J. M. Bergoglio, la C.E.I. e l’elogio della Bibbia “interconfessionale”
In questi giorni Bergoglio ha elogiato
la “traduzione interconfessionale della Bibbia” durante l’incontro con
la sedicente “Alleanza biblica universale”. Nella stessa occasione il
sedente J. M. Bergoglio ha terminato la sua udienza pregando un Pater in comune tra cattolici ed evangelici (link).
Di “Alleanza biblica universale” (ABU),
organizzazione internazionale fondata nel 1946 che riunisce e coordina
il lavoro di circa 150 società bibliche, fanno parte anche la “Società
Biblica Britannica & Forestiera” (SBB&F) e la Società Biblica in Italia (SBI).
La prima è presente in Italia fin dal Risorgimento e si è stabilita a
Roma dal 1870; la seconda esiste legalmente dal 1983 ed è
“un’associazione cristiana indipendente, non legata ad alcuna
confessione religiosa, senza scopo di lucro, avente per oggetto la
massima diffusione delle Sacre Scritture da realizzarsi mediante le
attività atte alla promozione di quest’opera” (link).
In Italia queste società bibliche pubblicano la “Diodati”, la revisione
della medesima a cura Luzzi (detta “Riveduta”) e l’ultima “Nuova
Riveduta” per le “chiese” evangeliche. Dalle note dell’Assemblea
Mondiale di Midrand, anno 2000, apprendiamo che “le Società Bibliche
nazionali si riuniscono insieme in un’associazione mondiale come
Alleanza Biblica Universale (ABU) per consultarsi,
sostenersi reciprocamente e per agire insieme nel loro comune compito di
raggiungere la diffusione massima, effettiva e significativa di Sacre
Scritture e aiutare la gente ad interagire con la Parola di Dio. Le
Società Bibliche realizzano il loro lavoro in accordo e cooperazione con
tutte le Chiese cristiane e con le organizzazioni collegate con le
Chiese”.
Ho già spiegato in altri studi che cos’è la Sacra Scrittura, come giunge fino a noi, come si “usa” e chi può “usarla” (link), come si interpreta e chi può farlo (link) e, brevemente, come è stata distrutta la Pontificia Commissione Biblica ex organo di Magistero (link).
La distruzione dall’interno è stata voluta e messa in pratica dai
Modernisti, così come la Chiesa ha già spiegato ed ampiamente dimostrato
(link). Leggendo i link apprendiamo sia il Magistero opportuno che la storia.
SAN PIO X
Diversamente
da quello che sostiene Bergoglio (e con lui coloro che si ritengono in
comunione di fede con tale soggetto), cosa ci insegna la Chiesa? Per
coniugare precisione e brevità iniziamo usando il semplicissimo e
comprensibilissimo Compendio della dottrina cristiana (o “Catechismo
Maggiore”) prescritto da Papa san Pio X (Roma, Tipografia Vaticana,
1905).
PARTE QUINTA. DELLE VIRTÙ PRINCIPALI E DI ALTRE COSE NECESSARIE A SAPERSI DAL CRISTIANO (CAPO I, Delle virtù principali, § 4. - Della Sacra Scrittura):
882
D. Non vi può essere errore nella Sacra Scrittura? R. Nella Sacra
Scrittura non vi può essere errore alcuno, perché, essendo tutta
ispirata, autore di tutte le sue parti è Dio medesimo. Ciò non toglie
che nelle copie e traduzioni della stessa possa essere occorso qualche
sbaglio o dei copisti o dei traduttori. Però nelle edizioni rivedute ed
approvate dalla Chiesa cattolica non vi può essere errore in ciò che
riguarda la fede o la morale.
884
D. Si può leggere qualunque traduzione volgare della Bibbia? R. Si
possono leggere quelle traduzioni volgari della Bibbia, che sono
riconosciute fedeli dalla Chiesa cattolica, e sono accompagnate da
spiegazioni approvate dalla Chiesa medesima.
885
D. Perché si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia, che sono
approvate dalla Chiesa? R. Si possono leggere le sole traduzioni della
Bibbia che sono approvate dalla Chiesa, perché essa sola è legittima
custode della Bibbia.
886
D. Per mezzo di chi possiamo noi conoscere il vero senso delle Sacre
Scritture? R. Il vero senso delle Sacre Scritture noi possiamo
conoscerlo solo per mezzo della Chiesa, perché solo la Chiesa non può
errare nell'interpretarle.
887
D. Che dovrebbe fare il cristiano se gli venisse offerta la Bibbia da
un protestante o da qualche emissario dei protestanti? R. Se ad un
cristiano venisse offerta la Bibbia da un protestante, o da qualche
emissario dei protestanti, egli dovrebbe rigettarla con orrore, perché
proibita dalla Chiesa; che se l'avesse ricevuta senza badarvi, dovrebbe
tosto gettarla alle fiamme, o consegnarla al proprio parroco.
888
D. Perché la Chiesa proibisce le Bibbie protestanti? R. La Chiesa
proibisce la Bibbie protestanti perché o sono alterate e contengono
errori, oppure, mancando della sua approvazione e delle note
dichiarative dei sensi oscuri, possono nuocere alla Fede. Per questo la
Chiesa proibisce eziandio le traduzioni della Sacra Scrittura già
approvate da essa, ma ristampate senza le spiegazioni dalla medesima
approvate.
PIO VII
La
spiegazione di ciò che insegna e comanda san Pio X la abbiamo in
numerosi documenti di Magistero della Chiesa ma, per brevità e per
estrema chiarezza, voglio riportare il documento (poco noto) “Magno et acerbo”,
lettera di Papa Pio VII all’Arcivescovo Mogilew, 3 sett. 1816. Breve
storia: A san Pietroburgo (Russia) era stata fondata nel 1813 una
società (biblica) per la diffusione della Bibbia, che riforniva numerose
confessioni. La Chiesa era rappresentata dall’Arcivescovo di Mogilew,
che raccomandava a tutti i fedeli questa società. Egli fu denunciato a
Roma e ricevette questa lettera di rimprovero. - Ed.: ASS 9(1876/77).
Vedi Denzinger a pagina 967, n° 2710 s.
Testo: “Dovresti...
avere davanti agli occhi... che «se si permette la sacra Bibbia
dovunque e senza discernimento in lingua volgare, ne consegue più un
danno che un vantaggio» [v. Denzinger, n°1854]. La Chiesa romana
inoltre, in seguito alla notissima prescrizione del concilio di Trento
[v. Denzinger, 1506], accogliendo soltanto l’edizione Vulgata, ha
respinto le traduzioni nelle altre lingue, e ha permesso soltanto quelle
che vengono pubblicate con annotazioni tratte opportunamente dagli
scritti dei Padri e dei dottori cattolici (si spiega qui),
affinché un tesoro tanto grande non sia esposto alle corruzioni delle
novità, e affinché la Chiesa diffusa su tutta la terra abbia una sola
lingua e le stesse parole (Gn 11,1). Dal momento poi che nelle lingue
nazionali constatiamo moltissime irregolarità, variazioni, cambiamenti,
da una eccessiva libertà delle traduzioni bibliche sarebbe certamente
sconvolta quella immutabilità che si addice alle testimonianze divine, e
la fede stessa vacillerebbe, soprattutto quando sul fondamento di una
sola sillaba si decide della verità del dogma. Gli eretici poi hanno
sempre avuto l’abitudine di introdurre così le loro perverse e
odiosissime macchinazioni, e per mezzo delle Bibbie pubblicate in lingua
nazionale (riguardo poi alla singolare diversità e discordanza di
queste, loro stessi si accusano e si mordono a vicenda) nascondere con
l’inganno i propri errori avvolti nel più santo ornamento della parola
divina. «Le eresie infatti sono nate», diceva sant’Agostino, «solo
quando le Scritture buone non sono state capite bene, e ciò che in esse
non è capito bene è anche affermato in modo sconsiderato e impudente»
(cf. sant’Agostino, In Evangelium Iohannis, tract. 18,1). Se
poi ci addolora il fatto che uomini stimatissimi per la pietà e per la
sapienza non di rado siano venuti meno nell’interpretazione delle
Scritture, che cosa non si deve temere, se al popolo inesperto, che
giudica soprattutto non in base a un qualche discernimento, ma con una
certa leggerezza, fossero consegnate per essere liberamente lette le
Scritture tradotte in una qualsiasi lingua volgare? […]”
INNOCENZO III
A questo
punto Papa Pio VII, come da Tradizione vera (ovvero cattolica), ricorre
al Magistero di suoi vari predecessori senza alcuna variazione sulle
questioni di fede e costume, fra cui alla celebre lettera di Papa
Innocenzo III ai fedeli della Chiesa di Metz (Lettera Cum ex iniuncto, 12 luglio 1199, Denzinger, n° 770 s.) che cita.
Testo: “I
misteri nascosti della fede non si debbono però mettere a disposizione
di tutti senza distinzione, dato che non possono essere compresi in modo
indistinto da tutti, ma solo da coloro che li possono accogliere con
intelligenza credente. Per questo l’apostolo dice ai più semplici: «Come
a neonati in Cristo vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido»
(ICor 3,2). [...] Infatti la profondità della divina Scrittura è così
grande che non solo i semplici e gli illetterati, ma anche i sapienti e i
dotti non sono in grado di scrutare pienamente il suo significato. Per
questo la Scrittura dice: «Molti sono venuti meno a forza di scrutare»
(Sal 64,7). Per questo un tempo fu rettamente stabilito nella legge
divina che la bestia che avesse toccato il monte (Sinai) fosse lapidata
(cf. Eb 12,20; Es 19,12s), perché evidentemente un semplice qualsiasi o
anche un ignorante non presuma di penetrare nella sublimità della sacra
Scrittura o di predicarla ad altri. È scritto infatti: «Non indagare le
cose per te troppo grandi» (Sir 3,22). Per questo dice l’apostolo: «Non
sappiate più di quanto è necessario sapere, ma sappiate con sobrietà»
(Rm 12,3). Come infatti sono molte le membra del corpo e tuttavia non
tutte le membra hanno la stessa funzione, così molti sono gli ordini
nella Chiesa, ma non tutti hanno lo stesso ufficio, poiché, secondo
l’Apostolo: «Alcuni, appunto, il Signore ha stabilito come apostoli,
altri come profeti, altri poi come dottori ecc.» (Ef 4, 11). Essendo poi
nella Chiesa l’ordine dei dottori in certo qual modo singolare, non
deve qualcuno in modo indistinto rivendicare per sé l’ufficio della
predicazione”.
LA CHIESA COLONNA DELLA VERITÀ
Nel documento “Magno et acerbo”, Papa Pio VII prosegue: “Sono
poi notissime non solo le costituzioni del sullodato Innocenzo III, ma
anche quelle di Pio IV, Clemente VIII e Benedetto XIV.[...] Quale poi
sia il pensiero della Chiesa riguardo alla lettura e all’interpretazione
della Scrittura, la tua fraternità lo riconosca nel modo più splendido
dalla notissima costituzione Unigenitus dell’altro Nostro
predecessore Clemente XI, con cui sono chiaramente riprovate quelle
dottrine nelle quali si asseriva utile e necessario in ogni tempo, in
ogni luogo e per ogni genere di persone conoscere i misteri della sacra
Scrittura, la cui lettura, si soggiungeva, è per tutti, ed è dannoso
allontanare dalla stessa il popolo cristiano, anzi si chiude per i
fedeli la bocca di Cristo, quando si sottrae dalle loro mani il Nuovo
Testamento” [v. Denzinger, n° 2479-2485].
I documenti (Chiesa colonna e fondamento della Verità, 1Timoteo 3,15) a cui fa riferimento Papa Pio VII sono i seguenti: Pio IV, Dominici gregis custodiae, 24 marzo 1564 (Denzinger, n° 1851-1861); Clemente VIII, Sacrosanctum catholicae fidei, 17 ott. 1595 (BullLux 3, 56b-57b) dove vengono confermate le regole dell’indice di Pio IV; Benedetto XIV, Costituzione Sollicita ac provida, 9 luglio 1753 [pubblicata nell’Index librorum prohibitorum (Roma, 1911) 19-34 / BullLux 19, 59a-63b / Benedetto XIV, Bullarium, ed. di Malines 10, 237-254; v. Denzinger, p. 968, nota *2712].
PIO IX
La Chiesa
ha condannato innumerevoli volte le società bibliche perché, come
abbiamo appreso e come la storia ci insegna, l’eresia divampa anche da
codeste organizzazioni che, dietro traduzioni seducenti, come dietro
cavilli linguistici, come dietro presunte scienze - ecc…, portano la
menzogna nel mondo usando arbitrariamente il Testo Sacro. Per maggiore
chiarezza riporto parte della “Qui pluribus” di Papa Pio IX, 9 novembre
1846.
Testo: Conoscete
ancora, Venerabili Fratelli, altre mostruosità di errori ed altre
frodi, con cui i figli del secolo acerbamente impugnano la divina
autorità e le leggi della Chiesa, per conculcare insieme i diritti della
potestà civile e di quella sacra. A questo mirano inique macchinazioni
contro questa Romana Cattedra del Beatissimo Pietro, nella quale Cristo
pose l’inespugnabile fondamento della sua Chiesa. A questo mirano
altresì quelle sette segrete che occultamente sorsero dalle tenebre per
corrompere gli ordini civili e religiosi, e che dai Romani Pontefici
Nostri Predecessori più volte furono condannate con lettere apostoliche
che Noi, con la pienezza della Nostra Potestà Apostolica, confermiamo e
ordiniamo che siano diligentissimamente osservate. Questo vogliono le
scaltrissime società Bibliche mentre, rinnovando le vecchie arti degli
eretici, senza badare a spese non si peritano di spargere fra gli uomini
anche più rozzi i libri delle divine Scritture, volgarizzati contro le
santissime regole della Chiesa e sovente corrotti con perverse
spiegazioni, affinché, abbandonate la divina tradizione, la dottrina dei
Padri e l’autorità della Chiesa cattolica, tutti interpretino la parola
del Signore secondo il loro privato giudizio e, guastandone il senso,
cadano in errori gravissimi. Gregorio XVI di santa memoria, al quale
seppure con minori meriti siamo succeduti, emulando gli esempi dei suoi
Predecessori, con sua lettera apostolica riprovò tali società , e Noi
parimenti le vogliamo condannate. Altrettanto diciamo di quel sistema
che ripugna allo stesso lume della ragione naturale, che è
l’indifferenza della Religione, con il quale costoro, tolta ogni
distinzione fra virtù e vizio, fra verità ed errore, fra onestà e
turpitudine, insegnano che qualsivoglia religione sia ugualmente buona
per conseguire la salute eterna, come se fra la giustizia e le passioni,
fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial potesse mai essere
accordo o comunanza.
PIO XI
Abbiamo
appreso che il sedente J. M. Bergoglio ha terminato la sua udienza, come
da consuetudine postconciliare in questi casi, pregando un Pater
in comune tra cattolici ed evangelici (interconfessionale). La
preghiera interconfessionale, ovvero pancristiana, è condannata dalla
Chiesa. Pio XI, per esempio, nella “Mortalium Animos”, 6 gennaio 1928,
spiega ed insegna.
Testo: […]
la Chiesa, dicono [esempio oggi i modernisti del CV2, NdR], per sé, per
sua natura è divisa in parti, consta cioè di molte singole Chiese e
comunità e queste separate finora pur avendo in comune taluni punti
dottrinali, tuttavia non sono d’accordo per altri i ma tutte godono e
possono rivendicare gli stessi diritti; la Chiesa insomma fu unica al
più dall’età apostolica fino ai primi concili ecumenici. Dunque,
soggiungono, bisogna mettere da parte e superare ogni controversia e
codeste antichissime divergenze che ancor oggi mantengono diviso il nome
cristiano; e formare invece, dalle altre dottrine comuni, e proporre,
una norma di fede nella cui professione prevalga piuttosto al sapersi il
sentirsi fratelli; che infine se unite da un patto universale le varie
comunità o chiese potranno opporre solida e fruttuosa resistenza ai
progressi dell’empietà. […] Ma se molti sono gli acattolici che
predicano a gran voce la fraterna comunione in Gesù Cristo, non se ne
trova nemmeno uno cui venga in mente di obbedire all’insegnamento e
sottoporsi al governo del Vicario di Gesù Cristo. E intanto sostengono
che essi tratteranno ben volentieri con la chiesa romana ma con
eguaglianza di diritti, cioè da pari a pari; e se così potessero fare ci
vuol poco a supporre che agirebbero in modo che l’eventuale accordo non
li costringesse al ripudio delle opinioni per cui vagano ancora erranti
lontano dall’unico ovile di Cristo. Stando così le cose, è evidente che
non può la Sede Apostolica prendere parte a queste riunioni né è
permesso in alcun modo ai cattolici aderire o prestar l’opera propria a
tali iniziative; cosi facendo attribuirebbero autorità ad una falsa
religione cristiana, assai diversa dall’unica Chiesa di Cristo. […]Potrà
sembrare che codesti “pancristiani” tutti occupati nell’unire le Chiese
si propongano il nobilissimo scopo di diffondere e d’intensificare tra
tutti i cristiani il senso della carità; ma come mai potrebbe la carità
rivolgersi in danno della fede? Nessuno certamente ignora che proprio
Giovanni, l’apostolo della Carità, che pare nel suo vangelo aver svelato
i secreti del Cuore Sacratissimo di Gesù e che sempre inculcava ai
discepoli il nuovo comandamento: “Amatevi l’un l’altro”, vietò ogni
relazione con chi non professi piena ed incorrotta la fede di Cristo:
“Chi viene a voi e non porta questa dottrina non accoglietelo in casa e
non lo salutate nemmeno”. Quindi, basandosi la carità sulla fede integra
e sincera, occorre che principalmente sul vincolo dell’unità della fede
si polarizzino gli sforzi per riunire i figli di Cristo. Come è dunque
possibile concepire una società cristiana i cui singoli componenti siano
liberi di ritenere, anche quando si tratta dell’oggetto della fede, il
proprio modo di pensare e di giudicare benché contrario alle opinioni
degli altri? […]Date divergenze dottrinali così gravi e numerose non
vediamo come si prepari la via a formare l’unità della Chiesa, mentre
suoi requisiti essenziali sono un unico magistero, una unica legge del
credere ed una sola fede. Sappiamo invece benissimo che da tutto questo
all’indifferenza religiosa ed al modernismo è breve il passo. Per quelli
infatti che ne han miseramente subito il contagio, la verità dogmatica
non è già assoluta ma relativa, proporzionata alle diverse esigenze di
tempo e di luogo ed alle varie tendenze degli spiriti, non essendo
basata sulla rivelazione immutabile ma sull’adattabilità alla vita.
[…]Risulta quindi evidente, venerabili fratelli, il motivo del
permanente divieto posto da questa Sede Apostolica ai fedeli di
partecipare a riunioni degli acattolici. Ché l’unico modo possibile di
favorire l’unità dei cristiani si è di agevolare il ritorno dei
dissidenti alla unica vera Chiesa di Cristo, a tutti ben nota e, per
volontà del proprio fondatore, destinata a rimaner in eterno tale come
Egli la istituì per la comune salvezza di tutti. Che mai nel volgere dei
secoli la mistica Sposa di Cristo fu contaminata né mai potrà
contaminarsi secondo le belle parole di Cipriano: “Non può adulterarsi
la Sposa di Cristo; è incorrotta e pudica; una sola casa conosce, di una
sola stanza custodisce con casto pudore: la santità”. E il medesimo
santo martire bene a ragione si meravigliava che ci fosse qualcuno
capace di credere che “questa unità proveniente dalla divina stabilità e
saldata per mezzo dei sacramenti celesti possa nella Chiesa infrangersi
ed esser sciolta per il dissenso di volontà discordanti”.
BERGOGLIO E PRECEDENTI SEDENTI
Premesso che l’ultimo CHIARO documento (che esclude le interpretazioni arbitrarie o ermeneutica moderna, cf. Pio VI, Auctorem Fidei)
di Magistero della Chiesa che complessivamente su tali argomenti si
esprime con fede cattolica (in perfetta continuità da san Pietro in
avanti) è la “Humani generis” di Papa Pio XII
(22 agosto 1950); premesso che dalla “Unitatis redintegratio” e dalla
“Nostra Aetate” (documenti approvati dal sedente Montini a capo del CV2 -
l’infallibilità promessa NON si è manifestata) la dottrina è stata
abusivamente modificata (“[…]affermazioni […] fatte forse con eleganza di stile, però esse non mancano di falsità”; cf. Pio XII, Humani generis);
imparato ciò che insegna la Chiesa, la fede cattolica; vediamo, solo
adesso, cosa dice ancora nella sua udienza il sedente J. M. Bergoglio.
Testo: Cari
fratelli in Cristo [rivolgendosi al miscuglio interconfessionale di
presenti, NdR] […] vi ringrazio per essere venuti qui a presentarmi la
nuova versione italiana della Bibbia parola di Dio, traduzione
interconfessionale in lingua corrente, frutto della collaborazione tra
l’Alleanza biblica universale, Società biblica in Italia, e la casa
editrice Elledici […] La traduzione fatta fra evangelici e cattolici
della bibbia in lingua corrente argentina ha fatto tanto bene e fa tanto
bene: è un’idea buona perché la gente semplice può capirla, perché è un
linguaggio vero, proprio, ma vicino alla gente. Nella missione che
facevamo nella parrocchia a Buenos Aires sempre andavamo nella società
biblica a comprarla […] ci facevano un bello sconto!... e la davamo alla
gente, che capiva la Bibbia. È stato un bello sforzo, e mi piace che
adesso sia in italiano, la gente così può capire espressioni che se si
traducono letteralmente non si capiscono. La preparazione di una
versione interconfessionale è uno sforzo particolarmente significativo,
se si pensa a quanto i dibattiti attorno alla Scrittura abbiano influito
sulle divisioni, specie in occidente. Questo progetto
interconfessionale, che vi ha dato la possibilità di intraprendere un
cammino comune per qualche decennio, vi ha permesso di affidare il cuore
agli altri compagni di strada, superando sospetti e differenze, con la
fiducia che scaturisce dall'amore comune per la Parola di Dio. Il vostro
è il frutto di un lavoro paziente, attento, fraterno, competente e,
soprattutto, credente. Se non crederete, non comprenderete; ‘se non
crederete, non resterete saldi’, diceva il profeta Isaia. Mi auguro che
questo testo, che si presenta con il beneplacito della Cei e della
Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, spinga tutti i cristiani
di lingua italiana a meditare, vivere, testimoniare e celebrare il
messaggio di Dio.
Breve
commento alla luce della fede cattolica appresa. Non è difficile, pur
pensando bene del prossimo, rilevare: la seducente astuzia buonista
(dice “la gente semplice può capirla”, come se prima non la capiva o non veniva loro adeguatamente spiegata da chi di dovere); la menzogna (dice “ha fatto tanto bene e fa tanto bene”, le sette sono invece proliferate come non mai, quindi ha fatto e fa male); la frattura (dice “è un’idea buona”, mentre la Chiesa la condanna questa idea); la criminalizzazione e mistificazione del passato (dice “è un linguaggio vero, proprio, ma vicino alla gente”,
come se prima non lo fosse mai stato, come se la Chiesa era lontana
dalla gente e non c'era chi la spiegava in ogni parte del globo e con
grandi sacrifici, es. il martirio e le persecuzioni); l’elogio della
dottrina pancristiana (dice “traduzione fatta fra evangelici e cattolici della bibbia”, ciò è vietato dalla Chiesa per ovvi motivi); la disobbedienza alla Chiesa e lo spregio per il Magistero (dice “missione che facevamo nella parrocchia a Buenos Aires sempre andavamo nella società biblica a comprarla”,
ciò è vietato dalla Chiesa. Bergoglio si vanta della disobbedienza che
produce scandalo ed eresia); il miserabilismo a buon mercato (dice “ci facevano un bello sconto […] la davamo alla gente”,
come se la Chiesa nei secoli avesse rifiutato l’insegnamento della
Parola al popolo); ancora l’eresia anti tridentina (decreto sulla S.
Scrittura) con menzogna (dice “la gente così può capire espressioni che se si traducono letteralmente non si capiscono”,
falso perché la Chiesa ha sempre spiegato la Scrittura al popolo con
sermoni, note e commentari. Difatti la Chiesa docente spiega, mentre la
Chiesa discente apprende. Il fai da te non è ammesso in questo caso, non siamo ad un corso di bricolage); l’odio verso il dogma con la mistificazione (dice: “vi ha permesso di affidare il cuore agli altri compagni di strada, superando sospetti e differenze”,
come se tutti i documenti fino ad ora citati siano “sospetti e
diffidenze” che hanno impedito la diffusione della fede. Falso, difatti
la fede integrale nei millenni è sempre cresciuta ed ha trovato
diffusione massima. Proprio grazie alle iniziative che qui Bergoglio
loda, invece, la fede integrale ha conosciuto e conosce declino); ancora
la menzogna (dice “il vostro è il frutto di un lavoro paziente, attento, fraterno, competente e, soprattutto, credente”.
Falso, l'unica competenza nel maneggiare, tradurre e spiegare la
Scrittura la ha la Chiesa, come ben spiega anche sant'Agostino);
l’eresia nell’uso personale fraudolento della Scrittura (osa dire “Se non crederete, non comprenderete; ‘se non crederete, non resterete saldi’, diceva il profeta Isaia”. Per difendere la sua eresia pancristiana usa il profeta Isaia fuori luogo, metodo del Sola Scriptura luterano); la falsificazione dell’imprimatur per rassicurare i pusilli, ingannandoli (dice “con il beneplacito della Cei e della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia”. Come se tali garanzie avessero valore di fede integrale. Non valgono niente); il germe dell’agnosticismo pratico (dice “spinga tutti i cristiani di lingua italiana a meditare, vivere, testimoniare e celebrare il messaggio di Dio”.
Se tutte queste sette, con messaggi e dottrine diverse, celebrano il
messaggio di Dio, vuol dire che Dio ha vari e differenti messaggi e
dottrine sugli stessi specifici argomenti, pertanto Dio o è pazzo, o
mente a qualcuno, o non è Dio, dunque il risultato pratico di tali
dottrine è l’agnosticismo).
A me poco
importano i capricci e le infantili diatribe cui con dolore assisto ogni
giorno nel mondo della cosiddetta "Tradizione", mi limito solo alla
pubblica riflessione. Personalmente non posso credere che il legittimo
successore di san Pietro insegni queste cose, come non posso credere che
nessuno se ne accorga, che la CEI avalli, come DEVO credere (studi e
documenti alla mano) che NON ci sono sostanziali differenze fra il
"magistero" postconciliare (in generale) e quello del solo Bergoglio.
Bergoglio, dati i tempi opportuni, a me pare solo la manifestazione più
plateale e gradassa dello "spirito del concilio".
CdP Ricciotti
a noi il sacerdote consigliava di leggere la Parola Di Dio che lo Spirito Santo ci avrebbe illuminato......ora la comprensione è affidata alla traduzione.....fratelli in Cristo??!!!ma se non credono!!!!ma gli evangelici non sono annoverati fra le sette???
RispondiEliminaLe società bibliche universali...chissà dove le avrebbero spedite i papi dell'epoca
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