ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 4 ottobre 2014

Sale la tensione… “democratica”





“Sale la tensione” e si avvicina il tanto atteso momento, che vedrà il calcio di inizio del match dell’anno; niente meno quello che mette in palio la sacralità della famiglia. Dopo le “schermaglie d’amore” dei giorni passati, in cui, costernati, abbiamo ammirato l’opera della confusione in atto, a danno dei fedeli, nel perpetuo lottare tra verità e menzogna e bene/male… ed il supposto complice silenzio di chi è obbligato ha confermare nella fede… eccoci qui, affacciati alla soglia di quella scena, che, comunque vada, sarà di storico evento e di memoria incancellabile.

E mentre la tesi di Socci, - aumentando in tal modo la già nefasta nebbia di caos! -, sembra rimuovere legittimazione ad ogni opera e condotta, togliendo lo sgabello dal posto di comando – (tesi che molti accolgono ed accoglieranno, mentre chi scrive, convinto del contrario, a Dio piacendo, si periterà di smentirla) – l’ultima parola, prima del fischio iniziale, è lasciata ad un alto prelato, che parla a nome di papa Bergoglio…L’indicazione è precisa e la modalità, ahimè!, sembra astuta.

Le parole chiave sono apertura, libertà ed in fondo in fondo, democrazia. Ma lo sappiamo, il popolo non ha mai avuto potere.
Cito il professor Massimo Viglione “La storia non la fanno le masse o le elezioni democratiche. La storia la fanno le minoranze che credono e vivono pienamente i loro ideali”.
Tale condivisibile asserzione vale sia nel bene sia nel male: “tutto dipende dal manico”, si direbbe a Roma, ossia chi ha il potere è in grado di pilotare e dirottare masse di persone, per lo più inconsapevoli dell’operazione nella quale pensano di essere protagonisti, ma rispetto a cui, invece, sono soltanto spettatori inermi, se non povere vittime strumentalizzate.

Tutto questo sapeva Nostro Signore ed infatti non deve essere un caso se la figura da Lui scelta ed utilizzata per rappresentare il popolo bisognoso di guida non è altro che la pecora.
Fondamentale è il pastore; colpito lui, è assicurata la dispersione del gregge.

Da ciò nasce un’ovvietà: la sbandierata democrazia è un contenitore vuoto, un’illusione funzionale allo stordimento delle coscienze; e, poiché l’atto di fede sostanzialmente coincide con l’adesione libera dell’intelletto alla Verità rivelata, l’incapacità di pensare, il torpore, la sonnolenza delle superiori facoltà umane ben si prestano alla disintegrazione di tale fondamento esistenziale e salvifico: l’uomo da sempre esposto a tale tentazione, oggi più che mai (per via del bombardamento mediatico cui è continuamente soggetto) non è in grado di essere veramente critico e di usare a fondo della propria razionalità; figuriamoci parlare dello spirito di discernimento (discendente, e non ascendente, dalla prima delle virtù teologali)!

Eppure Gesù ammonisce e redarguisce: “Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?” (Lc 12, 54-57).
Capacità di giudicare le cose palesi, evidenti, oggettive!!! “Usare il cervello”, applicare il mero principio di “non contraddizione”; non nascondersi dietro facezie o pretesti, porte di ipocrisia. Ma, lo sappiamo, pochi sono quelli che pensano davvero, mentre la fede appartiene “al resto”.

La democrazia, quindi, quasi per definizione evangelica o se vogliamo per mera applicazione sillogistica dei Suoi insegnamenti non può rispondere o coincidere alla verità, perché persegue, non  il bene comune, ma gli interessi della massa, intesa come mondo laicoautorefenziale.

Ebbene tale democrazia si vuole far entrare a pieno titolo nella Chiesa. No, non ci si sta riferendo al già sbandierato concetto di collegialità, eminentemente episcopale, ma alla proliferazione di opinioni miste, incluse quelle di sacerdoti e laici, che, nel Sinodo la farà da padrone.
Così come è avvenuto per il “famoso sondaggio” sulla famiglia, ora al Sinodo sarà sempre, in fondo, un sondaggio a determinare le sorti della verità!!

“… sarà il Sinodo stesso ad approvare un documento finale che sarà poi pubblicato senza modifiche da parte del Papa. Lo ha annunciato il segretario del Sinodo, cardinale Lorenzo Baldisseri. ‘Le propositiones - ha spiegato ai giornalisti - erano distinte su vari temi. Poi occorreva una mente che mettesse insieme le cose: noi vogliamo che invece di avere 70 proposte il Sinodo ne faccia una che includa le 70’ (La Repubblica, 3.10.14)”.

Non vogliamo essere cattivi e pensar male, ma l’allontanamento di Burke, uno dei cinque cardinali che si era schierato contro Kasper, allontanamento che precluderà la partecipazione al suddetto Sinodo, fa il paio con la chirurgica anticoagulazione delle opposizioni, mediante lo scioglimento delle stesse nel grande mare delle opinioni; 70 in una ed una che le abbia tutte. E siccome tra di esse, vi sono sicuramente quelle di Kasper, a favore del sacrilegio matrimoniale, così come quelle di chi invece ad esso si oppone, il risultato sarà un’accozzaglia mista, una frittura ben preparata per soddisfare tutti i palati…

E questo, per volontà del Pontefice, che aprirà così i lavori, imponendo lo slogan delle attività: “…Baldisseri ha fatto anche un'altra importante affermazione: ‘Francesco, sulle questioni controverse che riguardano la famiglia, vuole aprire: c'è una porta che finora è stata chiusa e lui vuole che si apra’ (La Repubblica, 3.10.14)”.

Ma la domanda corretta a questo punto è: “avremo una risposta definitiva?”. Alla fine di tutto questo inutile balletto, uscirà un documento limpido, cristallino, chiaro?
Viste le premesse, sembra impossibile. Anzi, il giochino funziona bene, perché “prende atto delle diverse opinioni”, si fonda sul “diavolo”…scusate, lapsus!, “dialogo”, quindi, democraticamente parlando, è inappellabilmente vero.

Esattamente quello che vogliono i modernisti; esattamente il contrario di quanto esige Gesù nel santo Vangelo.
Chi volesse salvarsi l’anima, non ne tenga nessun conto.

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