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venerdì 25 dicembre 2015

Sulla liturgia del tempo di Natale

Noctem santissimam celebrantes. Una nota edificante di Padre Adrian Fortescue sulla liturgia del tempo di Natale


Padre Adrian Fortescue (1874-1923) fu importante figura intellettuale e religiosa tra la fine del secolo XIX e i primi decenni del XX (vedi qui una biografia scritta da Michael Davies). Erede del Movimento di Oxford e dell’epoca del cattolicesimo inglese inaugurata dal Beato John Henry Newman fu autore di numerosi scritti storici, liturgici e teologici (vediqui un'antologia) e del famoso manuale di liturgia cattolica The Ceremonies of Roman Rite Described (1917) (vedi qui). Dall’edizione più recente di quest’ultima opera (rivista dal benedettino Alcuin Reid e pubblicata nel 2003 con l’introduzione del Cardinal Castrillón Hoyos) riportiamo, nella nostra traduzione, la prima parte del paragrafo dedicato alla liturgia di “Christmas and Epiphany” (seguirà nei prossimi giorni il testo sull’Epifania). La descrizione di Fortescue della liturgia del tempo di Natale, pur estremamente asettica, non perde mai di vista la complementarietà tra regole sull’Ufficio e regole sulla Santa Messa e lascia presagire l’immutabile bellezza del tempo redento.
La Vigilia di Natale è una vigilia di prima classe; il suo colore è il viola. Qualora cada nella quarta Domenica d’Avvento, l’Ufficio è interamente quello della vigilia senza alcuna commemorazione della domenica – al Matutino l’invitatorio Hodie, l’inno Verbum, le nove antifone e il Salmo della domenica, le tre lezioni dell’omelia della vigilia con i loro responsori, nessun Te Deum. La Messa è quella della vigilia, si omette il Gloria, l’Alleluia e il versetto dopo il graduale, il prefazio della Trinità e l’Ite missa est. Qualora la Vigilia di Natale coincida con la quarta Domenica d’Avvento, prende il posto della Domenica che non è commemorata. 
La festa di Natale ha un’ottava di seconda classe, i giorni fra l’ottava sono giorni liturgici di seconda classe e sono regolati in maniera speciale; anche il giorno dell’ottava (1 gennaio) è un giorno liturgico di seconda classe ed è chiamato “Ottavo giorno dalla Nascita del Signore”. 
I giorni fra l’ottava di Natale sono regolati in maniera speciale: 

Il 26 dicembre è festa di Santo Stefano Protomartire (II classe); 
Il 27 dicembre è festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista (II classe); 
Il 28 dicembre è festa dei Santi Innocenti, Martiri (II classe); 
Il 29 dicembre si commemora San Tommaso Vescovo e Martire (II classe); 
Il 31 dicembre si commemora San Silvestro Papa e Confessore (II classe); 

Delle feste particolari sono ammesse quelle di prima classe e, soltanto a mo’ di commemorazione, quelle in onore dei santi che, in questi giorni, sono contemplati nel calendario universale; le altre sono spostate dopo l’ottava.
L’Ufficio della Domenica fra l’ottava di Natale, tra il 26 e il 31 dicembre, è sempre celebrato, in conformità alle rubriche, con la commemorazione della festa del giorno. Tuttavia, se la domenica coincide con una festa di prima classe, allora la festa è celebrata con la commemorazione della domenica. 
Il tempo di Natale va dai primi Vesperi di Natale al 13 gennaio incluso. Questo periodo comprende a) il tempo della Natività che va dai primi Vesperi di Natale alla Nona incluso il 5 gennaio; b) il tempo dell’Epifania, che va dai primi Vesperi dell’Epifania del Signore al 13 gennaio incluso. 
Il colore del Natale è il bianco. In questo giorno (che inizia con la mezzanotte) ogni sacerdote può dir Messa tre volte. Non è a ciò necessario alcun privilegio. Il Messale prevede tre Messe, una per la notte, una per l’alba, una per il giorno. Se il sacerdote dice Messa una sola volta, deve scegliere quella che meglio corrisponde all’ora in cui celebra. La stessa regola si applica al sacerdote che dice due Messe. Se ne dice tre, deve dire le tre Messe previste, nel loro ordine, quale che sia il momento in cui celebra. 
In questa notte non è permesso, senza un particolare indulto, dire messe meramente private [id est: né cantate, né conventuali, né ad un orario fissato in una chiesa pubblica per il popolo]. A mezzanotte è consentito un solo tipo di Messa, conventuale o parrocchiale. Dovrebbe essere, se possibile, una Messa solenne: tuttavia è consentita la celebrazione di una Messa cantata o di una Messa bassa, se è l’unica cui il popolo può assistere, ed è detta in mancanza di una Messa solenne. Non può iniziare prima della mezzanotte. Durante la Messa di mezzanotte al popolo è consentito di ricevere la Santa Comunione, salvo che, per qualche ragione, il Vescovo lo proibisca. Coloro che si comunicano devono astenersi dal cibo solido e dalle bevande alcoliche per tre ore prima della Comunione, dagli altri liquidi (eccetto l’acqua) per un ora. 
Qualora sia recitato o cantato il Matutino in chiesa prima della Messa di mezzanotte […], il celebrante, al momento di intonare l’inno Iesus redemptor omnium, deve divaricare le mani, levarle e congiungerle inchinandosi verso l’altare. 
In ogni Messa cantata nel giorno di Natale il celebrante e i suoi ministri si inginocchiano sul gradino inferiore di fronte all’altare o sul lato dell’Epistola (oppure possono inginocchiarsi dinnanzi ai sedilia) e si inchinano alle parole Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine: et homo factus est. Se non hanno ancora lasciato l’altare, scendono di un gradino, si inginocchiano sul bordo della predella e si inchinano. 
Una speciale formula è inserita nella preghiera Communicantes del Canone. 
Con questa formula il celebrante pronuncia le parole noctem sanctissimam celebrantes alla prima Messa (quale che sia l’ora in cui celebra); alla seconda e alla terza Messa e durante l’ottava di Natale egli dice: diem sacratissimum. Durante la seconda Messa, anche se solenne, si commemora Sant’Atanasia. 
Al Vangelo della terza Messa il diacono, che lo legge, e tutti gli altri, eccetto il diacono che regge il libro e gli accoliti, si genuflettono alle parole Et verbum caro factum est – il diacono verso il libro, tutti gli altri verso l’altare. L’ultimo Vangelo della terza Messa è omesso. C’è una particolare disciplina del periodo tra il 2 e il 5 gennaio. L’ufficio (salvo il ricorrere di una festa) è quello di una feria di quarta classe. Il Te Deum è recitato al Matutino. La conclusione degli inni e dei versetti del breve responsorio è quella della Natività. La Messa è quella del 1 gennaio ma senza il Credo e con il Communicantes comune. Durante questo periodo sono proibite le Messe di Requiem di quarta classe. 

Fonte: A. Fortescue, The Ceremonies of Roman Rite Described, Saint Michael’s Abbey Press, Farnborough 2003.
http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2015/12/noctem-santissimam-celebrantes-una-nota.html

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