ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 18 ottobre 2015

Biscotti a colazione?

http://opportuneimportune.blogspot.it/2015/10/sinodini.html

"Fumo di Satana in Vaticano": Socci spiega gli anti-Bergoglio

Ieri papa Bergoglio ha prospettato - nientemeno - una riforma del papato: «Non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare “decentralizzazione”». Sebbene citi una frase di Giovanni Paolo II, Bergoglio in realtà intende fare un’operazione che ricalca la vecchia idea antiromana dei catto-progressisti, che è l’opposto di quanto intendeva papa Wojtyla. Non a caso, infatti - dopo averla prospettata nella Evangelii gaudium - il papa argentino rilancia quest’idea oggi, nel pieno dell’incandescente Sinodo sulla famiglia. Il motivo è chiaro.

Mesi fa - vedendo che la rivoluzione di Kasper non era stata approvata dal Sinodo del 2014 - il presidente della conferenza episcopale tedesca, Reinhard Marx, aveva affermato con spavalderia che l’episcopato tedesco non è “una filiale di Roma”. Rivendicando dunque la pretesa di poter andare per la propria strada (sembrò quasi una minaccia di scisma “da sinistra”). L’idea formulata ieri serve a Bergoglio per dribblare il Sinodo (dove la maggioranza resta cattolica) come già ha fatto con il Motu proprio che introduce il divorzio nella Chiesa. In pratica, si delegherebbero agli episcopati - come quello tedesco - le questioni controverse (divorziati risposati, coppie di fatto e omosessualità).
Ma tale scelta, anziché risolvere la questione, la renderebbe ancora più esplosiva e più grave. Perché demolirebbe la Chiesa stessa. Infatti, nel marzo scorso, il cardinale Mueller, Prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, aveva risposto a Marx che delegare decisioni dottrinali o disciplinari in materia di famiglia o matrimonio alle conferenze episcopali nazionali «è un’idea assolutamente anticattolica che non rispetta la cattolicità della Chiesa».
La riforma - La verità non cambia con il clima. Se la verità non è dovunque la medesima non è più la verità. Sarebbe il trionfo della “dittatura del relativismo” pure nella Chiesa e quindi la sua fine. Il cardinal Burke lo ha ripetuto: «È semplicemente contrario alla fede e alla vita cattolica. La Chiesa segue l’insegnamento del nostro Signore Gesù Cristo (ed) è una in tutto il mondo. Non c’è alcun cambiamento in queste verità, da un luogo ad un altro o da un tempo all’altro. Certamente l’insegnamento di queste verità tiene conto delle particolari esigenze di ogni area. Ma questo non cambia l’insegnamento» che, anzi, «deve essere ancor più forte nei luoghi in cui è più compromesso». Se passa l’idea delle “diversità regionali” - prospettata anche al Sinodo - «la Chiesa non è più cattolica \[universale\]. Ciò significa», aggiunge Burke, «che non è più “una” nel suo insegnamento in tutto il mondo. Abbiamo “una” sola fede. Abbiamo “un” insieme di sacramenti. Abbiamo “un”' governo in tutto il mondo. Questo significa “cattolica”».
Una riforma del papato che trasformasse la Chiesa in una federazione di chiese locali che decidono - ciascuna per sé - in merito a divorziati risposati e omosessualità, quindi a comandamenti e sacramenti - lederebbe la “divina costituzione” della Chiesa (cioè la Chiesa come è stata fondata da Cristo) e una simile riforma non è nei poteri di nessun papa. Perché il Papa non è superiore a Gesù Cristo. Come si vede, più al Sinodo si entra nel vivo e più si scopre che - al fondo - il vero scontro è sui fondamenti della fede cattolica e sulla sopravvivenza della stessa Chiesa così come Cristo l’ha istituita e come esiste da duemila anni. Pochi capiscono la portata dello scontro in atto perché il Sinodo è stato voluto (da Bergoglio) a porte chiuse, è imbavagliato e filtrato dall’establishment bergogliano. E la gran parte dei media canta in coro sempre e solo la solfa che vogliono i maestri cantori. Se però si va a scavare si scopre che c’è ormai uno scisma di fatto, non dichiarato, ma evidente. Molti padri sinodali, consapevoli dell’immensità della posta in gioco, manifestano la loro forte preoccupazione. Lo hanno fatto - a nome di tanti altri - i tredici cardinali della famosa Lettera, con lealtà e rispetto, ma in aula hanno avuto da Bergoglio una risposta durissima (un «no» su tutto) e poi si sono visti messi all’indice come “congiurati” grazie a qualcuno che - facendo filtrare la Lettera alla stampa - l’ha fatto in modo tale da screditare i firmatari e anche i non firmatari (costretti alla dissociazione). E da screditare pure Sandro Magister - giornalista scomodo all’attuale establishment - liquidato come uno che alimenta complotti, quando ha solo fatto il suo lavoro (se esiste una cospirazione, non è contro Bergoglio, ma - come ha detto il cardinal Dolan - contro la famiglia che, al Sinodo, invece di essere difesa, rischia la liquidazione definitiva).
Lo scontro in atto - Questo è il clima. L’associazione americana “Voice of the Family” sostiene che al Sinodo è in atto uno scontro tra Chiesa e anti-Chiesa, ma l’arcivescovo bergogliano Cupich - a cui è stata sottoposta questa affermazione - ha fatto spallucce: «Non sono d’accordo. Ascoltarci gli uni gli altri è di grande beneficio». Purtroppo non è vero, perché Bergoglio non sente ragioni e procede come un carro armato verso il suo obiettivo. Non c’è nessun ascolto per la voce dei cattolici, che anzi viene sprezzantemente snobbata e perfino delegittimata, come si è visto proprio con la Lettera dei cardinali. È accaduto lo stesso con l’intero episcopato polacco che ha difeso la dottrina cattolica, perché nel Paese di Giovanni Paolo II si assiste con sgomento all’improvviso ribaltamento del suo magistero attuato a Roma. La rivista “Polonia cristiana”, rappresentativa del mondo cattolico polacco, ha realizzato un video “Krisis. Dove ci porterà il Sinodo”, in cui parlano vescovi e cardinali e si sentono affermazioni drammatiche secondo cui l’eresia nella Chiesa è arrivata ai piani alti.
Somiglia agli antichi confessori della fede Monsignor Tomasz Peta, l’arcivescovo di Astana, in Kazakistan: la sua è una chiesa composta perlopiù da ex deportati dei lager comunisti (sia preti che fedeli). Al Sinodo ha fatto un formidabile e drammatico intervento: «Il Beato Paolo VI disse nel 1972: “Da qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio”. Sono convinto che queste parole del santo pontefice, l’autore dell'Humanae vitae, furono profetiche. Durante il Sinodo dello scorso anno, “il fumo di Satana” stava cercando di entrare nell’aula di Paolo VI». A questo punto l’arcivescovo elenca le tre questioni che stanno terremotando la Chiesa e nelle quali sente quel “fumo”. Eccole come le riferisce il prelato kazako: «1) La proposta di ammettere alla sacra Comunione chi è divorziato e vive in una nuova unione civile; 2) L’affermazione che la convivenza è un’unione che può avere in se stessa alcuni valori; 3) La perorazione per l’omosessualità come qualcosa che è presumibilmente normale».
Va ricordato che proprio questi tre punti erano stati respinti al Sinodo del 2014, ma sono stati reinseriti d’imperio da Bergoglio nell’“Instrumentum laboris” di questo Sinodo. Infatti l’arcivescovo Peta aggiunge che anche in questo Sinodo si è ricominciato «a portare avanti idee che contraddicono la Tradizione bimillenaria della Chiesa, radicata nel Verbo eterno di Dio» e «purtroppo, si può ancora percepire l’odore di questo “fumo infernale” in alcuni passi dell’Instrumentum laboris e anche negli interventi di alcuni padri al Sinodo di quest’anno». L’arcivescovo kazako ha concluso: «Non è consentito distruggere il fondamento e la roccia». Un intervento eccessivamente allarmistico? No, realista. Basta considerare quello che è accaduto nei giorni scorsi, quando l’establishment bergogliano del Sinodo è arrivato a rendere noto e celebrare come “commovente” ed esemplare un fatto spiacevole che - di fatto - è stata una profanazione dell’eucarestia. La gravità del fatto prova che c’è un allarme rosso per la Chiesa.
di Antonio Socci
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11839569/-Fumo-di-Satana-in-Vaticano.html

Il Papa spalanca
le porte della Chiesa

A ben vedere non c’è alcuna novità nelle parole che Papa Francesco ha detto ieri mattina sul decentramento e sul primato di Pietro. Sta già tutto scritto da due anni nella «Evangelii gaudium», l’Esortazione apostolica guida del pontificato. La novità è che ieri mattina Bergoglio ha ripetuto tutto per filo e per segno. Forse si procede a rilento? Forse quelle porte delle Chiese che lui vuole più aperte faticano a girare su cardini un po’ troppo arrugginiti? La devolution bergogliana è una prospettiva nota e da mesi inquieta la Curia romana e non solo. Così come il rafforzamento dello strumento del Sinodo.
Fino ad ora, cioè fino a Bergoglio, è stato uno strumento blandamente consultivo. Lui invece decide di convocarne due sullo stesso tema, sapendo di mettere sul tavolo questioni controverse. Non tutti sono stati d’accordo con la scelta di Bergoglio e 13 cardinali lo hanno anche chiaramente detto all’inizio del Sinodo, malamente nascondendosi dietro questioni di ordine procedurale. Ma Bergoglio non si è lasciato impressionare e ha invitato a smetterla di cercare complotti dietro ad ogni angolo. Poi pochi giorni fa ha confidato che il dibattito franco del Sinodo gli piace molto.
Ancora una volta ha sbaragliato la convinzione di chi sperava che il Papa si ravvedesse e riportasse tutto a sé, alla sua decisione di capo della Chiesa con l’aiuto della Curia, evitando derive dottrinali, morali, pastorali e chi più ne ha più ne metta. Ieri nel mezzo di un Sinodo oggettivamente complicato Bergoglio ha sparigliato di nuovo tutte le carte sostenendo che non solo il Sinodo è un ottimo strumento, ma va rafforzato, anzi tutta la Chiesa, dai laici ai vescovi al Papa, deve camminare insieme alla pari con l’unica preoccupazione di portare il Vangelo per le strade, ognuno facendo la propria parte in virtù del battesimo. Ha parlato di «conversione del papato» e non di «riforma del papato». Ha spiegato di nuovo che il popolo fedele a Dio non sbaglia, impastando Concilio e teologia del popolo, variante argentina e ben più efficace della teologia della liberazione. Ha spiegato cosa vuole che sia la Chiesa e cosa deve diventare il papato, come riguardarsi dalla tentazione del potere e da quella di diventare notabili dell’evangelizzazione.
Parole che hanno stupito solo gli immemori o chi sperava che Bergoglio si desse una regolata. Tempo fa disse che in Vaticano c’è l’ultima corte europea. Non ha cambiato parere. Sicuramente intende trasformarla, e lo fa a partire dalla sua figura. Anche nei gesti quotidiani, come dar la mano alla guardia svizzera impettita fuori dal Sinodo. In questi anni ha accorciato le distanze tra il Papa e il popolo, spingendosi molto più in là di Karol Wojtyla e ha cambiato definitivamente la percezione attorno al Romano Pontefice. Con il discorso di ieri ha ribadito tuttavia che non si tratta di una ristrutturazione degli organigrammi e nemmeno di un riordino istituzionale. Non riforma, ma conversione. Non un colpo di Stato contro la Curia e contro se stesso, ma edificazione di una Chiesa dove il servizio dell’autorità sia addirittura di esempio per gli Stati.
Bergoglio dimostra di conoscere i rischi che corre un papato troppo carismatico, se la rappresentazione che ne fanno oscura il centro e ostruisce la strada al Vangelo. A qualcuno non piacerà il discorso di ieri e anche di questo è consapevole. Una volta in un’omelia mattutina a Santa Marta ha detto: «Possiamo oggi chiedere allo Spirito Santo che ci dia la grazia di dare fastidio alle cose che sono troppo tranquille dentro la Chiesa». Ieri ha fatto esattamente così.

2 commenti:

  1. ... E in tutto questo, lungi da citare giganti della Fede come Gregorio Magno, il Curato d'Ars, Caterina da Siena o Francesco di Sales, non si trova di meglio che aggrapparsi a Santo-subito (quello che baciava il Corano e faceva le festicciole indù e vudù) e Paola Sesta (chè se Wojtyla sbagliava, costui era un creatore di errori)...

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  2. LA GUERRA SANTA
    http://holywar.org

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