ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 settembre 2015

Oh, come ci mancava!


CI MANCAVANO PURE LE “SCHONBORNATE”!

Caro cardinale Schonborn, non è che voi “rischiate di diluire la chiarezza dottrinale” per aiutare queste persone, voi l’avete già bellamente diluita! ed ingannate queste persone! LE STATE INGANNANDO quando fate credere loro che – vivendo in adulterio – hanno ugualmente la benedizione di Dio. Voi separate il Gesù che porta a compimento la Legge, dal Gesù Buon Pastore riducendolo ad un buonista schizofrenico che quando ammonisce lo fa solo contro i rigoristi della legge. No! non funziona così.

Ora abbiamo anche la schonbornite, ma paura di chi?
Ci risiamo, oramai sembra una tarantella con il tam-tam, quando la Gerarchia non sa cosa dire, ecco la vaticanite acuta: NON ABBIATE PAURA! vedi qui – ne avevamo già parlato.
Ma quando Giovanni Paolo II disse quelle parole ad inizio del pontificato diceva agli atei, ai cristiani reprobi, ai comunisti, ai banchieri: non abbiate paura… DI CRISTO!!
Così come lo rispiegò bene Benedetto XVI nella sua omelia d’inizio pontificato – vedi qui –:
“In questo momento il mio ricordo ritorna al 22 ottobre 1978, quando Papa Giovanni Paolo II iniziò il suo ministero qui sulla Piazza di San Pietro. Ancora, e continuamente, mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora: “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!” Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura che Cristo potesse portar via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato entrare e concesso la libertà alla fede. Sì, egli avrebbe certamente portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione, dello stravolgimento del diritto, dell’arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò che appartiene alla libertà dell’uomo, alla sua dignità, all’edificazione di una società giusta….”
Ma la vaticanite acuta è contagiosa, non è da escludersi che in questo caso la malattia partita dal portatore sano con la bergoglionite acuta, nella gerarchia si sia estesa con degli aggravamenti.
Il cardinale Schonborn a Radio Vaticana appunto, ripete a pappagallo quelle parole – vedi qui – e dice:
“Papa Francesco ha voluto innanzitutto incoraggiarci a guardare la bellezza e l’importanza vitale del matrimonio e della famiglia con lo sguardo del Buon Pastore che si fa vicino a ognuno”.
0032 schonbornite3Perdoni, cardinale Schonborn, ancora avevate bisogno del Papa per guardare la bellezza e l’importanza VITALE del matrimonio con lo sguardo del Buon Pastore?
Ma perché, poi, quanti Gesù abbiamo? abbiamo forse il Gesù rigorista e cattivo in Matteo cap. 5,32 e cap. 19, o come in Marco cap. 10 e versetti seguenti, che “non si farebbe vicino ad ognuno”, differente dal Gesù Buon pastore, magari più compagnone e modernista?
Va detto che il titolo, come si sa, è spesso ingannatore perché poi, il testo dentro, specifica il senso delle parole di quanto detto dal cardinale:
“La sfida che ci lancia Papa Francesco – afferma poi il porporato austriaco – è di credere che, dotati di questo coraggio che ci viene dalla semplice vicinanza, dalla realtà quotidiana della gente, noi non ci allontaniamo dalla dottrina. Non rischiamo di diluire la sua chiarezza camminando con le persone, perché noi stessi siamo chiamati a camminare nella fede”. E osserva che troppo spesso teologi e pastori dimenticano che “la vita umana si svolge nelle condizioni poste da una società”, “in un quadro storico”. “In fondo – riprende – ci viene chiesto un atto di fede: avvicinarci, come Gesù, alla folla variegata senza avere paura di essere toccati”.
Ah ecco! ora è più chiaro (sic): accompagnare le famiglie ferite senza paura di rischiare di allontanarsi dalla dottrina…. ma se tu vescovo temi di perdere la dottrina per strada se vai a spiegare a queste nuove famiglie di risposati (perchè è di loro che si parla, di divorziati risposati) che stanno vivendo in adulterio e cioè in stato di peccato mortale – perché è questo che ha discusso Gesù nei vangeli – allora ritirati in convento a pregare perché non tutti sono obbligati a predicare, non tutti sono chiamati ad evangelizzare verbalmente, si può servire nella Vigna in molti modi diversi e tutti strapagati dal Padrone della vigna (cfr Mt.20,1-16), chi è debole, non preparato, può dare altra testimonianza perché non si tratta di “temere” di perdere la dottrina dal momento che in questo caso la si perderà al 99% come certo clero e certa gerarchia oggi ci conferma essere già avvenuto.
Reverendissimo Padre Schonborn, non è che voi “rischiate di diluire la chiarezza dottrinale” per aiutare queste persone, voi l’avete già bellamente diluita! ed ingannate queste persone! LE STATE INGANNANDO quando fate credere loro che – vivendo in adulterio – hanno ugualmente la benedizione di Dio. Voi separate il Gesù che porta a compimento la Legge, dal Gesù Buon Pastore riducendolo ad un buonista schizofrenico che quando ammonisce lo fa solo contro i rigoristi della legge.
No! non funziona così e lei che è stato allievo di Ratzinger dovrebbe avere a mente le parole di Benedetto XVI nellaSacramentum Caritatis, laddove specifica:
“Infine, là dove non viene riconosciuta la nullità del vincolo matrimoniale e si danno condizioni oggettive che di fatto rendono la convivenza irreversibile, la Chiesa incoraggia questi fedeli a impegnarsi a vivere la loro relazione secondo le esigenze della legge di Dio, come amici, come fratello e sorella; così potranno riaccostarsi alla mensa eucaristica, con le attenzioni previste dalla provata prassi ecclesiale. Tale cammino, perché sia possibile e porti frutti, deve essere sostenuto dall’aiuto dei pastori e da adeguate iniziative ecclesiali, evitando, in ogni caso, di benedire queste relazioni, perché tra i fedeli non sorgano confusioni circa il valore del Matrimonio…” (n.29)
0032 schonbornite4Paura allora sì, ma non di applicare la dottrina di Cristo sul Matrimonio cristiano, al contrario dovreste avere paura per l’inganno e l’illusione che state seminando nel popolo di Dio. Voi gli state dando veleno mortifero.
Voi ingannate il popolo, lo illudete di stare nel giusto perché avete paura di perdere “la decima”, avete paura delle chiese vuote, avete paura di perdere consensi alle vostre immagini di pastori buoni.
Questa paura di cui tanto cantate è degli ignoranti, di chi ignora la verità, di chi ignora qualcosa di cui abbiamo già le risposte, è la fobia di qualcosa verso ciò che non si conosce.
Si ha paura dell’inferno, questo sì, e di finirci dentro per l’eternità, per non fare invece la volontà di Dio e di non essere degni discepoli di quel sì, sì-no, no, testimoni della sua Dottrina. Si muore per difendere la dottrina che salva l’uomo e non per diluirla a danno della sua anima.
Si diventa santi quando si salvano le Anime dicendo loro la verità sul loro stato di peccato e non ingannandole con artifici perversi e illusori, dicendo: “ma tanto siamo tutti peccatori!”
D’accordo che anche l’orologio rotto segna due volte al giorno l’ora esatta, ma non esageriamo! non appiccicate addosso a noi LE VOSTRE paure! Grazie.

SECONDO IL CARD. CHRISTOPH SCHÖNBORN SI PUÒ SEMPRE IMPARARE ANCHE DALLE COPPIE DI DIVORZIATI «RISPOSATI»

Secondo il card. Christoph Schönborn si può sempre imparare anche dalle coppie di divorziati «risposati»
«Dovremmo guardare le numerose situazioni di convivenza non solo dal punto di vista di ciò che manca, ma anche dal punto di vista di ciò che è già promessa, che è già presente. Peraltro il Concilio aggiunge che, sebbene ci sia sempre reale santità nella Chiesa, tuttavia questa è fatta di peccatori e avanza lungo un cammino di conversione (LG 8). Essa ha sempre bisogno di purificazione. Un cattolico non può porsi su un gradino più alto rispetto agli altri. Ci sono santi in tutte le Chiese cristiane, e persino nelle altre religioni. Gesù ha detto due volte a dei pagani, a una donna e a un ufficiale romano: «Una fede così in Israele non l’ho trovata». Una vera fede, che Gesù ha trovato al di fuori del popolo eletto».
Del resto, «si può sempre imparare qualche cosa dalle persone che oggettivamente vivono in situazioni irregolari».
Lo ha detto il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, in un intervista rilasciata ad Antonio Spadaro S.J., direttore de La Civiltà Cattolica e pubblicato sulle pagine dell’autorevole periodico dei gesuiti. Non vi è dubbio: il Sinodo sulla famiglia annuncia già battaglia.

I semi dell’apostasia dalla vera fede: la Conferenza episcopale tedesca promuove le unioni omosessuali quali “sacramenti”

Avevamo dato conto ieri dell’intervista del card. Schönborn a La Civiltà cattolica, nella quale quello che era additato come l’erede della teologia di papa Ratzinger (ma che evidentemente non lo era!) affermava come si potesse sempre imparare qualche cosa dalle persone che oggettivamente vivono in situazioni irregolari (v. sul punto Il Timone) o che sussisterebbero “semi di verità” [sic!] in tutte le unioni di fatto, ivi comprese evidentemente pure quelle tra persone dello stesso sesso (v. Osservatorio Sinodo 2015). Da parte la circostanza che lo stesso “porporato” non specifica in cosa consistano questi assai presunti – e sinora inverificati – “semi di verità” ovvero che cosa le coppie “regolari” di sposi cristiani abbiano in meno, e da imparare, da chi viva in una situazione di oggettivo peccato, o come oggi si dice di irregolarità, cosicché le affermazioni del cardinale costituiscono verefrasi assiomatiche indimostrabili ed indimostrate; da parte tutto ciò, dicevamo, quel che si evince è come lo stesso prelato sembri, in fondo, strizzare l’occhio alle tesi della conferenza episcopale tedesca, la quale ha inteso elevare, discostandosi dal depositum fidei, alla dignità di sacramento – ci sarebbe da trasecolare!!! – persino le unioni omosessuali!
La notizia è riferita - e non abbiamo motivo di dubitarne - la scorsa fine di agosto dal noto sito Lifesitenews. Ne riproduciamo l’esatto contenuto e rimandiamo per la traduzione italiana sempre a Il Timone.

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