L'invasione e l'identità nazionale
Quando ci fu la riforma liturgica, si sollevarono molte proteste. Fu però notato che coloro che facevano più chiasso non andavono a Messa, non erano neppure credenti. Il loro amore per la liturgia era culturale, estetico. Furono inefficaci.
Adesso si grida contro l’invasione musulmana dei migranti in nome dell’identità nazionale, ma i protestatari hanno forse un concetto giusto dell’identità nazionale? Sanno che la nazione italiana è stata forgiata dal cristianesimo? E, secondo loro, dopo il referendum sul divorzio e sull’aborto, il popolo italiano è ancora cristiano? Gli italiani che si sposano in chiesa sono sempre meno, le coppie spesso non fanno battezzare i figli, i genitori sempre più spesso non chiedono l’insegnamento religioso nelle scuole: sono ancora cristiani?
L’identità di cui sembrano gelosi è forse solo culturale, estetica, sportiva, culinaria? Se è così, saranno inefficaci.
Don Ennio Innocenti
Se il padre di Aylan era lo scafista, il corto circuito è assicurato per media e buonismo
“Leader arabi vergognatevi!”. Fu questa la reazione dei social media nel mondo arabo dopo aver ascoltato le parole del padre di Aylan, il bambino di 3 anni annegato e sbattuto nelle prime pagine di tutto il mondo di fronte. Le sue parole furono quelle di un padre che aveva visto un figlio sparire tra le onde, proprio lui che aveva paura dell'acqua e non voleva salire in quell'imbarcazione.
Ma chi c'era a guidare la barca affondata davanti a Bodrum in Turchia?
Proprio lui, Abdullah Kurdi, il padre del bimbo siriano simbolo dell'emergenza immigrazione, del dramma dei profughi, della solidarietà che non c'è.
Dunque quel corpicino senza vita sulla spiaggia se ha un solo colpevole è suo padre? Questa è l'accusa della testimone diretta della tragedia, una donna che ha compiuto anche lei la traversata perdendo due dei suoi tre figli.
Ora, se fosse confermata la denuncia choc di questa madre e immigrata, sarebbe come l'azzeramento di tutto quello detto fin qui. Non solo. Sarebbe anche il rovesciamento. Cambiano i 'cattivi' e cambiano anche i 'buoni'.
Perchè se davvero Aylan ha incontrato la morte così, beh allora media e buonisti dovrebbero fare davvero mea culpa.
Mea culpa perché sono sempre così sicuri di individuare precisamente la vittima e il carnefice: rifiutando categorie "cattiviste" ne impongono altre altrettanto facilone e superficiali, altro che culturalmente superiori e illuminate.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, il mondo dell'immigrazione non è buono, le zone d'ombra sono numerose e si contribuisce ad alimentarle, dando sommariamente ragione o torto enfatizzando posizioni ed opinioni.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, non esistono la verità e i nemici della verità, ma bisogna sempre cercare la verità.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, quanta superficialità è stata condivisa sui social e sul web? Anche da parte di noi professionisti delle parole, alla ricerca del sensazionalismo e senza cuore (anche quando ci guida la pietà), arroganti spacciatori di ragioni assolute, che poi sono relative?
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, abbiamo sbagliato tutto. Quel bambino non aveva bisogno di essere sbattuto in prima pagina per assicurare ai "buoni" questo simbolo umano della battaglia giusta per i profughi , ma aveva bisogno di persone che lo tutelassero finalmente, come non avrebbe fatto il padre.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, è il simbolo dell'industria della morte altro che della solidarietà.
Quando ci fu la riforma liturgica, si sollevarono molte proteste. Fu però notato che coloro che facevano più chiasso non andavono a Messa, non erano neppure credenti. Il loro amore per la liturgia era culturale, estetico. Furono inefficaci.
Adesso si grida contro l’invasione musulmana dei migranti in nome dell’identità nazionale, ma i protestatari hanno forse un concetto giusto dell’identità nazionale? Sanno che la nazione italiana è stata forgiata dal cristianesimo? E, secondo loro, dopo il referendum sul divorzio e sull’aborto, il popolo italiano è ancora cristiano? Gli italiani che si sposano in chiesa sono sempre meno, le coppie spesso non fanno battezzare i figli, i genitori sempre più spesso non chiedono l’insegnamento religioso nelle scuole: sono ancora cristiani?
L’identità di cui sembrano gelosi è forse solo culturale, estetica, sportiva, culinaria? Se è così, saranno inefficaci.
Don Ennio Innocenti
Se il padre di Aylan era lo scafista, il corto circuito è assicurato per media e buonismo
“Leader arabi vergognatevi!”. Fu questa la reazione dei social media nel mondo arabo dopo aver ascoltato le parole del padre di Aylan, il bambino di 3 anni annegato e sbattuto nelle prime pagine di tutto il mondo di fronte. Le sue parole furono quelle di un padre che aveva visto un figlio sparire tra le onde, proprio lui che aveva paura dell'acqua e non voleva salire in quell'imbarcazione.
Ma chi c'era a guidare la barca affondata davanti a Bodrum in Turchia?
Proprio lui, Abdullah Kurdi, il padre del bimbo siriano simbolo dell'emergenza immigrazione, del dramma dei profughi, della solidarietà che non c'è.
Proprio lui, Abdullah Kurdi, il padre del bimbo siriano simbolo dell'emergenza immigrazione, del dramma dei profughi, della solidarietà che non c'è.
Dunque quel corpicino senza vita sulla spiaggia se ha un solo colpevole è suo padre? Questa è l'accusa della testimone diretta della tragedia, una donna che ha compiuto anche lei la traversata perdendo due dei suoi tre figli.
Ora, se fosse confermata la denuncia choc di questa madre e immigrata, sarebbe come l'azzeramento di tutto quello detto fin qui. Non solo. Sarebbe anche il rovesciamento. Cambiano i 'cattivi' e cambiano anche i 'buoni'.
Perchè se davvero Aylan ha incontrato la morte così, beh allora media e buonisti dovrebbero fare davvero mea culpa.
Mea culpa perché sono sempre così sicuri di individuare precisamente la vittima e il carnefice: rifiutando categorie "cattiviste" ne impongono altre altrettanto facilone e superficiali, altro che culturalmente superiori e illuminate.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, il mondo dell'immigrazione non è buono, le zone d'ombra sono numerose e si contribuisce ad alimentarle, dando sommariamente ragione o torto enfatizzando posizioni ed opinioni.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, non esistono la verità e i nemici della verità, ma bisogna sempre cercare la verità.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, quanta superficialità è stata condivisa sui social e sul web? Anche da parte di noi professionisti delle parole, alla ricerca del sensazionalismo e senza cuore (anche quando ci guida la pietà), arroganti spacciatori di ragioni assolute, che poi sono relative?
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, abbiamo sbagliato tutto. Quel bambino non aveva bisogno di essere sbattuto in prima pagina per assicurare ai "buoni" questo simbolo umano della battaglia giusta per i profughi , ma aveva bisogno di persone che lo tutelassero finalmente, come non avrebbe fatto il padre.
Perché se davvero Aylan ha incontrato la morte così, è il simbolo dell'industria della morte altro che della solidarietà.
11 settembre 2015, Marta Moriconi
Preferenze dei migranti
La maggior parte dei migranti approda in Grecia e in Italia, ma è diretta ai Paesi del Nord Europa; anzitutto perché quei Paesi hanno fama di godere di maggior benessere (i migranti non valutano che proprio lì c’è il maggior numero di suicidi); poi perché quei Paesi esibiscono il maggior declino demografico (i migranti mirano a occupare i vuoti, almeno in seconda generazione); infine perché lì ricevono maggiori aiuti. Forse c’è anche un altro motivo: Italia e Grecia sono ancora troppo cristiani ai loro occhi e i migranti d’oltremare (che per lo più non sono cristiani) hanno più facilità di evitare confronti dove la secolarizzazione è più esibita e il cristianesimo quasi cancellato.
Trahit sua quemque voluptas.
Don Ennio Innocenti
La maggior parte dei migranti approda in Grecia e in Italia, ma è diretta ai Paesi del Nord Europa; anzitutto perché quei Paesi hanno fama di godere di maggior benessere (i migranti non valutano che proprio lì c’è il maggior numero di suicidi); poi perché quei Paesi esibiscono il maggior declino demografico (i migranti mirano a occupare i vuoti, almeno in seconda generazione); infine perché lì ricevono maggiori aiuti. Forse c’è anche un altro motivo: Italia e Grecia sono ancora troppo cristiani ai loro occhi e i migranti d’oltremare (che per lo più non sono cristiani) hanno più facilità di evitare confronti dove la secolarizzazione è più esibita e il cristianesimo quasi cancellato.
Trahit sua quemque voluptas.
Don Ennio Innocenti
I “migranti” cosa vengono a fare da noi? A pagare la pensione a te? Ma davvero? - Lo strano computo della pensione che non c’è...
Nella guerra mediatica in atto, con infiniti talk show ad ogni ora del giorni, e con servizi giornalistici che sono veri e propri imbonimenti della popolazione sotto occupazione militare con l’esercito occupante nascosto nelle campagne e con funzioni di governo demandate a collaborazionisti locali, si sente ora l’argomento pensioni. Finora l’argomento principe per convincere i riottosi, le “bestie”, era di natura etica, morale, religiosa, di carità cristiana... Ma come? Non ti commuovi? Così duro è il tuo cuore? E ti gettano un bimbo morto su una spiagga, una foto che tutti i media dell’Occidente si passano come il pallone nel gioco del calcio... Per la verità, quella foto non mi ha commosso e non so quante persone abbia veramente commosso. Non mi ha commosso perché conosco tante altre foto ben più tragiche, ma che però non hanno avuto lo stesso trattamento mediatico. Sono qui tentato di inserire la foto del parla che alza al cielo il cadavere del suo bambino fosforizzato dall’esercito israeliano, il “più morale del mondo” (e figuriamoci gli altri eserciti!), o sempre in Gaza le foto dei quattro bambini impallinati sulla spiaggia, mentre giocavano, sempre dal più “morale esercito del mondo”. E per restare alla Siria ho notato come per ben due volte (Ballarò, La Gabbia) il conduttore stornava subito il discorso al Leghista che ricordava le sanzioni italiane alla Siria, dove a fare le spese sono sempre bambini cui venivano fatti mancare i medicinali... E si potrebbe scrivere un libro, una enciclopedia, se si volesse fare la raccolta dei casi innumerevoli.
Per convincere, ad “accogliere”, si usa ora anche l’argomento “pensioni”. Sembrerebbe che il problema degli esodati abbia trovato finalmente la pronta e giusta soluzione: scendono dai loro barconi dei poveri disgraziati, con prole pure disgraziata, ma forse ancora inconsapevole della sua condizione e con tutta la forza della speranza (“ci pensa Dio”), scendono dunque e di botto ti risolvono il problema degli esodati o di chi la pensione proprio non ce l’ha... On un qualsiasi libro di scuola si legge che la pensione è salario differito, è una parte del proprio stipendio che viene accantonata e verrà restituita quando si sarà smesso di lavorare. Il patrimonio immenso che nel sistema Italia si è andato così accumulato nel tempo è stato utilizzato dalla classe come un salvadanaio cui attingere per gli impieghi più disparati, a volte anche meritoriamente, ma con soldi altrui. Si univa “previdenza” ed ‘assistenza” e si faceva politica clientelare. Questa era ed è la forma di governo vigente in Italia. Ma ora la cuccagna è finita...
Ed eccola giunta la Divina Provvidenza: i disperati che scendono dai barconi o giungono anche via terra dai binari. Non si tratta dunque della “carità” del Buon Samaritano ma di un lucroso e conveniente affare. Di ciarlatani che raccontano simili storie se ne sentono tanti... Basta seguire i programmi televisivi ad ogni canale. Le varianti possono essere numerose, ma lo schema resta lo stesso: l’«accoglienza» è un affare, non tanto per i Buzzi e Carminati, per gli albergatori che si ritrovano 37 euro per ogni camera vuota, ma per i comuni cittadini, in primis gli esodati o per quei giovani, pochi, la cui assunzione è agevolata - se non erro - proprio dallo sgravio per il datore di lavoro degli oneri contributivi e previdenziali.
Quanto al “clandestino” o “profugo” finalmente “integrato” in un mercato del lavoro come quello italiano che vede la stragrande maggioranza dei giovani disoccupati e senza nessuna speranza di reddito da lavoro, figuriamoci una pensione, è normale che voglia pensare alla sua di pensione se mai avrà un lavoro regolare con annesso diritto alla propria pensione. Credo sia facile una decostruzione della “bufala” mediatica, che ove avesse un qualche fondamento si proietta tuttavia nell’arco di un pià generazioni... Quella attuale che è in “emergenza” ha tutto il tempo per togliere il disturbo... I “cicli” quando davvero sono descrittivi della realtà economica, sociale e politica, non tengono mai conto che difficilmente un essere umano messo sott’acqua sopravvive oltre i cinque minuti di immersione.
Alla prossima puntata: chi vuole può declinare in molti altri modi gli spunti, estemporanei, qui offerti alla riflessione di chi per avventura si trovi qui a leggere. I “migranti”, se mai avranno una pensione nella “Terra Promessa” – inquietante immagine che sempre più i media usano –, sarà la loro pensione, non la nostra che pagheranno.
Immigrazione: fermati in Bulgaria altri 5 jihadisti pro Isis
L’emittente Nova Tv riferisce l’ennesima notizia sconcertante: le autorità bulgare hanno individuato cinque uomini di età compresa tra i 20 ed i 24 anni nei pressi del posto di controllo alla frontiera di Gyueshevo. Gli individui sono stati arrestati da un agente, che avevano appena tentato di corrompere, promettendogli una mazzetta di dollari (mostratagli) nel caso avesse “chiuso un occhio”. Con loro però avevano materiale per l’indottrinamento pro-Isis, sermoni tenuti da jihadisti fanatici ed anche video con decapitazioni, memorizzati sui loro cellulari.
Il Dans, la Sicurezza Nazionale bulgara, ha preso sul serio l’accaduto ed ora sta conducendo un’inchiesta d’intesa col Procuratore regionale di Kyustendil. La stampa locale ha spiegato che il gruppetto di terroristi islamici ha cercato di passare il confine attraverso i boschi servendosi dell’auto di un complice, riuscito a passare dalla Macedonia.
La Bulgaria ha da poco completato il suo percorso di filo spinato, fatto con lame di rasoio e lungo 80 chilometri sul fronte sud-est, quello con la Turchia, per controllare i movimenti di massa dei migranti provenienti dal Medio Oriente e dall’Asia verso l’Europa attraverso la rotta dei Balcani.
A seguito dell’attentato terroristico recentemente sventato sul treno Amsterdam-Parigi, i governi europei stanno pensando di modificare gli accordi nello spazio di Schengen, rivalutando l’opzione di controlli sistematici alle frontiere nella maggior parte dei Paesi membri dell’Ue.
Lo scorso febbraio i servizi segreti turchi, con una nota interna, avevano avvertito la Polizia di oltre 3 mila jihadisti di professione, pronti a giungere in Bulgaria ed Ungheria dalla Siria e dall’Iraq, per poi distribuirsi nel resto d’Europa. Allo stesso modo, a maggio, un consigliere del governo libico aveva preannunciato che membri dell’Isis si erano confusi coi rifugiati imbarcati sui gommoni diretti verso il Continente.
Il leader del partito britannico Ukip, Nigel Farage, ha messo in guardia: «Quando l’Isis ha dichiarato di voler inondare il nostro Continente con mezzo milione di jihadisti islamici, lo pensava veramente e non sarà certo l’attuale politica europea sull’immigrazione e sul diritto d’asilo a fermarlo. Temo che si sia di fronte ad una minaccia diretta per la nostra civiltà, se continuiamo ad autorizzare l’ingresso in Europa ad un numero così grande di persone provenienti da queste regioni del mondo lacerate dalla guerra».
La massoneria ordina all’Ue: accogliere sempre più immigrati
Immigrazione, han detto tutti la loro. Ora anche i massoni, che con un comunicato ufficiale, firmato da ben 28 diverse obbedienze (tra cui ben 8 francesi ed una italiana, la Gran Loggia d’Italia), richiamano i governi europei ad accogliere gli immigrati, anzi ad accoglierne sempre di più. Dimostrando così una convergenza d’intenti con pochi precedenti non solo tra loro, ma anche rispetto alle nuove strategie seguite dagli Stati membri dell’Ue, anche da quelli fino a ieri recalcitranti.
Una coincidenza davvero singolare. Con un obiettivo: minare il concetto di Patria, di identità, di popolo, come rilevato dall’agenzia Médias-Presse-Info, che ha dato ampio spazio alla notizia. Il tutto, come sempre in nome dei buoni sentimenti quali il superamento degli «egoismi nazionali» e la priorità da darsi all’«l’interesse generale», seguendo «politiche d’accoglienza innovative». In caso contrario, le logge prevedono guai per tutti con «divisioni e conflitti» ed un’«esacerbazione dei nazionalismi» nel nostro Continente.
A fondamento di tutto questo non invocano ovviamente le radici giudaico-cristiane dell’Europa, preferendovi «il rispetto dei diritti dell’uomo ed il principio di dignità umana», su cui dicono fondata l’Unione europea, con i «valori della solidarietà e della fraternità» come contorno, tutti rintracciabili e riconducibili alla Rivoluzione francese con la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789, che poi confluì, informandola di sé, nellaDichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo dell’Onu nel 1948. Disegnando così una rete che, nei secoli, si è andata consolidando.
Nel comunicato non dicono come quadrare il cerchio, come cioè contemperare le esigenze dei rifugiati con quelle di casa nostra, del nostro Continente, ma si limitano a porre un punto fermo: immigrazione über alles (M. F.).
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