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lunedì 10 novembre 2014

Sport e dottrina.

Nella squadra del cardinale Ravasi c’è chi vuole le donne sacerdote

ravasi
Con papa Francesco a Santa Marta e Matteo Renzi a Palazzo Chigi i contatti tra le due sponde del Tevere sembrano aver toccato il minimo storico, da quando l’Italia è una repubblica.
Colpa o merito, secondo i punti di vista, da una parte della scarsa propensione di Jorge Mario Bergoglio ad avere a che fare con la “politique politicienne” e dall’altra del disinteresse del presidente del consiglio di formazione scout ad avere a che fare con le gerarchie ecclesiastiche, vaticane o della conferenza episcopale che siano.

Renzi ha ostentato questo disinteresse sia in una intervista a “La Repubblica” in cui ha disinvoltamente bacchettato tanto il segretario generale quanto il presidente della CEI, sia con l’aver lasciato passare mesi prima di incontrare a pranzo i nuovi cardinali italiani nell’ambasciata italiana presso la Santa Sede: appuntamento che per tradizione è fissato pochi giorni dopo il concistoro della loro nomina.
Ma se le due sponde del Tevere sembrano più lontane del solito, questo non significa che nelle seconde file – governative ed ecclesiastiche – si stia con le mani in mano.
Significativo in questo senso è quanto accaduto nel pomeriggio del 29 ottobre, quando le delegazioni del pontificio consiglio della cultura da un lato e del ministero della difesa italiano dall’altro si sono incontrate all’ambasciata italiana presso la Santa Sede per firmare un protocollo d’intesa volto a promuovere la diffusione di valori etici ed educativi attraverso l’attività sportiva.
A guidare le due delegazioni c’erano il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della cultura, e l’onorevole Roberta Pinotti, ministro della difesa.
“L’accordo – ha informato una stringata nota pubblicata sul notiziario della Radio Vaticana del giorno dopo – prevede la condivisione di percorsi culturali volti a valorizzare lo sport come bene educativo, la realizzazione di iniziative congiunte finalizzate a preservare i valori fondanti dello sport, la diffusione di questi attraverso la pratica sportiva affinché aiutino lo sviluppo di una vita in società sana e corretta e la promozione dell’inclusione sociale di giovani, disagiati e diversamente abili”.
Questo del 29 ottobre non è un accordo internazionale vero e proprio. E non è sicuro che abbia avuto il “placet” della segreteria di Stato vaticana, tradizionalmente piuttosto restia a simili pattuizioni, anche se in passato non ne sono mancate.
Nel dicembre del 2002, ad esempio, l’allora semplice arcivescovo Tarcisio Bertone, all’epoca segretario della congregazione per la dottrina della fede, e Salvatore Italia, direttore generale per gli archivi del ministero italiano per i beni e le attività culturali, siglarono “un accordo di collaborazione per la catalogazione elettronica dell’archivio storico del dicastero vaticano, costituito dai fondi delle antiche congregazioni del Santo Officio e dell’Indice dei libri proibiti, nonché di quello del tribunale dell’inquisizione di Siena”.
E nel novembre 2004 l’allora semplice arcivescovo Angelo Amato, successore di Bertone come segretario della congregazione per la dottrina della fede, assieme a Maurizio Fallace, direttore generale per gli archivi del ministero italiano per i beni e le attività culturali, e ad Andrea Del Col, direttore del centro di ricerca sull’inquisizione dell’università di Trieste, firmarono “un accordo di collaborazione per portare avanti un progetto di censimento degli archivi e della documentazione inquisitoriale in Italia”.
Ma prima del 29 ottobre di quest’anno non c’era mai stato un accordo italo-vaticano in materia di sport. Accordo sul quale ha offerto ulteriori notizie il sito dell’ordinariato militare per l’Italia.
La diocesi castrense ha informato che nel testo dell’accordo si afferma che “l’attività ludico-motoria e la pratica sportiva sono aree di grande valore formativo ed educativo perché permettono più facilmente alla persona di imparare ad agire in modo collegato e connesso con gli altri, di sperimentare i propri limiti, le frustrazioni e le sconfitte come eventi inevitabili”.
E si specifica che tra gli impegni assunti dal cardinale Ravasi figurano:
- “la promozione di un programma di azione culturale e di confronto nell’ambito dello sport sul modello della ‘Scuola di Pensiero: Uno sport per l’uomo aperto all’Assoluto’, già avviata nel 2011;
- “l’avvio di percorsi di formazione comuni per allenatori ed educatori sportivi, atti ad integrare la dimensione tecnico-sportiva degli atleti con contenuti e riflessioni di tipo antropologico, etico e spirituale;
- “la messa a disposizione delle proprie risorse in termini di relatori, docenti ed esperti che possano intervenire nei forum dello sport militare”.
Ma l’informazione più curiosa fornita sia dall’ordinariato sia dal pontificio consiglio della cultura riguarda l’elenco delle autorità presenti all’incontro bilaterale, che oltre al cardinale Ravasi e alla ministro Pinotti ha compreso anche, per la parte ecclesiastica:
- Mons. Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario del pontificio consiglio della cultura con delega allo sport;
- Mons. Mario Lusek, direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero della conferenza episcopale italiana;
- Edio Costantini, presidente della fondazione Giovanni Paolo II per lo sport;
- Angela Teja, presidente della società italiana di storia dello sport;
- Mario Ginestra, consulente giuridico.
E per la parte italiana:
- l’ On. Gioacchino Alfano, sottosegretario alla difesa;
- l’Ammiraglio Luigi Binelli, capo di stato maggiore della difesa;
- Sua Eccellenza Mons. Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia.;
- il Generale Luigi Francesco De Leverano, vice capo di gabinetto del ministero della difesa.
Dal che si apprende – e le foto postate sul sito lo dimostrano anche visivamente – che l’arcivescovo ordinario militare, il quale in effetti in base alle norme vigenti è inquadrato nelle forze armate con i galloni da generale, ha fatto parte non della delegazione ecclesiastica ma di quella civile del ministero della difesa italiana.
In ogni caso, il pontificio consiglio della cultura non si occupa solo di sport, ma anche di questioni ben più scottanti sul terreno dottrinale, se si dà retta a quanto detto in una intervista a “La Repubblica” del 5 novembre dal claretiano spagnolo Pablo d’Ors.
Il religioso, già autodefinitosi scrittore “erotico, mistico e comico”, nonché direttore del laboratorio di scrittura teatrale dell’università di Madrid, è statonominato da papa Francesco lo scorso 1 luglio consultore del dicastero presieduto dal cardinale Ravasi.
E nell’intervista ha rivelato che “dietro la prossima riunione plenaria” convocata dal pontificio consiglio della cultura per il 2015 sul tema delle “culture femminili”, alla quale anche lui parteciperà, c’è fin d’ora una “impostazione” di apertura al sacerdozio femminile, a cui si dichiara “assolutamente” favorevole, aggiungendo: “e non sono da solo”.

Settimo Cielodi Sandro Magister

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