ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 5 ottobre 2014

Francesco.0

Frate Francesco, il Sultano e la guerra (parte I)

san francesco pace
Tirano venti di guerra dall’Est, ma oggi è San Francesco. Cos’ha da dirci il Poverello d’Assisi? Perché qualcosa avrà da dirci, visto che lo chiamate sempre in causa quando si tratta della causa della pace, della causa del dialogo e a volte anche della causa degli animali. Allora mi permetto di farlo anch’io citazioni alla mano (tralasciando, per adesso gli animali).

Cominciamo dalla domanda sull’origine del san Francesco pacifista. Esso è desunto dall’atteggiamento anti-interventista assunto dal santo nel campo crociato a Damietta. Leggiamo Tommaso da Celano nella Vita secunda:
Un giorno avendo avuto notizia che i nostri si disponevano a battaglia, si addolorò fortemente e rivolto al compagno disse: «Il Signore mi ha mostrato che, se avverrà oggi lo scontro, andrà male per i cristiani. Ma se dico questo, sarò creduto pazzo, se taccio, mi rimorde la coscienza. Cosa ne pensi?»
Nessuna presa di posizione a priori contro la guerra, solo la constatazione che, se essa non è volontà di Dio, non s’ha da fare. Con tanto evangelico buonsenso il compagno gli dice di parlare francamente. Lui parla, non viene preso seriamente e i cristiani vanno incontro a una disfatta.
L’intuizione che la guerra non sia da fare se non è volontà di Dio porta con sé il rovescio della medaglia, che cioè, può darsi il caso di guerra che è volontà di Dio. Infatti il Celano conclude:
Riflettano bene a ciò tutti i principi di questo mondo e sappiano che non è facile combattere contro Dio, cioè contro la volontà divina. L’ostinazione di solito porta a funesta rovina, perché confidando nelle proprie forze non merita l’aiuto celeste. Se infatti si deve sperare la vittoria dall’alto bisogna pure attaccare battaglia solo dietro ispirazione divina.
Ora, di qua e di là dall’Atlantico, di qua e di là Mediterraneo, di qua e di là dal Tevere, quante volte, circa la questione mediorientale, si sente chiamare in causa la volontà divina?

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