ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 28 agosto 2015

Vade retro!

La Sala Stampa del Vaticano risponde, con un “purtroppo” di troppo  

di Paolo Deotto

Come naturale seguito dell’articolo “Il Pontefice benedice le due editrici lesbiche”. Padre Lombardi, per favore, dica qualcosa,pubblichiamo la Dichiarazione del vicedirettore della Sala Stampa, P. Ciro Benedettini, C.P., ripresa integralmente dal sitopress.vatican.va
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Dopo questa dichiarazione, ci sembra lecito porre alcune questioni:

– La risposta della Segreteria di Stato alla Pardi era privata e quindi non destinata alla pubblicazione. La quale pubblicazione“purtroppo” è avvenuta, scrive P. Benedettini. Quel “purtroppo” è tremendamente stonato. O nella Sala Stampa si scrivono parole a casaccio – e questo non lo possiamo credere – oppure va spiegato. Se la lettera di risposta altro non era, lo dice P. Benedettini, che l’accusa di ricezione della lettera della Pardi, non conteneva, evidentemente, nulla di riprovevole o che comunque dovesse restare segreto. L’avverbio è maldestro e lascia legittime perplessità.
– Esiste o non esiste nella lettera della Segreteria di Stato l’invito ad “andare avanti”? Nella dichiarazione sopra riportata non se ne fa parola, ma P. Benedettini ne dà conferma alla rivista Tempi.it. Considerando la specifica attività svolta dalla mittente della lettera a Bergoglio, non sarebbe stato più opportuno un invito a smettere con le attività di corruzione dei giovani? È inutile che P. Benedettini dichiari a Tempi.it “è da escludere che nel cortese invito ad “andare avanti” ci sia un incoraggiamento alla teoria Lgbt”. Insomma, la gentile mittente, che si occupa esattamente di diffondere le perverse teorie Lgbt, su cosa mai deve “andare avanti”?
– In questo quadretto di confusione, come dobbiamo leggere l’auspicio alla “sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”? In combinato disposto col cortese invito ad “andare avanti”?
– Infine, ci sembra davvero superflua la specifica che la benedizione nella chiusa della lettera “è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender”. Da semplici fedeli sappiamo che si possono benedire persone o cose, non certo “teorie”.
– Ciò detto, tutto quello che possiamo constatare è che si è creata una formidabile confusione che non giova a nessuno, a soprattutto non giova a quella chiarezza che dovrebbe sempre provenire dalla Chiesa.
E allora chiediamo alla Sala Stampa e per essa alla Segreteria di Stato se non si ritenga utile, a questo punto, pubblicare il testo integrale della risposta alla Pardi & C., quella risposta che doveva restare privata e che “purtroppo” è stata pubblicata. Sì, è stata pubblicata, ma solo per alcuni passaggi, sulla base delle dichiarazioni della Pardi e della sua “compagna”. Ci sembra doveroso, per rispetto al pubblico, ai lettori, ai fedeli in generale, che venga pubblicato il testo integrale della risposta. Così ognuno potrà valutare tutto questo pasticcio.
Chiediamo troppo?

SALA STAMPA VATICANA: «NESSUN INCORAGGIAMENTO DI PAPA FRANCESCO SU LIBRI GENDER»

Ormai non passa giorno in cui la macchina della propaganda Lgbt non si inventi un “nemico” da abbattere nel segno dell’anti omofobia e una storiella da bulli del mainstream per saturare l’aria del solito messaggio intollerante, esibizionista e aggressivo.
Ma questa mattina, 28 agosto, vigilia dell’ultimo week-end vacanziero, la macchina ha puntato al bersaglio grosso e ha indotto il Corriere della Sera (versione online) a un titolo da bufala dell’anno: «Papa Francesco scrive all’autrice dei libri gender. “Vai avanti”».
Non si tarda a capire che la notizia ha il sapore dell’imboscata: serve a colpire il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, colpevole di avere le sue idee sul gay pride (“carnevale”) e, soprattutto, di non aver accettato di confermare la linea della precedente amministrazione di sinistra che aveva imposto nella città lagunare la“letteratura” gender nelle scuole per l’infanzia.
Ecco allora la presunta notizia bomba: una delle autrici di Piccolo uovo, improbabile apologo di una coppia di pinguini gay che adottano un pinguinetto rimasto orfano, dice di aver ricevuto dal Papa una missiva in cui la signorina autrice della favoletta Lgbt ci ha visto un incoraggiamento alla diffusione dell’ideologia gender.
Scrive infatti il Corriere.it: «Il Papa, in una lettera firmata per suo conto da monsignor Peter B. Wells, a Pardi ha detto: “Auspico che tu vada avanti”. Particolare toccante, “alla vista della lettera, la scrittrice, che con la sua compagna Maria Silvia Fiengo ha fondato la casa editrice per l’infanzia Lo Stampatello, si è sorpresa ed emozionata per le parole del Papa. “Mi ha auspicato ad andare avanti e mi ha impartito la benedizione” ».
La comunicazione allineata del corriere.it prosegue con una virata verso la sponda del sindaco di Venezia («L’augurio del Papa non farà probabilmente cambiare idea a Brugnaro») e si conclude con la citazione dell’orchestra internazionale solidale con gli insulti che Elton John rivolse qualche settimana orsono all’indirizzo del sindaco “bifolco” e “ignorante”.
Insomma, il solito film dell’imbeccata confezionata per lo scaldaletto di giornata. Peccato che dalla sala stampa vaticana venga una secca smentita alla signorina Pardi&C da parte di padre Ciro, numero due di padre Federico Lombardi, che così dice a tempi.it: «Come è noto, non è affatto singolare e, anzi, è di prammatica che la segreteria di Stato risponda alle missive inviate al Papa. È un adempimento di routine, ma è da escludere che nel cortese invito ad “andare avanti” ci sia un incoraggiamento alla teoria Lgbt. Tra l’altro, nella lettera si invita – testuale – “alla diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. Aggiungo che il Santo Padre ne ha parlato chiaramente e diffusamente in più occasioni e il suo giudizio, a quanto ci risulta, resta immutato.
Cito dal discorso del 15 aprile scorso all’udienza generale in piazza san Pietro: “Per esempio mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro”. E ancora: “La rimozione della differenza è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti”. E in conclusione: “Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza. I segnali sono già preoccupanti, e li vediamo”. Ripeto: non è vero niente dell’interpretazione della lettera messa in circolazione. E quanto alla benedizione impartita mi sembra inutile che le ricordi che è data alla persona non a una teoria».
Dopo di che, come direbbe Woody Allen, “Provaci ancora Sam”. E raccontatene un’altra Pardi&C.
– di Luigi Amicone –
Fonte: Tempi By 


«Il Papa non ha incoraggiato la teoria gender»

Dal Vaticano no alla teoria gender
DAL VATICANO NO ALLA TEORIA GENDER

Il portavoce vaticano interviene per smentire l'uso strumentale di una lettera di routine della Segreteria di Stato all'autrice di una serie di libri per bambini 

Aveva scritto al Papa lo scorso 19 giugno lamentandosi degli attacchi subìti negli ultimi anni e sostenendo che alcune associazioni cattoliche attribuivano ai suoi libri contenuti che in realtà non c'erano. Francesca Pardi, fondatrice insieme alla sua compagna Maria Silvia Fiengo della casa editrice per l'infanzia «Lo Stampatello» e autrice di libri «gender» messi al bando dal sindaco di Venezia, ha ricevuto una lettera di risposta dalla Segreteria di Stato a firma dell'assessore, Peter Brian Wells.  L'autrice, che aveva accompagnato la missiva al Pontefice al dono di una trentina di libri, ha dato pubblicità alla risposta ricevuta, sostenendo di essere stata incoraggiata da Francesco «ad andare avanti».

In realtà la lettera di risposta corrisponde a un formulario di routine, è stata predisposta dalla Segreteria di Stato ed è una delle sessantamila sulle quali ogni anno l'assessore Wells appone la sua firma. La missiva vaticana, una decina di righe, dopo aver ringraziato per l'invio dei libri, afferma che «Sua Santità, grato per il delicato gesto e per i sentimenti che lo hanno suggerito, auspica una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani».

La presentazione della lettera come un avallo dell'attività editoriale della casa editrice e come una quasi benedizione dei contenuti gender, ha provocato la risposta da parte della Sala Stampa vaticana. Il vicedirettore, padre Ciro Benedettini, ha infatti affermato: «In risposta a una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, dai toni educati e rispettosi, la Segreteria di Stato ha accusato ricezione della medesima con uno stile semplice e pastorale, precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta). In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo, anzi auspica “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. La benedizione del Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata, come più volte ha ribadito anche recentemente il Santo Padre. Quindi è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera».

Papa Francesco ha parlato più volte della teoria gender. Lo scorso 15 aprile, durante l’udienza in piazza San Pietro, aveva detto: «Per esempio mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro». E aveva aggiunto: «La rimozione della differenza è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti».

REDAZIONE
ROMA

Francesca Pardi: Papa Francesco non mi ha mai detto "Vai avanti"

La scrittrice ed editrice spiega ad Aleteia: le parole di Papa non sono un'apertura alle famiglie omogenitoriali ma certificano un cambiamento dei toni nel confronto

© Marcin Mazur / catholicnews.org.uk / CC
«Papa Francesco non mi ha scritto "Vai avanti". La sua risposta non è un'apertura alle famiglie omogenitoriali. Ma è sicuramente un cambiamento di tono nel confronto. Ci restituisce il rispetto che meritiamo, come persone e come famiglia. E' da un anno che siamo attaccati in maniera denigratoria per i libri che pubblichiamo con la casa editrice "Lo Stampatello". Attacchi aggressivi, aspri».

Sgombra il campo dagli equivoci mediatici Francesca Pardi, scrittrice e direttrice de "Lo Stampatello", che nel mese di giugno aveva inviato al Santo Padre una missiva per denunciare i ripetuti attacchi ricevuti, con la compagna Maria Silvia Fiengo, in particolare dal comitato “Difendiamo i nostri figli”, sostenuto da La Manif Pour Tous per la pubblicazione di fiabe che alimenterebberol'ideologia gender, edite dalla sua casa editrice.

LA RISPOSTA DEL PAPA
Il 9 luglio Bergoglio le ha risposto. O meglio lo ha fatto attraverso monsignor Peter Brian Wells, Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato della Santa Sede.
Nella missiva, monsignor Wells scriveva che Sua Santità è grato per il delicato gesto e per i sentimenti che lo hanno suggerito (l'invio della lettera da parte di Francesca ndr) e auspica una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani, impartendo la benedizione apostolica alla famiglia.

DUE LETTURE AL MESSAGGIO DEL PAPA
«Ho una profonda stima del papa, ho avuto un'educazione cattolica - prosegue Pardi nella conversazione con Aleteia - e il messaggio privato del pontefice, a mio avviso, va interpretato in due direzioni:in primo luogo c'è il valore pastorale di andare verso quei valori, appunto cristiani, che la Chiesa diffonde; in secondo luogo parla di cristiani e non cattolici forse per aver come riferimento un orizzonte più ampio di religioni che riescono a dialogare maggiormente con il mondo omosessuale». 

"NON C'E' OMBRA DI GENDER"
Resta il fatto che sei delle trenta pubblicazioni di fiabe della casa editrice fanno riferimento a tematiche LGBT. E viene puntato l'indice contro di esse perché potrebbero propagandare l'ideologia gender nelle scuole che adottano tali testi. «Ma noi non noi non propagandiamo l'omosessualità, rivendichiamo diritto di esistere nel nostro pezzettino di mondo. Sui nostri libri non c'è neanche l'ombra di quella teoria del gender di cui questi libri sarebbero lo strumento principale: dov'è che diciamo ai bambini che possono scegliere il proprio genere? dove parliamo loro di sesso?».

"LE FAMIGLIE OMOGENITORIALI ESISTONO"
Eppure libri come il "Piccolo uovo", fiabe come "Perché hai due papà"hanno spiazzato parecchi cattolici e non solo. «Penso che un genitore cattolico che non è d'accordo può spiegare al figlio il suo pensiero. Al contempo va preso atto che esistono anche famiglie così, omogenitoriali. Noi vogliamo semplicemente fermarci alla presa d'atto dell'esistenza di esse, nulla di più. E far capire che i figli di queste famiglie non devono essere isolati o trattati male dagli altri bambini perché sono bambini normalissimi».

"L'EQUILIBRIO TRA ME E MARIA SILVIA"
Francesca cita il suo caso, lei che è mamma di quattro figli insieme alla sua compagna Maria Silvia. «Se i miei figli hanno un disagio a non avere accanto la figura paterna? Non ne risentono. Certamente ci sono al loro fianco altre figure maschili come zii e figli. Quello che voglio far capire è che se una donna non fa figli con un uomo ed intraprende una relazione con un'altra donna è perché in quel modo entrambe hanno un loro equilibrio. Io e Maria Silvia sentivamo di avere tutte le carte in regole per avere dei figli».
"NON SIAMO UN PERICOLO"
Tutto questo però, evidenzia ancora la scrittrice, «va chiarito perché l'idea della famiglia è radicata e noi assolutamente non ci proponiamo come modello universale. Desideriamo però mostrare ciò che siamo dicendo che non siamo un pericolo con nessuno.Vogliamo semplicemente abbattere un pregiudizio, un tabù. Dare dignità alla nostra situazione».

LA NOTA DELLA SALA STAMPA VATICANA
Poco dopo la nostra conversazione con Francesca, la Sala Stampa Vaticana, attraverso il vicedirettore padre Ciro Benedettini, ha spiegato: «In risposta a una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, dai toni educati e rispettosi, la Segreteria di Stato - afferma padre Ciro - ha accusato ricezione della medesima con uno stile semplice e pastorale, precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta). In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo, anzi auspica una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani».



http://www.aleteia.org/it/societa/news/francesca-pardi-papa-francesco-non-mi-ha-mai-detto-vai-avanti-5770684961652736
Sala stampa della Santa Sede 
In risposta ad una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, dai toni educati e rispettosi, la Segreteria di Stato ha accusato ricezione della medesima con uno stile semplice e pastorale, precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta). In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato intende avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo, anzi auspica “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. La benedizione del Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata, come più volte ha ribadito anche recentemente il Santo Padre. Quindi è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del contenuto della lettera.

Benedizione del Papa era per la persona non per la teoria del gender

Il Papa tra le famiglie - OSS_ROM
Il Papa tra le famiglie - OSS_ROM

La benedizione del Papa era per la persona, non per la teoria del gender, su cui la dottrina della Chiesa non è minimamente cambiata: così la Sala Stampa vaticana sulla lettera inviata dalla Segreteria di Stato a Francesca Pardi. Il servizio di Sergio Centofanti:

Molte testate hanno titolato: il Papa benedice i libri sul gender. Si trattava di una risposta della Segreteria di Stato ad una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, “dai toni educati e rispettosi”, ha riferito il vice-direttore della Sala Stampa, padre Ciro  Benedettini. La Pardi è autrice di un libro per l’infanzia che parla ai bimbi di vari tipi di famiglia, eterosessuali e omosessuali.La lettera vaticana, “con uno stile semplice e pastorale” - si precisa - voleva essere “una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che  purtroppo è avvenuta)”. “In nessun modo la lettera della Segreteria di Stato” - sottolinea padre Benedettini - intendeva “avallare comportamenti e insegnamenti non consoni al Vangelo”, anzi auspicava “una sempre più proficua attività al servizio delle giovani generazioni e della diffusione degli autentici valori umani e cristiani”. “La benedizione del  Papa nella chiusa della lettera è alla persona e non a eventuali insegnamenti non in linea con la dottrina della Chiesa sulla teoria del gender, che non è minimamente cambiata, come più volte ha ribadito anche recentemente il Santo Padre. Quindi - conclude padre Benedettini - è del tutto fuori luogo una strumentalizzazione del  contenuto della lettera”.

Il Papa all’autrice dei libri gender: vai avanti. Poi la smentita

La scrittrice Francesca Pardi ha raccontato di aver ricevuto una lettera da Bergoglio che la incitava ad "andare avanti" sulla sua strada. Ma il Vaticano smentisce

Francesca Pardi, fondatrice con la compagna Maria Silvia Fiengo, della casa editrice per bambini Lo Stampatello, è l'autrice dei libri come "Piccolo Uovo", "Piccola storia di una famiglia: perchè hai due mamme?" e "Qual è il segreto di papà?". La donna ha raccontato di aver ricevuto una lettera da Bergoglio che la incitava ad "andare avanti" sulla sua strada. "Piccolo uovo" ha vinto nel 2012 il Premio internazionale della letteratura per l'infanzia Anderson e parla della storia di due pinguini (maschi) che adottano e crescono un piccolo rimasto orfano. "Auspico che tu vada avanti", ha scritto Francesco nella sua lettera all'autrice gender.
La lettera arrivata alla Pardi è firmata da monsignor Peter B. Wells per conto del Santo Padre. "Spero - ha detto l'autrice - che questo gesto avii un cambiamento di toni sul tema delle famiglie "altre", un maggiore rispetto per le persone come me in un momento in cui ci sentiamo oggetto di una crociata". Insomma, la lettera del papa benedice i gender. Questo è quello che - a sentire le parole della Padri - emerge dalla lettera. Un nuovo episodio in cui Bergoglio sembra rompere la tradizione della Chiesa e schierarsi, invece, con la "modernità".
Ma il numero due di padre Lombardi, padre Ciro, frena gli entusiasmi di chi vede nella risposta un'apertura di Bergoglio: "Come è noto - riporta tempi.it - non è affatto singolare e, anzi, è di prammatica che la segreteria di Stato risponda alle missive inviate al Papa. È un adempimento di routine..."

“Il Pontefice benedice le due editrici lesbiche”. Padre Lombardi, per favore, dica qualcosa 

di Paolo Deotto

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Stamattina sul web si sprecano i titoli ad effetto per una lettera della Santa Sede ricevuta dalle signore Francesca Pardi e Maria Silvia Fiengo, osannate editrici (“Casa Editrice Lo Stampatello”) di libri altamente educativi per l’infanzia. Si fa per dire. La Pardi si fece un certo nome col libretto “Piccolo uovo”: una favoletta, illustrata da Altan, che racconta la vicenda di un uovo che prima di schiudersi fa un giro di ricognizione per sapere quanti tipi di famiglie esistono. E così scopre che ci sono famiglie con due mamme, due papà, o con un genitore solo o anche, dulcis in fundo, con una mamma e un papà.
Naturalmente tutte queste famiglie vanno bene, sono tutte felici, perché l’importante è volersi bene, eccetera. Insomma, la solita mercanzia omosessualista trita e ritrita, ma in confezione pediatrica, perché se si vuole distruggere la dignità dell’uomo è bene iniziare da piccoli.
Le sullodate signore avevano spedito a Bergoglio un pacco di libri per illustrargli la loro brillante attività pedagogica e una lettera in cui lamentavano (questi “progressisti” si lamentano sempre. Monotoni.) gli attacchi a cui erano sottoposte da parte dei soliti oscurantisti, che sarebbero poi quelli che cercano di difendere la normalità e che non desiderano che i loro figli siano indottrinati alle perversioni sessuali. Le perseguitate si sentono oggetto “di una crociata”. Nientemeno. Ricordano molto i sessantottini che dopo aver devastato una sede universitaria e scagliato un po’ di molotov contro i gipponi della Celere, sbraitavano contro la “repressione”. Nihil sub sole novum.
La lettera che ha fatto gioire le due pedagoghe perseguitate proviene dalla Segreteria di Stato ed è firmata dall’assessore agli Affari generali monsignor Peter B. Wells. In essa si legge che Sua Santità è grato per il delicato gesto eccetera, che invita a proseguire nell’opera eccetera e si conclude con la benedizione apostolica “alla famiglia” (quale famiglia? Boh!).
Naturalmente le pedagoghe perseguitate hanno dato grande risalto a questa missiva, che denota finalmente un’apertura della chiesa verso le famiglie (al plurale, ovvio), la volontà di dialogo e non di condanna, bla bla bla. Da notare che le pedagoghe si erano premurate di scrivere a Bergoglio che nei loro libri non si parla di gender, non si parla di sesso, non si parla di nulla che possa turbare l’infanzia. Insomma, parole in perfetta sintonia col nuovo corso della propaganda omosessualista: “la teoria del gender non esiste. Ciò che esiste è l’educazione alla tolleranza”.
Risultato di tutto ciò: “Il Pontefice benedice le due editrici lesbiche”. Questo è uno dei titoli più ad effetto, ma potete leggerne diversi altri, più o meno sulla stessa linea. In calce indichiamo i link di diversi giornali on line.
Cerchiamo di non essere precipitosi e ragioniamo su tutta la vicenda:
  • Anzitutto, sappiamo bene che ogni giorno arrivano alla Santa Sede migliaia di lettere. È ovvio che il Papa non è materialmente in grado di gestire questa enorme massa di corrispondenza.
  • Una sezione della Segreteria di Stato si occupa proprio del disbrigo della corrispondenza indirizzata al Papa.
  • Le risposte sono molto spesso di tipo standard. Il “ringraziamento per il gesto delicato” è abituale a fronte di invio di omaggi.
Naturalmente si presume che il personale addetto all’esame della corrispondenza e alle risposte legga con attenzione ciò che riceve e sia in grado di valutarlo. Il compito è molto delicato, perché le risposte sono fatte – ci si scusi l’espressione commerciale – per ordine e conto del Papa.
Ciò detto, può accadere che per imprudenza, imperizia, negligenza, anche i libri di propaganda omosessualista inviati da due lesbiche, con relativa lettera di accompagnamento, finiscano in un gran calderone di “risposte standard”. Un errore gravissimo, certamente, dal quale possono poi derivare i titoli ad effetto che abbiamo visto: “Il Pontefice benedice le due editrici lesbiche”.
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D’altra parte è anche impossibile non restare colpiti, e turbati, da alcune coincidenze:
  • Una notizia di questo tipo si inserisce, con la delicatezza di un rinoceronte alla carica, proprio mentre è vivissima la polemica contro la “Legge sulla Buona Scuola” che di fatto introduce l’educazione al “gender” nelle scuole (lo abbiamo ampiamente dimostrato con le analisi di Elisabetta Frezza e di Patrizia Fermani sul testo di legge).
  • Molti vescovi si sono chiaramente schierati in difesa della legge governativa, addirittura sconfessando chi cerca di organizzare scuole parentali (Abbiamo parlato della diocesi di Padova, ma purtroppo non è l’unico caso).
  • Il Sinodo sulla famiglia è ormai prossimo e sappiamo bene le posizioni ereticali di diversi prelati, peraltro mai tacitati da Bergoglio, ma anzi invitati alla “paressia” (parola attualmente di gran moda).
In questo quadro, dove c’è di tutto, salvo la chiarezza, pensiamo che una precisazione da parte della Santa Sede sia doverosa e urgente.
La Santa Sede smentisce le notizie apparse oggi su molti siti di organi di informazione?
La Santa Sede conferma che si è trattato di un clamoroso scivolone della Segreteria di Stato?
Padre Lombardi, si faccia sentire. Con urgenza, perché notizie di tali gravità impongono chiarimenti urgenti, netti, decisi.
Naturalmente se questi chiarimenti non ci saranno saremo moralmente autorizzati a tirare le conclusioni del caso.
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Alcuni dei siti che riportano la notizia:

Il Papa benedice i libri gender. All'autrice scrive: "Vai avanti"

Bergoglio difende i libri che raccontano le famiglie omosessuali ai bambini che il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, aveva deciso di bandire dalle scuole

"Mi ha auspicato ad andare avanti e mi ha impartito la benedizione". La benedizione alla teoria gender.
Papa Francesco stupisce ancora, scrivendo una lunga missiva all'autrice dei libri che il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, voleva bandire dalle sue scuole. Dopo il Sinodo sulla famiglia che rischia di dividere in due la Chiesa, il papa si schiera ancora dalla parte delle coppie omosessuali.
Francesca Pardi, fondatrice con la compagna Maria Silvia Fiengo, della casa editrice per bambini Lo Stampatello, è l'autrice dei libri come "Piccolo Uovo", "Piccola storia di una famiglia: perchè hai due mamme?" e "Qual è il segreto di papà?". Ha raccontato di aver ricevuto una lettera da Bergoglio che la incitava ad "andare avanti" sulla sua strada. "Piccolo uovo" ha vinto nel 2012 il Premio internazionale della letteratura per l'infanzia Anderson e parla della storia di due pinguini (maschi) che adottano e crescono un piccolo rimasto orfano. "Auspico che tu vada avanti", ha scritto Francesco nella sua lettera in difesa dell'autrice gender.
La lettera arrivata alla Pardi è firmata da monsignor Peter B. Wells per conto del Santo Padre. "Spero - ha detto l'autrice - che questo gesto avii un cambiamento di toni sul tema delle famiglie "altre", un maggiore rispetto per le persone come me in un momento in cui ci sentiamo oggetto di una crociata". Insomma, la lettera del papa benedice i gender. Questo è quello che - a sentire le parole della Padri - emerge dalla lettera. Un nuovo episodio in cui Bergoglio sembra rompere la tradizione della Chiesa e schierarsi, invece, con la "modernità".
La Pardi aveva mandato a giugno al Papa un intero catalogo dei suoi libri, sperando li potesse leggere. Evidentemente l'ha fatto: "Non troverebbe, tra queste pagine - aveva scritto l'autrice a Bergoglio - neanche l'ombra di quella teoria del gender di cui questi libri sarebbero lo strumento principale: dov'è che diciamo ai bambini che possono scegliere il proprio genere? dove parliamo loro di sesso?". Ma il racconto delle famiglie omosessuali ai bambini piccoli significa parificare nel periodo educativo la famiglia tradizionale con le coppie omosessuali, una scelta educativa che spetta alle famiglie.
"A un bambino non puoi chiedere di fare queste cosa qua - aveva detto Luigi Brugnaroquando decise di bandire queste "favole arcobaleno" dalle sue scuole - genitori poi sono liberi di fare le loro scelte. Parlarne è possibile nei convegni, negli ambiti della cultura. Poi la libertà di scelta degli adulti deve essere massima. Il bambino deve trovarsi a scuola in un ambiente sereno e tranquillo, dopodiché nelle loro case chiameranno i genitori papà 1 e papà 2, mamma e mamma 2. Possono fare quello che vogliono. Noi - ha concluso - incoraggeremo tutto ciò che vuol dire integrazione, ma dobbiamo pensare anche alla maggioranza delle persone. Io non me la dimentico di sicuro".
Ma a lui il Papa non ha inviato nessuna lettera di congratulazioni. Troppo in linea con la tradizione.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-benedice-i-libri-gender-allautrice-scrive-vai-avanti-1164130.html

Autrice “gender” scrive al Papa, lui: “Vada avanti”
Posted By Gea Ceccarelli On 28 agosto 2015 @ 08:56 In Cronaca,Notizie principali,Società e Sociale | No Comments
pardi[1]Redazione– Mentre tra i genitori italiani gira la "bufala" del gender insegnato a scuola e poco dopo che il sindaco di Venezia, Brugnaro, ha messo all'indice tutti i libri che, a suo dire, fanno propaganda di genere, Papa Francesco compie l'ennesimo smacco agli ultracattolici.
A darne notizia Francesca Pardi, fondatrice con la compagna Maria Silvia Fiengo, della casa editrice per bambini Lo Stampatello, e autrice di libri come Piccolo Uovo, Piccola storia di una famiglia: perché hai due mamme? e Qual è il segreto di papà? che, appunto, a Venezia sono stati banditi dalle scuole e che, altrove, vengono visti con sospetto.
Lei, però, non si è arresa e ha deciso di scrivere direttamente al Pontefice, inviando anche un catalogo della casa editrice, e spiegando: ''Non troverebbe, tra queste pagine neanche l'ombra di quella teoria del gender di cui questi libri sarebbero lo strumento principale: dov'è che diciamo ai bambini che possono scegliere il proprio genere? dove parliamo loro di sesso?"
Ora, la risposta, firmata da mons. Peter Wells per conto di Papa Bergoglio. Pardi rivela che, nella missiva, il Pontefice le dà la sua benedizione e la invita ad "andare avanti". 
"Sperando – dice l'autrice – che questo gesto avvii un cambiamento di toni sul tema delle famiglie 'altre', un maggiore rispetto per persone come me in un momento in cui ci sentiamo oggetto di una crociata'' 

Article printed from ArticoloTre: http://www.articolotre.com
URL to article: http://www.articolotre.com/2015/08/autrice-gender-scrive-al-papa-lui-vada-avanti/

"Lo scopo della teoria gender? Vogliono ridurre la popolazione"

Padre Carbone, espulso dal Meeting di Cl per le sue posizioni sui gay, spiega: "Basta guardare gli animali in stalla per capirlo"


Padre Giorgio Maria Carbone, il sacerdote "epurato" dal Meeting di Rimini per le sue posizioni sulle coppie omosessuali, ha una teoria ben precisa sulle teorie gender.
Ne ha colto lo scopo camminando in montagna e chiacchierando con un allevatore.
Crede, infatti, che attraverso la diffusione dei rapporti tra persone dello stesso sesso si arriverà alla "riduzione della popolazione secondo un piano malthusiano".
"Le farò un esempio banale che penso renda l’idea - spiega in una intervista al settimanale cattolico Tempi - una decina di giorni fa mi trovavo in montagna a Siusi e mi è capitato di parlare con un contadino proprietario di una stalla e di un pollaio. Questi mi diceva: 'Qui la prospettiva del gender non attacca. I miei figli vivono a contatto con gli animali e sanno benissimo che se le cose stessero diversamente da come stanno, nel giro di poco, noi la stalla e il pollaio non li avremmo più'". A causa di queste idee padre Carbone è stato messo a tacere dagli organizzatori del Meeting di Comunione e Liberazione. Da un giorno con l'altro è stato, infatti, sospeso l'incontro sulla teoria gender che il domenicano era stato chiamato a tenere in uno stand. A far cambiare idea ai ciellini sono state le posizioni di padre Carbone sulle coppie omosessuali. Durante una delle conferenze aveva, infatti, citato i dati di una ricerca danese secondo cui le coppie omosessuali soffrono maggiormente di patologie cardiache e, quindi, hanno un maggior tasso di mortalità. "Questa ricerca non è 'una teoria di padre Carbone", spiega il sacerdote nell'intervista a Tempi citando uno studio dell'International Epidemiological Association.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/scopo-teoria-gender-vogliono-ridurre-popolazione-1164124.html
Ai catto-gender piacciono i giochi di parole
di Roberto Marchesini28-08-2015
Gender creation
"Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana..."
Così cominciano gli episodi della serie Star Wars, nei quali si narra di come i senatori della repubblica (galattica) si uniscano – sempre con ottime e legittime ragioni – al «lato oscuro della forza»; e di come i cavalieri jedi, monaci guerrieri al servizio della pace e della giustizia, vengano braccati e sterminati uno ad uno, e i superstiti ridotti a vivere in clandestinità.
Come ci informa Stefano Fontana (clicca qui) la Diocesi di Padova scende in campo sull'ideologia di genere (clicca qui). Per combatterla? No! Per combattere «posizioni preconcette e barricate ideologiche», fermare «inutili, se non nocivi, allarmismi», ripristinare la fiducia nelle «competenti autorità ministeriali» e impedire che i ribelli abbiano possibilità di diffondere le loro ragioni («Chiediamo, pertanto, che quanti nella Diocesi di Padova hanno in animo di organizzare dibattiti o incontri su tale questione abbiano a confrontarsi con l’Ordinario diocesano, i competenti Uffici pastorali e, per quanto riguarda le connessioni con l’ambito scolastico, l’Ufficio diocesano di pastorale dell’educazione e della scuola»).
Questo editto fa riferimento al «contributo di Chiara Giaccardi Non solo ideologia: riappropriamoci del genere, pubblicato su Avvenire del 31 luglio u.s., che offre una equilibrata lettura del tema, sotto tutti i profili», che i lettori della Bussola già conoscono (clicca qui).
Perché dedicare altro spazio a queste posizioni, già riprese e commentate su questo media? Per un motivo molto semplice: esse ci mostrano come si evolve la strategia comunicativa di chi vuole «riappropriarsi del genere».
Ricorderete il primo (primitivo) argomento utilizzato per contrastare le reazioni all'ideologia di genere: essa «non esiste!» (clicca qui).
Bene, adesso esiste, ma «è alquanto complessa: in essa vengono ricondotte varie teorie frutto dell’elaborazione di diverse correnti di pensiero», ci dicono dalla Diocesi di Padova; «[...] gli studi di genere sono diversificati al loro interno; hanno dato importanti risultati e molti possono ancora favorirne in termini di giustizia sociale; non sono esclusivamente né principalmente focalizzati sulla questione del 'genere sessuale come scelta' che prescinde dalla natura», istruiva la professoressa Giaccardi nel già citato articolo; «Il punto nodale della questione – già indicato in diverse occasioni su queste colonne, e che Giaccardi sottolinea molto bene – è che non esiste 'una' teoria del gender, ma tutta una costellazione di temi, che vanno dal sociologico allo psicologico, dallo storico al giuridico, dal religioso al filosofico, dal politico al sociale, dall’etnologico al biologico», facevo eco il professor D'Agostino.
In sintesi, esisterebbero diverse teorie del gender. «Non bisogna però cadere nell’errore della 'cattiva sineddoche': prendere una parte del dibattito, la più discutibile, come il tutto e buttare il bambino con l’acqua sporca», spiegava la professoressa Giaccardi. Quindi bisogna distinguere il grano dal loglio, e salvare il buon frumento delle teorie del gender: «Gli studi di genere [...] hanno dato importanti risultati e molti possono ancora favorirne in termini di giustizia sociale».
Prendiamo dunque sul serio l'invito della professoressa Giaccardi e sciogliamo questa “cattiva sineddoche”. Sulla questione femminile distinguiamo tre filoni fondamentali.
Il primo è la (ora scomoda) antropologia cattolica. Come spiega in maniera chiara Ignace Meyerson (Psicologia storica, Nistri-Lischi 1989), è stato il cristianesimo ad inventare il concetto di persona. La parola “persona”, nata ad indicare dapprima una maschera teatrale, poi un personaggio, è passata ad indicare l'essere umano, individuo e dotato di ragione, in seguito alle discussioni sulla Santissima Trinità. Persona è innanzitutto Dio, Cristo e, per analogia, l'essere umano.

Il concetto di persona non deve essere dato per scontato. Ancora oggi si fa di tutto per dire che l'embrione è un essere umano, ma non persona (altrimenti l'aborto sarebbe un omicidio); Mario Palmaro ci informa (Ma questo è un uomo, San Paolo 1996) che il 6 marzo 1857 la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilì che «i negri, a norma delle leggi civili, non sono persone»; nelle civiltà non occidentali il concetto di persona è sconosciuto (si pensi alle culture nei quali l'essere umano esiste solo in funzione del clan o della tribù) o stenta ad affermarsi (pensiamo all'Estremo Oriente, nonostante l'occidentalizzazione occorsa durante il secolo scorso).

Se l'umanità conosce il concetto di persona lo deve al cristianesimo. E, se le donne sono considerate esseri umani, lo devono al cristianesimo. Nell'antica Roma, ad esempio, le donne non avevano un nome proprio, ma solo il nome della gens (della famiglia): Cornelia, Lucrezia, Flavia, Claudia... Proprio così: le prime, più efficaci e durature lotte per l'emancipazione femminile si devono ai discepoli di Colui che si intratteneva con le donne, persino eretiche o di facili costumi, trattandole da persone, e non da cose. Queste lotte non sono terminate con l'affermazione del cristianesimo, anzi: l'emancipazione femminile ha avuto forse il suo momento più alto con l'affermazione della Cristianità, durante il vituperato Medioevo. Lo dimostrano gli studi della storica francese Régine Pernoud (La donna al tempo delle cattedrali, Rizzoli 1986).

Il Magistero si è occupato della questione femminile, soprattutto con Giovanni Paolo II (Mulieris dignitatem, 1987; Lettera alle donne, 1995). É stato Giovanni Paolo II a lanciare la locuzione ecclesiale “nuovo femminismo”. Attenzione: “nuovo” femminismo, cioè un femminismo diverso da quello liberale; e ha lanciato questa locuzione al termine dell'enciclica Evangelium vitae (§ 99), dedicata alla tutela della vita nascente.
Il secondo filone è rappresentato dal femminismo liberale. Nato durante la Rivoluzione Francese con Olympe de Gouges e Mary Wallstonecraft, il primo femminismo è essenzialmente liberale, perché vuole uguali diritti per individui diversi. L'uomo e la donna sono infatti essenzialmente diversi, anche se la società deve riconoscere loro l'uguaglianza giuridica. Il femminismo liberale ebbe il suo massimo sviluppo con il movimento delle “suffragette”, così chiamate perché volevano l'estensione del diritto di voto (il suffragio) alle donne. A questo femminismo (non al “nuovo femminismo” di Giovanni Paolo II) si rifanno le “femministe della differenza” (da una locuzione della filosofa belga Luce Irigaray).
Il terzo filone è quello del femminismo radicale. Raggiunti gli obiettivi prefissati (più per merito delle Guerre Mondiali che delle lotte femministe), nella seconda metà del dopoguerra il movimento femminista si trovò davanti ad un bivio: sciogliersi o darsi nuovi obiettivi. In questo momento nacque il femminismo radicale (o lesbico), distinto dal femminismo liberale perché non chiedeva più uguali diritti per individui diversi, ma uguali diritti per individui uguali. Caratteristica di questo modello di femminismo è infatti la negazione della differenza tra uomo e donna. Partendo dagli scritti della filosofa bisessuale Simone de Beauvoir, le femministe radicali (le principali sono tutte con orientamento omosessuale) utilizzarono lo strutturalismo per rifiutare, negare ogni differenza non biologica tra uomini e donne, rubricandola come «socialmente costruita». Questo è il nocciolo dell'attuale ideologia di genere, e questo è ciò che distingue l'antropologia cattolica, il femminismo liberale e le teorie del gender. La negazione di qualsiasi differenza non biologica tra i due sessi è il tratto distintivo di questo filone, e non si ritrova negli altri.
Abbiamo quindi distinto i diversi pensieri che si sono occupati della questione femminile, così come ci è stato richiesto. L'esito l'abbiamo visto. Possiamo dunque concludere che rubricare come «studi di genere» ogni pensiero che si sia occupato dell'emancipazione femminile è una cattiva sineddoche: prendere una parte del dibattito, la più discutibile, come il tutto e salvare l'acqua sporca con il bambino. Un conto è l'antropologia cristiana, un conto il femminismo liberale, un altro l'ideologia di genere. Confonderle significa rendere un cattivo servizio alla verità.
Cosa c'entrano, dunque, i senatori della repubblica (galattica) e i cavalieri jedi citati all'apertura di questo articolo? Niente, solo un'associazione bislacca che mi è venuta in mente mentre riflettevo su queste cose... Comunque che la Forza sia con noi.

8 commenti:

  1. L'impostura alla luce del sole, infine. Sorgi o Signore, e distruggi il demoniaco traditore argentino! Sia maledetto!

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    1. Benedite, non maledite!..
      E' il miglior consiglio di NSGC.
      E' arduo ma efficace, perché ci pensa Lui!

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    2. Riconosco la prudenza e cristiana bontà del suo consiglio. Ma anche Nostro Signore prese a botte i mercanti del tempio.

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  2. Attenzione ad essere precipitosi, c'è infatti il pericolo di incorrere nell'ingiuria e nel giudizio temerario. Da quanto risulta per ora vi è solo la testimonianza delle perversa scrittrice e, fosse anche vero quanto afferma, resta da vedere se il Bergoglio(che è furbo, assai furbo) sia o meno al corrente di tale missiva. Infatti, con la tensione in vista del Sinodo non penso che Bergoglio abbia alcun interesse a scoprire le carte prima del tempo opportuno! Attenzione, il giudizio quanto alle persone può e DEVE esserci ma solo e soltanto oltre ogni ragionevole dubbio!

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    1. Lei ha ragione, ma io dubbi su Bergoglio non ne ho più.

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    2. Non mi riferivo a Bergolgio(persona) sul quale solo Dio può emettere un giudizio. Mi riferivo al giudizio sulla responsabilità di Bergolgio in questa singola circostanza. Giudichiamo i fatti NON le intenzioni. Mi crede è mooolto ma molto meglio inchiodare qualcuno ad una oncreta responsabilità, denigrandolo o sospettandolo per partito preso si rischia di fare il suo gioco! Serenità, dopotutto prima di essere il Papa Bergoglio è pur sempre un fratello per il quale Cristo ha sparso il proprio sangue, non crede?

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    3. errata corrige: 1) voglio chiarire che il giudizio deve riguardare la persona quanto all'operato. Ovvero deve avere per oggetto un'azione la cui responsabilità è indiscutibilmente ascrivibile a tizio piuttosto che caio
      2) Tizio o Caio non vanno giudicati per il fatto di essere tizio o caio bensì per la condotta posta in essere. Se tizio ruba, tizio è ladro perché ha rubato la tal cosa non è ladro e basta e dopo aver pagato
      quanto dovuto(risarcimenti o carcere) non è più ladro anche se in passato ha rubato la tal cosa.
      3) "prima di essere PRESUNTO papa"

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  3. mah! su questo fosse vero non ci resta che pregare fervorosamente il Signore perchè non ci lasci in balia del "male"!!

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