Enciclica, fu vero embargo? Sanzione spietata per Magister, vaticanista “ostile”
Il vaticanista Sandro Magister
Roma. Era già successo, che un’enciclica papale fosse anticipata prima della sua diffusione ufficiale, e proprio su questo giornale, che il 4 luglio del 2009 pubblicò due paragrafi della “Caritas in veritate” di Benedetto XVI, la cui uscita era fissata per il 7. L’episodio torna in mente ora che il vaticanista di lungo corso e di riconosciuto valore Sandro Magister si ritrova sospeso “a tempo indeterminato” dalla sala stampa vaticana per aver violato l’embargo relativo all’enciclica ecologista di Francesco, Laudato si’. Pubblicata oggi ma anticipata il 15 giugno sul sito dell’Espresso, sul quale scrive Magister.
Una sanzione senza precedenti, quella a suo carico, anche considerando le circostanze: è possibile parlare di embargo violato per un documento che dalla stessa sala stampa vaticana è definito come semplice “bozza dell’enciclica”? Una bozza oltretutto non consegnata direttamente al giornalista ma – Magister lo ha scritto sul suo blog Settimo Cielo – “comparsa all’improvviso sul sito on line dell’Espresso nelle ore meridiane di lunedì 15 giugno” e da lui semplicemente “accompagnata con qualche riga di presentazione”, una volta che la pubblicazione era stata decisa dal direttore, Luigi Vicinanza?
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Quella pubblicazione, si legge nella lettera di sospensione inviata a Magister dal direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, “rappresenta evidentemente una iniziativa scorretta, fonte di forte disagio per moltissimi colleghi giornalisti e di grave turbamento del buon servizio di questa sala stampa”. Talmente scorretta da meritare non una semplice deprecazione ma addirittura una sospensione a tempo indeterminato? Ma basta avere un po’ di memoria, ha scritto il vaticanista americano John Allen sul sito Crux del Boston Globe, per sapere che “non è certo la prima volta che un importante documento vaticano trapela prima della pubblicazione. E la dinamica è in pratica sempre la stessa: funzionari della chiesa condannano la fuga di notizie e chiedono che tutti congelino i loro lanci fino alla pubblicazione della versione ufficiale”. Stavolta però, nota Allen, c’è il fatto che la voce di Magister è considerata ostile a Papa Francesco, e l’uscita anticipata del testo dell’enciclica è stata letta come un sabotaggio politico della medesima (da cui il sospetto che la durezza della sanzione sia una sorta di messa in castigo del personaggio). Rimane il fatto, scrive Allen, che “in generale, l’embargo è imposto dalle istituzioni che desiderano permettere ai giornalisti di dare in anticipo uno sguardo a qualcosa – un discorso, un documento scientifico, il bilancio federale dell’anno, eccetera – in cambio della promessa di non diffonderne il contenuto fino al momento della pubblicazione ufficiale”. In pratica, “la forza di un embargo non consiste nell’obbligo di non parlare di una cosa finché non c’è un via libera ufficiale, ma dipende dalle circostanze in cui sono state ottenute le informazioni”. Nel caso di Magister, conclude Allen, mancano le condizioni per parlare di violazione di embargo. Altrimenti, perché non formulare la stessa accusa verso tutti gli altri vaticanisti e commentatori che comunque, da tre giorni, non fanno altro che chiosare e riprodurre il testo (provvisorio o definitivo che sia) anticipato dall’Espresso e teoricamente ancora “sotto embargo”? Un’altra vaticanista americana, Nicole Winfield dell’Associated press, riprende a sua volta le considerazioni di Allen: “Magister ha pubblicato il documento dopo averlo ottenuto grazie a delle fonti proprie e quindi rimanendo nella piena correttezza di un lavoro giornalistico… l’Espresso ha ottenuto il testo indipendentemente dalla sala stampa vaticana, e quindi non era tenuto a osservare il termine di giovedì”.
Quella pubblicazione, si legge nella lettera di sospensione inviata a Magister dal direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, “rappresenta evidentemente una iniziativa scorretta, fonte di forte disagio per moltissimi colleghi giornalisti e di grave turbamento del buon servizio di questa sala stampa”. Talmente scorretta da meritare non una semplice deprecazione ma addirittura una sospensione a tempo indeterminato? Ma basta avere un po’ di memoria, ha scritto il vaticanista americano John Allen sul sito Crux del Boston Globe, per sapere che “non è certo la prima volta che un importante documento vaticano trapela prima della pubblicazione. E la dinamica è in pratica sempre la stessa: funzionari della chiesa condannano la fuga di notizie e chiedono che tutti congelino i loro lanci fino alla pubblicazione della versione ufficiale”. Stavolta però, nota Allen, c’è il fatto che la voce di Magister è considerata ostile a Papa Francesco, e l’uscita anticipata del testo dell’enciclica è stata letta come un sabotaggio politico della medesima (da cui il sospetto che la durezza della sanzione sia una sorta di messa in castigo del personaggio). Rimane il fatto, scrive Allen, che “in generale, l’embargo è imposto dalle istituzioni che desiderano permettere ai giornalisti di dare in anticipo uno sguardo a qualcosa – un discorso, un documento scientifico, il bilancio federale dell’anno, eccetera – in cambio della promessa di non diffonderne il contenuto fino al momento della pubblicazione ufficiale”. In pratica, “la forza di un embargo non consiste nell’obbligo di non parlare di una cosa finché non c’è un via libera ufficiale, ma dipende dalle circostanze in cui sono state ottenute le informazioni”. Nel caso di Magister, conclude Allen, mancano le condizioni per parlare di violazione di embargo. Altrimenti, perché non formulare la stessa accusa verso tutti gli altri vaticanisti e commentatori che comunque, da tre giorni, non fanno altro che chiosare e riprodurre il testo (provvisorio o definitivo che sia) anticipato dall’Espresso e teoricamente ancora “sotto embargo”? Un’altra vaticanista americana, Nicole Winfield dell’Associated press, riprende a sua volta le considerazioni di Allen: “Magister ha pubblicato il documento dopo averlo ottenuto grazie a delle fonti proprie e quindi rimanendo nella piena correttezza di un lavoro giornalistico… l’Espresso ha ottenuto il testo indipendentemente dalla sala stampa vaticana, e quindi non era tenuto a osservare il termine di giovedì”.
Ma oggi è il giorno della pubblicazione ufficiale della Laudato si’, e “nel bene e nel male, la fuga di notizie è ormai parte della storia dell’enciclica”, scrive John Allen. Anch’egli molto curioso, come tutti, di capire se il contenuto finale presenti discrepanze, e quali, con il testo “fuggito” in anticipo.
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