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mercoledì 27 aprile 2016

“Farai di meglio..la prossima volta ”?

Ode alla confessione

S.Carlo l’inventò per dar voce alle mogli sottomesse. Il Papa l’ha portata in piazza, ché tutti vedano

Sono sempre stato un ammiratore di san Carlo Borromeo e della sua grande invenzione, la confessione, sacramento tra i sacramenti che tutt’oggi vive in molteplici forme, compresa quella psicoanalitica a cui mi onoro di partecipare. “Quante stavolta, figliola?”. “Una soltanto Padre”.
“Farai di meglio, vedrai, vincerai la pigrizia e riuscirai a scrivere tre pagine tutte di fila”; ascoltare le parole del peccatore o nevrotico che dir si voglia, è sempre di estremo interesse – guai se non lo fosse – senza una reale passione per la parola dell’altro, diverrebbero peccatori e nevrotici sia il prete sia lo psicanalista. San Carlo promosse la confessione soprattutto per salvare le donne, non dal diavolo ma da un nemico ben più crudele, dall’impossibilità di parlare, tritate da brutali mariti e il più delle volte costrette al silenzio. Grazie alla confessione, per la prima volta potevano liberamente parlare a un uomo, un uomo di chiesa per di più,  uno che non solo la sapeva lunga ma anche nutriva desideri amorosi molto più raffinati di quelle bestie di consorti appassionati solo dalla guerra e dal denaro. Prosperarono così amori – casti o carnali, ove i casti erano i più carnali e i carnali i più casti – di donne con preti, che crearono in quelle povere disgraziate finalmente la voglia di esistere, la fede in un mondo di uomini migliore di quelli cui erano costrette.

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Insomma, un gesto di Francesco vagamente malinconico, come se gli occorresse un’aria pura, un venticello, una diretta visione del cielo e di quel che ci circonda; peccato per la grata, quella grata che tanto segnò i secoli, così misteriosa e attraente, fonte di deliziose fantasie. Cosa ci ha voluto dire il Papa? Tante ipotesi che possono stimolare il nostro intelletto, senza la necessità di mostrare denti da tigre, come appaiono negli interventi di lettori di giornali per niente anticlericali e aperti a ogni pensiero. Ecco un improperio aizzato dalla confessione a cielo aperto. “Ma perché non se ne va a confessare tutti i clandestini che è andato a visitare? Paura per la sua testa?”. A noi tutti è lecito scherzare e ironizzare, i preti e i papi sono un eterno bersaglio, la tradizione romana è fatta di sfottò piuttosto volgari, a volte trasfigurati dall’arguzia e dalla poesia.

Ma qui non si tratta di eleganza o intelligenza, di Belli e Trilussa, è in gioco altro, e tu ben lo sai, Francesco, tu che conosci l’odio. E ti prepari. Per quante tu ne possa combinare, e nell’amore errare, l’odio che da tante parti t’investe ti porterà in paradiso.
di Umberto Silva | 27 Aprile 2016 

2 commenti:

  1. La confessione inventata da san carlo borromeo? ma se ne parla gia' sant'ignazio di loyola nell'autobiografia? Se una novella di boccaccio prende in giro il geloso che confessa la moglie al posto del prete?
    tra qualche anno diranno che la confessione l'ha inventata papa francesco...
    non c'e' fine all'ignoranza... ciarliera!

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  2. Avanti con la desacralizzazione dei sacramenti. L'abito dei sacerdoti buttato alle ortiche, i sacramentali roba da donnette, il rosario pure,donnette e ometti attorno all'altare come vicepresidenti dell'assemblea ( gasp ) , chiese addobbate come a carnevale, l' Eucarestia data a cani e porci, e adesso anche la confessione in piazza come la frutta e la verdura del mercato. Venghino siore e siore, venghino che la mia confessione è più liberale della sua. Roba da matti.!!!!!! jane

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