ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 1 gennaio 2015

Ratzinger e Bergoglio Il Vaticano e il mondo nel 2015


In quest’anno che finisce domani, diverse cose mi hanno lasciato perplesso. 
Una è stata la quasi totale assenza di una degna celebrazione di un importante anniversario: i cento cinquant’anni del Syllabus di Pio IX. Questo documento del magistero della Chiesa, così realista nell’analisi e nella condanna dei principali errori del mondo moderno, è stato profetico nel prevedere le nefaste conseguenze che sarebbero sopraggiunte per tutta la Cristianità, se ci fosse stata una capitolazione della Chiesa di fronte agli idoli dell’uomo moderno, come di fatto si è verificato.
La Chiesa accetta oggi come normale, legittimo, buono, il proprio stato diconfessione religiosa posta su un piano di parità con le altre fedi presenti nel Nuovo Ordine Mondiale, il quale organizza la vita delle nazioni alla luce dell’ideologia democratica rivoluzionaria, che afferma che non v’è altro potere sovrano, se non quello che emana dalla volontà del popolo. Sappiamo bene quanto si menta e quanta manipolazione si faccia in nome del popolo.
Ma non è questo il problema più grave. Il problema principale è che la Chiesa riconosce come legittimo un ordine politico in cui il popolo, sia esso più o meno ingannato o manipolato, è l’unica fonte del diritto, un sistema politico in cui le persone sono libere di fare e stabilire ciò che vogliono, senza sottostare ad alcuna legge morale oggettiva.

Contro questo errore mostruoso, contro questo delirio della malata mentalità rivoluzionaria moderna, Pio IX ci aveva avvisati già nel 1964, nella festa dell’Immacolata Concezione, pubblicando il Syllabus che condanna la seguente proposizione: “La ragione umana è l’unico arbitro del vero e del falso, del bene e del male indipendentemente affatto da Dio; essa è legge a se stessa, e colle sue forze naturali basta a procurare il bene degli uomini e dei popoli.”

Il peggio è che, dal Vaticano II, la Chiesa alimenta ed anima questo sistema politico, collaborando con le sue istituzioni, favorendo a livello mondiale la costituzione di regimi basati sul suffragio universale e sulla sovranità popolare, revocando i concordati con quegli Stati che avevano la Chiesa cattolica come loro guida spirituale.

Alcuni mesi fa, Papa Bergoglio ha dichiarato che desiderava studiare i motivi che hanno portato molti Stati ad introdurre nella loro legislazione il matrimonio paritario, la tutela del matrimonio “omosessuale”, e anche i nuovi “modelli” di famiglia. Se si rilegge il Syllabus di Pio IX, in esso si trova la spiegazione di tutto ciò che per nostra disgrazia accade oggi nel mondo.

L’altra cosa che mi ha lasciato sconcertato in questi ultimi giorni è vedere come alcuni tradizionalisti sostengano una falsa opposizione tra Ratzinger e Bergoglio. Concezione errata.
Lo stesso cardinale Ratzinger ha detto che considera la sua abdicazione un gesto illuminato dallo Spirito Santo e il pontificato del suo successore una benedizione per la Chiesa. Ammetto che ci possano essere differenze accidentali o di stile tra di loro, derivate dai diversi ambienti in cui si sono formati, ma non facciamoci illusioni.
Il ratzingheriano cardinale Raymond Burke ha detto che un cardinale non può avere differenze dottrinali con il Papa, può solo proporgli delle considerazioni di ordine pastorale.
Ben diversamente agirono i cardinali Ottaviani e Bacci nei confronti di Paolo VI, quando gli consegnarono il Breve Esame Critico sulla Nuova Messa, dicendo che il novus ordo rappresentava un impressionante allontanamento dalla dottrina di Trento sul Sacrificio della Messa e chiedendogli di abrogarlo.

Se domani i tradizionalisti arriveranno a rappresentare una forza che minacci la struttura della Chiesa post-conciliare, i ratzingheriani si uniranno ai bergogliani contro i tradizionalisti, come è avvenuto durante il Vaticano II, quando i progressisti più moderati si unirono a quelli più radicali contro la “teologia tomistica della Curia romana”.

Negli ultimi anni i ratzingheriani hanno concesso tutto ai bergogliani, senza chiedere loro nulla: sono stati nominati vescovi, sono stati fatti cardinali, sono stati festeggiati e celebrati fino a giungere ad eleggere il loro papa. Al contrario, quando hanno intavolato un dialogo con i “lefebvriani” hanno subito chiesto loro di accettare il Vaticano II e la nuova Messa. Non hanno mai imposto ai bergogliani l’ermeneutica della continuità. Non li hanno mai censurati, piuttosto li hanno ricoperti di lodi sperticate.

Devo ammettere che sotto un certo aspetto io ammiro Papa Francesco. Lo considero il miglior interprete dei documenti del Vaticano II; e in questa ottica, credo che possa fornirci un ottimo servizio. Egli è venuto per smascherare la “manovra contabile”, che fino ad ora ha tesaurizzato il Vaticano II. È venuto a recidere un tumore. Bergoglio ha detto che ha la “umiltà e la pretesa” per portare il Vaticano II a produrre tutti i suoi frutti. Se Giovanni Paolo II è un santo, Francesco I è un arcangelo.

In effetti, il Vaticano II, nella Dignitatis Humanae, ha insegnato che gli atei hanno il diritto di non essere impediti dal professare pubblicamente il loro ateismo, al pari dei seguaci di qualsiasi confessione religiosa. In tal modo ha proclamato la sovranità della coscienza umana. Non importa che si dica che si ha il dovere di cercare la verità. Ciò che conta è che nessuno può essere impedito dal professare pubblicamente i proprii errori, fatto salvo l’ordine dello Stato democratico laico. L’ultima parola spetta all’uomo; alla Chiesa spetta solo di consigliare all’uomo di indagare la verità. Allo Stato garantire la libertà dei culti. Quello che prevale è la volontà dell’uomo e non la legge divina. Questa è la dottrina liberale del Vaticano II in contraddizione con tutto il magistero precedente.
Nella stessa prospettiva antropologica volta a garantire sempre e innanzi tutto l’uomo, il Vaticano II, nella Gaudium et Spes, sostiene che non vi è gerarchia dei fini nel matrimonio. L’uomo deve realizzarsi, soddisfare tutte le sue inclinazioni; non deve prima ottemperare all’ordine del Creatore di trasmettere la vita. 
Ora, quando Bergoglio dice che ognuno ha la propria concezione del bene e deve seguirla; quando dice che la Chiesa diventa sterile quando vuole dirigere le coscienze; quando dice che si deve avere comprensione con i risposati e misericordia con gli altri comportamenti un po’ strani, Bergoglio applica fedelmente il Vaticano II, che effettivamente ha rifondato la Chiesa.

Subito dopo il Vaticano II, quando i progressisti cominciarono ad applicarlo in tutti i campi, ci fu un’infelice pubblicazione, Quello che il Concilio non ha detto, che cercò di mettere dei pannicelli caldi nei momenti più convulsi, tentando di gettare acqua sul fuoco dei tradizionalisti che reagirono con indignazione di fronte agli eccessi peggiori che venivano da Roma; ma l’obiettivo era sempre quello di far sì che costoro accettassero il Vaticano II e le sue riforme. Oggi, purtroppo, sembra che alcuni tradizionalisti ripetano lo stesso errore primario dell’autore di quel libro.

Per concludere queste modeste righe e prescindendo da ogni spirito profetico, che non ho,  mi piace dire cos’è che mi auguro per il 2015 nella Chiesa e nel mondo.

Credo che Papa Francesco (e se non sarà lui, sarà il suo successore) effettuerà le riforme annunciate nel Sinodo straordinario sulla Famiglia, così come altre riforme già programmate e intorno alle quali si è già fatto tanto rumore. Io credo che i nemici di Bergoglio saranno schiacciati o messi a tacere. Non ci sarà nessun nuovo monsignor Lefebvre o De Castro Mayer, come si può già vedere a Ciudad del Este.

Nel mondo, mi auguro che la Russia, nonostante le enormi difficoltà economiche in cui versa a causa dell’embargo imposto dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, continui ad essere un grave ostacolo per il Nuovo Ordine Mondiale. Fortunatamente. E possa causare problemi ancora più gravi alle democrazie liberali. Deo gratias.

Cuba, con abbastanza manodopera a buon mercato e più qualificata, sarà un paradiso per il capitalismo internazionale. Come la Cina. Certo, lungo il porto costruito dal Brasile e vicino agli Stati Uniti, verranno ad installarsi molte aziende che riusciranno ad ottenere grossi fatturati, senza gran beneficio per la popolazione. Capitalismo senza etica e socialismo arcaico, mano nella mano, sotto la benedizione di Papa Francesco e il plauso di Washington.

E l’Iran e Israele? E lo Stato islamico e i  talebani?
L’Iran, insieme con la Russia e il Venezuela, i grandi danneggiati dalla grande manipolazione del mercato del petrolio, potrebbero reagire a modo loro e dare una lezione agli Stati Uniti. Israele potrebbe subire dolorose conseguenze.
E, infine, per colpa dell’apostasia dell’Occidente, i cristiani di Oriente continueranno ad essere decapitati, trucidati da quelle belve dello Stato islamico. Mentre i talebani si avvarranno certamente della negligenza degli Stati Uniti per continuare la loro opera di proselitismo.

Passano gli anni. L’antica cristianità continua a dormire nelle tenebre e nell’ombra della morte, rinnegando con ostinazione le sue tradizioni e  i suoi valori. Nel frattempo, il castigo di Dio si va preparando. L’Islam, nel giro di pochi anni, occuperà letteralmente, con conseguenze incalcolabili, vaste regioni dell’Europa.
Ma l’uomo che ha apostatato non se ne preoccupa, gli basta sapere se oggi ha denaro e sesso.

Vieni, Nostra Signora di Fatima, non tardare! Vieni anche tu, re Dom Sebastião!

Anápolis, 30 dicembre 2014.

di Padre João Batista de A. Prado Ferraz Costa

Articolo pubblicato sul sito dell'Associazione Santa Maria das Vitorias, di Anápolis, Brasile, che ha costruito e gestisce la cappella Santa Maria das Vitorias, retta dal Padre João Batista, che celebra la liturgia tradizionale.

I neretti sono nostri


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1090_Prado-Costa_Ratzinger_e_Bergoglio.html

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