ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 24 febbraio 2016

Il cristianesimo come un prodotto umano?

PIO XI E MISTERI MARIANI

Come si spiega il rifiuto di Pio XI a esaudire la richiesta della Madonna a suor Lucia? Le aperture progressiste hanno pensato il cristianesimo come un prodotto umano frutto della storia e non come una rivelazione soprannaturale 
di F. Lamendola




                                              

Il 25 marzo del 1984 il papa Giovanni Paolo II, in unione con tutti i vescovi della Chiesa cattolica, ha solennemente consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria Vergine, in Piazza San Pietro, a Roma; due anni prima, il 13 maggio 1982, aveva celebrato la stessa cerimonia a Fatima, in Portogallo, ove i tre pastorelli ebbero le celebri apparizioni e ove una folla di settantamila persone, fra cui molti giornalisti (anche di estrazione laica e irreligiosa, come il direttore di «O seculo», Avelino de Almeida, un ben noto ed acceso anticlericale), dopo un violentissimo acquazzone, videro e testimoniarono il cosiddetto “miracolo del Sole”, a mezzogiorno del 13 ottobre 1917, quando l’astro, dopo aver ruotato vorticosamente in cielo, parve sul punto di precipitare sulla Terra, per poi fermarsi improvvisamente e riprendere la sua posizione normale.

Trovava così una sia pure tardiva (e imperfetta) accoglienza la richiesta fatta dalla Madonna a suor Lucia dos Santos, che era stata uno dei tre pastorelli ai quali era apparsa nella località di Cova da Iria, presso Fatima, in Portogallo, fra il maggio e l’ottobre del 1917. La richiesta, peraltro, non risaliva a quell’anno, ma era stata fatta a suor Lucia molto più tardi, in due momenti distinti, nel 1925 e nel 1929, sotto forma di rivelazione “privata” (mentre la religiosa si trovava in Spagna, entrambe le volte) e riguardava la comunione riparatrice nei primi sabati del mese e la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, da parte del papa e di tutti i vescovi.
Suor Lucia fece pervenire queste richieste della Madonna al papa Pio XI, ma non ebbe mai alcuna risposta. Più tardi, su consiglio del proprio direttore spirituale, ella, nel 1940, unì la propria richiesta a quella di un’altra mistica, Alessandra Da Costa (che era sostenuta massicciamente dall’episcopato portoghese) per la consacrazione del mondo intero, richiesta che pareva “comprendere” la richiesta originaria di Maria circa la consacrazione specifica della Russia, allora terra di persecuzione anti-cristiana sotto il regime staliniano. Pio XII, frattanto salito al soglio pontificio, accolse la richiesta e consacrò il mondo al Cuore di Maria, con una speciale menzione della Russia, nel 1942; nel 1952 rinnovò la consacrazione per i popoli della Russia; e, nel 1964, la consacrazione del mondo fu rinnovata da Paolo VI, durante il Concilio Vaticano II. Ma perché la consacrazione avvenisse nella forma più solenne, quella richiesta dalla Madonna, ossia con l’esplicita partecipazione di tutti i vescovi, bisognerà aspettare fino al 1984, come si è detto, sotto il pontificato di Wojtyla. Eppure, forse la questione non è ancora risolta. Padre Nicholas Gruner (un controverso sacerdote canadese, ordinato nel 1976 e deceduto recentemente, nell’aprile 2015) sostiene che la consacrazione non è avvenuta nei tempi e nei modi richiesti dalla Madonna, e quindi, in pratica, è da considerarsi ancora da fare.
La Madonna, sempre secondo suor Lucia, disse a quest’ultima, fin dal 1917, che la Prima guerra mondiale stava per finire, ma che ne sarebbe scoppiata una ancora più tremenda, con un seguito di fame, distruzioni e persecuzione dei popoli cristiani (ciò corrisponderebbe al cosiddetto “secondo segreto” di Fatima); e che solo la consacrazione della Russia avrebbe potuto impedirla. La richiesta esplicita della consacrazione, come si è visto, venne a suor Lucia solo molto più tardi, fra il 1925 e il 1929; ma Pio XI non vi diede seguito, anzi, la ignorò del tutto. Perché? In molti se lo sono domandato, senza riuscire a darsi una risposta univoca e, soprattutto, convincente.
Fra gli altri, ci ha provato il giornalista e saggista Antonio Socci, il quale si è anche domandato quali siano state le ragioni del lungo isolamentio cui è stata sottoposta suor Lucia a partire dal 1960, come se si fosse voluto impedirle di parlare e di raccontare quel che ancora sapeva, a proposito – soprattutto - del “terzo segreto”, nel quale sembra configurarsi una persecuzione generale della Chiesa e, forse, l’assassinio del Sommo Pontefice da parte di non meglio precisati militari: cui sarebbe legato, secondo Socci e secondo alcuni altri studiosi della questione, un quarto segreto, tuttora non rivelato. Il terzo segreto, infatti (come del resto i primi due) non è una comunicazione verbale, ma una visione; e, così come la Madonna ha spiegato a suor Lucia, nel cosiddetto secondo segreto, la visione relativa al primo, essi pensano che debba esserci un quarto segreto, nel quale si trova la “spiegazione”, ossia la giusta interpretazione, del terzo.
Ricapitoliamo la questione, servendoci, appunto, della puntuale ricostruzione fatta da Antonio Socci (da: A. Socci, «Il quarto segreto di Fatima», Milano, Rizzoli, 2006, pp. 189-192):

«…Attenzione alle date. È proprio l’anno 1929 quello decisivo: Stalin prende tutto il potere, nell’aprile la XVI conferenza del partito ara io piano quinquennale e diede la prima grande purga staliniana.  Il 22 maggio una modifica alla Costituzione qualifica la “propaganda religiosa” come crimine contro lo stato, “i ministri del culto e i familiari vennero privati dei diritti civili …] non avevano diritto alle tessere di razionamento, all’assistenza medica, agli appartamenti in coabitazione e i loro figli non avevano accesso alle scuole elementari o agli istituti superiori […] erano costretti a rinnegare i genitori se volevano vivere. Si demolirono centinaia di chiese, compresi alcuni monumenti storici” (M. G. A. Nekric, “Storia dell’Urss”, Bompiani, 1984, p. 30). Infine venne pure abolita la domenica. È l’inizio della più grande e sanguinaria persecuzione in duemila anni di storia della Chiesa. Contemporaneamente è l’inizio dei genocidi. Il 7 novembre Stalin pubblica un articolo intitolato: “L’anno della grande rottura”. Vara così la “liquidazione dei kulaki” ossia la deportazione di 13 milioni di persone e lo sterminio deliberato e sistematico per fame di tre milioni e mezzo di contadini, donne e bambini compresi. Ecco perché è proprio in quest’anno, il 13 giugno, che Lucia riceve la “comunicazione” che  venuta l’ora di salvare la Russia e con essa la Chiesa e il mondo da orribili tragedie. Adesso che la santa Sede ha potuto vedere e capire la satanica natura del comunismo. Ecco precisamente il messaggio che Lucia trasmette: “Il buon Dio promette di mettere fine alla persecuzione in Russia, se il Santo Padre si degna di fare, ed ordina ai vescovi del mondo cattolico di fare altrettanto,  un atto solenne e pubblico di riparazione e di consacrazione della Russia ai santissimi Cuori di Gesù e di Maria, e se Sua Santità promette, procurando la fine di questa persecuzione, di approvare e raccomandare la pratica della devozione riparatrice indicata (dei primi cinque sabati, n. d. a.).” Lo sfondo di questa richiesta e di questa promessa è la conversione della Russia e la pace nel mondo (“se si ascoltano le mie richieste la Russia si convertirà e avrà la pace”). Ma questa immensa possibilità di salvezza data al papa (a beneficio dell’umanità e della Chiesa) non fu colta, quella potente mano tesa non fu afferrata, quell’appello salvifico non fu ascoltato. E nell’agosto del 1931 arrivò la replica del Cielo: “Fate sapere ai miei ministri che seguono l’esempio del Re di Francia ritardando l’esecuzione della mia richiesta, che lo seguiranno anche nella sventura”. […] Ma a Pio X era pervenuto l’appello accorato di Lucia? I documenti vaticani relativi a quegli anni sono stati finora inaccessibili, ma la ricostruzione che Frère Michel ha condotto, in base alle carte di Fatima, non lascia dubbi: “Il Papa Pio I ha conosciuto la richiesta […] dopo il mese di settembre 1930”. E non ha neanche dato risposta. Ecco perché la Madonna disse che “un’altra guerra peggiore” sarebbe cominciata “sotto il pontificato di Pio XI”. San Massimiliano Kolbe era tra quanto intuivano che ai “demoni” scatenati sulla terra nel Novecento (da cui lui stesso sarebbe stato martirizzato) si poteva far fronte solo attraverso Maria: “L’Inferno la odia e trema davanti a Lei”. E per far capire la potenza dell’umile fanciulla di Nazareth ricorreva al paradosso: “Se Lucifero potesse invocare, per la propria salvezza, la santissima Vergine con la sola parola ‘Maria’, raggiungerebbe all’istante il paradiso” (M. Kolbe, “Lo Spirito Santo e l’Immacolata”, p. 39). È chiaro che l’atto richiesto a Fatima, con le sue caratteristiche di solennità e di universalità sarebbe stato un grande e clamoroso gesto pubblico  di riparazione e di affidamento di tutta la Chiesa e l’umanità al Cuore Immacolato di Maria, un grande momento di conversione. Un atto di conversione dalla fiducia posta nelle nostre iniziative e capacità, nella politica o nella diplomazia, alla fiducia totale riposta in Maria e cioè nella Grazia. Infatti ciò che indusse probabilmente Pio XI a non ascoltare questo appello fu innanzitutto una preoccupazione politica.  Secondo Frère Michel un atto solenne sarebbe stato anche una “condanna formale e dottrinale del marxismo-leninismo” e del regime sovietico.  Del resto la santa Sede – a dire il vero già prima dell’arrivo di Pio XI – aveva commesso verso i bolscevichi arrivati al potere lo stesso errore che fu commesso dalle potenze occidentali e che Solzenicyn ha denunciato nelle sue opere. Si cercò cioè la strada di un accordo, di un rapporto diplomatico, addirittura i Paesi occidentali aiutarono il regime sovietico a sopravvivere e consolidarsi nei primi anni, proprio mentre poteva essere travolto dalle condizioni ecomno0niche del Paese. Nasce qui e così la “ostpolitik” vaticana”E se in astratto la si potrebbe considerare un tentativo di limitare il male,m di scongiurare le conseguenze peggiori, nella realtà si rivelò un grave segnale di debolezza e di incapacità a capire Tanto che il regime sovietico non risparmiò assolutamente nulla ai cristiani, alla Chiesa e ai popoli sovietici. Infine a determinare il rifiuto di Pio XI a Lucia vi fui probabilmente anche qualcosa che attiene al piano personale. Marco Tosatti ha riportato un “episodio inedito” riferitogli da una “autorevolissima fonte vaticana” che ha vissuto per decenni nei sacri palazzi: “Pio XI non ha mai voluto sentir parlare di Fatima.  Raccontava l’allora suo segretario, poi divenuto cardinal, Carlo Confalonieri […] che Pio XI preferiva sedere da solo a pranzo, per ascoltare la radio, che allora era la grande novità tecnologica dell’epoca […]. Arrivavano molte lettere e Pio XI le leggeva tutte, ce n’erano non poche di suore o donne in generale che raccontavano delle loro visioni mistiche […]: Pio XI leggeva le lettere, poi alzava lo sguardo, posava i fogli sul tavolo ed esclamava un: ? Mah’ ! pensoso… Infine diceva a mezza voce, come se stesse parlando a se stesso: ‘Dicono… dicono che io sono il Suo vicario in terra. Se ha qualcosa da farmi sapere, potrebbe dirlo a me’” (M. Tosatti, “Il segreto non svelato”, Piemme, 2002, p. 68).»

Quest’ultima ragione del “silenzio” di Pio XI, se vera (e non ci sono motivi sostanziali per dubitarne) sarebbe la più “umana”, vale a dire la meno nobile, per non dire la più meschina: il papa, in quel caso, si sarebbe scordato che lo Spirito Santo soffia dove vuole e che non è affatto vero che le comunicazioni soprannaturali debbano rivolgersi a lui, come superiore gerarchico della Chiesa, prima che a chiunque altro, come del resto le apparizioni di La Salette e di Lourdes, ufficialmente riconosciute dai suoi predecessori, stanno a dimostrare.
La ragione politica è anch’essa molto probabile; ma anch’essa, come afferma giustamente Socci, è stata dettata da un terribile errore di valutazione, o meglio, da una grande illusione: quella di poter limitare la persecuzione anticristiana, evitando di inasprire i rapporti con il governo dell’Unione Sovietica, e sorvolando, per così dire, sulla sua natura non solo radicalmente anticristiana, ma anche criminale, nel senso più ampio dell’espressione, ormai ben nota a chi voleva vedere le cose per quelle che erano: natura criminale che non si manifestava solo nell’odio e nella violenza contro i cristiani, ma contro i cittadini russi, e degli altri popoli compresi entro i confini dell’Unione Sovietica,  in quanto esseri umani, a qualunque credo o ideologia appartenessero; e ciò, magari, mediante una qualche sorta di accordo diplomatico.
È la stessa strada, del resto, che la Chiesa ha seguito con il nazismo (e, prima ancora, con i fascismo), e rientra nella tradizionale prudenza della diplomazia vaticana, ispirata da una esperienza e da una saggezza bi-millenaria); ma, se il fascismo è stato certamente una dittatura, forse anche un totalitarismo – peraltro imperfetto -, esso non ha avuto di sicuro una natura “criminale”; e, quanto al nazismo, la disillusione di Pio XII, dopo il Concordato con la Germania stipulato da Pio XI nel 1933, si è ben presto apertamente manifestata, con la famosa enciclica «Mit brendenner Sorge» («Con bruciante preoccupazione»), del 10 marzo 1937, diffusa in tutte le chiese del Terzo Reich ed (eccezionalmente) redatta in lingua tedesca, perché avesse la maggior diffusione possibile, nella quale si denunciava non solo la persecuzione della Chiesa cattolica, ma veniva apertamente condannata la dottrina nazionalsocialista, come essenzialmente pagana e anticristiana.
Per la Russia, invece, nulla: silenzio assoluto. E questo mentre decine di migliaia di cristiani e milioni di cittadini sovietici venivano imprigionati, deportati, uccisi, solo perché cristiani o solo perché “borghesi” (nel caso, specialmente, dei “kulaki”, ossia dei piccoli proprietari terrieri). Se Pio XI temeva di esasperare la furia di Stalin, dedicando la Russia al Cuore Immacolato di Maria, in effetti aveva poco da perdere, o meglio, poco da perde avevano gli infelici cristiani e i popoli della cosiddetta Unione Sovietica. È pur vero, come Socci ricorda, che non solo il Vaticano, ma anche le democrazie occidentali non vollero vedere la natura criminale dell’Unione Sovietica, anche quando essa era ormai un fatto palese agli occhi del mondo.
La domanda fondamentale che suscita la reticenza di Pio XI – e, come si è visto, la lentezza dei suoi successori – nell’accogliere la richiesta della Madonna, formulata per mezzo di suor Lucia dos Santos, è comunque, a nostro avviso, soprattutto di natura teologica e spirituale. Più o  meno, la potremmo formulare in questi termini: siamo davvero disposti, noi uomini della modernità, e sono davvero disposti, i cristiani della modernità, a riconoscere che la storia non è l’espressione di una vicenda puramente umana, ma che è, come credevano fermamente gli uomini e i cristiani che ci hanno preceduti, per secoli e secoli, la manifestazione di un preciso progetto divino, al quale gli uomini sono chiamati a collaborare, e al quale possono rispondere in senso affermativo o negativo, senza, però, che essi siano in grado di determinarne, e tanto meno capovolgerne, l’esito finale, perché quest’ultimo riposa unicamente nella mani di Dio?
La mancata consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria nasce, probabilmente, da una difficoltà a credere una cosa simile: ossia da una debolezza della fede. Ormai siamo tutti persuasi, e i cristiani tanto quanto gli altri, che sia impossibile pensare il mondo, e dunque anche il mondo della storia, se non attraverso le categorie della cultura moderna: razionaliste, materialiste, immanentiste. Sembra ormai inconcepibile pensare la storia alla luce di un principio superiore alla storia stessa; così come sembra difficile, e quasi impossibile, pensare l’uomo alla luce di un principio superiore all’uomo stesso.
Tutto questo è, comprensibile; ma non è cristiano. Il cristiano sa che Dio è il padrone della storia e che nulla accade, né potrebbe mai accadere, neanche la cosa più piccola, al di fuori e contro la Sua volontà.
Sarebbe bene che questo pensiero e che questa consapevolezza interiore tornassero a far parte dell’orizzonte intellettuale e spirituale della cristianità: a cominciare da quei “teologi”, i quali, a forza di “svolte antropologiche, “teologie negative” e di “aperture progressiste”, hanno pensato il cristianesimo, ogni giorno di più, come un prodotto puramente umano, come un frutto della storia umana, soggetto alle logiche delle vicende umane, e non come una rivelazione soprannaturale e come una potente, gioiosa, irresistibile irruzione del divino nella realtà dell’esistenza umana, sia individuale che storica.



Come si spiega il rifiuto di Pio XI a esaudire la richiesta della Madonna a suor Lucia?

di Francesco Lamendola

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.