Migranti, Caritas sotto accusa. La Lega: predica bene, razzola male
Al polemico invito dei leghisti Salvini e Zaia al Papa e alla Chiesa di ospitare i migranti a casa loro, replica il responsabile immigrazione della Caritas, Oliviero Fortis. Al leader del Carroccio e al presidente della Regione Veneto, assai stizziti con il segretario della Cei Galantino che li aveva trattati da «piazzisti da quattro soldi», Fortis ribatte: «La risposta più banale ma anche più vera a ”il Papa li porti a casa sua“ è che già lo sta facendo, attraverso le strutture delle realtà ecclesiali del Vaticano come degli ordini religiosi».Per Fortis la Caritas rappresenta una componente «molto importante del piano di accoglienza ai migranti: non meno di 20 mila persone passano dai nostri servizi, quasi il 10 per cento dell'intera opera di accoglienza che si fa in Italia». Nello stesso tempo Fortis lamenta che «l'accoglienza in conventi e seminari sia talvolta bloccata da motivi burocratici perché queste strutture, non nate per fare accoglienza, non risultano a norma rispetto alle esigenze di igiene e sicurezza».
Argomenti che non convincono né i leghisti né altri esponenti del centrodestra. Roberto Calderoli si rivolge a tutte le gerarchie cattoliche intimando: «Non si può predicare bene e razzolare male. Se volete essere credibili, per lo meno abrogate la norma dello Stato Vaticano che prevede anche l'arresto di chi entra e resta irregolarmente sul vostro territorio». Quanto alla giustificazione di Fortis sulla non agibilità di alcune strutture religiose per l'accoglienza, viene definita «ridicola» da Barbara Saltamartini: «Allora, se quegli edifici non hanno le condizioni di agibilità - si chiede la deputata leghista - qualcuno ci spieghi perché gli immigrati vengono ospitati nei mezzanini delle nostre stazioni, nelle tendopoli o in alcuni centri nati appositamente, come il Baobab di Roma che ne accoglie il triplo dei posti disponibili, fregandosene dei requisiti minimi di sicurezza?».
Le polemiche sull'immigrazione hanno in questi giorni coinvolto anche il M5S, con Beppe Grillo che era sembrato condividere almeno alcuni slogan di marca leghista e che ieri è stato costretto a battagliare su due fronti. Da un lato, bacchettando quanti all'interno del movimento - in primo luogo il senatore Maurizio Buccarella sostenitore a suo tempo dell'abolizione del reato di immigrazione clandestina - hanno contestato, se non lo stesso leader, la linea dura sugli immigranti espressa dal portavoce M5S al Consiglio comunale di Torino, Bertola. Dall'altro, prendendo le distanze dalla Lega nel corso di un'intervista a La7: «A Salvini non ho nulla da dire. Dico che l'immigrazione è diventata un'industria che fa profitti sulla sofferenza. Noi siamo contro questo sistema. La Lega e gli altri, invece - afferma Grillo - ne fanno parte. Le parole talvolta possono coincidere, ma la nostra storia è diversa. Fatto sta che quando un immigrato costa 50-60 euro al giorno e sta anni nei centri di accoglienza, si crea un flusso economico e di profitto».
L'immigrazione divide anche il fronte dei sindaci tra quanti rifiutano le disposizioni del governo sull'accoglienza e quanti sembrano allinearsi sulle posizioni del Papa. Tra questi il delegato dell'Anci all'immigrazione e sindaco di Prato, Matteo Bifoni, che si dice stufo degli «slogan utilizzati a fini politici» e il suo collega di Firenze, Dario Nardella, che attribuisce ai migranti, che rischiano la vita attraversando il mare alla disperata ricerca di libertà, la stessa dignità dei «nostri partigiani nella lotta di liberazione». Sul fronte opposto Roberto Maroni, che difende i sindaci disobbedienti sposando l'idea di Fratelli d'Italia per una class action contro il governo che impone ai sindaci l'obbligo d'accoglienza. Un «rispettoso» messaggio di dissenso dalla linea della Chiesa viene anche dal responsabile immigrazione di FI, Giorgio Silli. In una lettera «da cattolico praticante» a monsignor Galantino, Silli scrive: «Intimare l'accoglienza a tutti i costi, con il rischio di creare una società piena di conflitti sociali, mi permetto umilmente di dire che non è giusto».
di Mario Stanganelli
Così enti religiosi e confraternite lucravano sui migranti
Claudio Marincola sul Messaggero: "Nota è la vicenda di Mafia Capitale, gli intrecci tra cooperative bianche e rosse. Il patto esplicito tra Buzzi e l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento - oggi commissariata - per spartirsi l’accoglienza. Sono storie di ieri gli imbarazzi del Vicariato. Le accuse di monsignor Pietro Sigurani, il coinvolgimento di Tiziano Zuccolo, dipendente de La Cascina e al tempo stesso responsabile dell’Arciconfraternita. L’amicizia con Luca Odevaine, il patto non scritto, «che nun se move d’un millimetro», per dividersi i 30 milioni l’anno destinati dal Campidoglio all’emergenza
ROMA – Da un lato ci sono le 23 mila parrocchie italiane, che all’appello di papa Francesco di “aprire i conventi agli immigrati” hanno risposto mettendo a disposizione solo 15 mila posti, meno di uno a parrocchia. Dall’altro c’è il business dell’accoglienza a pagamento, che vede le associazioni religiose fare il pieno di bandi, Caritas in prima fila. La scarsa disponibilità alla beneficenza gratuita va di pari passo con la capacità di aggiudicarsi gli appalti. Fin qui dilemmi di etica, ma niente di illecito.
Ma poi fra tanti affari legali si scopre (quasi) sempre qualcosa di illegale. E le carte di Mafia Capitale insegnano che non c’è settore del potere a Roma che si sia sottratto dal fare illeciti e privatissimi guadagni con soldi pubblici. Così nel grande gregge della corruzione pare che non ci siano pecore nere, neanche le coop bianche e le associazioni religiose. Che ospitavano migranti e rom in strutture fatiscenti a costi esorbitanti per il Comune di Roma. ScriveClaudio Marincola sul Messaggero:
Negli anni la torta si è dilatata. Nota è la vicenda di Mafia Capitale, gli intrecci tra cooperative bianche e rosse. Il patto esplicito tra Buzzi e l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento– oggi commissariata e affidata a monsignor Liberio Andreatta, il responsabile dell’Opera romana pellegrinaggi – per spartirsi l’accoglienza. Sono storie di ieri gli imbarazzi del Vicariato. Le accuse di monsignor Pietro Sigurani, il coinvolgimento di Tiziano Zuccolo, dipendente de La Cascina e al tempo stesso responsabile dell’Arciconfraternita. L’amicizia con Luca Odevaine, il patto non scritto, «che nun se move d’un millimetro», per dividersi i 30 milioni l’anno destinati dal Campidoglio all’emergenza.Mentre a livello nazionale nel 2015 è prevista una spesa di un miliardo di euro. Per anni in Campidoglio è stata tradizione che l’assessore alla Casa fosse un socialista e quello alle Politiche sociali un «tecnico» di estrazione cattolica, quindi l’emergenza scorreva su due binari distinti tra i senza-casa e il recupero dei tossicodipendenti. Poi l’assessorato alle politiche sociali ha preso il volo. Ha spalancato le braccia: sulle coste italiane erano apparsi gli immigrati, le vittime a tutto tondo di questa brutta storia italiana.La Procura di Roma più volte ha tentato di vederci chiaro. Le Asl chiudevano le strutture religiose perché considerate inadeguate. Umidità, muffa, materiali infiammabili, letti nei corridoi perché le stanze non bastavano a ospitare tutti. Durante la tormentata gestione Alemanno, l’ex direttore alle Politiche abitative Raffaele Marra, un ex finanziere, osò mettere il naso nelle convenzioni firmate con l’Arciconfraternita. Affitti per centinaia di migliaia di euro per locali fatiscenti.Uno di questi era il residence Orsa Maggiore, a Torre Angela, in via Giuseppe Toraldo 120. Tre incendi uno dietro l’altro, varie denunce per presunti abusi edilizi, sigilli apposti e rimossi. Per la cronaca il residence di cui parliamo è lo stesso dove nell’inverno scorso è scoppiata la rivolta contro i rom. Costo per il mantenimento di 27 nuclei familiari: 462.144 mila euro l’anno. E l’inchiesta? Archiviata. Al netto dell’opera meritoria, del senso di umanità e dello spirito di solida che pure animava Arciconfraternita, Domus Caritatis e il Consorzio Casa della solidarietà (Cl) hanno continuato a spartirsi i finanziamenti incassando per ogni ospite 40 euro al giorno.Dinanzi alla manna che sbarcava dal mare non si poteva restare con le mani in mano. Una data cruciale è il bando che la Pisana (la Regione Lazio, ndr) lanciò nel 2011 destinato a «progetti di accoglienza qualificata» destinati ai migranti. Per qualcuno quel bando diede il via alla privatizzazione dei centri fino allora gestiti dai Cara e dagli enti locali. Il resto venne dopo. Fino al caso limite dei centri gestiti dalla Caritas di Treggiano (Salerno) con i rifugiati derubati anche dei ticket giornalieri, pagati per andarsene purché risultassero presenti e scattasse il rimborso. Una vicenda davvero triste che ha portato all’arresto del direttore generale della Caritas don Vincenzo Federico indagato per peculato. Un mese prima era stato nominato cavaliere del lavoro «per l’opera meritoriamente svolta»
di Edoardo Greco
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/cosi-enti-religiosi-e-confraternite-lucravano-sui-migranti-2251226/?
MIGRANTI: MOLTI PICCIONI CON UNA FAVA (USA-UE-NATO)
“Per apprendere chi vi domina basta scoprire chi non vi è permesso di criticare”.(Voltaire)
“Ciò che pensiamo, o che conosciamo, o ciò in cui crediamo, alla fine dei conti produce pochi effetti. L’unico effetto viene da ciò che facciamo”. (John Ruskin)
All'origine - e nessuno delle anime belle dell’integrazione (non ambita da nessuno) e del meticciato felice e dei piagnoni ipocriti che si stracciano le vesti sulla vera disperazione e sul vero maltrattamento dei migranti, a sinistra e destra, lo considera – c’è un’unica causa: le guerre militari ed economiche della cupola finanziaria e dei suoi tentacoli Usa, UE e Nato. E come deprecare l'allagamento della casa e assistere gli alluvionati senza pensare di chiudere il rubinetto e agevolare la volontà di ognuno di restare a casa sua, nella sua terra e cultura, tra la sua gente. Per prima cosa andrebbero denunziate e combattute le guerre dirette e di forze surrogate contro Stati sovrani ma disobbedienti all'Impero. Poi si dovrebbe evidenziare il doppio binario del sion-imperialismo: provocare migrazioni bibliche per sfoltire popolazioni e distruggere paesi e al tempo stesso cianciare di accoglienza e meticciato, con il bonus aggiuntivo Di riversarle sull'Europa, in particolare sulle sue componenti deboli, Grecia e Italia. Operazione finalizzata a destabilizzazione sociale, culturale, della coesione nazionale, di guerra tra poveri e scatafascio economico, a sfruttamento di lavoratori extracomunitari e di quelli autoctoni calmierati grazie ai primi e a intrecci politica-criminalità tipo mafia capitale.
Da quando, negli anni '40 e '50, la Cia ha promosso l'Unione Europea per togliere di mezzo gli Stati nazionali e le rispettive costituzioni democratiche (altrettanti scogli per la colonizzazione),sostituite da una bancocrazia non eletta e autocratica, sguattero Nato e pronta al TTIP, la strategia è di tenere sotto schiaffo un'Europa potenziale concorrente e deviante verso Est, indebolendola quanto basta a soffocarne bizze autonomiste. Le migrazioni provocate tutte dall'Impero sono perciò anche una guerra all'Europa, specie mediterranea, a cui le prefiche buoniste,c inici profittatori, sinistre varie e Vaticano famelico (con buona pace di Zanotelli), implicitamente collaborano. Senza dimenticare che, nell’immediato, il gigantesco e pianificato putiferio sui migranti serve anche a solidificare un’opinione pubblica decerebrata dietro al programmato nuovo assalto occidentale alla Libia e al Medioriente tutto. E che l’ideologia di chi si pone allo straniero in fuga come salvatore, cattolico o laico, da miserie e dittature, non fa altro che ripetere l’approccio colonialista del “fardello dell’uomo bianco” (vedi Rudyard Kipling). Che se ne renda conto o no.
Sia ben chiaro, a scanso di equivoci strumentali. Sarebbe da farabutti negare che, nella drammatica congiuntura dell'alluvione, sia prioritario e assolutamente doveroso, trovare sistemazione degna a questi flussi, contrastando con ogni vigore rigurgiti esclusivisti e xenofobi, più voluti che tollerati. A partire dalla eliminazione delle forme di abietto sfruttamento in fabbrica, campi e case e del conseguente adattamento al ribasso delle condizioni di lavoro e salario degli autoctoni. Ma si svuoterebbe il mare con un cucchiaino se simultaneamente non si lanciasse una capillare campagna di informazione sui motivi e obiettivi di chi provoca migrazioni e una grande lotta contro guerra e neoliberismo colonialisti.
Sia ben chiaro, a scanso di equivoci strumentali. Sarebbe da farabutti negare che, nella drammatica congiuntura dell'alluvione, sia prioritario e assolutamente doveroso, trovare sistemazione degna a questi flussi, contrastando con ogni vigore rigurgiti esclusivisti e xenofobi, più voluti che tollerati. A partire dalla eliminazione delle forme di abietto sfruttamento in fabbrica, campi e case e del conseguente adattamento al ribasso delle condizioni di lavoro e salario degli autoctoni. Ma si svuoterebbe il mare con un cucchiaino se simultaneamente non si lanciasse una capillare campagna di informazione sui motivi e obiettivi di chi provoca migrazioni e una grande lotta contro guerra e neoliberismo colonialisti.
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