Gli eventi di questi giorni vanno confermando le più fosche previsioni sul pontificato di Bergoglio ed aggiungono ogni volta elementi sempre più sconcertanti alla valutazione del suo ruolo destabilizzante all'interno della Chiesa.
L'incontro che egli ha avuto con i rappresentanti della comunità luterana di Roma non rivela nulla di nuovo: sappiamo che le questioni dottrinali sono per il Vescovo di Roma degli scomodi dettagli ch'egli non si fa scrupolo a tacere o addirittura a negare, specialmente laddove esse - come è inevitabile che avvenga - dovessero ostacolarlo nel raggiungimento degli scopi che si prefigge e per i quali è stato messo sul soglio di Pietro.
Lo abbiamo capito noi sin dall'inizio; lo sapevano i suoi sponsor ancor prima che fosse eletto; lo stanno scoprendo anche i più tetragoni Prelati del postconcilio. Quest'uomo sta demolendo la Chiesa Cattolica come nessun eresiarca era riuscito a fare, poiché lo sta facendo nelle vesti, ancorché sciatte e dimesse, di Successore del Principe degli Apostoli e con l'autorità, almeno presunta, di Vicario di Cristo. Usa e abusa del potere che il mondo gli riconosce come se la Chiesa gli appartenesse, come un faraone egiziano o un monarca azteco. Ed in quest'opera di demolizione metodica, che non risparmia nulla, egli si appoggia ora al consenso interessato dei nemici di Cristo, ora al plauso compiaciuto del mondo ora alla complicità di una conventicola di porporati plenipotenziari, ora al voto pavido dell'Episcopato, ora promulgando d'autorità atti di governo che smentiscono le sue pretese velleità di democratizzare la Chiesa.
Gesuita nell'accezione peggiore del termine, egli insinua l'errore nei discorsi a braccio, contraddice il Magistero con affermazioni equivoche rilasciate ai giornalisti, predispone macchinazioni e strategie degne di un satrapo persiano, promuove chi gli garantisce appoggio e rimuove implacabile chi anche solo in parte dissente da lui. Dal pulpito dell'orrida cappella di Santa Marta, ogni giorno che Dio manda in terra, non mancano parole avvelenate e rancorose verso chi non si allinea con il nuovo corso bergogliano, contro i dottori della legge e i farisei che scagliano dogmi sui poveri fedeli come sassi dal cavalcavia. Fa sorvegliare le conversazioni telefoniche, i messaggi dei cellulari, il traffico internet della Santa Sede. Ma si tiene ben stretti collaboratori indegni quali il sodomita mons. Ricca, che di Santa Marta è indiscusso e temuto tenutario.
Parla di democrazia, ma solo se questa è strumentale al perseguimento dei suoi piani, ma non esita a promulgare Motu proprio e decreti, non appena si accorge che le manovre sinodali del card. Kasper e di mons. Forte si scontrano con l'opposizione di alcuni Vescovi.
Vuole apparire umile e crede che per farlo basti indossare scarpacce da muratore, salire la scaletta dell'aereo portandosi seco la borsa, o consumare i pasti nel refettorio di Santa Marta. Ma la sua umiltà suona falsa e ipocrita non meno della presunta bonarietà con cui tratta quanti si rivolgono a lui: Bergoglio è un tiranno senza scrupoli, vendicativo e tutt'altro che caritatevole e misericordioso. Poiché la carità si fonda sulla verità, entrambi attributi di Dio, che è appunto Egli stesso carità perfetta e perfetta verità.
Non c'è carità, non c'è misericordia nel tacere o negare la verità: anzi questo è un tradimentodi una gravità inaudita, tradimento di chi si fida, perché viene da colui al quale i Pastori e il Gregge guardano come al custode della verità, al depositario della Parola di Dio, al Vicario di Cristo. Tradimento dei tanti buoni Vescovi e sacerdoti, che quotidianamente devono catechizzare e predicare un popolo indocile, trovandosi sconfessati dal loro stesso Papa che trova il tempo di telefonare a Scalfari e a Pannella. Tradimento dei Pontefici Romani suoi predecessori, che per difendere il deposito della Fede non esitarono a subire persecuzioni e ad affrontare la morte. Tradimento di Santi Martiri e dei Confessori della Fede, che versarono il proprio sangue per quella carità che Bergoglio adultera prostituendola ai suoi scopi perversi. Tradimento di quanti sono lontani dalla verità, ai quali egli preclude la possibilità di conoscere la bellezza e la purezza dell'insegnamento che Nostro Signore ha consegnato alla sola Chiesa di Roma. Tradimento dei peccatori, che egli non ammonisce: pecore smarrite abbandonate alla dannazione eterna da un mercenario troppo preso a colpire i Francescani dell'Immacolata. E soprattutto tradimento di Cristo, di Dio, che ha istituito Pietro a capo della Chiesa proprio perché a lui si potesse guardare come ad una roccia salda ed inconcussa, perché chi ascoltasse lui sapesse di ascoltare il Signore.
E invece sentiamo solo frasi equivoche, appelli al mondialismo più vieto, discorsi da sindacalista, comizi da ambientalista, farneticamenti da eretico o farfugliamenti indecorosi, che il più sprovveduto pievano saprebbe confutare:
E invece sentiamo solo frasi equivoche, appelli al mondialismo più vieto, discorsi da sindacalista, comizi da ambientalista, farneticamenti da eretico o farfugliamenti indecorosi, che il più sprovveduto pievano saprebbe confutare:
Ma mi diceva un pastore amico: Noi crediamo che il Signore è presente lì. È presente. Voi credete che il Signore è presente. E qual è la differenza? – Eh, sono le spiegazioni, le interpretazioni… Lascio la domanda ai teologi, a quelli che capiscono. Soprattutto davanti a un teologo come il cardinale Kasper.
Vergogna. Vergogna. Vergogna.
http://opportuneimportune.blogspot.it/2015/11/bergoglio-traditore-di-chi-si-fida.html
Bergoglio dai Luterani: nessuna condanna per chi non va a Messa. Dio punisce solo chi “fa muri”
di CdP Ricciotti.
Bergoglio recentemente ha reso omaggio ai Luterani a Roma (link 1 – link 2). Confrontiamo la sua fede con la Cattolica.
Dice Bergoglio: «Nel giorno del Giudizio non ti sarà chiesto se sei andato a Messa, ma se la tua vita l’avrai usata per fare muri o per servire. Tutti noi battezzati, luterani e cattolici, siamo in questa scelta: il servizio, l’essere servo»
Cosa dice, invece, la Chiesa?
125 D. Che cosa c’insegna il settimo articolo: Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti? R. «Il settimo, articolo del Credo c’insegna che alla fine del mondo Gesù Cristo pieno di gloria e maestà verrà dal cielo per giudicare tutti gli uomini, buoni e cattivi, e per dare a ciascuno il premio o la pena che avrà meritato». 867 D. Con qual peccato si perde la Fede? «R. La Fede si perde con negare o dubitare volontariamente anche di un solo articolo propostoci a credere». 909 D. Come si perde la Carità? «R. La Carità si perde con qualunque peccato mortale». 951 D. Qual è il peccato mortale? «R. Il peccato mortale è una trasgressione della divina legge, per la quale si manca gravemente ai doveri verso Dio, verso il prossimo, verso noi stessi». 469. Oltre i comandamenti di Dio, che altro dobbiamo noi osservare? «Oltre i comandamenti di Dio noi dobbiamo osservare i precetti della Chiesa». 474. Quanti e quali sono i precetti della Chiesa? «I precetti della Chiesa sono cinque: Udir la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate […]». 475. Che cosa ci ordina il primo precetto o comandamento della Chiesa: Ascoltare la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate? «Il primo precetto della Chiesa: Ascoltare la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate, ci ordina di assistere con divozione alla santa Messa in tutte le domeniche e nelle altre feste di precetto». 472. È peccato trasgredire un precetto della Chiesa? «Il trasgredire avvertitamente un precetto della Chiesa in materia grave è peccato mortale». (Catechismo Maggiore)
Ancora Bergoglio: «Ma noi luterani e cattolici, da che parte saremo, a destra o a sinistra? Ma ci sono stati tempi brutti eh fra noi – ha sottolineato – le persecuzioni tra noi, con lo stesso battesimo… ci siamo anche bruciati vivi,dobbiamo chiederci perdono per quello scandalo della divisione, perdono, tutti, luterani con cattolici».
Cosa dice, invece, la Chiesa?
«128. […] la grande eresia del Protestantesimo (sec. XVI), prodotta e divulgata principalmente da Lutero e da Calvino. Questi novatori, col respingere la Tradizione divina riducendo tutta la rivelazione alla S. Scrittura, e col sottrarre la S. Scrittura medesima al legittimo magistero della Chiesa, per darla insensatamente alla libera interpretazione dello spirito privato di ciascheduno, demolirono tutti i fondamenti della fede, esposero i Libri Santi alla profanazione della presunzione e dell’ignoranza, ed aprirono l’adito a tutti gli errori. 129. Il protestantesimo o religione riformata, come orgogliosamente la chiamarono i suoi fondatori, è la somma di tutte le eresie, che furono prima di esso, che sono state dopo, e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime. 130. Con una lotta, che dura senza tregua da 20 secoli, la Chiesa cattolica non cessò di difendere il sacro deposito della verità che Iddio le ha affidato, e di proteggere i fedeli contro il veleno delle eretiche dottrine. 134. Lo spirito protestante tuttavia, cioè lo spirito di sconfinata libertà e di opposizione ad ogni autorità, non lasciò di diffondersi; e molti uomini sorsero che gonfiati da una scienza vana e superba, ovvero dominati dall’ambizione e dall’interesse non dubitarono di creare o dar favore a teorie sovvertitrici della fede, della morale, e di ogni autorità divina ed umana». (Catechismo Maggiore, Brevi cenni di storia ecclesiastica).
Bergoglio prosegue: quando «condividiamo la cena del Signore – ha osservato – ricordiamo e imitiamo il Signore Gesù. La cena del Signore ci sarà. Il banchetto finale della nuova Gerusalemme. Mi domando: condividere la cena del Signore è il fine di un cammino o il viatico per camminare insieme? In un certo senso condividere è dire che non ci sono differenze tra noi, che abbiamo la stessa dottrina. Mi domando: “Ma non abbiamo lo stesso battesimo?”. E se sì dobbiamo camminare insieme».
Cosa dice, invece, la Chiesa?
654. Che cosa è dunque la santa Messa? «La santa Messa è il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo offerto sui nostri altari sotto le specie del pane e del vino, in memoria del sacrificio della Croce». (Catechismo Maggiore). Cosa dicono Lutero ed i Luterani? «La messa non è un sacrificio, o l’azione del sacrificatore… Chiamiamola benedizione, eucarestia, mensa del Signore o memoriale del Signore. Le si dia qualunque altro nome, purché non la si macchi col nome di sacrificio […] Quando la messa sarà distrutta, penso che avremo distrutto anche il papato […] Infatti il papato poggia sulla messa come su una roccia. Tutto questo crollerà necessariamente quando crollerà la loro abominevole e sacrilega messa». Bolla «Exsurge Domine», Condanna delle tesi di Martin Lutero, Papa Leone X: qui la bolla e l’elenco delle bestialità di Lutero e luterane.
Bergoglio ha esortato quindi a «pregare insieme, lavorare insieme per i poveri, amarci insieme, con vero amore di fratelli». E di fronte all’osservazione «“ma siamo diversi perchè i nostri libri dogmatici dicono una cosa e i vostri dicono un’altra” noi dobbiamo chiedere la grazia della diversità riconciliata nel Signore».
Cosa dice, invece, la Chiesa?
«La communicatio in sacris è formale quando un cattolico partecipa ad un rito acattolico (e/o prega CON) con la reale intenzione di dare un culto a Dio nel rito della falsa religione. La communicatio in sacris pregiudica l’unità della Chiesa o include formale adesione all’errore o pericolo di errare nella fede, è di scandalo e di indifferentismo, è proibita dalla legge divina» (in questo mio vecchio studio c’è la spiegazione ai sensi del CJC).«[…] non è lecito, neppure sotto il pretesto di rendere più agevole la concordia, dissimulare neanche un dogma solo; giacché, come ammonisce il patriarca alessandrino: “Desiderare la pace è certamente il più grande e il primo dei beni, ma però non si deve per siffatto motivo permettere che ne vada di mezzo la virtù della pietà in Cristo”. Perciò non conduce al desideratissimo ritorno dei figli erranti alla sincera e giusta unità in Cristo, quella teoria, che ponga a fondamento del concorde consenso dei fedeli solo quei capi di dottrina, sui quali o tutte o almeno la maggior parte delle comunità, che si gloriano del nome cristiano, si trovino d’accordo, ma bensì l’altra che, senza eccettuarne né sminuirne alcuna, integralmente accoglie qualsiasi verità da Dio rivelata» ( Orientalis Ecclesiae, Pio XII – in questo mio vecchio studio tutte le spiegazioni e la dottrina esposta dalla Chiesa).
Bergoglio e Lutero: lettera ai sedeplenisti perplessi
di Pietro Ferrari
Zenit 15 Novembre 2015 incontro di Bergoglio coi luterani:
<< ‘Si apre tra gli applausi la visita di Papa Francesco nella Chiesa Evangelica e Luterana di Roma, la Christuskirche di via Sicilia. L’ultimo Pontefice ad esservi entrato era stato Benedetto XVI il 14 marzo 2010 partecipando al culto serale in tedesco; prima ancora di lui, Giovanni Paolo II vi si era recato l’11 dicembre 1983. Francesco si inserisce quindi nel solco dei suoi predecessori ..’
Registriamo e condividiamo che vi è una perfetta omogeneità e coerenza tra i ‘papi’ del postconcilio in relazione al cosiddetto ‘impegno ecumenico’, ossìa in relazione ad una sorta di work in progress di un newchurch building. J.m. Bergoglio alla gravosità tragica polacca e all’austerità professorile teutonica, sostituisce uno stile ‘berlusconiano’ e guascone, tipicamente sudamericano.
‘Al Papa vengono rivolte poi tre domande alle quali risponde rigorosamente a braccio. Il primo è un bambino di 9 anni che porge una domanda tanto semplice quanto cruciale: “Cosa ti piace di più dell’essere Papa?”. Tra le risate generali, Francesco ribatte di cuore: “Fare il parroco, fare il pastore…”.’
Immagino quanto debba apparire fastidioso a tutti gli amici sedeplenisti perplessi, che un ‘papa’ abbia tale idea della giurisdizione papale apparentemente ricevuta. E’ come se il presidente della Corte Costituzionale dichiarasse che la cosa che gli piace di più della sua funzione è fare il Giudice di Pace.
‘In particolare, “amo tanto andare in carcere – non che mi portino in galera – ma parlare con i carcerati. Ogni volta che io entro in un carcere domando a me stesso: ‘Perché loro e io no?’. E lì sento la salvezza di Gesù Cristo, l’amore con me, perché è Lui che mi ha salvato. Io non sono meno peccatore di loro, ma il Signore mi ha preso dalla mano e questo lo sento. E quando vado in carcere sono felice”.’
Appare del tutto caritatevole essere vicino a chi sta scontando una pena detentiva, ma vi è una confusione sia tra peccato e reato (a meno che Bergoglio non debba confessare qualcosa di grave) che tra ruoli: il carcerato dovrebbe sentirsi elevato dalla carità di un Papa, ma non lo sarà se viene considerato uguale ad un ’papa’ che va quasi a constituirsi in carcere perché si considera ugualmente colpevole di pene detentive.
‘Il Papa, quindi, deve “fare il vescovo, fare il parroco, fare il pastore”, sottolinea il Santo Padre, perché “se un Papa non fa il vescovo, il pastore sarà una persona molto intelligente, molto importante, avrà molto influenza nella società, ma penso che nel suo cuore non è felice”.’
Insomma il Papa deve fare tutto, tranne il Papa, cioè dal Governare, Insegnare, Consacrare si passa alla ricerca della felicità.
‘Più spinosa la seconda domanda da parte di una donna luterana sposata con un cattolico italiano che ha sollevato la questione della intercomunione. “Viviamo felicemente da molti anni – ha detto – ma ci duole assai vivere diversamente la fede e non partecipare insieme la cena del Signore. Cosa fare per raggiungere la comunione in questo punto?”—– “Non è facile per me risponderle soprattuto davanti ad un teologo come il card. Kasper, ho paura!”, risponde Papa Francesco scherzosamente. Anzitutto ricorda che “la cena del Signore ci sarà”, ovvero “il banchetto finale nella nuova Gerusalemme. Ma questa sarà l’ultima, intanto nel cammino mi domanda… e non so come rispondere … È il fine del cammino o il viatico per camminare insieme? Lascio la domanda ai teologi … È vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono differenze tra noi, che andiamo la stessa dottrina – parola difficile da capire – ma io mi domando ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se lo abbiamo dobbiamo camminare insieme..’
Appare chiaro che ad un Giudice di Pace che cerca la sua felicità, sia oltremodo inopportuno chiedere di pronunciarsi su una questione di cui dovrebbe occuparsi la Cassazione a Sezioni Unite o la Corte Costituzionale. Anzi, anche un Giudice di Pace dovrebbe già sapere quali siano gli orientamenti consolidati delle Magistrature supreme.
‘… Quando voi pregate insieme quel Battesimo cresce e viene forte; quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù, fate lo stesso. In lingua luterana e cattolica ma è lo stesso”… E per quanto riguarda la comunione? Il Papa risponde alla domanda con un’altra domanda: “Cosa posso fare con mio marito perché la cena la Signore mi accompagni nella mia strada? È un problema a cui ognuno deve rispondere”. “Mi diceva un pastore amico: ma non crediamo che il Signore è presente lì? Voi credete che il Signore è presente? Qual è la differenza? Le spiegazioni, le interpretazioni? La vita è più grande di tutto questo. Sempre fate riferimento al Battesimo. Una fede, un Battesimo, un Signore, diceva San Paolo, e di là prendete le conseguenze…”.’
Sminuire fino all’estremo i problemi e le divergenze dottrinali tra luterani e cattolici, è un atto di semi apostasìa che dovrebbe essere sanzionato duramente dall’episcopato incardinato in diocesi. Davvero ci si chiede fino a quando codesti occupanti i sacri palazzi, avranno ancora intenzione di ‘pettinare le bambole’ invece di porre delle severe ed esiziali monizioni a codesto liquidatore del cattolicesimo romano.
‘Quindi anche nel Giorno del Giudizio, ci sarà un’ultima scelta di Cristo. E ci saranno delle domande – spiega il Pontefice – non domande come “sei andato a Messa?” o “hai fatto una buona catechesi?”, bensì domande sui poveri, “perché la povertà è al centro del Vangelo”. Quindi domande come: “Tu la tua vita l’hai usata per te o per servire? L’hai usata “per difenderti dagli altri coi muri o per accogliere con amore?”.’
Prendiamo atto da oggi che il precetto della Chiesa di seguire la Messa di Domenica è stato implicitamente abrogato e forse, che non è mai stato davvero un precetto ma addirittura una pratica acattolica. Questo dovremmo pensare se davvero J.M. Bergoglio fosse un legittimo Pontefice, a meno che ancora, l’episcopato non lo invitasse prima a chiarire ed a ritrattare questa pericolosa affermazione che spinge gli uditori al peccato mortale.
‘….tra cori e applausi emozionati, si congeda con la consueta richiesta: “Per favore, non dimenticate di pregare per me!” ‘. >>
Nel pantheon del preghierismo globale, non importa chi, cosa, come e perché: basta pregare. Bhè cerchiamo di farlo anche noi chiedendoci fino a quando saremo castigati dalla rimozione del papato.
Foto Ansa/Ciro Fusco
mah ! se continua così non oso pensare quanta paura lo assalirà quando sarà al cospetto di Dio....allora si che sarà pianto e stridore di denti....
RispondiEliminaQuesto papa è l'anticristo. Lo penso io da umile credente cattolico, ma lo pensano molti sacerdoti che però non possono fare molto di piu' che pensarlo.
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