite, esattamente come c’è la Carta dell’Onu. La nuova Carta servirebbe a stabilire a nome di tutte le fedi che sgozzare la gente, o compiere eccidi di massa, come vediamo fare in queste settimane, non ha nulla a che vedere con la religione. È questo che ho proposto al Papa”.
Shimon Peres, che ha 91 anni, premio Nobel per la Pace nel 1994 insieme con Yitzhak Rabin e Yasser Arafat, sottolinea che “oggi ci confrontiamo con centinaia, forse migliaia di movimenti terroristici che pretendono di uccidere in nome di Dio. È una guerra del tutto nuova rispetto a quelle del passato, sia nelle tecniche sia soprattutto nelle motivazioni. Per opporci a questa deriva abbiamo l’Organizzazione delle Nazioni Unite. È un organismo politico ma non ha né gli eserciti che avevano le nazioni né la convinzione che producono le religioni”.
E proprio grazie alla forza delle religioni, e al carisma della figura del Pontefice, Peres vorrebbe alla guida dell’ONU delle religioni papa Francesco: “Se mi guardo intorno noto una cosa: forse per la prima volta nella storia, il Santo Padre è un leader rispettato come tale non solo da tante persone ma anche dalle più diverse religioni e dai loro esponenti. Anzi: forse l’unico leader davvero rispettato. Per questo mi è venuta l’idea che ho proposto a papa Francesco”.
Il leader israeliano ha esposto la sua idea al Papa, che ha espresso interesse e incoraggiamento per l’idea; non ha preso impegni di carattere personale, ma ha assicurato che ci sono dicasteri vaticani che seguono questo genere di lavoro e di iniziative. “Il Papa – ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi – aveva preso molto tempo per stare con Peres che come e’ noto considera un uomo di pace e anche se non ci sono comunicato ufficiali, non essendo udienze a capi di stato o di governo, la lunghezza dei colloqui testimonia che il Pontefice ha accolto con interesse le proposte di Peres e le informazioni del principe giordano sul suo centro interreligioso per la pace, esprimendo anche il proprio incoraggiamento”. Il Papa – ha aggiunto Lombardi – ha spiegato che «ci sono dicasteri della Santa Sede deputati a questa attività, quelli del Dialogo interreligioso e di Giustizia e Pace: quindi i cardinali Koch e Turkson seguiranno con attenzione la proposta».
La seconda udienza di questa mattina in Vaticano di papa Francesco, questa volta col principe El Hassan bin Talal, del Regno Hascemita di Giordania, è durata circa mezz’ora. Lo ha riferito padre Federico Lombardi, ricordando l’impegno del principe Hassan nel dialogo tra le religioni, come fondatore di un Centro interreligioso per la pace e i diritti umani. «Ha parlato al Papa dell’impegno contro la violenza, in favore della dignità della persona, della fratellanza, dell’aiuto ai poveri nel mondo globalizzato, facendo leva sui valori comuni delle religioni, cioè del `non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te´». Il principe Hassan ha consegnato al Papa pubblicazioni curate dal Centro interreligioso da lui fondato, contenenti in un’edizione unica i testi delle varie confessioni. (di Marco Tosatti su Vatican Insider) 



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