La bugia-verità di Marino: l'incontro con Paglia e quella
idea di famiglia
“Non ho invitato io il sindaco di Roma Ignazio Marino a Philadelphia, è venuto spontaneamente”. Doccia fredda per il primo cittadino della Capitale in trasferta negli Usa per seguire la visita del Papa. “Che bisogno c’era di andare in America, quando il Campidoglio sta a due passi dal Vaticano e Marino ha mille occasioni all’anno per incontrare e salutare Papa Francesco?” si sono chiesti legittimamente tanti cittadini romani sempre più insoddisfatti di un “sindaco fantasma”.
“Lo ha invitato il Papa” avevano fatto trapelare, pare, dall’entourage del primo cittadino e i giornali avevano riportato la notizia. Chissà, forse Marino pensava che la cosa sarebbe finita lì e che, mai e poi mai, Francesco avrebbe negato una simile circostanza. Invece ecco che durante il viaggio di ritorno dagli Stati Uniti, un giornalista “malizioso” la domanda l’ha buttata là e Bergoglio, libero da legami diplomatici, ha risposto chiaro e tondo che lui, Marino, non lo ha mai invitato, e nemmeno quelli dell’organizzazione. Per il Pontefice quindi il sindaco si sarebbe recato a Philadelphia spontaneamente, in quanto cattolico. Marino dunque imbucato? E perché raccontare di essere stato invitato dalla Santa Sede quando ciò non è vero? Il sindaco si è prontamente difeso smentendo di aver mentito attraverso una nota del proprio ufficio stampa. "Il sindaco non ha mai detto di essere stato invitato da Papa Francesco agli eventi conclusivi dell'Eight World Meeting of Families - spiega il Campidoglio - Il viaggio a Philadelphia del sindaco di Roma nasce da una serie di incontri avuti con le autorità del Comune americano: a giugno il sindaco Michael Nutter e l'arcivescovo Charles Chaput, insieme a una folta delegazione della città, hanno incontrato Ignazio Marino in Campidoglio proprio in preparazione del viaggio papale e per formulargli l'invito ufficiale.
In vista dell'appuntamento dedicato alle famiglie, il sindaco aveva anche incontrato monsignor Vincenzo Paglia con il quale aveva anche discusso della sua presenza all'evento di Philadelphia. Il tutto nasce quindi da una domanda sbagliata nei presupposti e forse posta con l'intenzione di suscitare polemica". Interessante! Monsignor Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia che discute con Marino dell’evento statunitense dedicato proprio alle famiglie. Ma il sindaco di Roma non è uno di quelli che in Italia ha sfidato il ministro dell’Interno Alfano registrando le nozze gay dei cittadini romani contratte all’estero? Non è uno di quelli che si batte in prima linea per favorire l’approvazione del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, quello che vorrebbe equiparare le convivenze, comprese quelle fra persone dello stesso sesso, alla famiglia naturale? Sarebbe da chiedere al vescovo Paglia: “Ma che c’azzeccava Marino a Philadelphia?” Tutto ciò premesso, era proprio necessario questo viaggio negli Usa? Se l’invito fosse giunto dal Papa ci poteva pure stare, ma che bisogno aveva Marino di andare oltre oceano quando a Roma ci sono problemi molto più seri da risolvere e il Campidoglio è quotidianamente nell’occhio del ciclone? Smania di apparire? Voglia di farsi vedere? Desiderio di poter dire “io c’ero?”. Chissà! Certo è che i romani preferirebbero veder sistemate le strade e rese vivibili le periferie della Capitale piuttosto che vedere Marino alla messa del Papa a Philadelphia. Ad ogni modo, sebbene Marino abbia smentito di aver raccontato una bugia, la vicenda sicuramente non passerà facilmente sotto silenzio. Stia attento la prossima volta il sindaco a non prestare il fianco a certe accuse, sia chiaro sin dal principio, perché un politico sospettato di mentire, rischia molto di più di un politico accusato di essere disonesto. Paradossalmente scandalizzano di più i bugiardi che i ladri. Restando in America, come non citare il sexygate, ossia la squallida vicenda che ha interessato l’ex presidente democratico Bill Clinton.
Accusato di aver avuto una relazione extraconiugale con una stagista alla Casa Bianca, l’allora presidente, prima negò tutto sostenendo di essere vittima di un complotto, poi di fronte all’evidenza dei fatti e delle prove si presentò in televisione e chiuse pubblicamente scusa agli americani; ma badate bene, non per aver tradito la moglie Hillary ma per aver mentito, per aver cioè negato di aver fatto sesso con Monica Lewinsky (questo il nome della stagista). Perché alla fine la bugia, agli occhi dell’opinione pubblica, era ben più grave del tradimento. Situazione analoga in tempi più recenti ha interessato anche l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo per la nota storia del ricatto subito da due Carabinieri infedeli che lo avevano sorpreso in una casa in compagnia di un trans. Prima la giustificazione del complotto politico creato ad arte, poi di fronte ad un’inchiesta in corso e all’impossibilità di negare la circostanza, l’ammissione e le conseguenti dimissioni. Insomma le bugie hanno le gambe corte e possono fare tanto male, fino a minare la credibilità di un politico, sia esso di destra o di sinistra. Si prepari dunque Marino a qualche scontata caricatura con il naso allungato alla Pinocchio. Era proprio necessario creare l’ennesima polemica politica per un viaggio tutto sommato quasi inutile? Evidentemente Marino non può proprio farne a meno.
29 settembre 2015, Americo Mascarucci
Misericordia, tenerezza, Bergoglio e Ignazio Marino
di Marco Bongi
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Si dice, non senza fondamento, che anche un orologio fermo segna comunque l’ora esatta due volte al giorno. Ne consegue, mutatis mutandis, che un Papa Francesco può dire magari due cose giuste e cattoliche nel giro di un Pontificato…
A parte la battuta, che vi prego di non interpretare in modo cattivo, devo ammettere che mi hanno davvero divertito le esternazioni pontificie sul sindaco di Roma Ignazio Marino, rilasciate sull’aereo di ritorno dal viaggio pastorale negli Stati Uniti. Certo, molto meglio rispetto all’arcinoto “Chi sono io per giudicare…” pronunciato in una situazione analoga.
Innanzitutto va notato, in proposito, che il S. Padre, quando evidentemente vuole farsi comprendere con chiarezza, non ha alcun problema di comunicazione. Non è infatti necessario alcun arrampicamento sui vetri di “normalisti acrobatici” per interpretare univocamente quelle parole: “Il sindaco di Roma Marino io non l’ho invitato… e sia chiaro!” Quel “E sia chiaro…” pronunciato con il tono perentorio dell’anatema, appare poi davvero spettacolare.
Saranno pure pronunciamenti poco o nulla magisteriali, ma non difettano nè di schiettezza, nè di trasparenza.
Esilarante altresì l’aggiunta: “Lui, (Marino), si professa Cattolico…, è venuto di sua iniziativa…”, che lascia chiaramente intendere un giudizio, per lo meno dubitativo, sulla Fede del primo cittadino.
Se fossimo pertanto un Andrea Tornielli o simili avremmo abbondante materia per riempire colonne, ricordando i numerosi pronunciamenti del Marino a favore dell’eutanasia, convivenze di fatto, divorzio breve o unioni fra omosessuali. Come potete ben notare, commenterebbe dunque il “normalista” di turno, Papa Francesco le sa cantare ben chiare a chi si oppone alla morale cristiana.
Già… peccato però che i motivi dell’anatema siano più che probabilmente ben altri: i malfunzionamenti ripetuti della metropolitana, le vacanze americane del sindaco, le presunte irregolarità di qualche appalto, i funerali Kitch organizzati dai Casamonica ecc. Tutte questioni insomma su cui il “povero” prof. Marino difficilmente avrebbe potuto intervenire di persona. Colpe imperdonabili invece per il Vescovo di Roma, che non giustificano neppure un minimo della proverbiale diplomazia vaticana.
Risultato? Papa Francesco, con la Sua “tenerezza misericordiosa”, è quasi riuscito a farci provare un senso di pena verso il sindaco “scaricato” dal mondo. Ed è tutto dire…
MARINO E IL PAPA COME PEPPONE E DON CAMILLO
Botta e risposta tra Marino e il Papa dopo il viaggio negli Usa del girovago Sindaco di Roma. Imbarazzo per le parole pronunciate da Bergoglio in aereo.
Marino e il Papa si sono ritrovati nella stessa città, Filadelfia, dove il primo è stato ospite del Sindaco e della Temple University, ed il secondo in viaggio pastorale.
Si parla di Ignazio Marino come di un “imbucato speciale”. E non si placano le polemiche per l’ennesimo suo viaggio negli Usa, iniziato e concluso tra mille obiezioni e imbarazzi.
Prima di partire aveva fatto sapere di non poter rinunciare all’invito rivoltogli dalle autorità religiose e politiche americane per l’Incontro mondiale delle famiglie, celebrato dal Papa a Filadelfia. Questo viaggio seguiva di poche settimane la vacanza ai Caraibi, mentre Roma era nella bufera per il funerale dei Casamonica.
Si parla di Ignazio Marino come di un “imbucato speciale”. E non si placano le polemiche per l’ennesimo suo viaggio negli Usa, iniziato e concluso tra mille obiezioni e imbarazzi.
Prima di partire aveva fatto sapere di non poter rinunciare all’invito rivoltogli dalle autorità religiose e politiche americane per l’Incontro mondiale delle famiglie, celebrato dal Papa a Filadelfia. Questo viaggio seguiva di poche settimane la vacanza ai Caraibi, mentre Roma era nella bufera per il funerale dei Casamonica.
Marino e il Papa tra dichiarazioni e smentite.
E così, mentre tornava dagli Stati Uniti, il Sindaco ha replicato alle parole, ormai diventate famose, del Papa, pronunciate in aereo, rispondendo ad una domanda di un giornalista (“Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? E neppure gli organizzatori, ai quali l’ho chiesto, lo hanno invitato”).
Marino nel videomessaggio precisa che le polemiche vengono create ad arte per danneggiare la sua immagine e quella di Roma. Insomma, il Sindaco si sente al centro di un complotto, non ha capito che si tratta semplicemente di una risposta del Papa ad una domanda, magari provocatoria, di un giornalista, e che Roma non c’entra.
E poi c’è la coda polemica sulle spese di viaggio di Marino e dei suoi collaboratori. Chi le ha pagate? Il Comune di Filadelfia ha confermato l’invito al Sindaco, ma precisa che le spese del viaggio erano a carico della Temple University, dove il Sindaco di Roma ha tenuto una lezione durante la sua permanenza. Ma esistono dei dubbi. E su questi dubbi il M5S ha richiesto i dettagli delle spese sostenute dal primo cittadino di Roma e dai suoi accompagnatori.
Marino e il Papa come Peppone e Don Camillo.
Sono due i punti salienti di questa vicenda tra Marino e il Papa, che sembra una comica somigliante, per certi versi, alle simpatiche scaramucce di Peppone e Don Camillo.
Il primo è che non si riesce a capire perchè Papa Francesco, al rientro dal volo negli Stati Uniti, abbia voluto essere così sferzante nei confronti del Sindaco di Roma. Bergoglio ha sottolineato con forza, quasi innervosito, che non l’aveva invitato lui al raduno di Filadelfia, che non l’avevano invitato gli organizzatori, che forse c’era andato spontaneamente perchè si professa cattolico. Perchè aggiungere: “non l’ho invitato io, chiaro?”. Che cosa ha determinato una misura tanto forte di separazione nei confronti di Marino? Forse perchè è un medico a favore dell’aborto e un Sindaco pro matrimoni gay?
E’ questa la vera domanda, perchè Marino è andato a Filadelfia invitato dalle autorità locali, dal Sindaco e dalla Temple University, insomma da organizzazioni laiche che hanno provveduto, a quanto pare, in tutto o in parte al viaggio. E anche se il viaggio lo avessero pagato i romani sarebbe uno scandalo per Roma, ma non certo per il Papa.
E’ questa la vera domanda, perchè Marino è andato a Filadelfia invitato dalle autorità locali, dal Sindaco e dalla Temple University, insomma da organizzazioni laiche che hanno provveduto, a quanto pare, in tutto o in parte al viaggio. E anche se il viaggio lo avessero pagato i romani sarebbe uno scandalo per Roma, ma non certo per il Papa.
Il secondo punto che colpisce è anche un altro. Può girovagare per il mondo il Sindaco di una città come Roma dove non funziona quasi nulla? Il viaggio in America era proprio necessario?
E’ un disagio quotidiano per chi vive a Roma e troppo spesso una trappola deludente per chi viene a visitarla. In rete è una gara a chi racconta meglio i disguidi di una città ingovernabile. Non si tratta di antipatia verso il Sindaco o avversione nei confronti del colore politico della sua giunta, ma di giudizi oggettivi, perchè la capitale è veramente un disastro. Servizi e trasporti pubblici assolutamente insufficienti, buche nelle strade, sporcizie diffuse e traffico caotico, solo per evidenziare i problemi più evidenti.
E’ un disagio quotidiano per chi vive a Roma e troppo spesso una trappola deludente per chi viene a visitarla. In rete è una gara a chi racconta meglio i disguidi di una città ingovernabile. Non si tratta di antipatia verso il Sindaco o avversione nei confronti del colore politico della sua giunta, ma di giudizi oggettivi, perchè la capitale è veramente un disastro. Servizi e trasporti pubblici assolutamente insufficienti, buche nelle strade, sporcizie diffuse e traffico caotico, solo per evidenziare i problemi più evidenti.
Nei mesi scorsi l’inchiesta su Mafia Capitale ha scoperchiato un pentolone di malaffare e corruzione le cui dimensioni sono enormi, e l’indagine non è neppure conclusa, ma nonostante corruzione, mafia e malversazioni di ogni tipo, il Palazzo ha deciso che il Comune non doveva essere sciolto: Roma è corrotta ma non mafiosa, secondo loro.
Sarà, ma certo è che le infiltrazioni di tutte le organizzazioni malavitose italiane e straniereci sono, eccome. Appalti, prostituzione e droga, ma anche interessi milionari in ristoranti, bar, stabilimenti balneari, pizzerie e gelaterie. E il malcontento cresce, ma il Palazzo tira dritto e poi ci si lamenta se c’è sempre maggiore distacco tra cittadini e politica. Intanto il Sindaco si prende le sue brave e (im)meritate vacanze.
Marino, Temple University: “Offerto un compenso per la lezione del sindaco”
Il sindaco di Roma ha tenuto una lettura nell'università americana, il portavoce - come riporta il Corriere della Sera - conferma che per questo genere di eventi viene abitualmente offerto un compenso, ma di non sapere se lui lo abbia effettivamente ritirato né a quanto ammonti
Non c’è pace per Ignazio Marino. Dopo le polemiche innescate nientemeno che da Papa Francesco sull’inopportuna presenza del sindaco di Roma, che si sarebbe “imbucato” all’evento del pontefice a Philadelphia, oggi il Corriere della Sera accende i riflettori sulla “lecture” tenuta dal primo cittadino alla Temple University due giorni prima della visita di Bergoglio nella città americana.
Questo genere di eventi negli Usa vengono abitualmente retribuiti e il portavoce dell’ateneo ha confermato che anche a Marino è stato offerto un compenso: “ma non sappiamo se lo abbia ritirato, né a quanto ammonti”. Insomma, altro fumo attorno all’ultimo viaggio americano del sindaco capitolino, ormai sotto un fuoco incrociato innescato da una raffica di polemiche, smentite, gaffes, contestazioni, scherzi telefonici e incomprensioni. E l’imbarazzo cresce.
All’università di Philadelphia, città dove ha vissuto e lavorato tra il 2002 e il 2006, il sindaco ha tenuto un intervento dal titolo “Trapianti: dalla chirurgia al rilancio della Città Eterna”, durante il quale ha raccontato la sua doppia esperienza in campo medico e politico: “Ho chiuso la più grande discarica d’Europa – si legge nell’intervista pubblicata sul portale dell’università alla vigilia dell’appuntamento – promosso immenso patrimonio culturale di Roma, attraverso soluzioni ad alto contenuto tecnologico e ho spinto per trasporti più intelligenti e più sostenibili limitando l’uso di veicoli privati a favore del trasporto pubblico, promuovendo car e bike sharing, oltre alla creazione di aree pedonali”. Il sindaco ha anche raccontato del consulto offerto al suo omologo di Philadelphia per affrontare al meglio i problemi connessi alla visita papale, forte dell’esperienza maturata nella Capitale.
A vederla dall’Italia, però, la situazione appare un filo diversa. Le assenze del sindaco non vengono digerite e le polemiche per i continui problemi registrati in città superano – di molto – i riflessi positivi decantati nei giorni scorsi dallo stesso Marino dalla cattedra americana. A preoccupare è soprattutto l’incombenza del giubileo straordinario che porterà a Roma milioni di pellegrini. Il timore è che una città politicamente instabile non riesca a sostenere la complessità dell’evento.
«Il sindaco di Roma Ignazio Marino non ha mai ricevuto alcun compenso per la lezione tenuta alla Temple University, svoltasi durante la visita a Philadelphia».
Così in una nota il Campidoglio. Che aggiunge: «Neppure nella corrispondenza intercorsa con quella università si è mai accennato a questo argomento - si legge nel comunicato - Visto che in casi analoghi la Temple ha dato dei compensi ai relatori il sindaco ha fatto scrivere per ribadire che non vuole assolutamente ricevere alcun onorario.
Nella lettera ha anche precisato che, se fosse stato stanziato un eventuale compenso questo potrà essere devoluto al fondo Rome Heritage che il Comune di Roma ha istituito presso la King Baoudouin Foundation allo scopo di far arrivare risorse dagli Stati Uniti per la conservazione e il restauro dei beni archeologici della Capitale»
Così in una nota il Campidoglio. Che aggiunge: «Neppure nella corrispondenza intercorsa con quella università si è mai accennato a questo argomento - si legge nel comunicato - Visto che in casi analoghi la Temple ha dato dei compensi ai relatori il sindaco ha fatto scrivere per ribadire che non vuole assolutamente ricevere alcun onorario.
Nella lettera ha anche precisato che, se fosse stato stanziato un eventuale compenso questo potrà essere devoluto al fondo Rome Heritage che il Comune di Roma ha istituito presso la King Baoudouin Foundation allo scopo di far arrivare risorse dagli Stati Uniti per la conservazione e il restauro dei beni archeologici della Capitale»
Roma – Prosegue la polemica relativa al viaggio del sindaco di Roma, Ignazio Marino, recatosi a New York su “invito” del Papa, smentito dallo stesso Pontefice.
Dopo che Francesco ha spiegato esplicitamente di non aver chiesto al primo cittadino di seguirlo negli Usa e che la decisione era stata presa autonomamente da Marino, iniziano a fare scalpore anche le dichiarazioni dell’alto prelato, monsignorVincenzo Paglia.
L’uomo è stato telefonato da un imitatore della trasmissione radiofonica la Zanzara di Radio 24, che si è finto il primo ministro Matteo Renzi. Chiedendo spiegazioni sulla vicenda, Paglia ha risposto: “Certo che si è imbucato. Il sindaco è una brava persona. Però nessuno lo ha invitato. Io con lui parlai una volta, mesi fa. Su questa storia il Papa era furibondo”.
Poi sul Giubileo e sulla fiducia al sindaco, ha detto: “È questo il problema secondo me. Lui quando stava lì ha insistito per vederlo e questo ha fatto scocciare il Papa. Probabilmente Marino aveva qualcosa da farsi perdonare a Filadelfia, poi sta cercando in ogni modo un appoggio, ma con il nostro non funziona. Però indubbiamente questo mette un bel freno al rapporto”.
“Lui non lo dirà mai – ha proseguito – Però certo ha fatto una figura proprio da bischero. Poi con la fascia da sindaco, unico là in prima fila”.
Intanto, dal Campidoglio, la delegazione capitolina fa sapere di essere stata invitata dalla Temple University, dove il sindaco ha tenuto il discorso inaugurale dell’anno accademico. La spesa del viaggio, dicono dal Comune, è stata per metà a carico dell’ateneo americano.
Il sindaco è stato accolto a suon di “buffone, vattene”. Il M5s ha chiesto il rendiconto delle spese sostenute negli Usa.
http://www.pupia.tv/2015/09/home/polemica-papa-marino-m5s-vogliamo-rendiconto-spese-negli-usa/318106
Il direttore della sala stampa vaticana ha infine voluto ribadire che “i rapporti tra la Santa Sede e le autorità italiane per quanto riguarda il Giubileo e la sua preparazione si svolgono in modo sereno e corretto nelle sedi appropriate”.
TV2000
Direttore sala stampa vaticana: “Sul Giubileo tra Italia e S.Sede rapporti sereni e corretti” -- Roma, 30 settembre 2015 – “Se viene estorta in un modo assolutamente inaccettabile una telefonata di carattere privato che dice delle espressioni che certamente non sono state pensate per essere dette in modo riflettuto in pubblico queste non esprimono in nessun modo la posizione della Santa Sede”. Lo ha detto il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al ‘Diario di Papa Francesco’ su Tv2000 in merito allo scherzo telefonico da parte di una radio a mons. Vincenzo Paglia.
Questo tipo di telefonate, ha aggiunto padre Lombardi, “non è corretto prenderle sul serio, mentre è corretto prendere sul serio il modo assolutamente scorretto in cui queste dichiarazione vengono estorte. Sono stupito che non si manifesti anche più chiaramente l’Ordine dei giornalisti con una chiara censura e disapprovazione di questo modo di fare informazione e ottenere informazioni. Mi sembra inaccettabile e disonesto”.Il direttore della sala stampa vaticana ha infine voluto ribadire che “i rapporti tra la Santa Sede e le autorità italiane per quanto riguarda il Giubileo e la sua preparazione si svolgono in modo sereno e corretto nelle sedi appropriate”.
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