Operazione Loggia, l'abbraccio tra Chiesa e Massoneria
L'immagine del Cristo
creatore utilizzato nelle miniature medievali e che la Massoneria
strumentalizza
L’immagine che ha destato più scalpore è il Cristo col
compasso. Si parla di compasso e si pensa alla Massoneria. Infatti i
grembiulini siciliani ne hanno approfittato subito e per pubblicizzare
l’incontro, unico per certi versi, tra Chiesa e logge del Grand’Oriente, hanno
utilizzato proprio quell’immagine del Cristo ricurvo intento a disegnare il
mondo. Ovviamente l’immagine è del ‘200, raffigura il Dio creatore in imago
Christi ed è una miniatura medievale ad illustrazione del della Bible
moraliseè, la cosiddetta biblia pauperum, di cui quell’immagine è frontespizio.
Non c’entra nulla con la Massoneria che avrebbe fatto capolino sulla scena solo
400 anni dopo, 300 anni fa. Ma le logge se ne sono appropriate per portare
avanti l’idea che ci potesse essere una sorta di avvicinamento, o di
compatibilità tra l’essere massone e cattolico al tempo stesso. Compatibilità
che la Chiesa ha invece sempre rifiutato, sdegnata e risolutamente ferma con
innumerevoli encicliche, dichiarazioni e atti ufficiali.
Invece è tornata fuori. Complice l’evento che si svolgerà a
Siracusa il 17 novembre prossimo nel salone Borsellino di piazza Duomo con
organizzatore il Grande Oriente d’Italia e ospite d’onore un vescovo e un
monsignore teologo. Se l’immagine era provocatoria, ancor di più lo è il
titolo: “Chiesa e Massoneria. Così vicini, così lontani?”. Titolo ambiguo, e
non solo per il punto interrogativo, ma perché se è vero che sulla lontananza
non c’è granché da discutere, è sulle ragioni della vicinanza che l’interesse
si fa più acceso e i sospetti più scuri. A parlare con gran maestri e
venerabili del Grande Oriente, ci saranno il vescovo di Noto Antonio Staglianò
e monsignor Maurizio Aliotta dell’Arcidiocesi di Siracusa.
Ovviamente sui siti la cosa è esplosa, le telefonate di
protesta in diocesi sono arrivate e i siti ne hanno parlato. Un abbraccio
mortale nei confronti di un'associazione condannata dalla Chiesa più e più
volte e definita senza mezzi termini inimica vis? Un’organizzazione che, anche
nel sud Italia ha a che fare con il potere, spesso occulto e che, tra riti e
fratellanze ha sempre avuto un aspetto esoterico mai compiutamente noto? Oppure
un dialogo sincero portato avanti nella verità? La Nuova BQ lo ha chiesto ad
uno dei diretti interessati, ponendogli la domanda più semplice: la lontananza
è facile da immaginare, ma la vicinanza su che cosa si basa?
“Non ho scelto io il titolo – spiega Staglianò alla Nuova BQ
– sono stato interpellato per un dibattito culturale e quando ho accettato sono
andato a rileggermi quell’articolo del cardinal Ravasi sul Sole 24 Ore in cui
si chiedeva di andare oltre i pregiudizi. Ravasi fece in quell’occasione una
recensione ad un libro sulla Massoneria e delineava bene quali fossero i punti
di contatto tra Chiesa e logge”.
Chiediamo quali. La risposta non si fa attendere: “Ravasi,
citando quel libro, indicava il comunitarismo, e qui immagino intendesse
l’opposizione all’individualismo esacerbato, l’antimaterialismo, laddove si
accenna ad una certa idea di spiritualità e poi accennava alla filantropia,
cioè all’aspetto solidaristico”.
Ovviamente per ognuna di queste istanze la Chiesa ha già
dato una risposta negativa, ad esempio indicando in questi tentativi di
avvicinamento il rischio di una metodologia relativista e deista, ma ormai il
processo di abbraccio è avviato e lo testimonia un contributo esterno su
Avvenire in cui si fa riferimento a uno “scandaloso” dialogo, dove le
virgolette giustapposte a scandaloso danno il segno che qualche cosa da
sdoganare ci dovrà pur essere per stare al passo coi tempi e “intraprendere
percorsi autentici di servizio al bene comune e all’impegno trasparente e
responsabile per la giustizia sociale”. Ovviamente nel quadro di una
inconciliabilità di fondo, che però...grazie al dialogo. Insomma: da cosa nasce
cosa.
Secondo Staglianò il criterio di fondo che animerà la sua
partecipazione è quello delineato da San Giovanni XXIII nel celebre “cerchiamo
più quello che ci unisce piuttosto che quello che ci divide”. Bene, nonostante
le innumerevoli condanne, culminate nelle encicliche di Leone XIII Humanum
genus e nella lettera Inimica vis e poi fino ai giorni nostri con l’ultima
dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della fede nel 1983, la
Chiesa ha condannato la Massoneria “ma questo non significa che non si possa
dialogare con loro ad esempio se questi massoni dovessero organizzarsi per
lottare contro l’ingiustizia”.
Ma è alla domanda su quale sia il bene comune portato avanti
dalle logge oggi, nell’anno del Signore 2017, che Staglianò ammette la sua
“incompetenza”: “Guardi, io non so nulla di Massoneria, mi sto documentando ora
con la Dichiarazione della Cdf e credo che su questo, cioè sulla condanna delle
tesi massoniche, non si possa avere un’opinione diversa. Dirò di più: è la
prima volta che mi trovo a dover parlare con personaggi della Massoneria e
credo che inizierò la mia trattazione proprio dal saggio di Hans Kung sul
Flauto Magico di Mozart, il quale era massone e cristiano al tempo stesso, però
non possiamo non tenere conto della Chiesa come istituzione burocratica
all’epoca del genio di Salisburgo. O no?”
Difficile pensare che un vescovo del calibro di Staglianò
possa essere un incompetente in materia. E’ invece tutt’altro che uno
sprovveduto, teologicamente molto attrezzato, ad esempio il suo libro su Gioacchino
da Fiore ha avuto successo tra gli addetti ai lavori. In più è quel genere di
vescovo brillante e sagace, che ama cantare Mengoni o Francesco Gabbani con lasua Amen, dove trovare una teologia popolare a portata di tutti: "Cala il
vento nessun dissenso di nuovo tutto tace, ditemi se non c’è ottima teologia in
questo verso?".
Infatti il suo dichiararsi ignorante in materia massonica
serve – dice lui - a far esaltare il messaggio cristiano: “La materia che
conosco bene è il cattolicesimo, come potrei essere strumentalizzato? In questi
giorni ho ricevuto molte mail di scandalo per la mia partecipazione, anche per
l’immagine della locandina, ma io non mi scandalizzo: forse che anche Ario non
ha attribuito a Gesù caratteristiche cosmogoniche da demiurgo? Semmai l’errore
di Ario è stato quello di non aver attribuito al demiurgo le caratteristiche di
Dio”.
Così si delinea il senso della sua partecipazione: “Non farò
altro che fare come Gesù che andava dai pubblicani e dalle prostitute,
annuncerò Cristo, il kerygma, l’annuncio cristiano, poi saranno loro, i
massoni, a stabilire quanto sono lontani o vicini da questo annuncio. Dirò
perché non potrò mai essere massone, altro che essere accusato di cercare
agganci con loro, che modo stupido, superficiale e integralista di affrontare
le cose! Io voglio soltanto dare fiducia, rendere ragione della speranza che è
in me, mettere in atto quello che chiede Papa Francesco quando dice di uscire
verso le periferie esistenziali e la Massoneria mi sembra che lo sia. E poi
saranno stati travolti anche loro dalla secolarizzazione, per questo dico che
se dialogo deve esserci questo va fatto approfondendo le differenze e se
possibile trovare qualche vicinanza, ma non tocca a me trovarle perché sarebbe
una vicinanza nella distanza abissale che pure esiste tra di noi”.
Inutile dunque citare le invettive più critiche dell’Humanum
genus dove si sottolinea lo scopo “essenzialmente malvagio e la natura di tali
sette” tanto che “non può essere lecito aiutarle in qualsivoglia maniera” anche
perché a fronte di obiezioni del genere si ripeterà che “io sono un vescovo
della Chiesa cattolica nato nel 1959 e cresciuto con le affermazioni del
Concilio Vaticano II. Non posso più citare il Sillabo per parlare di progresso
e allora, con tutto il rispetto per Leone XIII, parlerò invece di Paolo VI e
San Giovanni Paolo II”.
Si riparte dunque dal Kerygma, dall’annuncio cristiano che
Staglianò promette di fare il 17 novembre ai massoni. Anche se restano tutte le
ambiguità di fondo dell’”Operazione loggia”: nell’annuncio, nel kerygma, è già
contenuta una capacità di giudizio sulla realtà. Come può esserci annuncio se
si ammette di non conoscere nulla della realtà con la quale si dialoga? Se San
Paolo avesse detto di non conoscere nulla dei pagani cui andava a fare
l’annuncio del Risorto e si fosse lasciato trasportare da “quello che ci
unisce” come sarebbe stato credibile agli occhi dei corinzi, ad esempio? Non
sarebbe diventato che un annuncio astratto, svuotato, senza uno sguardo deciso
sulla realtà, in definitiva, relativista. Invece la forza del kerygma risiede
proprio nella sua capacità di leggere tutta la realtà, senza infingimenti di
sorta.
Intanto però dopo anni di silenzio e di assenza di studi
organici da parte della Chiesa sulla Massoneria e di come questa abbia preso
sempre più potere nelle democrazie occidentali fino a dettarne l’agenda e
sposando le cause della rivoluzione antropologica, il dossier Massoneria fa di
nuovo capolino, ma inserito già nell’ottica della dittatura del dialogo, nel
percorso obbligato del “salvare il salvabile” di un rapporto che la Chiesa ha sempre
definito impossibile proprio perché foriero di rischi per la fede del popolo.
Ed è con la scusa del dialogo, parola che evangelica non lo è mai stata, che
dopo i Radicali, dopo i protestanti, dopo gli atei anticlericali e dopo le
elite plutocratiche, la Chiesa si affaccia a sdoganare l’ultimo tabù, quello
delle logge un tempo nemiche e oggi soltanto diverse.
Andrea Zambrano
La Massoneria del Grande Oriente
d’Italia tra dialogo ed esoterismo
(di P. Paolo M. Siano) Il Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani (GOI) è la più antica Obbedienza (Gran Loggia) massonica italiana, fondata a Milano nel 1805 all’interno della Massoneria del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato del 33° ed ultimo grado (RSAA).
Attualmente il GOI è giuridicamente indipendente dal Supremo Consiglio RSAA e amministra i Tre Gradi di Apprendista, Compagno, Maestro. Comunque molti Maestri Massoni del GOI sono anche membri del RSAA.
Pochi mesi fa, su Corrispondenza romana, ho pubblicato un breve articolo sulla formazione iniziatica ed esoterica riscontrabile nel GOI (https://www.corrispondenzaromana.it/per-il-bussante-del-grande-oriente-ditalia-iniziazione-e-gnosi/).
Alcuni amici mi hanno chiesto di tornare sull’argomento dato che il 12 novembre p.v., a Siracusa, ci sarà un dibattito dal titolo Chiesa e Massoneria, così vicini così lontani? cui parteciperanno alcuni esponenti del GOI a livello nazionale, regionale e locale, l’Arcivescovo di Siracusa e il Vescovo di Noto.
Dove si vuol arrivare con quel dibattito? L’ago della bilancia penderà sul “così vicini” o sul “così lontani”? O una “via di mezzo”? È risaputo che da 50 anni si susseguono tentativi massonici ed ecclesiastici (a volte discreti e riservati, a volte espliciti e pubblici) di avviare dialoghi o forme di reciproca collaborazione… Liberi di dialogare. Ma poiché è bene sapere con chi si dialoga, è doveroso scrutare il mondo massonico.
L’ambiente laicista ed esoterico del GOI, dall’Ottocento a oggi, promuove (o, almeno, non-ostacola) tutto ciò che si oppone ai dogmi di fede e di morale della Chiesa Cattolica. Ad esempio, si pensi a: divorzio, laicismo socio-politico, scuola a-confessionale, aborto, contraccezione, Pacs, gay pride, eutanasia, forse anche il gender.
Il GOI nasce nel 1805 all’interno del RSAA. Nella Bolla di Fondazione del Supremo Consiglio del RSAA d’Italia, i fondatori massoni del 33° grado spiegano che essi costituiscono tale Supremo Consiglio anche perché in Italia «le Alte Scienze mistiche, alla cui conoscenza i Massoni aspirano ardentemente, non possono essere comunicate, né convenientemente approfondite, perché l’insegnamento non è stato ancora organizzato in Italia» (L. Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d’Italia del Rito Scozzese Antico ed Accettato Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi, Foggia 2004, p. 25).
Cosa sono quelle «Alte Scienze mistiche»? Forse un aiuto a rispondere ce lo dà il massone Francesco Brunelli († 1982) che su Rivista Massonica (GOI), n° 8 del settembre 1971, scriveva: «Negli Statuti del Grande Oriente di Francia (1804, t. I, fasc. 4, pag. 369) così è scritto: “Fra i diversi Riti di cui si sono occupati, da tempi immemorabili, i Massoni più istruiti e più convinti intimamente che la loro perseveranza nei loro lavori deve accrescere il numero delle loro conoscenze e farli pervenire alle alte scienze, il Rito degli Eletti Cohens è quello che ha conquistato il maggior numero di allievi e che conserva il segreto dei suoi misteriosi lavori con la massima accuratezza…”» (p. 432).
Gli Eletti-Cohens erano, e sono, un ordine massonico o “paramassonico” dedito alla teurgia (cf. ivi, p. 434), ossia magia “angelica” tesa a reintegrare l’Uomo nello Stato Edenico Primordiale…Sono queste le «Alte Scienze mistiche» del RSAA? Il Francesco Brunelli sopracitato (da non confondere con un omonimo massone vivente) era membro del GOI, martinista, kremmerziano, “Vescovo” Primate della Chiesa Gnostica, Gran Jerofante dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis-Misraim (APRMM). L’APRMM, dedito ad Alchimia, Cabala, teurgia, evocazioni, magia “egiziana”, è uno dei 5 Riti praticabili dai Maestri Massoni del GOI. Dal 1986/1988 c’è un Protocollo d’Intesa tra l’APRMM e il GOI.
Nel 1973 l’APRMM fu “risvegliato” dal Brunelli nel GOI (http://www.memphismisraim.it/id22.htm). È bene sottolineare che l’esoterismo non riguarda solo una frangia, bensì compenetra tutto il GOI, anche se nell’APRMM esso trova una più intensa esplicazione. Vediamo alcuni brani della Costituzione del GOI promulgata il 31 marzo/1-2 aprile 2006.
Il GOI è «un Ordine universale iniziatico di carattere tradizionale e simbolico» (Art. 1). Il Grande Architetto dell’Universo è un «simbolo iniziatico» (Art. 2). Il GOI segue «l’esoterismo nell’Arte Reale» (Art. 5).
Circa l’iniziazione massonica il GOI afferma che «la qualità iniziatica è indelebile» (Art. 6). I massoni si impegnano «alla ricerca esoterica, all’approfondimento iniziatico ed alla proiezione dei valori muratori nel mondo profano», «a mantenere la discrezione sui Lavori iniziatici» (Art. 9).
Il massone «rifiuta il dogmatismo e non accetta limiti alla ricerca della verità» (Art. 9). Inoltre: «Ogni Loggia, in ciascun Grado, dedica periodicamente una tornata rituale di formazione, di esoterismo, affidandone il compito ad un Fratello preventivamente designato» (Art. 68).
La Loggia è «luogo sacro ed inviolabile» (Art. 17). Per quanto riguarda il Maestro Venerabile e il Gran Maestro, è scritto: «nell’esercizio del suo Magistero iniziatico la sua autorità è sacra ed inviolabile» (Art. 20; Art. 29).
Vediamo qualcosa dei Rituali dei Gradi Simbolici del GOI secondo l’edizione del 1998. Il candidato al 1° grado di Apprendista tiene il ginocchio destro scoperto e il piede sinistro scalzo «per rimarcare il contatto con l’elemento Terra e simboleggiante, con l’andatura claudicante, le difficoltà del cammino di Rigenerazione (Palingenesi)» (p. 35).«Viene precisato che l’Iniziazione deve effettuarsi sotto il Triangolo Sacro formato dall’incontro, sul capo dell’Iniziando, della Spada Fiammeggiante, simbolo del potere iniziatico del Maestro Venerabile, con le spade dei Sorveglianti» (p. 35).
L’Iniziazione comincia nel Gabinetto di Riflessione, uno stanzino angusto e oscuro, simbolo della Terra, dove avviene la morte simbolica cui seguirà «una rinascita, alla Vera Luce spirituale» (p. 37). Il Maestro Venerabile dice tra l’altro al candidato:«La spada che è puntata in direzione del vostro cuore, sempre pronta a punire gli spergiuri, è simbolo del rimorso che vi torturerà se tradirete questa Istituzione Iniziatica della quale volete entrare a far parte, o se ne aveste chiesto l’ammissione allo scopo di servirvi della Libera Muratoria per ottenere vantaggi sociali od economici» (p. 43).
Al 2° grado (Compagno), in Loggia, nel lato di settentrione, c’è «un quadro con la scritta: MOSÉ – PLATONE – ERMETE TRISMEGISTO – PITAGORA – PARACELSO» (p. 71). Il candidato legge ad alta voce quei nomi. Poi il Maestro Venerabile gli dice, tra l’altro: «I nomi che avete letto simboleggiano la continuità, attraverso i tempi, della Tradizione Iniziatica» (p. 77). Mosé, Platone, Ermete Trismegisto (a cui si collega la gnosi e la magia dell’Ermetismo), Pitagora sono personaggi noti. Machi è Paracelso? È il medico Philippus Theophrastus di Hohenheim (1439-1541), detto Paracelso, mago rinascimentale, esperto di alchimia, astrologia (cf. F. Hartmann, Il mondo magico di Paracelso, Edizioni Mediterranee, Roma 1982).
Facile intuire i contenuti della Tradizione Iniziatica. Non esamino la Leggenda di Hiram del Terzo Grado di Maestro Massone. Ci vorrebbe un articolo a parte. Intanto bastano questi pochi e inoppugnabili dati per far capire che massoni & cattolici sono «così vicini» geograficamente ma «così lontani» spiritualmente. Da un lato la Fede, dall’altro la Gnosi.
Nel dibattito di Siracusa, saranno affrontati temi come l’Esoterismo, la Gnosi, l’Iniziazione dei primi Tre Gradi e degli Alti Gradi? Oppure ci si limiterà a parlare dell’anticlericalismo risorgimentale, della stagione conciliare del Dialogo, del superamento di reciproche “incomprensioni”per cooperare al bene dell’Uomo, della Società, dell’Ambiente, ecc.? Attendiamo vigilanti. (P. Paolo M. Siano)
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