ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 21 ottobre 2014

Sinodo e dintorni




Partecipanti al Sinodo straordinario 2014
Il risultato finale della discussione sinodale ha portato ad un nulla di fatto. Dal punto di vista di chi scrive, pur avendo apprezzato la resistenza e la “levata di scudi” di alcuni vescovi e cardinali, che finalmente si sono resi conto che la Chiesa è di Cristo e che non passa, e non è dei pontefici che si accavallano rapidi verso il destino eterno che si sono scelti, scempiando a volte e profanando la bellezza della Sposa del Salvatore, attraverso vedute e pensieri di uomini, fugaci ombre del non essere, protervia evanescente di polvere presuntuosa.

Ebbene, ci si è opposti al Vicario, che cessa di essere degno di ascolto, nel momento in cui crede di saperne più del Maestro, contestando la Sua stessa parola.

L’esempio ci viene dal santo Vangelo di S. Matteo; due versetti dopo essere stato nominato da Cristo stesso, roccia e baluardo della Fede, San Pietro contesta l’annuncio della passione e morte del Signore! Mette in dubbio lo stesso Verbo del Padre e la Sua Autorità divina e riceve in risposta da Gesù l’appellativo di Satana.
Basta questo passo per dissipare i dubbi di sedevacantismo.

Il Papa è vicario, custode della verità trasmessa da Gesù e perpetuata nella Chiesa; se esce fuori da questa sua funzione, se travalica i limiti per divina disposizione determinati (vedi concilio Vaticano I), allora egli stesso si tira fuori della divina assistenza ed infallibilità; qualunque cosa dica o scriva non possiede tali garanzie.
La parola di Cristo si identifica, infatti, con la Verità da sempre creduta ed insegnata nella Chiesa; contro o oltre tale verità, non c’è infallibilità che tenga! Dio non può contraddire se stesso; se la Chiesa ha sempre creduto ed insegnato una verità, essa non può venir meno per l’esercizio di un qualunque potere, anche fosse derivante dal Soglio di Pietro.

Questo è il mistero della presente situazione. Se ricollocassimo la figura del Papa nel posto che Cristo gli volle affidare, senza esagerazioni od indebite venerazioni, questo vedremmo con chiarezza.

Il Sinodo ne è stata una piccola manifestazione. Il cardinal Burke lo ha detto a chiare lettere; ma forse sarebbe il caso che si dicesse ed insegnasse ovunque tale lampante evidenza: il Papa è lì per servire la verità, per custodirla, non per fare capriole mentali di “novità” e “sorprese”, che, per dirla con papa Bergoglio, sarebbero tipica manifestazione del pensiero divino.

Che conclusioni si possono trarre?
Cattolico, chiunque tu sia, non dar retta alle fantasie dei prelati innovatori; esse, qualora contraddicano in fede ed in morale quello da sempre creduto ed insegnato dalla Chiesa, sono assolutamente prive di valore! Non solo: sono degne di pubblico biasimo.

Questa semplice constatazione però deve lasciare il passo ad un’altra considerazione, forse un po’ amara.
Dal Sinodo sono emerse altre verità, orribili, brutte e spiacevoli.
In primo luogo, i “segni di apertura” hanno ricevuto comunque la maggioranza “dei consensi” (e questo significa che la maggior parte dei vescovi del mondo approva pratiche sacrileghe! E permette il dilagarsi del peccato mortale, sfrontato e senza remore!).
In seconda battuta, dobbiamo registrare l’ennesima vittoria del modernismo. Infatti, l’unico risultato positivo di questo inutile ciarlare sarebbe stato un netto e convinto ritorno alla verità di sempre; un’entusiastica riproposizione della bellezza della Fede, un innalzamento nobile del livello della moralità, un vero atto di giustizia e misericordia insieme, verso Dio, il primo, e verso gli uomini, il secondo.
Mutuando, ci perdonino i lettori, il gergo calcistico, il “pareggio” non ci fa passare il turno. Il modernismo aveva a disposizione due risultati, la Verità uno solo.

Il compromesso finale è tutto e niente! Proprio ciò che si temeva in apertura di tale assise.
Non esiste un pronunciamento chiaro e deciso, capace di fugare i dubbi e le incertezze. No.
Abbiamo la Verità di Cristo “messa ai voti” (com’è già stato rilevato!), con offesa terribile alla Maestà divina, che per insegnare e trasmettere tale verità ha versato tutto il suo Sangue.Se ci fosse stato un Sinodo palesemente pro gay e pro divorziati, avremmo avuto un nemico evidente da combattere!
Allo stato attuale, ci sarà ancora qualche cattolico che penserà che papa Bergoglio non abbia spinto a favore di tali nefandezze spirituali! Eppure lo stesso Pontefice, quasi irritato, è sembrato prender posizione, forse con una chiarezza che finora sembrava non appartenergli! Critiche velate, ma neanche tanto, alla durezza di cuore ed alla incapacità di cogliere le novità di Dio… quale? bisognerebbe chiedersi! Non sembra quello cattolico, visto che lo stesso Pontefice già ebbe modo di precisare, che il “Dio cattolico” non esiste.

Caro papa Bergoglio, ci consenta di dissentire!
di F. R.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV995_F-R_Sinodo_e_dintorni.html

 TENETEVI I VOSTRI SOLDI

«Tenetevi i vostri soldi, 

noi ci teniamo i nostri valori». 

Indignazione contro mons. Léonard 

che loda il no dei vescovi africani 

ai ricatti Onu




 «Nuovo attacco reazionario contro il diritto essenziale delle donne di scegliere se dare la vita o no e contro il matrimonio omosessuale e la scelta di vivere secondo il proprio orientamento sessuale». Così è stato attaccato l’arcivescovo di Malines-Bruxelles André-Joseph Léonard, a Roma in questi giorni per il Sinodo straordinario sulla famiglia, dalla deputata belga del partito socialista Karine Lalieux.

«DITTATURA IDEOLOGICA». L’arcivescovo è stato criticato per aver pubblicamente lodato «molti vescovi africani, alcuni latino-americani e dell’Oceania», i quali hanno «denunciato le agenzie legate all’Onu di voler imporre con una sorta di dittatura ideologica pratiche contrarie alla loro cultura e alle loro convinzioni morali (contraccezione sistematica, aborto, “matrimonio” omosessuale, eccetera)».


«TENETEVI I VOSTRI SOLDI». Monsignor Léonard ha parlato di questi temi all’interno di un articolo, pubblicato sul sito Infocatho.be, in cui riassume le sue impressioni sul Sinodo. L’alto prelato, sottolineando che i presuli degli altri continenti godono di «una libertà di espressione che raramente si trova in Occidente», ha ricordato anche come dall’attuazione di queste pratiche le agenzie dell’Onu «facciano dipendere gli aiuti economici. Reazione tipica di un vescovo africano: “Tenetevi i vostri soldi che noi ci teniamo i nostri valori!”. Reazione che si unisce a un appello ai vescovi occidentali perché aiutino i loro confratelli nella resistenza al pensiero unico».

«NON C’È UNITÀ». L’arcivescovo ha anche aggiunto nel suo lungo articolo come «sui soggetti scottanti (almeno in Occidente), come l’accesso dei divorziati risposati ai sacramenti della riconciliazione e della comunione eucaristica, le posizioni sono molto contrastanti e, a questo stadio, non c’è unità e difficilmente potrà essere raggiunta». Per monsignor Léonard c’è però «accordo fondamentale su questi punti essenziali: la bellezza della famiglia, l’indissolubilità del matrimonio e l’urgenza di una pastorale rinnovata e dinamica per aiutare i giovani a impegnarsi nel matrimonio cristiano e le coppie a perseverare in esso».

Il paradigma dell’utile idiota e la lodevole fedeltà di Walter Kasper

IL PARADIGMA DELL’ UTILE IDIOTA E LA

LODEVOLE FEDELTÀ DI WALTER KASPER


Porgo la mia più sincera stima al cardinale Kasper di cui non condivido teologia ed ecumenismo, ma di cui apprezzo quella fedeltà verso Pietro spinta sino al punto di offrirsi alla pubblica mattanza come tiro al bersaglio, in questa nostra povera Chiesa che somiglia sempre di più ad un luna park dove nessuno controlla chi entra e chi esce e nella quale le montagne russe sono ormai prive di manutenzione tecnica, senza che tutto questo scalfisca però la nostra certezza di fede: le porte degli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa fondata sopra la roccia di Pietro al quale Cristo ha consegnato le chiavi del regno [Cf. Mt  16, 18].

Autore Padre Ariel
Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

Quello di «utile idiota» non è un termine ingiurioso perché se lo fosse non oserei farne uso, tanto più verso un vescovo come il cardinale Walter Kasper, celebre teologo sulla cui cristoloUTILI-IDIOTI-150x150gia ed ecclesiologia possiamo discutere, specie in questa Chiesa così libera, collegiale e democratica nella quale solo agli Alberto Melloni pare sia concesso il diritto di pensiero, di parola e di espressione, sino ad andare a darsi delle arie senza cattolico ritegno direttamente presso le Logge Massoniche [cf. mio precedente articolo, quiqui,qui], liete di ospitare non tanto i costruttori di pace [Cf. Mt 1, 5-10] che per questa opera cristologica saranno beati, ma i de-costruttori della Chiesa, molto graditi per questo ai massoni che oggi non ci attaccano più da fuori ma direttamente da dentro.
Col termine squisitamente politico di «utile idiota» che nulla, ripeto, ha da spartire col concetto di umana idiozia, venivano indicati quei fedelissimi che nei Paesi dell’Occidente difendevano in tutti i modi ed a tutti i costi il regime sovietico, anche contro l’evidenza dei fatti. E di questo, i veri campioni, non erano i placidi comunisti italiani da sacrestia, ma gli agguerriti comunisti francesi e spagnoli.
extraterrestri e Michelangelo
ET, Michelangelo, il Giudizio Universale e … i vaticanisti
Nei giorni immediatamente precedenti l’apertura del Sinodo sulla Famiglia ho letto molti resoconti di vaticanologi veri o presunti, ho isolato le loro parole da certi drammi ecclesiali in corso e mi sono concesso un sorriso, perché questi personaggi paralizzati nel presente immediato ed incapaci di capire quali pesanti ed ironici giudizi darà su di loro domani la storia, sono sempre più simili agli ufologi che parlano di extraterrestri e di visite di alieni al nostro pianeta, esercitando il loro sacrosanto diritto di alienare la tragica realtà ecclesiale in corso. Per il momento gli unici ad uscire da questo coro di adulatori da kominform [vedere quisembrano essere Marco Tosatti [vedere quie Sandro Magister [vedere qui]
In certe vicende ciò che sfugge è di prassi l’ovvio: il cardinale Kasper merita a pieno titolo il «premio fedeltà», perché prestandosi come «utile idiota» — e di nuovo ribadisco: sempre secondo il significato politico del termine usato in accezione totalmente lusinghiera — sta rendendo un grande servizio, offrendosi agli attacchi di varie frange del mondo cattolico, di vari teologi e non ultimo anche alle contestazioni espresse con garbo tutto quanto teologico da un gruppo di cardinali e di studiosi che hanno appena dato alle stampe un libro che analizza certe scottanti questioni che hanno costituito materia di discussione al Sinodo sulla famiglia [qui].
Cardinale-Kasper
Il Cardinale Walter Kasper
Dall’attuale vicenda in corso, che cosa ne sta ricavando il cardinale Kasper? È un vescovo della Chiesa Cattolica, è un cardinale ottantenne non più elettore, presidente emerito di un pontificio segretariato, teologo apprezzato e rigorosamente imposto come unico verbo in certi studi teologici infarciti di tutte le peggiori eresie moderniste, ovvero la quasi totalità di quelli esistenti …  ben poco ha da perdere e volendo da guadagnare, al contrario di altri vescovi sempre in pista che invece non sanno più come tentare di compiacere il Sommo Pontefice nel disperato tentativo di ottenere da lui benefici e promozioni, incapaci di capire che per sua struttura caratteriale il Santo Padre farebbe più facilmente cardinale un vescovo capace di esprimergli in faccia il proprio fermo e rispettoso dissenso, mai invece qualche esponente di spicco dell’esercito di adulatori che popolano sempre di più le fila degli ecclesiastici, perché il compiacimento falso e finalizzato a precisi calcoli lo irrita terribilmente, mentre la determinazione lo porta a nutrire molto rispetto per l’interlocutore.

Cerchiamo allo602-408-20111017_103411_617333A8ra di essere chiarii latinoamericani rispettano l’autorità a condizione che sia unita e mossa da profonda autorevolezzaSe quindi uno si pone di fronte al latinoamericano-tipo in modo deciso e determinato, volendo anche con un rispettoso ma chiaro tocco di autorità, le soluzioni sono due: o quello reagisce ammazzandoti, oppure reagisce amandoti. Se però sceglierà di amarti, a quel punto sarà lui ad essere pronto a farsi ammazzare se qualcuno dovesse osare di toccare colui nel quale egli ha riconosciuto tutti i crismi della virilità e della potenza dell’uomo che merita come tale tutto il più indefesso rispetto.
Chi con il cardinale Kasper è d’accordotende a tacere, in quanto d’accordo e basta; chi invece non lo è, lo attacca. E fin quando si tratta dei garbati attacchi prelatizi, che per consolidata prassi di certi membri del collegio cardinalizio prima di addentarti col morso del cobra ti cospargono di anestetico la parte da mordere, tutto va bene; quando però si tratta di certi cattolici duri e puri o di certi blog e siti di area cosiddetta ultra tradizionalista che manco sanno più dove abiti quel rispetto sempre dovuto ad un vescovo e ad un collaboratore del Romano Pontefice, le cose cambiano alquanto, perché in questo caso il porporato tedesco è stato sommerso da insulti nei quali l’offesa più lieve è stata quella di  “apostasia dalla fede”.
Ho una certa esperienza di vita vissuta in mezzo ai latinoamericani, a partire dal mio più stretto e prezioso collaboratore, ed una cosa con la quale ho imparato a familiarizzare è questa: per un discorso di cultura e di costume tendono a non agire in modo diretto ma in modo indiretto. Altre volte accade che le cose che vorrebbero dire le fanno dire ad altri. Il tutto per tutelare la propria figura di autorità, la persona o le persone oggetto di certi pensieri ed espressioni, quindi per preservare la serenità del rapporto tra di loro, la persona o le persone.
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Barbara Eleonora Ciccone, in arte Madonna, interpreta Evita Peron
Non di rado certi caudillos hanno prima seminato attriti e creato tutte le premesse per litigi furenti, poi sono infine intervenuti per sedarli con bontà paternale, mentre Barbara Eleonora Ciccone, in arte Madonna, interpretava Evita Peron cantando dal balcone del palazzo della presidenza: Don’t cry for meArgentina [qui].
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Il pifferaio magico
Proviamo allora ad analizzare l’ovvio: può essere che il Santo Padre abbia favorito per interposta persona un vero e proprio vespaio all’astuto scopo di far uscire i topi allo scoperto come il pifferaio magico, per vedere chi era a favore e chi contro all’ipotesi di certe discussioni su delicate tematiche dibattute in questi giorni al sinodo sulla famiglia? Si tratta di una mia ipotesi, forse peregrina, ma sulla quale merita riflettere, non altro per darmi torto. Nel caso però fosse così, apparirà ovvio in che misura il Santo Padre non avrebbe potuto porre avanti se stesso in prima persona, perché in tal caso nessuno, in questo clima di clericale codardia, sarebbe mai venuto allo scoperto [cf. mio precedente articolo, qui], a partire dai grandi difensori storici dei “valori non negoziabili”, che quando hanno dovuto scegliere tra certe non negoziabilità e la possibilità di riuscire a giungere finalmente ad una prestigiosa sede vescovile, hanno prontamente mitigato sia il linguaggio sia lo spirito battagliero, nascondendosi dietro al dito della pretestuosa prudenza.

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L’Arcivescovo Ludwig Müller prefetto della dottrina della fede
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Il Cardinale Ludwig Müller prefetto della dottrina della fede
Dopo i primi giorni di apertura del Sinodo il Cardinale Ludwig Müller,prefetto della congregazione per la dottrina della fede, ha manifestato una chiara opposizione per la quale è stato subito osannato da una fetta di stampa cattolica. Anch’io mi unisco di tutto cuore al coro degli “hosanna!” di queste riviste. Siccome non credo però di essere Alice nel Paese delle Meraviglie, devo pormi un quesito, questo: perché, sebbene già prefetto della dottrina della fede nominato da Benedetto XVI, ma all’epoca “solo” arcivescovo titolare, pur avendo manifestato più volte chiari disagi e disappunti a partire dal 2013, ha principiato a esprimere la propria decisa e aperta opposizione solo dopo essere stato creato cardinale dal Santo Padre Francesco? Può essere che il conferimento della dignità cardinalizia – che è solo un titolo onorifico e non il supremo grado del Sacramento dell’Ordine – finisca finalmente con l’infondere i Doni dello Spirito Santo di sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio?
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Il Cardinale Walter Kasper durante una preghiera interreligiosa
Personalmente ho parecchio da dissentire sul pensiero teologico del cardinale Kasper e sul suo ecumenismo dal quale ritengo possa nascere solo del deleterio catto-protestantismo, posto che sotto le righe i suoi punti di riferimento tendono ad essere Kant ed Hegel, oltre all’onnipotente Rahner. Mi sento però di affermare che apprezzo molto di più lui di certe frange che rappresentano ormai solo la presunta traditio catholica di se stessi e che dai propri amati e intoccabili ghetti hanno preso a ringhiare contro il cane, mentre altri fingono invece di non sapere chi è il padrone che al cane ha tolto la museruola dicendogli: «Dai Fido, abbaia! Perché voglio vedere chi risponderà, ma soprattutto come, poi a tempo e luogo ci penserò io, forse nel modo in cui nessuno neppure s’immagina …».
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Pietro e Paolo ad Antiochia, mosaico bizantino
A quanti vescovi e cardinali, a partire dai difensori indefessi della sana dottrina e dei valori non negoziabili, nella propria veste di membri del Collegio Apostolico è passato per la mente di fare quell’ovvio che si trova peraltro indicato con estrema chiarezza nel Vangelo? E l’ovvio cristiano ed apostolico da farsi sarebbe stato questo: andare ad Antiochia, ossia in Vaticano alla Casa di Santa Marta, rivestirsi di virilità paolina, prendere il Principe degli Apostoli e domandargli: «Senti un po’ Pietro, vuoi spiegare ai tuoi devoti e obbedienti confratelli apostoli che con te condividono l’onore ed il grande onere dell’episcopato, a quali giochi certe frange sempre più irrequiete stanno tentando di giocare sotto ai tuoi occhi?» [Cf. Gal 1-2,7.14].
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… qua la mano!
Porgo la mia più sincera stima al cardinale Kasper di cui non condivido teologia ed ecumenismo, ma di cui apprezzo quella fedeltà verso Pietro spinta sino al punto di offrirsi alla pubblica mattanza come tiro al bersaglio, in questa nostra povera Chiesa che somiglia sempre di più ad un luna park dove nessuno controlla chi entra e chi esce e nella quale le montagne russe sono ormai prive di manutenzione tecnica, senza che tutto questo scalfisca però la nostra certezza di fede: le porte degli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa fondata sopra la roccia di Pietro al quale Cristo ha consegnato le chiavi del regno [Cf. Mt  16, 18].
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… a te darò le chiavi del regno
Piaccia o non piaccia a certuni oggi Pietro si chiama Francesco, ed a lui dobbiamo filiale devozione e obbedienza. Se invece si vuole usare ed abusare della Chiesa Cattolica per essere altro, il discorso cambia, trattandosi appunto di altrorispetto alla Chiesa fondata da Cristo Dio sopra ad una precisa pietra, che oggi è Francesco, Vescovo di Roma e Pontefice Massimo, senza possibilità di cattolica discussione alcuna, se fedeli alla traditio catholica vogliamo essere veramente.
Cliccare qui sotto per ascoltare il corale Tu sei Pietro




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