E' Papa oppure no?
Sto finalmente leggendo il libro di Socci Non è Francesco. Che
dire? Socci è un grande giornalista e credo che abbia scritto un libro
molto importante perché, come forse già sapete, fra le altre cose
interessanti che ha detto, ha anche mostrato che l’elezione di Papa
Francesco forse è stata irregolare e perciò nulla e invalida.
Quello che è successo in Conclave è stato rivelato nei dettagli dalla scrittrice argentina Piqué che sicuramente ha riportato confidenze di Bergoglio, suo stretto amico sin da quando era cardinale in Argentina. D’altronde la sua versione non è stata mai smentita dal Vaticano e ha trovato conferme indirette per il fatto che lo stesso sito del Vaticano ha tessuto le lodi del suo libro quando è uscito…
Ma cosa ha detto la Piqué di tanto interessante e sorprendente? Ella racconta che il pomeriggio del 13 marzo 2013 finita la quinta votazione, che era la quarta del giorno, prima dello spoglio si è proceduto alla conta delle schede e si è trovato che una era ‘doppia’ in quanto, almeno così dice la Piqué, una scheda bianca era rimasta attaccata a quella votata: è da notare che essendo le schede ripiegate, l'unico modo per poter affermare ciò è che la scheda bianca fosse stata inserita e piegata dal medesimo cardinale elettore per sbaglio perchè attaccata a quella votata, e infatti questo è quello che sembra dedursi dalle parole della Piqué (vedi nota 1). Il problema è che l’articolo 69 della Costituzione Universi Dominici Grecis, emanata da Giovanni Paolo II e che regola l’elezione del Sommo Pontefice, dice che in questo caso si sarebbe dovuto procedere comunque nello spoglio, in quanto la votazione era da ritenersi a tutti gli effetti valida (vedi nota 2) e invece i cardinali hanno annullato la votazione senza scrutinare le schede. Quindi già la prima irregolarità è stata questa. Ma subito dopo, pur essendo la votazione valida, e quindi avvenuta, ma abusivamente ‘annullata’, con le schede messe da parte e non scrutinate e che più tardi sarebbero state bruciate, si è deciso di farne un’altra, la quinta del giorno e con ciò contravvenendo anche all’articolo 63 della stessa Costituzione che non permette di effettuare più di 4 votazioni giornaliere.
Se è veramente così che si sono svolte le cose, allora secondo l’articolo 76 della stessa costituzione l’elezione sarebbe da ritenersi ‘nulla e invalida’ (vedi nota 3). Vero è che l’articolo 68 ( vedi nota 4) dice che alla conta dei voti se si trova una scheda in più (quindi evidentemente non riconducibile alla votazione per errore di uno stesso cardinale, perché non attaccata ad un’altra scheda) bisogna annullare la votazione, ma nel nostro caso, almeno secondo le parole della Piqué, la scheda in più sembrerebbe essere stata attaccata ad un'altra e questo, comprovando solo un errore del singolo elettore, non poteva annullare la votazione e il voto 'doppio' si sarebbe dovuto valutare secondo i criteri esposti dall’articolo 69.
Le polemiche che sono sorte dopo l’annuncio di Socci per cercare di contraddire la sua tesi si sono basate sul fatto che secondo i sostenitori della regolarità della votazione era lecito applicare l’annullamento previsto dall’articolo 68, mentre appare chiaro che, dopo essersi accorti che la scheda in più era ripiegata insieme ad un’altra e che quindi si trattava di errore materiale in buona fede commesso dal medesimo cardinale elettore (‘cose che succedono’ secondoquanto dice la Piqué) allora era di fatto con ciò cominciato lo spoglio e bisognava perciò applicare l’articolo 69 e proseguire nello scrutinio. La cosa sottile ma fondamentale che forse non è stata notata a sufficienza, e che a mio avviso rende più accettabile la tesi di Socci, è che viene detto espressamente che ‘le schede erano 116 e non 115’ e quindi la conta (regolata dall’articolo 68) era stata ormai effettuata e conclusa, mentre subito dopo, nel momento in cui le due schede attaccate sono state aperte per controllarne il contenuto, è cominciato di fatto lo scrutinio dei voti e perciò le azioni da porre in essere ricadevano nella ‘giurisdizione’ dell’articolo 69, che è quello che regola lo spoglio. Fra l’altro le schede dichiarate nulle andavano bruciate subito, prima di procedere all’altra votazione, come recita l’articolo 68, e invece perché sono state messe da parte (dove?) per essere bruciate più tardi, evidentemente insieme alle schede della successiva votazione? Un’altra irregolarità!
Insomma si è venuta a creare una situazione imbarazzante in quanto, se così si sono svolte veramente le cose, potrebbe essersi invalidata l'elezione e avremmo oltre ad un Papa dimissionario ma emerito anche un Papa che forse (e sottolineo forse) potrebbe non essere vero Papa (vedi nota 5).
La faccenda non è di poco conto, visto che potremmo ritrovarci nella situazione che a decidere le sorti della Chiesa ci sia un Vescovo che però non è veramente Papa perché non avrebbe l’investitura dall’alto, in quanto il Papa precedente (Giovanni Paolo II) ha dichiarato che sarebbe stata nulla l’elezione se non fossero state rispettate alla lettera le sue disposizioni. E quelli che sembrano essere ‘cavilli’ in realtà in questi casi sono essenziali. Ricordiamo ad esempio che le formule stabilite dalla Chiesa perché un Sacramento sia ritenuto valido è che bisogna rispettare alla lettera le formule che lo realizzano. Due per tutte, la formula di Consacrazione Eucaristica e quella di assoluzione dai peccati durante la Confessione.
Mi chiedo cosa avrà da dire in proposito Bergoglio e qual sarà il parere dei cardinali elettori... E chissà cosa ne pensa il Papa emerito... Arrivati a questo punto sono proprio sicuri che la votazione non sia da considerarsi perlomeno dubbia e quindi, come dice Socci, da ripetere con un nuovo Conclave, in cui fra l’altro potrebbe benissimo essere eletto lo stesso Bergoglio? Da ora in poi alcuni fedeli potrebbero essere nel dubbio e avere il sospetto che ‘il Soglio Pontificio’ sia vacante (vedi nota 6)
Il problema potrebbe ipoteticamente risolversi se lo stesso Bergoglio dicesse: siccome non sono sicuro di essere veramente Papa allora ripetiamo il Conclave. Ma ovviamente questo non succederà, visto e considerato che Bergoglio col suo agire fa capire di considerarsi proprio il Pontefice legittimo (anche se quel suo insistere sul titolo ‘Vescovo di Roma’ o chiamare Benedetto XVI Sua Santità, potrebbe far pensare che qualche dubbio in merito possa averlo anche lui!).
E allora? Il timore è che in futuro possa verificarsi che quando Bergoglio prenderà decisioni importanti per la vita della Chiesa qualcuno potrà sentirsi in diritto di dire ‘queste cose sono state fatte da un Papa che forse tale non è, chi mi assicura che nelle sue decisioni sia stato ispirato dalla Spirito Santo?’
Siamo in presenza del tipico sassolino che inceppa l’ingranaggio? Forse ha ragione Socci nel dire che alle volte le cose che sembrano avvenire per caso magari sono volute proprio dalla Divina Volontà?
Nel concludere voglio rispondere in anticipo a quelli che inevitabilmente diranno ‘Se uno non accetta il Papa si mette fuori dalla Chiesa’. Dirò loro: ‘ma di quale Papa state parlando? Siete proprio sicuri che abbiamo un Papa?’ 'E comunque, cosa ne pensate di tutto questo ‘papocchio’?
________________________________________________
Note
(1) Dice la Piqué: “Dopo la votazione e prima della lettura dei foglietti, il cardinale scrutatore, che per prima cosa mescola i foglietti nell’urna, si accorge che ce n’è uno in più: sono 116 e non 115 come dovrebbero essere. Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell’urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, che era rimasto attaccato al primo. Cose che succedono. Niente da fare, questa votazione viene subito annullata, i foglietti verranno bruciati più tardi senza essere stati visti, e si procede ad una sesta votazione” – da Elisabetta Piqué “Francesco. Vita e Rivoluzione” Ed, Lindau 2013 pag. 39/40
Il punto cruciale è 'che (quello bianco) era rimasto attaccato al primo': se questa è la realtà allora la votazione non poteva essere annullata, se invece è stata solo una supposizione della Piqué e i due foglietti in realtà erano staccati e non ripiegati assieme e non potevano quindi essere ricondotti allo stesso cardinale elettore allora la votazione doveva essere annullata e quindi la procedura seguita è stata quella corretta. Come stanno veramente le cose? Forse solo Bergoglio potrebbe chiarire la vicenda, visto che è l'unico a non essere vincolato al segreto...
(2) l’articolo 69 (che regola lo spoglio) recita espressamente: “Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutinatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia in nessuno dei due casi viene annullata l’elezione”
(3) l’articolo 76 recita: “Se l’elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o non fossero state osservate le condizioni qui stabilite, l’elezione è per ciò stesso nulla e invalida, senza che intervenga alcuna dichiarazione in proposito e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta”
(4) l’articolo 68 (che regola la conta dei voti) recita: “finito il deposito delle schede nell’urna, lo scrutatore procede al conteggio di esse, prendendole in maniera visibile una ad una dall’urna e riponendole in un altro recipiente vuoto, già preparato a tale scopo. Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito ad una seconda votazione”
(5) Nel Nuovo Dizionario di diritto canonico (Ed. San Paolo 1993) a pag .937 si legge relativamente al Romano Pontefice: “In dottrina, infine, si afferma che in caso di dubbio positivo e insolubile circa la legittima elezione, l’eletto si ritiene non avere potestà” (nota riportata da Socci nel suo libro)
(6) Alla luce di tutto questo, le critiche rivolte alle uscite di Bergoglio da parte dei ‘tradizionalisti’ apparirebbero fondate, perché queste dichiarazioni spesso 'incredibili' di Bergoglio, e che ormai non si contano più, sarebbero 'non ispirate' in quanto su di lui non ci sarebbe l’Assistenza Soprannaturale e la Grazia di Stato che invece accompagnano il Pontefice validamente eletto.
Quello che è successo in Conclave è stato rivelato nei dettagli dalla scrittrice argentina Piqué che sicuramente ha riportato confidenze di Bergoglio, suo stretto amico sin da quando era cardinale in Argentina. D’altronde la sua versione non è stata mai smentita dal Vaticano e ha trovato conferme indirette per il fatto che lo stesso sito del Vaticano ha tessuto le lodi del suo libro quando è uscito…
Ma cosa ha detto la Piqué di tanto interessante e sorprendente? Ella racconta che il pomeriggio del 13 marzo 2013 finita la quinta votazione, che era la quarta del giorno, prima dello spoglio si è proceduto alla conta delle schede e si è trovato che una era ‘doppia’ in quanto, almeno così dice la Piqué, una scheda bianca era rimasta attaccata a quella votata: è da notare che essendo le schede ripiegate, l'unico modo per poter affermare ciò è che la scheda bianca fosse stata inserita e piegata dal medesimo cardinale elettore per sbaglio perchè attaccata a quella votata, e infatti questo è quello che sembra dedursi dalle parole della Piqué (vedi nota 1). Il problema è che l’articolo 69 della Costituzione Universi Dominici Grecis, emanata da Giovanni Paolo II e che regola l’elezione del Sommo Pontefice, dice che in questo caso si sarebbe dovuto procedere comunque nello spoglio, in quanto la votazione era da ritenersi a tutti gli effetti valida (vedi nota 2) e invece i cardinali hanno annullato la votazione senza scrutinare le schede. Quindi già la prima irregolarità è stata questa. Ma subito dopo, pur essendo la votazione valida, e quindi avvenuta, ma abusivamente ‘annullata’, con le schede messe da parte e non scrutinate e che più tardi sarebbero state bruciate, si è deciso di farne un’altra, la quinta del giorno e con ciò contravvenendo anche all’articolo 63 della stessa Costituzione che non permette di effettuare più di 4 votazioni giornaliere.
Se è veramente così che si sono svolte le cose, allora secondo l’articolo 76 della stessa costituzione l’elezione sarebbe da ritenersi ‘nulla e invalida’ (vedi nota 3). Vero è che l’articolo 68 ( vedi nota 4) dice che alla conta dei voti se si trova una scheda in più (quindi evidentemente non riconducibile alla votazione per errore di uno stesso cardinale, perché non attaccata ad un’altra scheda) bisogna annullare la votazione, ma nel nostro caso, almeno secondo le parole della Piqué, la scheda in più sembrerebbe essere stata attaccata ad un'altra e questo, comprovando solo un errore del singolo elettore, non poteva annullare la votazione e il voto 'doppio' si sarebbe dovuto valutare secondo i criteri esposti dall’articolo 69.
Le polemiche che sono sorte dopo l’annuncio di Socci per cercare di contraddire la sua tesi si sono basate sul fatto che secondo i sostenitori della regolarità della votazione era lecito applicare l’annullamento previsto dall’articolo 68, mentre appare chiaro che, dopo essersi accorti che la scheda in più era ripiegata insieme ad un’altra e che quindi si trattava di errore materiale in buona fede commesso dal medesimo cardinale elettore (‘cose che succedono’ secondoquanto dice la Piqué) allora era di fatto con ciò cominciato lo spoglio e bisognava perciò applicare l’articolo 69 e proseguire nello scrutinio. La cosa sottile ma fondamentale che forse non è stata notata a sufficienza, e che a mio avviso rende più accettabile la tesi di Socci, è che viene detto espressamente che ‘le schede erano 116 e non 115’ e quindi la conta (regolata dall’articolo 68) era stata ormai effettuata e conclusa, mentre subito dopo, nel momento in cui le due schede attaccate sono state aperte per controllarne il contenuto, è cominciato di fatto lo scrutinio dei voti e perciò le azioni da porre in essere ricadevano nella ‘giurisdizione’ dell’articolo 69, che è quello che regola lo spoglio. Fra l’altro le schede dichiarate nulle andavano bruciate subito, prima di procedere all’altra votazione, come recita l’articolo 68, e invece perché sono state messe da parte (dove?) per essere bruciate più tardi, evidentemente insieme alle schede della successiva votazione? Un’altra irregolarità!
Insomma si è venuta a creare una situazione imbarazzante in quanto, se così si sono svolte veramente le cose, potrebbe essersi invalidata l'elezione e avremmo oltre ad un Papa dimissionario ma emerito anche un Papa che forse (e sottolineo forse) potrebbe non essere vero Papa (vedi nota 5).
La faccenda non è di poco conto, visto che potremmo ritrovarci nella situazione che a decidere le sorti della Chiesa ci sia un Vescovo che però non è veramente Papa perché non avrebbe l’investitura dall’alto, in quanto il Papa precedente (Giovanni Paolo II) ha dichiarato che sarebbe stata nulla l’elezione se non fossero state rispettate alla lettera le sue disposizioni. E quelli che sembrano essere ‘cavilli’ in realtà in questi casi sono essenziali. Ricordiamo ad esempio che le formule stabilite dalla Chiesa perché un Sacramento sia ritenuto valido è che bisogna rispettare alla lettera le formule che lo realizzano. Due per tutte, la formula di Consacrazione Eucaristica e quella di assoluzione dai peccati durante la Confessione.
Mi chiedo cosa avrà da dire in proposito Bergoglio e qual sarà il parere dei cardinali elettori... E chissà cosa ne pensa il Papa emerito... Arrivati a questo punto sono proprio sicuri che la votazione non sia da considerarsi perlomeno dubbia e quindi, come dice Socci, da ripetere con un nuovo Conclave, in cui fra l’altro potrebbe benissimo essere eletto lo stesso Bergoglio? Da ora in poi alcuni fedeli potrebbero essere nel dubbio e avere il sospetto che ‘il Soglio Pontificio’ sia vacante (vedi nota 6)
Il problema potrebbe ipoteticamente risolversi se lo stesso Bergoglio dicesse: siccome non sono sicuro di essere veramente Papa allora ripetiamo il Conclave. Ma ovviamente questo non succederà, visto e considerato che Bergoglio col suo agire fa capire di considerarsi proprio il Pontefice legittimo (anche se quel suo insistere sul titolo ‘Vescovo di Roma’ o chiamare Benedetto XVI Sua Santità, potrebbe far pensare che qualche dubbio in merito possa averlo anche lui!).
E allora? Il timore è che in futuro possa verificarsi che quando Bergoglio prenderà decisioni importanti per la vita della Chiesa qualcuno potrà sentirsi in diritto di dire ‘queste cose sono state fatte da un Papa che forse tale non è, chi mi assicura che nelle sue decisioni sia stato ispirato dalla Spirito Santo?’
Siamo in presenza del tipico sassolino che inceppa l’ingranaggio? Forse ha ragione Socci nel dire che alle volte le cose che sembrano avvenire per caso magari sono volute proprio dalla Divina Volontà?
Nel concludere voglio rispondere in anticipo a quelli che inevitabilmente diranno ‘Se uno non accetta il Papa si mette fuori dalla Chiesa’. Dirò loro: ‘ma di quale Papa state parlando? Siete proprio sicuri che abbiamo un Papa?’ 'E comunque, cosa ne pensate di tutto questo ‘papocchio’?
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(1) Dice la Piqué: “Dopo la votazione e prima della lettura dei foglietti, il cardinale scrutatore, che per prima cosa mescola i foglietti nell’urna, si accorge che ce n’è uno in più: sono 116 e non 115 come dovrebbero essere. Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell’urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, che era rimasto attaccato al primo. Cose che succedono. Niente da fare, questa votazione viene subito annullata, i foglietti verranno bruciati più tardi senza essere stati visti, e si procede ad una sesta votazione” – da Elisabetta Piqué “Francesco. Vita e Rivoluzione” Ed, Lindau 2013 pag. 39/40
Il punto cruciale è 'che (quello bianco) era rimasto attaccato al primo': se questa è la realtà allora la votazione non poteva essere annullata, se invece è stata solo una supposizione della Piqué e i due foglietti in realtà erano staccati e non ripiegati assieme e non potevano quindi essere ricondotti allo stesso cardinale elettore allora la votazione doveva essere annullata e quindi la procedura seguita è stata quella corretta. Come stanno veramente le cose? Forse solo Bergoglio potrebbe chiarire la vicenda, visto che è l'unico a non essere vincolato al segreto...
(2) l’articolo 69 (che regola lo spoglio) recita espressamente: “Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutinatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia in nessuno dei due casi viene annullata l’elezione”
(3) l’articolo 76 recita: “Se l’elezione fosse avvenuta altrimenti da come è prescritto nella presente Costituzione o non fossero state osservate le condizioni qui stabilite, l’elezione è per ciò stesso nulla e invalida, senza che intervenga alcuna dichiarazione in proposito e, quindi, essa non conferisce alcun diritto alla persona eletta”
(4) l’articolo 68 (che regola la conta dei voti) recita: “finito il deposito delle schede nell’urna, lo scrutatore procede al conteggio di esse, prendendole in maniera visibile una ad una dall’urna e riponendole in un altro recipiente vuoto, già preparato a tale scopo. Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito ad una seconda votazione”
(5) Nel Nuovo Dizionario di diritto canonico (Ed. San Paolo 1993) a pag .937 si legge relativamente al Romano Pontefice: “In dottrina, infine, si afferma che in caso di dubbio positivo e insolubile circa la legittima elezione, l’eletto si ritiene non avere potestà” (nota riportata da Socci nel suo libro)
(6) Alla luce di tutto questo, le critiche rivolte alle uscite di Bergoglio da parte dei ‘tradizionalisti’ apparirebbero fondate, perché queste dichiarazioni spesso 'incredibili' di Bergoglio, e che ormai non si contano più, sarebbero 'non ispirate' in quanto su di lui non ci sarebbe l’Assistenza Soprannaturale e la Grazia di Stato che invece accompagnano il Pontefice validamente eletto.
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