Per favore, alle 20.40 preghiamo per i cristiani massacrati dall’Isis (e da tanti altri)
Questo non è un articolo, è solo una richiesta agli amici che seguono Riscossa Cristiana. Alle 20.40 di oggi verrà dato il fischio di inizio alla partita di calcio per la pace, allo stadio olimpico di Roma. Ne abbiamo già parlato.
Per favore, stasera alle 20.40, o perlomeno dalle 20.40, preghiamo per i nostri fratelli massacrati in Iraq, in Siria e in tante altre parti del mondo, offesi, ripeto la parola “offesi” nelle loro sofferenze da un’iniziativa di marketing per la promozione di non si sa bene qual prodotto.
di Paolo Deotto
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Preghiamo per questi nostri fratelli per i quali si disquisisce sull’aggressione ingiusta – come se esistessero aggressioni giuste – e sui modi per fermare bande di criminali organizzati militarmente, che stanno cancellando, nel senso più letterale del termine, l’esistenza del cristianesimo da tante regioni del mondo. E si aggiunge che fermare non vuol dire fare la guerra o bombardare. Forse i criminali si possono fermare con un tavolo sui benefici dell’ecumenismo e sull’esaltazione dell’islam moderato. Vabbè, non esiste, ma facciamo finta che esista. È così tranquillizzante crederlo…
Preghiamo per loro e anche per le nostre anime di occidentali ormai corrotti fino al midollo, incapaci di vedere la portata della minaccia islamica, ma capaci di chiacchiere a vuoto e di esibizioni sotto i riflettori. Questa volta sono i riflettori di uno stadio di calcio, domani vedremo quali saranno. Nel frattempo, si muore, ma si propone, con una genialità che sa di macabro umorismo, che l’ONU deliberi, discuta, faccia qualcosa. Quell’ONU che non ha mai risolto nulla.
Verrebbe da pensare che si voglia dare il tempo ai criminali indemoniati dell’Isis di portare fino in fondo il loro lavoro. Poi, a cristiani azzerati, si potranno interporre le solite truppe di pace, anche perché la pace sarà raggiunta, essendo le vittime tutte morte.
Stasera l’occidente e la Chiesa cattolica producono sul gran palco la commedia della partita di calcio per la pace.
Se siamo ancora uomini vergogniamoci e invochiamo la Beata Vergine, che interceda per il dono della pace, l’unica pace vera. Quella che si può raggiungere solo con la fede in Gesù Cristo e coi comportamenti da uomini, che sanno quando è il momento di fare la guerra e non si perdono in chiacchiere, che sanno quando è il momento di usare una straordinaria autorità morale per invocare l’uso della forza, senza “distinguo” cervellotici.
Preghiamo per queste “autorità” che ci guidano, perché Dio le illumini e cessi questo spettacolo miserabile di vigliaccheria, di esibizionismi, di facili battimani. I carnefici sono alle porte, i nostri fratelli sono massacrati e Roma, caput mundi, gioca la partita di calcio per la pace.
Dio ci perdoni.
http://www.riscossacristiana.it/favore-alle-20-40-preghiamo-cristiani-massacrati-dallisis-e-da-tanti-altri-di-paolo-deotto/
di Paolo Deotto
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Preghiamo per questi nostri fratelli per i quali si disquisisce sull’aggressione ingiusta – come se esistessero aggressioni giuste – e sui modi per fermare bande di criminali organizzati militarmente, che stanno cancellando, nel senso più letterale del termine, l’esistenza del cristianesimo da tante regioni del mondo. E si aggiunge che fermare non vuol dire fare la guerra o bombardare. Forse i criminali si possono fermare con un tavolo sui benefici dell’ecumenismo e sull’esaltazione dell’islam moderato. Vabbè, non esiste, ma facciamo finta che esista. È così tranquillizzante crederlo…
Preghiamo per loro e anche per le nostre anime di occidentali ormai corrotti fino al midollo, incapaci di vedere la portata della minaccia islamica, ma capaci di chiacchiere a vuoto e di esibizioni sotto i riflettori. Questa volta sono i riflettori di uno stadio di calcio, domani vedremo quali saranno. Nel frattempo, si muore, ma si propone, con una genialità che sa di macabro umorismo, che l’ONU deliberi, discuta, faccia qualcosa. Quell’ONU che non ha mai risolto nulla.
Verrebbe da pensare che si voglia dare il tempo ai criminali indemoniati dell’Isis di portare fino in fondo il loro lavoro. Poi, a cristiani azzerati, si potranno interporre le solite truppe di pace, anche perché la pace sarà raggiunta, essendo le vittime tutte morte.
Stasera l’occidente e la Chiesa cattolica producono sul gran palco la commedia della partita di calcio per la pace.
Se siamo ancora uomini vergogniamoci e invochiamo la Beata Vergine, che interceda per il dono della pace, l’unica pace vera. Quella che si può raggiungere solo con la fede in Gesù Cristo e coi comportamenti da uomini, che sanno quando è il momento di fare la guerra e non si perdono in chiacchiere, che sanno quando è il momento di usare una straordinaria autorità morale per invocare l’uso della forza, senza “distinguo” cervellotici.
Preghiamo per queste “autorità” che ci guidano, perché Dio le illumini e cessi questo spettacolo miserabile di vigliaccheria, di esibizionismi, di facili battimani. I carnefici sono alle porte, i nostri fratelli sono massacrati e Roma, caput mundi, gioca la partita di calcio per la pace.
Dio ci perdoni.
- di Paolo Deotto
Papa: Il calcio aiuti a costruire la pace contro ogni discriminazione
Udienza agli sportivi che questa sera parteciperanno alla partita di calcio interreligiosa per la pace
“La discriminazione è un disprezzo, e voi con questa partita di oggi, direte ‘no’ a ogni discriminazione. Le religioni, in particolare, sono chiamate a farsi veicolo di pace e mai di odio, perché in nome di Dio bisogna portare sempre e solo l’amore”.
Lo ha detto Papa Francesco questo pomeriggio ricevendo in udienza gli sportivi e i promotori della partita di calcio interreligiosa per la pace, che avrà luogo stasera allo Stato Olimpico di Roma e vedrà in campo campioni di livello mondiale, in rappresentanza delle diverse religioni. L’evento internazionale, promosso dalla Fondazione P.U.P.I. onlus, darà beneficio alla “Scholas occurentes”, la quale attraverso la tecnologia, l’arte e lo sport promuove l’integrazione sociale e la cultura dell’incontro, e destinerà il ricavato a finalità caritative. L’iniziativa è nata da un incontro, nell’aprile 2013, tra il successore di Pietro e il giocatore argentino Zanetti. Tra i presenti all’udienza di oggi Maradona, Del Piero, Zanetti, Buffon, Pirlo, Shevchenko, Maldini, Cordoba, Nainggolan, Valderrama. Il Santo Padre, nel suo discorso, ha indicato i “valori universali che il calcio e lo sport in genere possono favorire: la lealtà, la condivisione, l’accoglienza, il dialogo, la fiducia nell’altro. Si tratta di valori che accomunano ogni persona a prescindere dalla razza, dalla cultura e dal credo religioso”.
“L’evento sportivo di questa sera – ha continuato – è un gesto altamente simbolico per far capire che è possibile costruire la cultura dell’incontro e un mondo di pace, dove credenti di religioni diverse, conservando la loro identità – perché quando ho detto ‘a prescindere’ questo non vuol dire ‘lasciare da parte’: no – credenti di religioni diverse, conservando la loro propria identità, possono convivere in armonia e nel reciproco rispetto”. Un fenomeno umano e sociale come il calcio, secondo il vescovo di Roma, “ha tanta importanza e incidenza nel costume e nella mentalità contemporanea”; dinanzi alla gente, specialmente i giovani “è importante dare un buon esempio sia in campo sia fuori dal campo” testimoniando che “lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale deve essere valorizzato mediante il recupero della sua gratuità, della sua capacità di stringere vincoli di amicizia e l’apertura degli uni verso gli altri”. “Anche con i vostri atteggiamenti quotidiani, carichi di fede e di spiritualità, di umanità e di altruismo – ha osservato – potete rendere una testimonianza in favore degli ideali di pacifica convivenza civile e sociale, per l’edificazione di una civiltà fondata sull’amore, sulla solidarietà e sulla pace. E questa è la cultura dell’incontro: lavorare così”.
L’auspicio del Pontefice è che il match all’Olimpico possa contribuire a “recare un valido e fecondo apporto alla pacifica coesistenza di tutti i popoli, escludendo ogni discriminazione di razza, di lingua, e di religione”. “Allargate i vostri cuori – ha concluso – da fratelli a fratelli! Questo è uno dei segreti della vita: allargare i cuori da fratelli a fratelli; e anche la dimensione più profonda e autentica dello sport”. Diego Armando Maradona entrando nell’aula Paolo VI ha affermato che la convocazione del Papa è arrivata perché “possiamo dare un impulso alla gente che non vuole la pace nel mondo… Vogliamo farli ragionare sul fatto che una partita di calcio e sport può essere un modo per far terminare il calvario che vediamo tutti i giorni in tv”.
non finirà mai ? Non se ne può più . La chiesa dei poveri, le periferie esistenziali , l'odore delle pecore . Le partite di calciofatte con personaggi multimiliardari più o meno atei. I nostri fratelli cristiani uccisi, sgozzati, torturati e questo invece di fare processioni, adorazione di Nostro Signore, digiuno e preghiere, non trova di meglio che fare la partita per la pace.
RispondiEliminaColonna sonora "Imagine"...noto inno religioso
RispondiEliminaormai siamo un piccolo resto...tutti corrono dietro il pifferaio magico incontro le luci del mondo ....quando si renderanno conto che è lucifero..pietà di loro Signore!
RispondiEliminale religioni!!??ma di quali religioni parla il papa?scusate il vescovo di Roma?!!!tu sei Pietro .....e le porte degli inferi non prevarranno o sei Simone che ha rinnegato il Signore?!Signore ti supplichiamo...fa che si ravveda e ci confermi nella fede vera!!..
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