Francia: la scuola cattolica si è arresa per un piatto di lenticchie

Scuola
In Francia la scuola paritaria ha alzato bandiera bianca. Si è arresa al laicismo imperante. Senza nemmeno combattere.
Il segretario generale dell’insegnamento cattolico, Pascal Balmand, in cambio di un piatto di lenticchie, ha incredibilmente chiesto ai cattolici di «accogliere favorevolmente» la riforma della scuola media varata per decreto dal governo, superando «lotte partigiane, anatemi radicalizzanti ed una qual forma di magniloquenza». Il testo approvato favorirebbe infatti, a suo dire, «l’autonomia degli istituti, una pedagogia personalizzata ed una formazione integrale della persona», riunificando «pratiche già sperimentate e corrispondenti a paradigmi di flessibilità, adattabilità, creatività e responsabilità, promossi ed auspicati» in casa cattolica. Sostenendo l’insostenibile.
Ovvero che in fondo non si tratta che di «un insieme di progetti», da sottoporre «prossimamente ad ampia consultazione», una sorta di «quadro nazionale entro il quale i docenti» potrebbero organizzare «i loro insegnamenti, tenendo conto dei bisogni degli allievi».Anzi, rintraccia, non si sa come, nel progetto complessivo «una preziosa ricerca di coerenza», azzardandosi a muover sommessi rilievi solo circa la suddivisione tra materie obbligatorie e materie facoltative: troppe «proposte tematiche» separerebbero «in modo deplorevole elementi legati alla vita politica, all’economia ed alla storia intellettuale e religiosa», mentre a suo avviso una buona comprensione richiederebbe «un’articolazione tra i diversi campi all’interno di una trama cronologica chiara». Allo stesso modo si chiede se certe «scelte di scrittura» non abbian finito per occultare «il ruolo giocato dal Cristianesimo nella costruzione della cultura e della società nazionale ed occidentale», ma tutto questo, a suo giudizio, sarebbe superabile auspicando un semplice «riorientamento». Tutto qui.
Tornano alla mente le parole recentemente pronunciate da mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio: «Un fenomeno gravissimo caratterizza la Chiesa del nostro tempo: il cedimento totale alla mentalità catto-laicista. E’ una posizione suicida accettare che il modello della vita ecclesiale sia formulato secondo la posizione di coloro che fino ad adesso – e ancora adesso – vogliono la distruzione della Chiesa».
Nelle scuole cattoliche francesi figurano attualmente 2 milioni di ragazzi iscritti. Potrebbero essere di più, se non ci fosse un tetto del 20% imposto da uno Stato di stampo collettivista. Nel 1984, nonostante i Vescovi, i genitori di questi alunni scesero in piazza contro il regime socialista, costringendolo ad indietreggiare. Invece «trent’anni dopo – commenta con amarezza l’agenzia Riposte catholique la Scuola cosiddetta libera, con i Vescovi, si arrende senza combattere. I professori sono (de)formati esattamente come quelli pubblici. Paritarie e statali seguono lo stesso programma. Il solo vantaggio delle prime è la possibilità di ritrovarvi ancora un po’ di disciplina, consentendo così agli allievi di imparare più seriamente i corsi insegnati. Per questo il loro tasso di riuscita è migliore. Ma, a parte poche eccezioni, la docenza cattolica non offre più granché di realmente cattolico». Un giudizio drammatico.
Se agli istituti paritari è stata messa la museruola, a quelli fuori contratto – ovvero quelli privi di contributi statali, ma assolutamente liberi nei programmi e molto più combattivi sugli Ideali – lo Stato giacobino ha già promesso guerra, mettendo in campo un battaglione d’ispettori, addestrati appositamente per scovare, tra questi, quali non rispettino i miti rivoluzionari, riassumibili nei «valori della Repubblica», intaccabili ed intoccabili. In una parola, il peggio del laicismo imperante ovvero contraccezione, aborto, terzomondismo, nichilismo, genderismo esasperato e via dicendo. Non a caso ogni anno, ormai, spuntano decine di nuove scuole fuori contratto.
Eppure c’è chi preferisce il piatto di lenticchie…
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