“La discriminazione è un disprezzo, e voi con questa partita di oggi, direte ‘no’ a ogni discriminazione. Le religioni, in particolare, sono chiamate a farsi veicolo di pace e mai di odio, perché in nome di Dio bisogna portare sempre e solo l’amore”.
Lo ha detto Papa Francesco questo pomeriggio ricevendo in udienza gli sportivi e i promotori della partita di calcio interreligiosa per la pace, che avrà luogo stasera allo Stato Olimpico di Roma e vedrà in campo campioni di livello mondiale, in rappresentanza delle diverse religioni. L’evento internazionale, promosso dalla Fondazione P.U.P.I. onlus, darà beneficio alla “Scholas occurentes”, la quale attraverso la tecnologia, l’arte e lo sport promuove l’integrazione sociale e la cultura dell’incontro, e destinerà il ricavato a finalità caritative. L’iniziativa è nata da un incontro, nell’aprile 2013, tra il successore di Pietro e il giocatore argentino Zanetti. Tra i presenti all’udienza di oggi Maradona, Del Piero, Zanetti, Buffon, Pirlo, Shevchenko, Maldini, Cordoba, Nainggolan, Valderrama. Il Santo Padre, nel suo discorso, ha indicato i “valori universali che il calcio e lo sport in genere possono favorire: la lealtà, la condivisione, l’accoglienza, il dialogo, la fiducia nell’altro. Si tratta di valori che accomunano ogni persona a prescindere dalla razza, dalla cultura e dal credo religioso”.
“L’evento sportivo di questa sera – ha continuato – è un gesto altamente simbolico per far capire che è possibile costruire la cultura dell’incontro e un mondo di pace, dove credenti di religioni diverse, conservando la loro identità – perché quando ho detto ‘a prescindere’ questo non vuol dire ‘lasciare da parte’: no – credenti di religioni diverse, conservando la loro propria identità, possono convivere in armonia e nel reciproco rispetto”. Un fenomeno umano e sociale come il calcio, secondo il vescovo di Roma, “ha tanta importanza e incidenza nel costume e nella mentalità contemporanea”; dinanzi alla gente, specialmente i giovani “è importante dare un buon esempio sia in campo sia fuori dal campo” testimoniando che “lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale deve essere valorizzato mediante il recupero della sua gratuità, della sua capacità di stringere vincoli di amicizia e l’apertura degli uni verso gli altri”. “Anche con i vostri atteggiamenti quotidiani, carichi di fede e di spiritualità, di umanità e di altruismo – ha osservato – potete rendere una testimonianza in favore degli ideali di pacifica convivenza civile e sociale, per l’edificazione di una civiltà fondata sull’amore, sulla solidarietà e sulla pace. E questa è la cultura dell’incontro: lavorare così”.
L’auspicio del Pontefice è che il match all’Olimpico possa contribuire a “recare un valido e fecondo apporto alla pacifica coesistenza di tutti i popoli, escludendo ogni discriminazione di razza, di lingua, e di religione”. “Allargate i vostri cuori – ha concluso – da fratelli a fratelli! Questo è uno dei segreti della vita: allargare i cuori da fratelli a fratelli; e anche la dimensione più profonda e autentica dello sport”. Diego Armando Maradona entrando nell’aula Paolo VI ha affermato che la convocazione del Papa è arrivata perché “possiamo dare un impulso alla gente che non vuole la pace nel mondo… Vogliamo farli ragionare sul fatto che una partita di calcio e sport può essere un modo per far terminare il calvario che vediamo tutti i giorni in tv”.