ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 28 settembre 2014

Timor Domini


Una terribile punizione di Dio sta per compiersi.
Viviamo nella Sua grazia, e non nel peccato.

Castigo in arrivo

Padre Costante Luigi Maria PEL (1876-1966) non è un nome molto noto tra le anime dotate da Dio di una conoscenza di come Egli stia per regolarsi col mondo di oggi, ma per chi lo conosceva era un sacerdote molto vicino a Dio. Dottore in teologia, professore di seminario, fondatore di un convento per donne e di un seminario per uomini, con una grande devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, egli era un amico personale di Padre Pio, il quale, ad alcuni pellegrini francesi che giungevano a San Giovanni Rotondo, diceva di lui; “Perché vieni a trovare me quando hai un Santo così grande in Francia?” 

Padre Pel trascorreva intere notti in piedi in chiesa con la fronte appoggiata al Tabernacolo, conversando con Dio in un’estasi permanente. Morì in un incidente d’auto subito dopo il Vaticano II, ma non prima che un seminarista, uno dei suoi figli spirituali, fosse stato in grado di annotare una sua profezia, risalente al 1945 e riguardante il castigo che colpirà la Francia in particolare.
Eccola, in parte riportata o abbreviata: -

Figlio mio”, diceva Padre Pel, “sappi che con i peccati del mondo che aumentano in orrore per come avanza quest’epoca, grandi castighi di Dio scenderanno sul mondo e nessun continente sarà risparmiato dall’Ira di Dio. La Francia, colpevole di apostasia e di aver rinnegato la sua vocazione, sarà punita severamente. A Oriente di una linea che si estende da Bordeaux, nel sud-ovest, a Lille, nel nord-est, tutto sarà devastato e incendiato da popoli invasori dall’Est, e anche da grandi meteoriti infuocate che cadranno con una pioggia di fuoco su tutta la terra, e specialmente su queste regioni. Rivoluzione, guerra, epidemie, pestilenze, gas chimici tossici, violenti terremoti e il risveglio dei vulcani spenti di Francia, distruggeranno tutto…”

La Francia ad Ovest di quella linea sarà meno colpita… grazie alla fede radicata nella Vandea e nella Bretagna… ma ognuno dei peggiori nemici di Dio che cercherà rifugio lì dal cataclisma mondiale sarà scoperto, ovunque si nasconda, e messo a morte dai diavoli, perché l’Ira del Signore è giusta e santa. Una fitta oscurità causata dalla guerra, i giganteschi incendi e i frammenti roventi delle stelle che cadranno per tre giorni e tre notti, faranno sì che il sole scompaia, e solo le candele benedette alla Candelora (2 febbraio) daranno luce nelle mani dei credenti, ma coloro dalla empia volontà non vedranno questa luce miracolosa perché hanno l’oscurità nelle loro anime.

In questo modo, figlio mio, i tre quarti dell’umanità sarà distrutta, e in alcune parti della Francia i sopravvissuti dovranno fare cento kilometri per trovare un altro essere umano ancora vivo… Diverse nazioni spariranno dalla faccia del mappamondo… Una Francia così purificata diventerà la nuova “Figlia Primogenita della Chiesa”, perché tutti i Caini e i Giuda saranno scomparsi in questo ‘Giudizio sulle Nazioni’”.
Questo Giudizio non è ancora la fine dei tempi, ma così grande è la punizione dovuta per i peccati delle nazioni, che Nostro Signore ha detto al Padre Pel che la desolazione della fine del mondo sarà minore.

Cari lettori, cosa concluderne?
Che ognuno di noi si sforzi con tutta la volontà e con l’aiuto dei sacramenti cattolici dateci da Dio a tal fine, di vivere in grazia di Dio e non in stato di peccato, e usi appieno il tempo che Egli ci dà tra l’oggi e l’Ora della Sua Giustizia per pregare perché il maggior numero possibile di peccatori si penta e salvi la propria anima per l’eternità, prima che si compia il Castigo.
Dio, abbi pietà. Maria, aiútaci.

Kyrie eleison.

Eleison Comments CCCLXXVI 
CHASTISEMENT   COMINGCommenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  27 settembre 2014
Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo all'incombente castigo di Dio su un'umanità sempre più immersa nel peccato.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html


http://www.unavox.it/Documenti/Doc0794_Williamson_27.09.2014.html
Tutto si è svolto riservatamente, attorno al 10 settembre scorso. Ma la notizia più importante, quella sul risultato della ricognizione, è trapelata e ve la proponiamo.

A cento anni dall’ultima analisi c’è la conferma che le Sacre Particole conservate nella basilica di San Francesco, a Siena, si stanno ancora mantenendo miracolosamente intatte, contro ogni legge naturale.

Nel contenitore sono state rinvenute – com’era prevedibile – muffe e batteri, ma incredibilmente nessuna ostia è stata intaccata.

Un fenomeno inspiegabile perché per la loro composizione (come derivati del grano) le particole sono deperibilissime, molto vulnerabili da microrganismi e muffe. Sembra che su queste 233 ostie conservate a Siena le leggi di natura non possano nulla.

EGLI E’ QUI
Molti decenni fa un arcivescovo di Siena, Tiberio Borghese, volle fare una sorta di controprova: fece sigillare alcune particole non consacrate in un contenitore. Dopo dieci anni una Commissione scientifica andò a vedere il loro stato e trovò solo frammenti decomposti e vermi.
Questo è infatti l’iter naturale delle materie organiche. Tutto si corrompe e si decompone.
Ma sfuggono a questa inesorabile legge fisica e chimica quelle ostie consacrate che si conservano nella Basilica di san Francesco, nella città di Santa Caterina, mirabile punto d’incontro dei due patroni d’Italia.

Nei diversi miracoli eucaristici, avvenuti soprattutto in Italia, solitamente si è verificata una trasformazione delle particole in carne (spesso del miocardio) e in sangue, quello di Siena si caratterizza perché il miracolo sono le stesse ostie che misteriosamente sfidano il tempo e le leggi naturali, rendendo così evidente la presenza permanente di Colui che è Signore della storia e dell’eternità.

Il grande Thomas S. Eliot cantava il “punto di intersezione del senza tempo col tempo”. Eccolo qua.

Un altro poeta, Eugenio Montale nella sua laica “queste” della salvezza cercava “il varco” nella prigione della quotidianità, “la smagliatura nella rete” dell’esistenza, “l’anello che non tiene” nella concatenazione delle circostanze… Ecco dunque, nell’evento di Siena, il segno del grande varco che spalanca l’eternità qui nel tempo.

COME ACCADDE
Tutto comincia nell’anno 1730. Era il 14 agosto, la vigilia dell’Assunta. Tutto il popolo senese era accorso in Cattedrale per i primi vespri e l’offerta del cero votivo in onore della Madre di Dio.

Per questo dei ladri poterono entrare indisturbati nella Basilica di San Francesco e rubare la pisside d’argento piena di particole consacrate.

Per la città fu uno choc. Furono fatte preghiere e processioni per riparare l’atto sacrilego. Probabilmente gli stessi ladri restarono colpiti.
Fatto sta che tre giorni dopo, il 17 agosto, le particole furono rinvenute nel vicino Santuario di Santa Maria in Provenzano, dentro una cassetta delle elemosine.

La città fece festa. Processioni solenni e atti di adorazione si susseguirono anche nelle parrocchie, ripetutamente. Per questo al momento era stato deciso di non consumare quelle ostie. Finché ci si rese conto che, con il tempo, queste particole non subivano alcuna alterazione.

Devotamente custodite continuavano a restare incorrotte. Dunque si cominciò a constatare che un miracolo era in corso.

LO STUPORE
Le ostie, oltre ad essere esposte al deperimento organico e agli agenti atmosferici, avevano subito travasi di contenitori, contatti fisici per i periodici conteggi, scuotimenti.

Eppure quando le Sacre Particole vengono analizzate si trovano sempre “fresche, intatte, fisicamente incorrotte, chimicamente pure e non presentano alcun principio di corruzione”.
Erano passati quasi due secoli, così, nel 1914, si decise di sottoporle all’analisi scientifica. Alla fine il verbale degli scienziati reciterà: “Le Sante Particole di Siena sono un classico esempio della perfetta conservazione di particole di pane azzimo consacrate nell’anno 1730, e costituiscono un fenomeno singolare, palpitante di attualità che inverte le leggi naturali della conservazione della materia organica. E’ un fatto unico consacrato negli annali della scienza”.

Nel corso degli anni seguirono poi nuovi trasferimenti di contenitori e un altro tentativo di furto nel 1951. Ma il miracolo è continuato.

Lo scrittore danese Joergensen, convertito al cattolicesimo, lo definì “una delle più grande meraviglie di Cristo sulla terra”.

Circa venti anni fa mi trovai ad accompagnare io stesso l’allora cardinale Ratzinger alla Basilica di San Francesco e ricordo il suo  stupore e la sua commozione per queste Sacre Particole.

Anche Giovanni Paolo II, in visita a Siena il 14 settembre 1980, aveva voluto sostare in adorazione davanti ad esse e alla fine, commosso, aveva sussurrato: “E’ la Presenza!”.

EGLI RIMANE
In effetti, la caratteristica del miracolo eucaristico di Siena è la sua continuità nel tempo, un segno che chiaramente rende evidente la permanenza della presenza di Cristo nell’ostia consacrata.

E’ la conferma soprannaturale e straordinaria di una verità che il cattolicesimo proclama.

Ha scritto don Divo Barsotti: “Alcune confessioni protestanti non negano la presenza reale del Cristo nell’Eucarestia, ma negano che questa Presenza reale sia permanente: Gesù è presente nell’istante in cui si dona (…). La differenza sostanziale, si direbbe, con la dottrina eucaristica così come il Cattolicesimo l’ha sempre insegnata è precisamente questa: la presenza del Cristo nell’Eucarestia è permanente”.

Negli ultimi decenni il pensiero protestante si è infiltrato nella Chiesa cattolica. Infatti Paolo VI, già nell’enciclica “Mysterium fidei” del 1965, metteva in guardia da queste false dottrine sull’eucarestia che stavano circolando nella Chiesa.

Una di queste sosteneva proprio che Cristo non sarebbe più presente nelle Ostie consacrate e rimaste dopo la celebrazione della Messa. Idea fatta propria da un cattoprogressismo sociologico, tutto centrato sulla dimensione orizzontale.

Idea falsissima. Non a caso il Concilio di Trento insiste nell’esortare all’adorazione eucaristica anche al di fuori della liturgia.

E Paolo VI in quella sua enciclica – sottolineava il cardinale Dulles – “ha parlato chiaramente e decisamente in favore della custodia del Santissimo Sacramento in un posto d’onore in chiesa” e poi “ha esortato i pastori a esporre il Sacramento per la solenne adorazione e a fare processioni eucaristiche”.

Così come “Giovanni Paolo II ha cercato di promuovere la devozione dell’Eucarestia al di fuori della Messa” perché è “di valore inestimabile per la vita della Chiesa”.
Lo stesso papa Wojtyla dedicava molte ore all’adorazione e “molte delle sue migliori intuizioni scaturivano da questi momenti di preghiera”.

Benedetto XVI ha proseguito sulla stessa linea e il popolo cristiano ha riscoperto la bellezza e la ricchezza dell’adorazione eucaristica.

Eppure se questo è sempre stato il magistero della Chiesa, poi una sorta di magistero parallelo (e abusivo) ha seminato la sua zizzania.

E oggi tornano gli errori degli anni Sessanta, quando – scriveva il cardinale Dulles – “ai fedeli veniva ripetuto, da educatori all’avanguardia in fatto di religione, che lo scopo del Santissimo Sacramento era di essere ricevuto nella comunione e non di essere adorato, come se le due cose si escludessero a vicenda”.

Un riflesso di queste idee lo si ritrova oggi in quelle chiese cattoliche dove il tabernacolo con il Santissimo Sacramento non è più nel luogo nobile e importante della casa di Dio, ma in qualche sgabuzzino marginale e talora addirittura è stato estromesso fuori dalla chiesa.

Eppure è solo quel tabernacolo che caratterizza una chiesa cattolica. Edith Stein, filosofa ebrea tedesca, si convertì al cattolicesimo proprio perché – dopo aver visitato dei templi protestanti – un giorno entrò in una Chiesa cattolica e si rese conto che “qui c’è Qualcuno”.
Divenne suora carmelitana e poi – uccisa ad Auschwitz – fu proclamata santa. Perché si era innamorata di quella Presenza.
Antonio Socci
Da “Libero”, 28 settembre 2014

3 commenti:

  1. Ecco come si fa la prima comunione ai tempi di Fransisco:
    http://www.youtube.com/watch?v=XMzacFVGyAs

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  2. E cosi' ai tempi di Benediktus:
    http://www.youtube.com/watch?v=A9uXqzqrtiA

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  3. poco edificanti l'una e l'altra......anche quella non tribale.....bellino il prete....che garbo....che indifferenza nel dare l'EUCARISTIA!!!!non sembrava molto partecipe e devoto.....spero di sbagliarmi.....perdonami Signore

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