ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 17 agosto 2015

“Regina del rosario”

Al rosario dobbiamo la vittoria di Lepanto

Santa Maria, rileggendo per la millesima volta le litanie lauretane noto per la prima volta che subito dopo “Regina assunta in cielo”, titolo da usarsi in particolare oggi, vieni chiamata “Regina del rosario”. Ricordo quindi che al rosario dobbiamo la vittoria di Lepanto, come affermato da San Pio V che istituì una festa proprio per fissare il legame fra devozione mariana e successo militare cristiano.
La conoscenza della storia e della comunione dei santi mi fa stare saldo nella Chiesa nonostante sia sporcata da tanti fedeli avidi di apostasia, da tanti preti sospirosi di sottomissione: per essere contrari alla presente invasione non c'è bisogno di stare con Salvini, basta stare con San Pio V. E con te che a Lepanto garantisti cinque secoli durante i quali nessuna donna italiana è stata violentata e schiavizzata solo perché incredula nei confronti del falso profeta Maometto.

di Camillo Langone
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http://www.ilfoglio.it/preghiera/2015/08/15/al-rosario-dobbiamo-la-vittoria-di-lepanto___1-vr-131838-rubriche_c370.htm


Censurata la preghiera degli alpini per non offendere gli immigrati

Gli alpini contro la decisione del vescovo: "Solo malafede o un certo pacifismo ideologico possono portare a pensare che gli alpini coltivino sentimenti di aggressione o di intolleranza"


                                        Ieri, infatti, l'ufficio liturgico diocesano ha proibito a un gruppo di "penne nere" di leggere in chiesa la loro storica preghiera. Anzi: armata di sacro fuoco della censura, la diocesi ha imposto di sbianchettare una frase giudicata troppo dura nei confronti degli stranieri: "Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana".
Giustamente, il presidente della sezione locale dell'Ana, Angelo Biz, ha affermato: "Sappiamo che a far torcere il naso ad alcuni ecclesiastici è la frase della preghiera in cui si chiede di rendere forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra civiltà cristiana. Una frase che viene subito dopo quella in cui si definiscono gli alpini 'armati di fede e di amore'. Queste sono le armi degli alpini e solo la malafede o un certo pacifismo ideologico possono pensare che gli alpini coltivino sentimenti di aggressione o di intolleranza. Gli alpini non hanno armi e la cultura che li ispira è quella di una fratellanza che non ha confini. È amaro constatare che proprio all'interno della comunità cristiana possano crescere muri, che finiscono per incidere nella serenità di rapporti, usando pretestuosamente il Vangelo della pace come una clava per rompere armonie consolidate".
È strano che la diocesi di Vittorio Veneto se la prenda con una preghiera scritta circa 80 anni fa, in tempo di guerra, e che, certamente, è stata recitata da tanti sacerdoti alpini, compreso il beato don Carlo Gnocchi.

INDONESIA

Java Centrale, inaugurata la statua della Madonna “più alta del mondo”: 42 metri
Il monumento sorge nei pressi di “gua Maria”, santuario mariano posto in una grotta dello Java centrale. Almeno 30mila persone sono accorse per la benedizione della statua, officiata dall’arcivescovo della diocesi di Ambarawa. Una settimana fa, il santuario ha ospitato un convegno interreligioso.


Ambarawa (AsiaNews) – Almeno 30mila persone, provenienti da centinaia di parrocchie, si sono radunate domenica a “gua Maria” (la grotta di Maria) di Ambarawa per la benedizione della statua dedicata alla Madonna più alta al mondo. I fedeli hanno così festeggiato il 61mo anniversario del santuario mariano, il secondo per importanza dello Java centrale. Sette vescovi hanno presieduto la messa, insieme a 15 sacerdoti dell’arcidiocesi di Samarang. Conclusa la funzione, l’arcivescovo Johannes Pujasumarta, utilizzando una gru, ha cosparso di acqua benedetta la statua di Santa Maria Assunta, alta 42 metri.

Tre scultori religiosi locali – Kuncoro (45), Adi Nugroho (40) e Agung Hartanto (38) – hanno progettato il monumento, che sorge nei pressi del santuario. Il trio è molto famoso per avere ideato decine di statue a tema religioso in tutto il Paese.
Veronica Angkatirta, donna cattolica giunta da Jakarta per assistere alla cerimonia, dice ad AsiaNews: “È stata un’esperienza spettacolare vedere migliaia di cattolici, provenienti da tutta Java e da altre isole, venire qui per celebrare la loro fede in Gesù attraverso Maria”. I pellegrini sono stati molto più di quelli previsti dagli organizzatori. La distribuzione dei sacramenti è stata possibile solo per 20mila persone e le confezioni di cibo preparate erano 6mila.
Una settimana prima della celebrazione, l’arcivescovo di Samarang e p. Aloysius Budi Purnomo, presidente della commissione interreligiosa dell’arcidiocesi, hanno organizzato a “gua Maria” un incontro con autorità interreligiose. Al convegno, sostenuto anche da tutti i partiti politici del governo di Ambarawa, hanno partecipato anche alcuni leader musulmani insieme ai loro studenti, che hanno compiuto una danza sufi all’ombra della statua dell’Assunta.

In una dichiarazione pubblica, il vescovo ha ringraziato coloro che hanno permesso che “decine di autorità di tutte le religioni si ritrovassero insieme una settimana prima dell’inaugurazione della statua dell’Assunta. Il governo locale di Ambarawa ha incoraggiato i cittadini ad accogliere le migliaia di pellegrini che verranno a visitare Gua Karep Ambrawa nei prossimi giorni”.

http://www.asianews.it/notizie-it/Java-Centrale,-inaugurata-la-statua-della-Madonna-%E2%80%9Cpi%C3%B9-alta-del-mondo%E2%80%9D:-42-metri-35058.html#

Danilo Quinto. La Madonna «ingannata»

L'articolo che pubblichiamo oggi segue i lavori di p. Settimio e p. Stefano Manelli, pubblicati nei giorni scorsi, dedicati allaConsacrazione mariana [qui e qui], che ci hanno fatto raggiungere vette di contemplazione sublimi...
Ora il testo di Danilo Quinto ci riporta con i pedi per terra, riallacciandosi all'attuale temperie ecclesiale. Nello stesso tempo, esso è l'espressione di un sentire limpidamente e profondamente cattolico, che urge continuare a riaffermare e non genericamente, ma proprio in riferimento a verità di fede fondanti, omesse o sfigurate. Si tratta di un'esigenza ineludibile se si vuol continuare a mantenere la rotta nonostante ciò che vediamo e ascoltiamo ogni giorno.
Aggiungo solo una citazione per amore di verità. Riguarda Giovanni Paolo II, come vederemo di seguito impropriamente ed arbitrariamente richiamato da Bergoglio, quando invece era lontano anni luce da certe boutades umanizzanti che svuotano della sua essenza sia il mistero dellaRedenzione di Cristo Signore che quello della Corredenzione della Vergine. Cito dalla Redemptoris Mater, 14 :
« ...le parole di Elisabetta: «E beata colei che ha creduto» non si applicano solo a quel particolare momento dell'annunciazione. Certamente questa rappresenta il momento culminante della fede di Maria in attesa di Cristo, ma è anche il punto di partenza, da cui inizia tutto il suo «itinerario verso Dio», tutto il suo cammino di fede. ...Credere vuol dire «abbandonarsi» alla verità stessa della parola del Dio vivo, sapendo e riconoscendo umilmente «quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie» (Rm 11,33). Maria, che per l'eterna volontà dell'Altissimo si è trovata, si può dire, al centro stesso di quelle «inaccessibili vie» e di quegli «imperscrutabili giudizi» di Dio, vi si conforma nella penombra della fede, accettando pienamente e con cuore aperto tutto ciò che è disposto nel disegno divino. Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. ... Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell'umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata. Sul Golgota Gesù mediante la Croce ha confermato definitivamente di essere il «segno di contraddizione», predetto da Simeone. Nello stesso tempo, là si sono adempiute le parole da lui rivolte a Maria: «E anche a te una spada trafiggerà l'anima» ».

La Madonna «ingannata»

Lo Spirito Santo, che il Figlio di Dio ci ha lasciato in dono, ci ha protetti nel giorno dedicato all’Assunzione di Maria in Cielo, evitando che Bergoglio celebrasse questo giorno glorioso con una Santa Messa e con una sua predica. La Madre di Dio, questa volta, è stata ricordata solo con l’Angelus, concluso con un «Buon pranzo!», com’è nella tradizione di questi tempi grami e torbidi. Il «Sia lodato Gesù Cristo», che per secoli e secoli ha segnato il saluto del Vicario di Cristo al suo gregge, è abolito, per fare posto al saluto che si può rivolgere ad un conoscente nella piazza del Paese.
Almeno questa volta, comunque, abbiamo scampato il peggio. È difficile dimenticare quanto Bergoglio disse nella meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae, il 20 dicembre 2013, quando affrontò il passo del Vangelo di Luca (1, 26-38), che incardina nei cristiani l’amore per il progetto di Dio, attraverso la mediazione della Madonna. “L’Osservatore Romano” del giorno dopo resocontò l’omelia come segue:
«[...] È un “mistero” che, ha proseguito, “non possiamo spiegare. Ma quando non c’è silenzio nella nostra vita il mistero si perde, va via”. [...] Il Papa ha poi dato voce “al silenzio della Madonna ai piedi della croce”, a ciò che passava per la sua mente come — ha ricordato — aveva fatto anche Giovanni Paolo II. In realtà, ha precisato, il Vangelo non riporta alcuna parola della Madonna: Maria “era silenziosa, ma dentro il suo cuore quante cose diceva al Signore” in quel momento cruciale della storia. Probabilmente Maria avrà ripensato alle parole dell’angelo che “abbiamo letto” nel Vangelo riguardo a suo Figlio: “Quel giorno m’hai detto che sarà grande! Tu mi ha detto che gli darai il trono di Davide suo padre e che regnerà per sempre! Ma adesso lo vedo lì”, sulla croce. Maria “con il silenzio ha coperto il mistero che non capiva. E con il silenzio ha lasciato che il mistero potesse crescere e fiorire” portando a tutti una grande “speranza”. “Lo Spirito Santo scenderà su di te, la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”: le parole dell’angelo a Maria, ha detto ancora il Pontefice, ci assicurano che “il Signore copre il suo mistero”. Perché “il mistero del nostro rapporto con Dio, del nostro cammino, della nostra salvezza non può essere messo all’aria, pubblicizzato. Il silenzio lo custodisce”. Papa Francesco ha concluso la sua omelia con la preghiera che “il Signore ci dia a tutti la grazia di amare il silenzio, cercarlo, di avere un cuore custodito dalla nube del silenzio. E così il mistero che cresce in noi darà tanti frutti”».
Anche il giornale del Papa ebbe pudore, in quell’occasione e preferì in parte modificare e in parte omettere la frase più importante detta da Bergoglio in quella circostanza. L'avevamo letta dal resoconto di Radio Vaticana
«Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! “Tu, quel giorno – questo è quello che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che regnerà per sempre e adesso lo vedo lì!”. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: “Bugie! Sono stata ingannata!”».
In molti affermano che le omelie a Santa Marta, le prefazioni ai libri, le interviste, non costituiscono Magistero. D’accordo. D’altra parte, in questa circostanza, il Papa fa solo un’ipotesi e sostiene che la Madonna, in quanto persona umana, davanti alla Croce, forse avrebbe voluto dire a Dio «Bugie! Sono stata ingannata!». Cosa vogliamo che sia. Una boutade!

Colei che secondo il Papa può pensare di dire a Dio «Bugie! Sono stata ingannata!», è colei che indica all’umanità la strada della salvezza. «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38) dice Maria all’Angelo Gabriele, che le annuncia che Ella ha «trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30). Maria si abbandona alla volontà di Dio. Lo fa con fede viva, oltre che con purezza, umiltà, candore, obbedienza. In Lei, però, non c’è servilismo. Lei ascolta le parole l’Angelo con attenzione, riflette e su quello che non comprende e pone delle domande. La Sua obbedienza a Dio è frutto della Sua scelta di libertà. È questa l’essenza del Cristianesimo e ce la insegna per prima Maria. Da quel momento, Lei diviene custode della Verità rivelata, mediatrice tra l’umanità e Dio, attraverso il Figlio che il Suo grembo immacolato porterà alla luce. Scrive Giuseppe Ricciotti (1890-1964) [71]: «Come nel precedente episodio di Zacharia, abbiamo anche qui l’apparizione inaspettata ed il turbamento di chi la contempla; ma questa volta il turbamento è prodotto, non dalla visione in sé, bensì dalle grandiose parole udite ch’erano stimate sproporzionate alla destinataria. Era dunque il turbamento dello spirito ch’è umile ed ha coscienza della propria bassezza».

Diceva San Giovanni Bosco, del quale ieri ricorreva il centenario della nascita: «È quasi impossibile andare a Gesù se non ci si va per mezzo di Maria». Aveva compreso la grandezza umile di questa donna, toccata e scelta da Dio per generare immacolata Suo Figlio, per custodirLo e assisterLo nella Sua infanzia, nella Sua adolescenza, fino all’età della Sua predicazione, per starGli accanto sempre, fino alla Sua morte, con sofferenza dignitosa e ferma, per vederLo, per prima, risorto. «Non hanno più vino» (Gv 2,3), dice a Cana, Maria a Gesù, che Le risponde «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora» (Gv 2,4). La risposta di Suo Figlio sembra indicare che il Suo intervento, in quel momento, non rientrasse nel disegno divino, ma l’intervento di Maria, Lo induce ad esaudire la Sua richiesta. Maria dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Si compie così il primo miracolo di Gesù, che ci consegna un insegnamento fondamentale: la potenza dell’intercessione di Maria presso Dio, che darà ascolto a tutte le domande che Gli giungeranno attraverso la Mediatrice. L’invito di Maria ai servi è rivolto a ciascun essere umano. Maria implora l’umanità di seguire la volontà di Suo Figlio. Di amarLo, così come Lei Lo ha amato. È il messaggio della salvezza.

Quella salvezza passa per la Croce, a ridosso della quale si trovava Maria. Con quale disposizione d’animo? Vediamo come Giuseppe Ricciotti descrive quei momenti:
«Nel gruppo più vicino stava dunque, insieme al discepolo prediletto, la madre di Gesù. Era un conforto quella vista per il crocifisso? Come a lei era impedito dai soldati di avvicinarsi a lui, così a lui i chiodi impedivano ogni gesto verso di lei. Potevano comunicare fra loro solo con lo sguardo: a Maria, la voce era impedita dal pianto, a Gesù dall’estrema debolezza. La madre guardava il figlio, e forse pensava che quelle membra si erano formate nel seno di lei in maniera unica al mondo, mentre adesso erano divenute oggetto di sommo spavento: il figlio guardava la madre, e forse pensava che quella donna era stata proclamata benedetta fra le donne, mentre adesso era divenuta oggetto di somma pietà. Ma ad un certo punto il crocifisso, raccolte alquanto le forze e accennando alla madre con la testa, disse: “Donna, ecco il tuo figlio”; poi, accennando al discepolo prediletto: “Ecco la tua madre”. In questo suo testamento il morituro univa per sempre i suoi più grandi amori terreni, la donna di Bethlehem e il giovane che aveva sentito battere il cuore di lui nell’ultima cena. Da quel giorno, Giovanni prese in casa sua Maria».
In questi momenti, descritti in modo così mirabile dal più grande biografo di Gesù, Maria forse avrebbe potuto pensare, da umana, di essere stata ingannata da Dio! L’intera pastorale post-conciliare ha avuto l’obiettivo di umanizzare, di addomesticare anche il Nuovo Testamento, il messaggio della salvezza eterna, alle esigenze di comprensione e spiegazione umana. Gesù non ragiona mai con i parametri degli uomini. Ammaestra gli uomini e indica loro la strada della santificazione personale secondo la Parola di Suo Padre, che è di origine divina, non umana. Non si può comprendere questa Sua Parola, il Suo essere nella storia dell’uomo, secondo le logiche umane, estranee a quelle di Dio. Il silenzio della Madonna è dovuto al fatto che Ella accoglie senza alcuna riserva l’iniziativa libera di Dio nei Suoi confronti.

Maria a Fatima dice: «Il mio Immacolato Cuore sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio». Viene proclamata una certezza, già annunciata da Dio al Demonio, quando questi aveva insidiato la prima donna e l’aveva indotta al peccato. Dio disse: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,15). Il disegno di Dio per la salvezza dell’umanità dal peccato originale, si compie nel momento in cui l’Angelo Gabriele Le porta la notizia da parte di Dio. Si compie quando Maria si abbandona docile alla Sua volontà. Inizia sin d’allora l’azione del Suo Cuore Immacolato, che genera il Salvatore del mondo, Colui che schiaccerà la testa del serpente. Abbracciando Maria, si abbraccia Suo Figlio. Si sta con Lei, silenziosa e piangente, sotto quella Croce, dove Cristo, dandoci Sua madre come Madre nostra, manifesta l’amore per i suoi fino alla fine (Gv 13,1). «La Vergine Addolorata» – scrisse Padre Pio da Pietrelcina il primo luglio 1915 - «ci ottenga dal suo santissimo Figliuolo di farci penetrare sempre più nel mistero della croce ed inebriarci con lei dei patimenti di Gesù. La santissima Vergine ci ottenga l'amore alla croce, ai patimenti, ai dolori... Sforziamoci... di tenere sempre dietro a questa benedetta Madre, di camminare sempre appresso ad ella... Associamoci sempre a questa sì cara Madre: usciamo con essa appresso Gesù fuori di Gerusalemme». Il 7 luglio 1913, aggiunse: «Adesso mi sembra di penetrare quale fu il martirio della nostra dilettissima Madre, il che non mi è stato possibile per lo innanzi. Oh se gli uomini penetrassero questo martirio! Chi riuscirebbe di compatire questa nostra sì cara corredentrice? Chi le ricuserebbe il bel titolo di ‘regina dei martiri’?».

Ci permettiamo di aggiungere: quale uomo potrà mai credere che la Madre del Signore, avvolta nel suo silenzio e lacerata dal suo dolore per suo Figlio e compartecipe fin dall’inizio di quel mistero, tanto che nel sensus fidei della Chiesa è ben presente il suo ruolo di Corredentrice, abbia potuto pensare per un solo istante che Dio l’avesse ingannata? Ci permettiamo anche di chiedere: tacere rispetto a queste invenzioni blasfeme che vengono propinate, è o no un peccato grande davanti agli occhi di Dio?
Danilo Quinto

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